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Palladio 500 anni
L’obiettivo è di catturare l’attenzione e stimolare l’immaginazione del pubblico: non soltanto grazie alla qualità e varietà delle opere originali esposte (dipinti, disegni, medaglie, frammenti architettonici originali, sculture) ma anche all’impiego di modelli, compresi plastici realizzati appositamente, video e animazioni interattive create al computer
Comunicato stampa
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Obiettivi della Mostra
Scopo della mostra è esplorare aspetti dell'opera di Palladio che finora non sono stati adeguatamente presentati. Non intende offrire agli specialisti una serie di note a piè di pagina, bensì raccontare al grande pubblico una sintesi a 360 gradi, coinvolgente ed essenzialmente nuova, di quanto si conosce sulla vita, l'architettura e l'eredità di Palladio. L'obiettivo è di catturare l'attenzione e stimolare l'immaginazione del pubblico: non soltanto grazie alla qualità e varietà delle opere originali esposte (dipinti, disegni, medaglie, frammenti architettonici originali, sculture) ma anche all'impiego di modelli, compresi plastici realizzati appositamente, video e animazioni interattive create al computer.
Chi e dove
La mostra è prodotta dal Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, dalla Royal Academy of Arts e dal Royal Institute of British Architects di Londra. Fondata nel 1768, la Royal Academy (www.royalacademy.org.uk) è la più antica istituzione dedicata alle belle arti in Gran Bretagna. Nella sua prestigiosa sede londinese di Piccadilly ospita ogni anno mostre d'arte d'eccellenza, che attraggono oltre un milione di visitatori ogni anno Il Royal Institute of British Architects (www.riba.org), fondato nel 1837, possiede la maggiore raccolta di documenti architettonici al mondo, la British Architectural Library, che conta 135.000 volumi, 2.000 periodici, 800.000 fotografie e oltre un milione fra disegni, manoscritti, dipinti e modelli architettonici. Conserva circa 300 disegni autografi di Andrea Palladio - l'80% di quelli esistenti al mondo - trasferiti in Inghilterra all'inizio del Seicento da Inigo Jones (che li comprò da Vincenzo Scamozzi) e successivamente dal Duca di Burlington all'inizio del '700. La mostra palladiana, curata da Guido Beltramini e Howard Burns, si inaugurerà a Vicenza, in palazzo Barbaran da Porto, nella terza settimana di settembre 2008, per concludersi il 6 gennaio 2009. Si trasferirà quindi a Londra, presso la Royal Academy of Arts, dalla prima settimana di febbraio sino al maggio 2009. Sono in fase avanzata accordi con una prestigiosa sede museale statunitense per ospitare la terza ed ultima tappa del tour espositivo.
Le opere in mostra
Le opere presenti in mostra saranno circa quattrocento, fra disegni originali, modelli architettonici, dipinti, sculture, medaglie, libri e manoscritti, provenienti da oltre cento musei europei e americani. In estrema sintesi, saranno presenti:
90 disegni autografi di Palladio, provenienti da Londra, Oxford, Chatsworth, Budapest, Brescia, Bologna, Venezia e Vicenza;
85 disegni di architettura di grandi maestri fra cui Michelangelo, Raffaello, Giuliano e Antonio da Sangallo, Andrea Sansovino, Michele Sanmicheli, Gian Maria Falconetto, Giulio Romano, Bartolomeo Ammannati, Francesco Borromini, Vincenzo Scamozzi, Inigo Jones, Charles Cameron, Giacomo Quarenghi, Le Corbusier;
45 dipinti fra cui opere di Leandro Bassano, Bramantino, El Greco, Giulio Romano, Raffaello, Tiziano, Paolo Veronese, Tintoretto, Van Dyck e Canaletto;
40 modelli architettonici, di cui almeno la metà costruiti appositamente per la mostra;
140 fra sculture e frammenti architettonici, medaglie, monete, libri e manoscritti.
L'articolazione della mostra
La mostra sarà strutturata in modo da illustrare questi tre aspetti:
1. Vita di un architetto
2. La creazione di una nuova architettura
3. Un eterno contemporaneo
1. Vita di un architetto
Questa sezione presenterà in ordine cronologico le fasi della vita di Palladio e lungo questa linea temporale darà luogo a sotto-sezioni su temi generali o episodi particolarmente importanti, ad esempio la sua formazione a Padova.
Aspetti del contesto storico e architettonico importanti per Palladio saranno evocati attraverso opere e oggetti esposti ogniqualvolta sia necessario: così, ad esempio, i suoi contatti con Roma e con gli architetti contemporanei romani compariranno quando Palladio compie i suoi primi viaggi nella città eterna.
