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Paola Bisio. La tempesta. Omaggio a Shakespeare
Ho deciso di occuparmi de La Tempesta di Shakespeare nel novembre del 2001. Procedendo nella lettura trovavo degli spunti, frasi di personaggi differenti che tuttavia componevano un percorso dalla oscurità alla luce, dal disfacimento alla creazione, dall’ignoranza alla conoscenza…
Comunicato stampa
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L’azione si svolge su un’isola, sulla quale si trovano Prospero, la figlia Mirando, Ariel (lo spirito positivo), Calibrano (lo spirito negativo), e si apre con una furiosa tempesta che provoca il naufragio di un vascello. Sul vascello si trova il re di Napoli con il figlio e i cortigiani.
Prospero racconta alla figlia le vicissitudini che lo hanno portato, con lei bambina, sull’isola. Egli era infatti all’epoca Duca di Milano e il fratello, alleatosi col re di Napoli, gli tese un agguato e lo esiliò, abbandonandolo in mare aperto su di una barca “su cui nemmeno i topi volevano salire”.
Da allora padre e figlia sono vissuti sull’isola. Prospero, che conosce le arti magiche, è riuscito mediante queste ultime ad accattivarsi i servizi di Ariel, puro spirito, ed a costringere a servirlo anche Calibano, il cui aspetto fisico repellente è specchio del carattere.
Il naufragio, frutto di una allucinazione causata da Ariel, getta i naufraghi sulla riva. Il re di Napoli è convinto che il figlio sia morto annegato e si ritrova con alcuni cortigiani. Altri cortigiani giungono a riva ed incontrano Calibano, che spera mediante il loro aiuto di scalzare Prospero e diventare finalmente il solo signore dell’isola.
Il figlio nuota da solo fino a riva e si trova dopo poco presso la grotta di Prospero, di cui conosce la figlia Miranda. Nasce l’amore tra i due giovani, ostacolato dallo stesso Prospero che ha in mente un disegno più complesso e completo.
Solo nelle ultime scene i nodi si sciolgono e si chiariscono: Prospero potrà tornare al suo ducato. Il re di Napoli, pentito, ritrova il figlio, Fernando. Fernando stesso si può ora sposare con Miranda. Ariel torna alla libertà e Calibano – eternamente perdente e negativo – resta abbandonato sull’isola.
Ho deciso di occuparmi de La Tempesta di Shakespeare nel novembre del 2001. Procedendo nella lettura trovavo degli spunti, frasi di personaggi differenti che tuttavia componevano un percorso dalla oscurità alla luce, dal disfacimento alla creazione, dall’ignoranza alla conoscenza…
Parlava della difficoltà di vivere, della possibilità di passare dal male al bene, di risolvere il dolore.
Riguardava me ed ogni persona.
Ho letto La Tempesta come la possibilità che ciascuno di noi ha di attivare forze costruttive entro la propria vita, nonostante le difficoltà, vere ed apparenti, del contesto esterno, nonostante le proprie limitate capacità, nonostante le ombre che ci portiamo dentro. Ho scelto una decina di brani che mi permettessero di dare corpo a queste sensazioni.
Paola Bisio
Paola Bisio nasce ad Alessandria. Laureata in Architettura, vive e lavora a Torino. Si occupa di pittura dal 1996.
Dal 1998 ha esposto a Torino, Palermo, La Morra (CN), Milano.
Prospero racconta alla figlia le vicissitudini che lo hanno portato, con lei bambina, sull’isola. Egli era infatti all’epoca Duca di Milano e il fratello, alleatosi col re di Napoli, gli tese un agguato e lo esiliò, abbandonandolo in mare aperto su di una barca “su cui nemmeno i topi volevano salire”.
Da allora padre e figlia sono vissuti sull’isola. Prospero, che conosce le arti magiche, è riuscito mediante queste ultime ad accattivarsi i servizi di Ariel, puro spirito, ed a costringere a servirlo anche Calibano, il cui aspetto fisico repellente è specchio del carattere.
Il naufragio, frutto di una allucinazione causata da Ariel, getta i naufraghi sulla riva. Il re di Napoli è convinto che il figlio sia morto annegato e si ritrova con alcuni cortigiani. Altri cortigiani giungono a riva ed incontrano Calibano, che spera mediante il loro aiuto di scalzare Prospero e diventare finalmente il solo signore dell’isola.
Il figlio nuota da solo fino a riva e si trova dopo poco presso la grotta di Prospero, di cui conosce la figlia Miranda. Nasce l’amore tra i due giovani, ostacolato dallo stesso Prospero che ha in mente un disegno più complesso e completo.
Solo nelle ultime scene i nodi si sciolgono e si chiariscono: Prospero potrà tornare al suo ducato. Il re di Napoli, pentito, ritrova il figlio, Fernando. Fernando stesso si può ora sposare con Miranda. Ariel torna alla libertà e Calibano – eternamente perdente e negativo – resta abbandonato sull’isola.
Ho deciso di occuparmi de La Tempesta di Shakespeare nel novembre del 2001. Procedendo nella lettura trovavo degli spunti, frasi di personaggi differenti che tuttavia componevano un percorso dalla oscurità alla luce, dal disfacimento alla creazione, dall’ignoranza alla conoscenza…
Parlava della difficoltà di vivere, della possibilità di passare dal male al bene, di risolvere il dolore.
Riguardava me ed ogni persona.
Ho letto La Tempesta come la possibilità che ciascuno di noi ha di attivare forze costruttive entro la propria vita, nonostante le difficoltà, vere ed apparenti, del contesto esterno, nonostante le proprie limitate capacità, nonostante le ombre che ci portiamo dentro. Ho scelto una decina di brani che mi permettessero di dare corpo a queste sensazioni.
Paola Bisio
Paola Bisio nasce ad Alessandria. Laureata in Architettura, vive e lavora a Torino. Si occupa di pittura dal 1996.
Dal 1998 ha esposto a Torino, Palermo, La Morra (CN), Milano.
11
gennaio 2004
Paola Bisio. La tempesta. Omaggio a Shakespeare
Dall'undici al 18 gennaio 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA COMUNALE D’ARTE MODERNA
Cerreto Laziale, Piazza Guglielmo Marconi, 12, (Roma)
Cerreto Laziale, Piazza Guglielmo Marconi, 12, (Roma)
Orario di apertura
Orari: 15,30-19
Vernissage
11 Gennaio 2004, ore 15