Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Paloma Polo – Unrest
…L’interesse per le narrazioni marginali pone dubbi fondanti riguardo al sapere tradizionale e alla sua epistemologia, sottolineando la parzialità del punto di vista come premessa ideologica determinante per il prevalere di una cultura rispetto ad un’altra…..
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria Umberto Di Marino è lieta di presentare, giovedì 11 dicembre 2014, la personale di Paloma Polo dal titolo Unrest. L'esposizione, realizzata in partnership con Acción Cultural Española (AC/E), costituisce l'anteprima di un progetto pluriennale di ricerca, che vede coinvolte più istituzioni a livello internazionale: Land Art Contemporary, TAAK, IBON Philippines, Mondriaan Fonds e il Centre for International Studies (University of the Philippines in Diliman).
Le cosiddette "Special Economic Zones" o "Freeports", regioni geografiche create per attrarre investitori esterni in quanto dotate di legislazione economica speciale, sono oggetto di studio da parte dell'artista da diversi anni. Una specifica prospettiva sugli esiti dei meccanismi socio-economici del modello capitalistico occidentale viene dunque indagata per sottolineare le contraddizioni insite nei processi di normalizzazione.
Le drastiche trasformazioni cui sono state sottoposte negli ultimi anni vaste porzioni di terreno nelle Isole Filippine, infatti, sono dovute in parte alle catastrofi ambientali, ma sono soprattutto legate agli interessi delle multinazionali rispetto alla riforma agraria in atto nel paese. Il sostegno alla regolamentazione del ciclo produttivo delle aree rurali a vantaggio di colture tecnologicamente più efficienti ha assunto una rilevanza tale da influire in maniera predominante sulla vita politica e il tessuto sociale locale.
In particolare, pratiche intensive di deforestazione, esproprio e marginalizzazione hanno dato luogo, di contro, ad un singolare processo di adattamento ai cambiamenti di natura violenta. Intere comunità sono state private dei mezzi di sussistenza e della relazione con la propria storia, costrette continuamente a ritirarsi verso aree più periferiche, acquisendo nuovi comportamenti per fronteggiare le imminenti trasformazioni. Paloma Polo osserva questi fenomeni di resilienza, calandosi a più riprese nella vita di un gruppo di abitanti ancora resistenti al processo d'inglobamento nel modello capitalistico. Eludendo i pregiudizi e le categorie epistemologiche solitamente applicate dagli studiosi a questo tipo di riflessioni, l'artista procede nel tentativo di assorbire la cultura indigena, ricavandone modelli di progresso e conoscenza da offrire come alternativa a quelli neocolonialistici.
Sulle tracce di una guaritrice, depositaria dell'antico sapere "scientifico" della comunità in merito alla botanica e ai suoi usi medicinali, Paloma Polo costruisce nella serie A fleeting moment of dissidence becomes fossilised and lifeless after the moment has passed un suo personale archivio, cercando di restituire non solo le proprietà fisiche delle piante, ma anche il complesso apparato cosmologico che ne accompagna la fase di raccolta: un uso non strumentale della natura che si rispecchia anche nelle relazioni sociali all'interno della comunità.
Nozioni che possono sfuggire al sapere istituzionalizzato assumono qui un ruolo fondamentale nell'individuazione di un possibile modello post-capitalista, ponendo quindi un accento critico anche sulla parzialità ideologica della terminologia e delle categorie applicate agli studi antropologici in questo senso. Nel video, infatti, i primi piani degli abitanti presenti ad un convegno multidisciplinare organizzato dall'artista sul tema vengono intrecciati alle immagini in presa diretta dello sgretolamento del paesaggio naturalistico e architettonico. Il racconto della voce narrante insinua il sospetto che l'episodio non sia solo frutto della sua fantasia, ma che invece costituisca il tentativo di un approccio storiografico a quanto accaduto in quei luoghi. Una richiesta di attenzione all'ascolto tout court per una concezione democratica della storia, nella quale tutti trovino uno spazio reale di rappresentazione.
Paloma Polo, è nata a Madrid nel 1983. Vive e lavora ad Amsterdam
Principali mostre personali e collettive:
2013
Things from before....., Parra & Romero, Ibiza, Spagna
Il Palazzo Enciclopedico, 55th Biennale di Venezia a cura di Massimiliano Gioni.
2012
Apparent Position, Galleria Kurimanzutto, Città del Messico, Messico
Apparent Position, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía. Madrid, Spagna
Gravity and Disgrace, a cura di Miguel von Hafe, Centro Gallego de Arte Contemporáneo. CGAC. Galicia, Spagna
2011
Modelling Standar, a cura di Jorge Satorre e Erick Beltrán, Galleria Joan Prats, Barcellona, Spagna
Zomertentoonstelling, a cura di Marien Schouten, Paul Andriesse Gallery, Amsterdam, Olanda
2010
The Precarious State, a cura di Olga Cordón.,The Inkijk, Skor. Ámsterdam, Olanda
Before Everything, a cura di Manuela Moscoso and Aimar Arriola, CA2M, (Centro de Arte Dos de Mayo), Madrid.
