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Paola Paronetto – Porcellane
Opere ceramiche della più qualificata artista del Friuli Venezia Giulia
Comunicato stampa
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L’intimità trattiene il suo respiro
Quando un ciottolo urtò il bambù
abbandonai ogni conoscenza,
spalancai l’occhio della bellezza
Shobogenzo Genjo Koan
Quando lavora sulla materia Paola Paronetto ubbidisce all’ispirazione factiva dell’uomo, quella che bada all’essenzialità della cultura originaria e primordiale, e che è sempre in rapporto stretto con il fare della natura, con i suoi colori , le sue linee, materie e forme. La ricerca di Paola Paronetto, infatti, interpella il senso delle piccole cose pulsanti di vita, parla la lingua corporea delle sabbie levigate dal vento, percorre la direzione dei germogli teneri o dei fusti diritti delle piante orientali, insegue le curve sinuose dei fondali marini o delle acque ghiacciate, cristallizzate in significative trasparenze.
Cromatismi per lo più tendenti agli ocra dei deserti, ai bruciati autunnali o ai verdi polverosi rivivono nelle asimmetrie del decoro o si annullano nei bianchi assoluti e svuotati, in cui la forma mobile degli elementi riempie lo spazio intero con texture ritmiche eleganti e compatte.
Anche il nero, ruvido e poroso o lucido e liscio, come motivo ispiratore armonizzato da un semplice segno stilistico si rivela secondo uno spirito di ricerca che potremmo definire, anche se non del tutto propriamente, "Zen". Zen nel senso del respiro intimo che caratterizza il rapporto leggero individuo-ambiente. Zen per il richiamo al principio del minimo, per la purezza dello sguardo acceso nel silenzio, per la libertà di pensiero che si protende verso il bello in sé e il bello dell’uso.
In sintesi l’inesauribile ricerca sui colori e sulle forme di Paola Paronetto si caratterizza grazie alla ricchezza espressiva della materia.
Essa è il vero soggetto protagonista della poetica dell’artista. La verità della materia si rivela proprio nella produzione di questi ultimi anni, in cui l’esperienza quotidiana viene felicemente rappresentata dalla semplicità assoluta del reperto e del frammento. In ciascuno di essi l’artista riconosce l’incanto che si compone in ogni dove, e che affiora da elementi dati per accenno, sintetizzati da forme elementari utili a ricreare la visione simbolica e spiritualizzata dell’esistenza.
Visione vitale che si manifesta solo spogliando le cose.
Tutto allora assume un potere vocativo capace di riverberare la magia interiore e di esaltare la purezza della natura. Da queste prospettive che Claudio Magris definirebbe “crepe e tracce della storia” la materia vive in paesaggi disorganici e polimorfi.
Paola Paronetto riorganizza il visibile assecondando il respiro celato nell’intimo della materia e dà vita ad una danza di elementi.
In questo modo ogni sua opera non si propone più come una rappresentazione della realtà, ma è essa stessa un brano di realtà carica dell’energia musicale dell’arte.
Alessandra Santin
Pordenone 27.10.2008
Quando un ciottolo urtò il bambù
abbandonai ogni conoscenza,
spalancai l’occhio della bellezza
Shobogenzo Genjo Koan
Quando lavora sulla materia Paola Paronetto ubbidisce all’ispirazione factiva dell’uomo, quella che bada all’essenzialità della cultura originaria e primordiale, e che è sempre in rapporto stretto con il fare della natura, con i suoi colori , le sue linee, materie e forme. La ricerca di Paola Paronetto, infatti, interpella il senso delle piccole cose pulsanti di vita, parla la lingua corporea delle sabbie levigate dal vento, percorre la direzione dei germogli teneri o dei fusti diritti delle piante orientali, insegue le curve sinuose dei fondali marini o delle acque ghiacciate, cristallizzate in significative trasparenze.
Cromatismi per lo più tendenti agli ocra dei deserti, ai bruciati autunnali o ai verdi polverosi rivivono nelle asimmetrie del decoro o si annullano nei bianchi assoluti e svuotati, in cui la forma mobile degli elementi riempie lo spazio intero con texture ritmiche eleganti e compatte.
Anche il nero, ruvido e poroso o lucido e liscio, come motivo ispiratore armonizzato da un semplice segno stilistico si rivela secondo uno spirito di ricerca che potremmo definire, anche se non del tutto propriamente, "Zen". Zen nel senso del respiro intimo che caratterizza il rapporto leggero individuo-ambiente. Zen per il richiamo al principio del minimo, per la purezza dello sguardo acceso nel silenzio, per la libertà di pensiero che si protende verso il bello in sé e il bello dell’uso.
In sintesi l’inesauribile ricerca sui colori e sulle forme di Paola Paronetto si caratterizza grazie alla ricchezza espressiva della materia.
Essa è il vero soggetto protagonista della poetica dell’artista. La verità della materia si rivela proprio nella produzione di questi ultimi anni, in cui l’esperienza quotidiana viene felicemente rappresentata dalla semplicità assoluta del reperto e del frammento. In ciascuno di essi l’artista riconosce l’incanto che si compone in ogni dove, e che affiora da elementi dati per accenno, sintetizzati da forme elementari utili a ricreare la visione simbolica e spiritualizzata dell’esistenza.
Visione vitale che si manifesta solo spogliando le cose.
Tutto allora assume un potere vocativo capace di riverberare la magia interiore e di esaltare la purezza della natura. Da queste prospettive che Claudio Magris definirebbe “crepe e tracce della storia” la materia vive in paesaggi disorganici e polimorfi.
Paola Paronetto riorganizza il visibile assecondando il respiro celato nell’intimo della materia e dà vita ad una danza di elementi.
In questo modo ogni sua opera non si propone più come una rappresentazione della realtà, ma è essa stessa un brano di realtà carica dell’energia musicale dell’arte.
Alessandra Santin
Pordenone 27.10.2008
04
aprile 2009
Paola Paronetto – Porcellane
Dal 04 aprile al 07 maggio 2009
arti decorative e industriali
Location
LA ROGGIA
Pordenone, Viale Trieste, 19, (Pordenone)
Pordenone, Viale Trieste, 19, (Pordenone)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16 - 19
Vernissage
4 Aprile 2009, ore 11,30
Autore