Quella di Palladio fu una vita straordinaria: la sua storia – che egli deliberatamente nasconde nel suo libro – è quella di un artigiano estremamente dotato che seppe adattarsi fino a diventare architetto, intellettuale, amico dei grandi e dei colti, nonché – ben prima della sua morte – uno degli architetti più rinomati d'Italia e d'Europa.
La sezione biografica ripercorrerà la trasformazione sociale e intellettuale di Palladio attraverso ritratti, disegni e documenti chiave, e presenterà materiali relativi a coloro che lo influenzarono maggiormente. Mostrerà le sue relazioni con la nobiltà di Vicenza, che lo elesse a proprio architetto, e i suoi legami perfino più stretti con la classe dirigente di Venezia. Si darà spazio a un aspetto indiscusso di Palladio: i suoi dialoghi a distanza, spesso mediati dal suo amico e protettore Marcantonio Barbaro (ambasciatore in Francia, quindi per sei anni ambasciatore del Sultano ottomano a Istanbul), con la Francia, la Spagna e con il suo grande contemporaneo, l'architetto turco Sinan.
2. La creazione di una nuova architettura
Se la cronologia e il contesto saranno ampiamente rispettati e indagati nell'introduzione biografica, la sezione dedicata all'architettura, alle idee e ai procedimenti costruttivi di Palladio sarà presentata non solo con disegni originali e oggetti, modelli moderni e ricostruzioni digitali ma in maniera interattiva, come per il Gioco della villa elaborato per la rassegna vicentina sulla Villa veneta nel 2005. Questa sezione tenterà di dare conto in maniera immediata al pubblico del perché e del come Palladio studiò le antichità romane e il trattato di Vitruvio; come discuteva con i committenti, come progettava gli edifici.
Si focalizzerà l'attenzione anche sul modo in cui Palladio inventava o adattava soluzioni strutturali per ottenere gli effetti formali e spaziali che le sue scelte architettoniche richiedevano, specialmente in merito alle volte e alle travature dei tetti.
3. Un eterno contemporaneo
Palladio è sempre stato, per molte generazioni successive di architetti, un contemporaneo: la sua voce è rimasta attuale e pertinente non soltanto attraverso il testo originale del suo libro ma anche alle sue traduzioni in diverse lingue. Nessun altro architetto (fino a Le Corbusier) ha saputo parlare così chiaramente e in maniera altrettanto convincente, enfatizzando le verità immutabili dell'architettura e compiendo conversioni drammatiche nel suo modo di progettare, paragonabili a quella ricordata da Giacomo Quarenghi in una memoria autobiografica.
Ci sono così tanti architetti ed edifici influenzati da Palladio, in altrettanti paesi, che nessuna indagine generale potrebbe rendere conto di tutti. Per presentare il carattere dell'eredità palladiana la mostra si concentrerà su una ristretta selezione di esempi. Questi mostreranno come il sistema dell'architettura di Palladio fosse trasportabile in paesi e contesti lontani dal Veneto e ivi facilmente adattabile. I Palladiani migliori in effetti furono quelli che meglio compresero che arricchire la propria opera con le idee di Palladio significava estendere il suo metodo, adattarlo ai bisogni del proprio luogo e del proprio tempo, piuttosto che costruire copie esatte dei suoi lavori. Gli architetti ad essere presentati saranno i due grandi maestri della "scuola di Vicenza": l'invidioso seguace di Palladio, il brillante Vincenzo Scamozzi, e il suo creativo ammiratore inglese Inigo Jones.
Lord Burlington, che acquistò la maggior parte dei disegni conservatisi, sarà mostrato soprattutto in relazione alla villa di Chiswick. Anche un grande architetto di cui Burlington disapprovava l'opera ma che tuttavia fu spesso ispirato da Palladio, Francesco Borromini, sarà incluso nella mostra, sebbene fino ad oggi non sia mai stato interpretato come un imitatore di Palladio.
La villa di Jefferson a Monticello sarà illustrata in questa sezione, e così pure importanti capolavori commissionati da Caterina di Russia: la villa neo-palladiana di Cameron a Pavlosk; l'Accademia delle scienze di Quarenghi a San Pietroburgo e il suo palazzo per Alessandro a Tsarskoye Selo.
Una sezione conclusiva richiamerà l'interesse di Le Corbusier per Palladio e le analogie tra questi due fondatori (e propagandisti) di nuove architetture.