Con il contributo di
AC/E Acción Cultural Española e Oficina Cultural Embajada de España en Italia
Le cosiddette "Special Economic Zones" o "Freeports", regioni geografiche create per attrarre investitori esterni in quanto dotate di legislazione economica speciale, sono oggetto di studio da parte dell'artista da diversi anni. Una specifica prospettiva sugli esiti dei meccanismi socio-economici del modello capitalistico occidentale viene dunque indagata per sottolineare le contraddizioni insite nei processi di normalizzazione.
Le drastiche trasformazioni cui sono state sottoposte negli ultimi anni vaste porzioni di terreno nelle Isole Filippine, infatti, sono dovute in parte alle catastrofi ambientali, ma sono soprattutto legate agli interessi delle multinazionali rispetto alla riforma agraria in atto nel paese. Il sostegno alla regolamentazione del ciclo produttivo delle aree rurali a vantaggio di colture tecnologicamente più efficienti ha assunto una rilevanza tale da influire in maniera predominante sulla vita politica e il tessuto sociale locale.
In particolare, pratiche intensive di deforestazione, esproprio e marginalizzazione hanno dato luogo, di contro, ad un singolare processo di adattamento ai cambiamenti di natura violenta. Intere comunità sono state private dei mezzi di sussistenza e della relazione con la propria storia, costrette continuamente a ritirarsi verso aree più periferiche, acquisendo nuovi comportamenti per fronteggiare le imminenti trasformazioni. Paloma Polo osserva questi fenomeni di resilienza, calandosi a più riprese nella vita di un gruppo di abitanti ancora resistenti al processo d'inglobamento nel modello capitalistico. Eludendo i pregiudizi e le categorie epistemologiche solitamente applicate dagli studiosi a questo tipo di riflessioni, l'artista procede nel tentativo di assorbire la cultura indigena, ricavandone modelli di progresso e conoscenza da offrire come alternativa a quelli neocolonialistici.
Sulle tracce di una guaritrice, depositaria dell'antico sapere "scientifico" della comunità in merito alla botanica e ai suoi usi medicinali, Paloma Polo costruisce nella serie A fleeting moment of dissidence becomes fossilised and lifeless after the moment has passed un suo personale archivio, cercando di restituire non solo le proprietà fisiche delle piante, ma anche il complesso apparato cosmologico che ne accompagna la fase di raccolta: un uso non strumentale della natura che si rispecchia anche nelle relazioni sociali all'interno della comunità.
Nozioni che possono sfuggire al sapere istituzionalizzato assumono qui un ruolo fondamentale nell'individuazione di un possibile modello post-capitalista, ponendo quindi un accento critico anche sulla parzialità ideologica della terminologia e delle categorie applicate agli studi antropologici in questo senso. Nel video, infatti, i primi piani degli abitanti presenti ad un convegno multidisciplinare organizzato dall'artista sul tema vengono intrecciati alle immagini in presa diretta dello sgretolamento del paesaggio naturalistico e architettonico. Il racconto della voce narrante insinua il sospetto che l'episodio non sia solo frutto della sua fantasia, ma che invece costituisca il tentativo di un approccio storiografico a quanto accaduto in quei luoghi. Una richiesta di attenzione all'ascolto tout court per una concezione democratica della storia, nella quale tutti trovino uno spazio reale di rappresentazione.
Paloma Polo, è nata a Madrid nel 1983. Vive e lavora ad Amsterdam
Principali mostre personali e collettive:
2013
Things from before....., Parra & Romero, Ibiza, Spagna
Il Palazzo Enciclopedico, 55th Biennale di Venezia a cura di Massimiliano Gioni.
2012
Apparent Position, Galleria Kurimanzutto, Città del Messico, Messico
Apparent Position, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía. Madrid, Spagna
Gravity and Disgrace, a cura di Miguel von Hafe, Centro Gallego de Arte Contemporáneo. CGAC. Galicia, Spagna
2011
Modelling Standar, a cura di Jorge Satorre e Erick Beltrán, Galleria Joan Prats, Barcellona, Spagna
Zomertentoonstelling, a cura di Marien Schouten, Paul Andriesse Gallery, Amsterdam, Olanda
2010
The Precarious State, a cura di Olga Cordón.,The Inkijk, Skor. Ámsterdam, Olanda
Before Everything, a cura di Manuela Moscoso and Aimar Arriola, CA2M, (Centro de Arte Dos de Mayo), Madrid.
Con il contributo di
AC/E Acción Cultural Española e Oficina Cultural Embajada de España en Italia
11
dicembre 2014
Paloma Polo – Unrest
Dall'undici dicembre 2014 all'undici febbraio 2015
arte contemporanea
Location
UMBERTO DI MARINO ARTE CONTEMPORANEA
Napoli, Via Alabardieri, 1, (Napoli)
Napoli, Via Alabardieri, 1, (Napoli)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 15:00 / 20:00 – mattina su appuntamento
Vernissage
11 Dicembre 2014, ore 19.00
Autore
Curatore