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Paola Boscaini – (Co)abitando
Il secondo appuntamento proposto dalla neonata project room under 35 di Castel Belasi è la mostra di Paola Boscaini, qui alla sua prima personale. Un intenso e maturo percorso espositivo che guarda agli esempi della natura per un efficace vivere insieme, oggi sempre più problematico.
Comunicato stampa
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Il secondo appuntamento della project room dedicata all’arte under 35 di Castel Belasi è la mostra della giovane artista Paola Boscaini, nata in Trentino che si sta formando a Firenze e Torino, qui alla sua prima personale. Un intenso e maturo percorso espositivo che guarda agli esempi della natura per un efficace vivere insieme, che oggi risulta sempre più problematico.
Continua con la mostra “(Co)abitando” di Paola Boscaini (Trento, 1997), alla sua prima personale, la programmazione della project room di Castel Belasi, nuovo spazio espositivo all’interno del maniero dedicato all’arte under 35, che completa la proposta articolata in 3 mostre nel maniero da poco aperto al pubblico con splendidi affreschi del Quattro e Cinquecento e divenuto spazio permanente per la cultura, comprendente una sezione dedicata a mostre temporanee d’arte contemporanea di respiro internazionale – quest’anno una personale di Stefano Cagol a cura di Emanuele Quinz – e un percorso permanente consacrato alla fotografia con pezzi provenienti a rotazione dall’Archivio Fotografico Storico Provinciale – quest’anno Flavio Faganello e la rivoluzione del ’68. La project room ne rappresenta il cuore, situata al centro del castello nella sala a piano terra detta “delle decime”, e votata a una ricognizione degli artisti più giovani, quest’anno con una predilezione per il mezzo pittorico e per trentini formatisi fuori regione, già premiati da riconoscimenti e partecipazioni di rilievo.
Paola Boscaini, che nella project room di Castel Belasi presenta la sua sua prima mostra personale, dà vita un percorso espositivo composto da una quindicina di opere, strutturato e già maturo che usa il mezzo pittorico come strumento per una riflessione profonda sul momento che stiamo vivendo.
Si pone in osservazione del mondo naturale e cerca di coglierne gli equilibri, prova a comprenderli meglio attingendo ai concetti delle scienze e propone di applicarli al nostro rapporto tra esseri umani e con la natura stessa. Muove il proprio sguardo da focalizzazioni ravvicinate che si addentrano fin nei microorganismi a visioni d’insieme che ammirano le piante più vicine a noi. In questo prende ispirazione anche dal verde di Castel Belasi, dagli alberi secolari, dallo splendido tiglio che accoglie ancora chi arriva davanti alle mura, dalla foresta del lato nord che fa sentire il proprio spirito quando mossa dal frequente vento.
Ne nascono molteplici spunti tra loro coerenti, che prendono forma nei tre nuclei di opere esposti.
Il visitatore è accolto in mostra da tre serigrafie su carta di grandi dimensioni che dimostrano grande maestria con questa specifica tecnica di utilizzo del colore. Queste opere di nuova realizzazione rappresentano tre esempi di (co)abitazione in natura: l’associazione simbiotica tra un fungo e un albero, detta micorriza, tra certi tipi batteri (Rhizobium) e le leguminose, e tra una palma e un coleottero (Derelomus chamaeropsis). Anche se i singoli titoli ricalcano nomi scientifici, l’intento dell’artista non è una riproduzione della natura ma una riflessione concettuale che affonda nelle analisi di teorici internazionali di ieri e di oggi, a partire dal titolo scelto per la serie, “Il mutuo appoggio”, preso dal libro dell’inizio del secolo scorso dello scienziato e filosofo Peter Kropotkin, fino all’idea di con-divenire espressa da Donna Haraway e quella di intra-azione di cui parla un’altra pensatrice femminista americana contemporanea, Karen Barad, in “Performatività della natura”.
Nei dipinti ad acrilico composti sulle pareti come dei trittici, Paola Boscaini ritrae quelle che il botanico francese Gilles Clément ha chiamato “piante vagabonde”, ossia specie che si spostano nello spazio in riferimento alle attività umane e noi oggi consideriamo infestanti, come l’acacia, l’alianto e l’ambrosia.
Segue una serie di tavole a tecnica mista che l’artista unisce sotto il titolo "Riddle of the Rotting Fruit" (L'enigma del frutto marcio), citando l'ecologo Dan Janzen riguardo la relazione tra le piante e gli animali che ne disperdono i semi in un legame indissolubile. Qui lo sguardo diventa tanto ravvicinato da soffermarsi sui fili d’erba e le spine di certe specie e arrivare in certi casi così nel dettaglio da assumere forme astratte, per noi non più riconoscibili. L’artista racconta così la complessità del mondo che ci circonda e la nostra inabilità e superficialità nel rapportarci ad esso.