Scopo della mostra è esplorare aspetti dell'opera di Palladio che finora non sono stati adeguatamente presentati. Non intende offrire agli specialisti una serie di note a piè di pagina, bensì raccontare al grande pubblico una sintesi a 360 gradi, coinvolgente ed essenzialmente nuova, di quanto si conosce sulla vita, l'architettura e l'eredità di Palladio. L'obiettivo è di catturare l'attenzione e stimolare l'immaginazione del pubblico: non soltanto grazie alla qualità e varietà delle opere originali esposte (dipinti, disegni, medaglie, frammenti architettonici originali, sculture) ma anche all'impiego di modelli, compresi plastici realizzati appositamente, video e animazioni interattive create al computer.
Chi e dove
La mostra è prodotta dal Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, dalla Royal Academy of Arts e dal Royal Institute of British Architects di Londra. Fondata nel 1768, la Royal Academy (www.royalacademy.org.uk) è la più antica istituzione dedicata alle belle arti in Gran Bretagna. Nella sua prestigiosa sede londinese di Piccadilly ospita ogni anno mostre d'arte d'eccellenza, che attraggono oltre un milione di visitatori ogni anno Il Royal Institute of British Architects (www.riba.org), fondato nel 1837, possiede la maggiore raccolta di documenti architettonici al mondo, la British Architectural Library, che conta 135.000 volumi, 2.000 periodici, 800.000 fotografie e oltre un milione fra disegni, manoscritti, dipinti e modelli architettonici. Conserva circa 300 disegni autografi di Andrea Palladio - l'80% di quelli esistenti al mondo - trasferiti in Inghilterra all'inizio del Seicento da Inigo Jones (che li comprò da Vincenzo Scamozzi) e successivamente dal Duca di Burlington all'inizio del '700. La mostra palladiana, curata da Guido Beltramini e Howard Burns, si inaugurerà a Vicenza, in palazzo Barbaran da Porto, nella terza settimana di settembre 2008, per concludersi il 6 gennaio 2009. Si trasferirà quindi a Londra, presso la Royal Academy of Arts, dalla prima settimana di febbraio sino al maggio 2009. Sono in fase avanzata accordi con una prestigiosa sede museale statunitense per ospitare la terza ed ultima tappa del tour espositivo.
Le opere in mostra
Le opere presenti in mostra saranno circa quattrocento, fra disegni originali, modelli architettonici, dipinti, sculture, medaglie, libri e manoscritti, provenienti da oltre cento musei europei e americani. In estrema sintesi, saranno presenti:
90 disegni autografi di Palladio, provenienti da Londra, Oxford, Chatsworth, Budapest, Brescia, Bologna, Venezia e Vicenza;
85 disegni di architettura di grandi maestri fra cui Michelangelo, Raffaello, Giuliano e Antonio da Sangallo, Andrea Sansovino, Michele Sanmicheli, Gian Maria Falconetto, Giulio Romano, Bartolomeo Ammannati, Francesco Borromini, Vincenzo Scamozzi, Inigo Jones, Charles Cameron, Giacomo Quarenghi, Le Corbusier;
45 dipinti fra cui opere di Leandro Bassano, Bramantino, El Greco, Giulio Romano, Raffaello, Tiziano, Paolo Veronese, Tintoretto, Van Dyck e Canaletto;
40 modelli architettonici, di cui almeno la metà costruiti appositamente per la mostra;
140 fra sculture e frammenti architettonici, medaglie, monete, libri e manoscritti.
L'articolazione della mostra
La mostra sarà strutturata in modo da illustrare questi tre aspetti:
1. Vita di un architetto
2. La creazione di una nuova architettura
3. Un eterno contemporaneo
1. Vita di un architetto
Questa sezione presenterà in ordine cronologico le fasi della vita di Palladio e lungo questa linea temporale darà luogo a sotto-sezioni su temi generali o episodi particolarmente importanti, ad esempio la sua formazione a Padova.
Aspetti del contesto storico e architettonico importanti per Palladio saranno evocati attraverso opere e oggetti esposti ogniqualvolta sia necessario: così, ad esempio, i suoi contatti con Roma e con gli architetti contemporanei romani compariranno quando Palladio compie i suoi primi viaggi nella città eterna.
Quella di Palladio fu una vita straordinaria: la sua storia – che egli deliberatamente nasconde nel suo libro – è quella di un artigiano estremamente dotato che seppe adattarsi fino a diventare architetto, intellettuale, amico dei grandi e dei colti, nonché – ben prima della sua morte – uno degli architetti più rinomati d'Italia e d'Europa.
