Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Paolo Canevari – Oggetti
In esposizione, un corpus di lavori funzionali inediti concepito in esclusiva per la galleria – tre modelli di seduta e un paravento in rovere, e dieci vasi realizzati con l’antica tecnica del bucchero etrusco – che costituisce un ulteriore passo avanti della ricerca dell’artista nell’ambito della propria personale indagine sull’oggetto
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In esposizione, un corpus di lavori funzionali inediti concepito in esclusiva per la galleria - tre
modelli di seduta e un paravento in rovere, e dieci vasi realizzati con l’antica tecnica del bucche-
ro etrusco - che costituisce un ulteriore passo avanti della ricerca dell’artista nell’ambito della
propria personale indagine sull’oggetto.
“Il lavoro di Paolo Canevari nell’arte si fonda su un’analisi volta a far dialogare il passato e il
presente, la memoria storica e la quotidianità. Attraverso un linguaggio aulico, e al contempo
antieroico, la sua opera mira a sovvertire le gerarchie e a mettere in discussione l’assolutismo di
concetti universali quali l’icona e la verità storica.
Perché dal passato possa riemergere qualcosa che risulti credibile nell’attualità, per Canevari è
necessario portare l’immagine a dissolversi nella memoria e a ricomporsi nel presente sotto
forma di simulacro. Il nero, in tal senso, è il colore che permette all’artista di intervenire su tali
argomenti ab origine e ripartire da zero, annullando cioè i tratti caratterizzanti del dato reale al
fine di costruire un apparato iconografico nuovo, trasfigurato, composto da presenze ieratiche,
ombre metafisiche, silhouette archetipiche.
L’attrazione nei confronti della purezza formale e linguistica di immagini e di elementi emblemati-
ci - dal monumento al simbolo –, la ricerca costante della proporzione e la vocazione per il
disegno, unite ad un appassionato interesse per la cultura dell’oggetto, hanno portato Canevari
a coltivare nel tempo un rapporto stretto con le arti applicate dei primi del ‘900.
Acquisite negli anni una cultura e una competenza approfondite in questo ambito, Canevari ha
iniziato a cimentarsi, con successo, nella realizzazione di raffinati oggetti funzionali, riallacciando-
si ad un filone di sperimentazione e di ricerca, lungo e non soltanto italiano, sviluppatosi nel
corso del XX secolo, che ha visto artisti visivi (da Balla, Depero, Cambellotti, Fontana, Melotti,
Giacometti, Yves Klein a Donad Judd, Franz West, Tom Sachs, Rachel Whiteread, Sarah Lucas)
far slittare le istanze della propria ricerca su un territorio parallelo, quello della dimensione
funzionalistica, e dedicarsi alla creazione di oggetti d’uso e di complementi d’arredo.
*
Dallo spagnolo
búcaro
, in portoghese
púcaro
, il bucchero è un particolare tipo di terracotta monocromatica il
cui caratteristico colore grigio scuro tendente al nero è ottenuto grazie ad un processo detto di "riduzione" ovvero
sottoponendo la pasta alla cottura in forno a scarsa circolazione d'aria. Il bucchero si diffonde intorno alla metà del VII
secolo a.C. nell'Etruria meridionale, tra Cerveteri e Tarquinia, e nelle località del mondo antico di diretta influenza etrusca,
Spagna, Francia, Egeo, Grecia, Asia Minore e sulla costa del Mar Nero. Oggi le maggiori raccolte di esemplari di vasella-
me in bucchero sono conservate presso il Museo di Villa Giulia a Roma, il Louvre a Parigi e il British Museum di Londra.
Il risultato dell'esperienza di Canevari in questo senso è oggi per la prima volta presentato in
una mostra dedicata.
Sia i vasi, prodotti presso la storica manifattura Grazia di Deruta, che gli arredi, eseguiti da
ebanisti umbri, evidentemente trasportano sul piano dell’oggetto alcuni dei temi principali che fin
dagli esordi caratterizzano la ricerca dell’artista sul piano teorico - il rapporto con il classico e
con la romanità, la relazione tra il luogo fisico e il luogo mentale - e sul piano formale - il segno
geometrico puro e la sincopata alternanza tra pieni/vuoti, luci/ombre propri dell’architettura razionalista.
