Centrale nella pittura di Paola Torrrini è il tema della femminilità. Un universo del quale la pittrice senese evoca tutto il mistero ammaliante attraverso la chiave dell'esotismo. Quadri che offrono immagini muliebri dai colori accesi, intensi e solari in stesure piatte che ne esaltano la forza cromatica. Connubi di fondi azzuri, violetti e celesti squillanti con corpi dalle seriche pelli ocra o terra di siena, contrasti di toni caldi e freddi. Le linee di contorno, viola, arancioni o celestine rafforzano la bidimensionalità delle figure. La Torrini usa stesure piatte di colori semplici per indagare e svelare la psiche femminile, indirettamente citando Matisse, che insegna come “i colori semplici possono agire sull’intimo con tanta più forza tanto più sono semplici”. L'immaginario dell'artista senese evoca atmosfere levantine che sanno di primitivismi alla Gaugain (ad esempio, Vairaumati del 1897 o Le due ragazze del 1902), ma anche retaggi delle sensuali odalische e dei ritratti di Matisse (L'odalisca dai pantaloni verdi del 1926 e Ritratto della signora Madras-Matisse del 1907) negli eleganti calligrafismi di monili e trecce decorative; ed anche vi sono echi di miniature persiane, nei quadri con soggetti di coppia, che mettono in scena una danza sottile di seduzione ed erotismo. Una femminilità tutta orientale, indiana, una magia figurativa che raffigura donne di mondi lontani, creature enigmatiche, pronipoti delle romantiche visioni francesi di Ingres e Delacroix, dei versi di Baudelaire, di “silenzio, pace e profumi”. Una pittura appunto intima, intensa e ricca di essenze inebrianti e pungenti, che sa di sandalo e spezie, che appare come sogno di donna. E in questa dimensione sognante v'è infine lil segreto di questi lavori.