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Paolo Avanzi – Interiors transfiguration
Alla cosiddetta “nuova figurazione” sono approdato dopo un’esperienza di lavoro con le materie plastiche che mi ha suggestionato al punto di cercare di ripercorrere le orme dei maestri dell’espressionismo astratto degli anni ’50 e ’60.
Comunicato stampa
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Sono un artista anomalo. Prima di dedicarmi alle arti visive, ho avuto esperienze nei settori più disparati: musica, psicologia, letteratura, organizzazione aziendale...
Alla cosiddetta "nuova figurazione" sono approdato dopo un'esperienza di lavoro con le materie plastiche che mi ha suggestionato al punto di cercare di ripercorrere le orme dei maestri dell'espressionismo astratto degli anni '50 e '60. E' stato un passaggio piuttosto repentino. Nel giro di pochi mesi mi sono lasciato alle spalle un fardello forse troppo arduo da rivitalizzare o meglio da attualizzare. Eppure qualche traccia di astratto e materico permane nelle sagome delle atmosfere che sto cercando di rappresentare. Qualcosa di indistinto che stenta a prendere forma nella tela, qualcosa di effimero e ondivago scivola fra nuances di tonalità che sfumano nell'onirico. Gli scenari che ritraggo appartengono alla realtà contemporanea, ma con una deformazione nelle colorazioni che li proietta in qualcosa di ultramoderno. Forse perché il mondo d'oggi si evolve così rapidamente che per essere "contemporanei" bisogna suggerire qualcosa che, sia pur di poco, anticipi la realtà. Ma quale realtà?
Qualunque essa sia appare troppo vasta e complessa perché l'uomo non provi un senso di disorientamento, di anonimato... Ecco i personaggi privi di fisionomia che campeggiano nei miei scenari. Automi fatti della stessa materia dei computer e dei terminali che li circondano. E forse sono proprio queste tecnologie informatiche a ri-creare la realtà con la loro lettura digitale che trasforma in fantastici miraggi ogni concreto dettaglio. Anche nella dimensione più routinaria avverto qualcosa di straniante, come se mi muovessi all'interno di avveniristici palazzi... che è poi quelli che frequento ogni qualvolta chiudo gli occhi. E quando li riapro non mi sento meno a disagio fra bianche pareti e incolori arredi che sanno di stantio. Non si può più parlare di conflitto fra vero e falso, ma di pluralità di alternative in cui tutto è possibile.
Paolo Avanzi
Alla cosiddetta "nuova figurazione" sono approdato dopo un'esperienza di lavoro con le materie plastiche che mi ha suggestionato al punto di cercare di ripercorrere le orme dei maestri dell'espressionismo astratto degli anni '50 e '60. E' stato un passaggio piuttosto repentino. Nel giro di pochi mesi mi sono lasciato alle spalle un fardello forse troppo arduo da rivitalizzare o meglio da attualizzare. Eppure qualche traccia di astratto e materico permane nelle sagome delle atmosfere che sto cercando di rappresentare. Qualcosa di indistinto che stenta a prendere forma nella tela, qualcosa di effimero e ondivago scivola fra nuances di tonalità che sfumano nell'onirico. Gli scenari che ritraggo appartengono alla realtà contemporanea, ma con una deformazione nelle colorazioni che li proietta in qualcosa di ultramoderno. Forse perché il mondo d'oggi si evolve così rapidamente che per essere "contemporanei" bisogna suggerire qualcosa che, sia pur di poco, anticipi la realtà. Ma quale realtà?
Qualunque essa sia appare troppo vasta e complessa perché l'uomo non provi un senso di disorientamento, di anonimato... Ecco i personaggi privi di fisionomia che campeggiano nei miei scenari. Automi fatti della stessa materia dei computer e dei terminali che li circondano. E forse sono proprio queste tecnologie informatiche a ri-creare la realtà con la loro lettura digitale che trasforma in fantastici miraggi ogni concreto dettaglio. Anche nella dimensione più routinaria avverto qualcosa di straniante, come se mi muovessi all'interno di avveniristici palazzi... che è poi quelli che frequento ogni qualvolta chiudo gli occhi. E quando li riapro non mi sento meno a disagio fra bianche pareti e incolori arredi che sanno di stantio. Non si può più parlare di conflitto fra vero e falso, ma di pluralità di alternative in cui tutto è possibile.
Paolo Avanzi
21
febbraio 2005
Paolo Avanzi – Interiors transfiguration
Dal 21 febbraio al 04 marzo 2005
arte contemporanea
Location
BERTOLT BRECHT – SPAZIO 1
Milano, Piazza San Giuseppe, 10, (Milano)
Milano, Piazza San Giuseppe, 10, (Milano)
Orario di apertura
ogni lunedì, martedì e venerdì 18-20 e su appuntamento
Vernissage
21 Febbraio 2005, ore 18,30
Sito web
www.bertoltbrecht.it/indagine
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