Al contempo, la disinvoltura progettuale e l’accuratezza di esecuzione con cui i vasi e gli arredi
sono stati realizzati, rivelano l’incidenza di uno sguardo analitico e consapevole sulle arti appli-
cate e sul design e la finezza di un gusto sensibile ed educato alla cultura del bello.” (Emanuela
Nobile Mino)
PAOLO CANEVARI
Paolo Canevari (Roma, 1963) vive tra Roma, Parigi e New York.
Tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 si stabilisce a New York città in cui consolida la propria
formazione, accanto ad artisti di rilievo come Nam June Paik, e in cui ha inizio la sua carriera
artistica. E’ qui che ha luogo la sua prima personale sul territorio americano, Rocce, in concomi-
tanza con l’esordio romano presso la Galleria Stefania Miscetti (1991).
Roma e la sua stratificata eredità storico-artistica resteranno comunque un punto di riferimento
primario nel lavoro di Canevari. E’ la naturale fonte di ispirazione da cui desumere e ricodificare
iconografie familiari (la lupa capitolina, il Colosseo, ecc.), ma è soprattutto il diretto referente del
senso di classicità che andrà a caratterizzare l’inflessione distintiva del suo alfabeto espressivo.
Negli anni Novanta Canevari partecipa a numerose collettive in Italia e all’estero.
Nel 1999 è tra gli artisti presenti nella mostra della XIII Quadriennale di Roma presso il Palazzo
delle Esposizioni. Nel corso del 2000 è protagonista di due mostre personali a Roma presso la
Galleria Stefania Miscetti e a Bangkok presso il Center for Academic Resources, Chulalongkorn
University. Nel 2001 espone presso la Galerie Cent8 di Parigi, a Palazzo delle Papesse Centro
Arte Contemporanea a Siena, e presso la Galleria Christian Stein a Milano, dove esporrà anche
negli anni a venire (2002, 2005, 2010, 2013).
Nel 2002 edizioni CHARTA dedica a Paolo Canevari una monografia con testi di Andrea Camilleri,
Mario Codognato, Doris von Draten, Chrissie Iles, Valerio Magrelli. Nel 2004 al P.S.1 di New York
si tiene la mostra personale “Welcome to OZ” curata da Alanna Heiss. Nel 2006 A Couple of
Things I Have to Tell You alla Sean Kelly Gallery di New York e Rubber Car al MART - Museo di
Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.
Dello stesso anno la partecipazione al progetto Peace Tower alla Biennale del Whitney Museum
of American Art. Nel 2007 al MACRO - Museo d'Arte Contemporanea di Roma si inaugura la
mostra personale Paolo Canevari - Nothing from Nothing, a cura di Danilo Eccher. Sempre nel
2007 Canevari è invitato a partecipare alla 52ma Biennale Internazionale d’Arte di Venezia curata
da Robert Storr con il video Bouncing Skull.
L'anno successivo, l'opera viene acquisita dal MoMA di New York ed entra a far parte della colle-
zione permanente del museo. Sempre nel 2008 si tengono le mostre Decalogo presso l'Istituto
Nazionale per la Grafica-Calcografia Roma e Raw–War, curata da Klaus Biesenbach, presso il
MoMA di New York. A giugno 2010, in occasione della personale Paolo Canevari - Nobody
Knows curata da Germano Celant presso il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci Prato,
viene pubblicata un'ampia monografia edita da Electa. Il 2010 è anche l'anno della personale Odi
et Amo alla GNAM, Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Mentre il 2011 quello della perso-
nale Decalogo curata da Brett Littman presso The Drawing Center a New York.
Del 2015 viene presentata l'opera permanente Souvenir nello Spazio dell'Olnick Spanu Art
Program a Garrison (NY), in questa occasione è pubblicato un catalogo con testi critici di Brett
Littman e Robert Storr.
I lavori di Canevari sono presenti in numerose collezioni private e pubbliche tra cui: Centro per
l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Museum of Modern Art MoMA, New York; Foundation
Louis Vuitton pour la Creation, Paris; Cisneros Fontanals Art Foundation, Miami; Macro, Museo
d'arte Contemporanea Roma; MART Museo d'Arte Contemporanea di Trento e Rovereto; Johan-
nesburg Art Gallery, Johannesburg; Istituto Nazionale per la Grafica- Calcografia, Roma; GNAM
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma; Perna Foundation, Capri; Olnick Spanu Art Program,
Garrison NY.