La sezione biografica ripercorrerà la trasformazione sociale e intellettuale di Palladio attraverso ritratti, disegni e documenti chiave, e presenterà materiali relativi a coloro che lo influenzarono maggiormente. Mostrerà le sue relazioni con la nobiltà di Vicenza, che lo elesse a proprio architetto, e i suoi legami perfino più stretti con la classe dirigente di Venezia. Si darà spazio a un aspetto indiscusso di Palladio: i suoi dialoghi a distanza, spesso mediati dal suo amico e protettore Marcantonio Barbaro (ambasciatore in Francia, quindi per sei anni ambasciatore del Sultano ottomano a Istanbul), con la Francia, la Spagna e con il suo grande contemporaneo, l'architetto turco Sinan.
2. La creazione di una nuova architettura
Se la cronologia e il contesto saranno ampiamente rispettati e indagati nell'introduzione biografica, la sezione dedicata all'architettura, alle idee e ai procedimenti costruttivi di Palladio sarà presentata non solo con disegni originali e oggetti, modelli moderni e ricostruzioni digitali ma in maniera interattiva, come per il Gioco della villa elaborato per la rassegna vicentina sulla Villa veneta nel 2005. Questa sezione tenterà di dare conto in maniera immediata al pubblico del perché e del come Palladio studiò le antichità romane e il trattato di Vitruvio; come discuteva con i committenti, come progettava gli edifici.
Si focalizzerà l'attenzione anche sul modo in cui Palladio inventava o adattava soluzioni strutturali per ottenere gli effetti formali e spaziali che le sue scelte architettoniche richiedevano, specialmente in merito alle volte e alle travature dei tetti.
3. Un eterno contemporaneo
Palladio è sempre stato, per molte generazioni successive di architetti, un contemporaneo: la sua voce è rimasta attuale e pertinente non soltanto attraverso il testo originale del suo libro ma anche alle sue traduzioni in diverse lingue. Nessun altro architetto (fino a Le Corbusier) ha saputo parlare così chiaramente e in maniera altrettanto convincente, enfatizzando le verità immutabili dell'architettura e compiendo conversioni drammatiche nel suo modo di progettare, paragonabili a quella ricordata da Giacomo Quarenghi in una memoria autobiografica.
Ci sono così tanti architetti ed edifici influenzati da Palladio, in altrettanti paesi, che nessuna indagine generale potrebbe rendere conto di tutti. Per presentare il carattere dell'eredità palladiana la mostra si concentrerà su una ristretta selezione di esempi. Questi mostreranno come il sistema dell'architettura di Palladio fosse trasportabile in paesi e contesti lontani dal Veneto e ivi facilmente adattabile. I Palladiani migliori in effetti furono quelli che meglio compresero che arricchire la propria opera con le idee di Palladio significava estendere il suo metodo, adattarlo ai bisogni del proprio luogo e del proprio tempo, piuttosto che costruire copie esatte dei suoi lavori. Gli architetti ad essere presentati saranno i due grandi maestri della "scuola di Vicenza": l'invidioso seguace di Palladio, il brillante Vincenzo Scamozzi, e il suo creativo ammiratore inglese Inigo Jones.
Lord Burlington, che acquistò la maggior parte dei disegni conservatisi, sarà mostrato soprattutto in relazione alla villa di Chiswick. Anche un grande architetto di cui Burlington disapprovava l'opera ma che tuttavia fu spesso ispirato da Palladio, Francesco Borromini, sarà incluso nella mostra, sebbene fino ad oggi non sia mai stato interpretato come un imitatore di Palladio.
La villa di Jefferson a Monticello sarà illustrata in questa sezione, e così pure importanti capolavori commissionati da Caterina di Russia: la villa neo-palladiana di Cameron a Pavlosk; l'Accademia delle scienze di Quarenghi a San Pietroburgo e il suo palazzo per Alessandro a Tsarskoye Selo.
Una sezione conclusiva richiamerà l'interesse di Le Corbusier per Palladio e le analogie tra questi due fondatori (e propagandisti) di nuove architetture.
19
settembre 2008
Palladio 500 anni
Dal 19 settembre 2008 al 06 gennaio 2009
architettura
arte antica
disegno e grafica
arte antica
disegno e grafica
Location
MUSEO PALLADIO – PALAZZO BARBARAN DA PORTO
Vicenza, Contrà Porti, 11, (Vicenza)
Vicenza, Contrà Porti, 11, (Vicenza)
Biglietti
intero 10 euro; ridotto 8 euro
Orario di apertura
dalla domenica al giovedì: 9,30 – 19; venerdì, sabato e festività: 9,30 – 21. chiuso il lunedì.
Vernissage
19 Settembre 2008, ore 18.30 Teatro Olimpico su invito
Sito web
www.andreapalladio500.it
Editore
MARSILIO
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Autore
Curatore