La mostra proseguirà fino al 31 agosto.
Continua con la mostra “(Co)abitando” di Paola Boscaini (Trento, 1997), alla sua prima personale, la programmazione della project room di Castel Belasi, nuovo spazio espositivo all’interno del maniero dedicato all’arte under 35, che completa la proposta articolata in 3 mostre nel maniero da poco aperto al pubblico con splendidi affreschi del Quattro e Cinquecento e divenuto spazio permanente per la cultura, comprendente una sezione dedicata a mostre temporanee d’arte contemporanea di respiro internazionale – quest’anno una personale di Stefano Cagol a cura di Emanuele Quinz – e un percorso permanente consacrato alla fotografia con pezzi provenienti a rotazione dall’Archivio Fotografico Storico Provinciale – quest’anno Flavio Faganello e la rivoluzione del ’68. La project room ne rappresenta il cuore, situata al centro del castello nella sala a piano terra detta “delle decime”, e votata a una ricognizione degli artisti più giovani, quest’anno con una predilezione per il mezzo pittorico e per trentini formatisi fuori regione, già premiati da riconoscimenti e partecipazioni di rilievo.
Paola Boscaini, che nella project room di Castel Belasi presenta la sua sua prima mostra personale, dà vita un percorso espositivo composto da una quindicina di opere, strutturato e già maturo che usa il mezzo pittorico come strumento per una riflessione profonda sul momento che stiamo vivendo.
Si pone in osservazione del mondo naturale e cerca di coglierne gli equilibri, prova a comprenderli meglio attingendo ai concetti delle scienze e propone di applicarli al nostro rapporto tra esseri umani e con la natura stessa. Muove il proprio sguardo da focalizzazioni ravvicinate che si addentrano fin nei microorganismi a visioni d’insieme che ammirano le piante più vicine a noi. In questo prende ispirazione anche dal verde di Castel Belasi, dagli alberi secolari, dallo splendido tiglio che accoglie ancora chi arriva davanti alle mura, dalla foresta del lato nord che fa sentire il proprio spirito quando mossa dal frequente vento.
Ne nascono molteplici spunti tra loro coerenti, che prendono forma nei tre nuclei di opere esposti.
Il visitatore è accolto in mostra da tre serigrafie su carta di grandi dimensioni che dimostrano grande maestria con questa specifica tecnica di utilizzo del colore. Queste opere di nuova realizzazione rappresentano tre esempi di (co)abitazione in natura: l’associazione simbiotica tra un fungo e un albero, detta micorriza, tra certi tipi batteri (Rhizobium) e le leguminose, e tra una palma e un coleottero (Derelomus chamaeropsis). Anche se i singoli titoli ricalcano nomi scientifici, l’intento dell’artista non è una riproduzione della natura ma una riflessione concettuale che affonda nelle analisi di teorici internazionali di ieri e di oggi, a partire dal titolo scelto per la serie, “Il mutuo appoggio”, preso dal libro dell’inizio del secolo scorso dello scienziato e filosofo Peter Kropotkin, fino all’idea di con-divenire espressa da Donna Haraway e quella di intra-azione di cui parla un’altra pensatrice femminista americana contemporanea, Karen Barad, in “Performatività della natura”.
Nei dipinti ad acrilico composti sulle pareti come dei trittici, Paola Boscaini ritrae quelle che il botanico francese Gilles Clément ha chiamato “piante vagabonde”, ossia specie che si spostano nello spazio in riferimento alle attività umane e noi oggi consideriamo infestanti, come l’acacia, l’alianto e l’ambrosia.
Segue una serie di tavole a tecnica mista che l’artista unisce sotto il titolo "Riddle of the Rotting Fruit" (L'enigma del frutto marcio), citando l'ecologo Dan Janzen riguardo la relazione tra le piante e gli animali che ne disperdono i semi in un legame indissolubile. Qui lo sguardo diventa tanto ravvicinato da soffermarsi sui fili d’erba e le spine di certe specie e arrivare in certi casi così nel dettaglio da assumere forme astratte, per noi non più riconoscibili. L’artista racconta così la complessità del mondo che ci circonda e la nostra inabilità e superficialità nel rapportarci ad esso.
La mostra proseguirà fino al 31 agosto.
30
luglio 2022
Paola Boscaini – (Co)abitando
Dal 30 luglio al 31 agosto 2022
arte contemporanea
Location
CASTEL BELASI
Campodenno, SP55
Campodenno, SP55
Biglietti
imntero € 8
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10-18
Vernissage
30 Luglio 2022, 18:30
Sito web
Ufficio stampa
Apt
Autore
Curatore
Produzione organizzazione