GIUSTINI / STAGETTI GALLERIA O. ROMA
Giustini / Stagetti Galleria O. Roma si occupa di design italiano del XX secolo e, contestualmente,
di design contemporaneo internazionale. La ricerca sul design storico copre un arco temporale
compreso tra gli anni '20 e gli anni '70 del ‘900, concentrandosi principalmente sul lavoro di Gio
Ponti e sulla produzione di Fontana Arte.
Per quanto riguarda il design contemporaneo, attraverso il progetto “Privato Romano Interno”,
curato da Emanuela Nobile Mino, autori internazionali (ad oggi Campana Brothers, Konstantin
Grcic, Formafantasma e Michael Anastassiades) sono invitati, dalla curatrice stessa o da
guest-curator selezionati, a ripensare aspetti della tradizione culturale e artigianale italiana al fine
di realizzare opere in esclusiva per la galleria con la possibilità di essere presentate all’interno di
edifici storici significativi e concettualmente connessi al progetto di ciascun designer.
La galleria collabora regolarmente con musei ed istituzioni pubbliche e private per promuovere i
propri autori.
La mostra sarà visitabile dal 28 Ottobre al 26 Novembre 2016
Con i seguenti orari: Mar/Sab 11.00/13.00 – 14.00/19.00, domenica chiuso.
Roma, Via dell’Arancio 46/49
PER INFORMAZIONI
Call/ +390689760540 +393478200252
Email/ info@giustinistagetti.com
Online/ giustinistagetti.com
modelli di seduta e un paravento in rovere, e dieci vasi realizzati con l’antica tecnica del bucche-
ro etrusco - che costituisce un ulteriore passo avanti della ricerca dell’artista nell’ambito della
propria personale indagine sull’oggetto.
“Il lavoro di Paolo Canevari nell’arte si fonda su un’analisi volta a far dialogare il passato e il
presente, la memoria storica e la quotidianità. Attraverso un linguaggio aulico, e al contempo
antieroico, la sua opera mira a sovvertire le gerarchie e a mettere in discussione l’assolutismo di
concetti universali quali l’icona e la verità storica.
Perché dal passato possa riemergere qualcosa che risulti credibile nell’attualità, per Canevari è
necessario portare l’immagine a dissolversi nella memoria e a ricomporsi nel presente sotto
forma di simulacro. Il nero, in tal senso, è il colore che permette all’artista di intervenire su tali
argomenti ab origine e ripartire da zero, annullando cioè i tratti caratterizzanti del dato reale al
fine di costruire un apparato iconografico nuovo, trasfigurato, composto da presenze ieratiche,
ombre metafisiche, silhouette archetipiche.
L’attrazione nei confronti della purezza formale e linguistica di immagini e di elementi emblemati-
ci - dal monumento al simbolo –, la ricerca costante della proporzione e la vocazione per il
disegno, unite ad un appassionato interesse per la cultura dell’oggetto, hanno portato Canevari
a coltivare nel tempo un rapporto stretto con le arti applicate dei primi del ‘900.
Acquisite negli anni una cultura e una competenza approfondite in questo ambito, Canevari ha
iniziato a cimentarsi, con successo, nella realizzazione di raffinati oggetti funzionali, riallacciando-
si ad un filone di sperimentazione e di ricerca, lungo e non soltanto italiano, sviluppatosi nel
corso del XX secolo, che ha visto artisti visivi (da Balla, Depero, Cambellotti, Fontana, Melotti,
Giacometti, Yves Klein a Donad Judd, Franz West, Tom Sachs, Rachel Whiteread, Sarah Lucas)
far slittare le istanze della propria ricerca su un territorio parallelo, quello della dimensione
funzionalistica, e dedicarsi alla creazione di oggetti d’uso e di complementi d’arredo.
*
Dallo spagnolo
búcaro
, in portoghese
púcaro
, il bucchero è un particolare tipo di terracotta monocromatica il
cui caratteristico colore grigio scuro tendente al nero è ottenuto grazie ad un processo detto di "riduzione" ovvero
sottoponendo la pasta alla cottura in forno a scarsa circolazione d'aria. Il bucchero si diffonde intorno alla metà del VII
secolo a.C. nell'Etruria meridionale, tra Cerveteri e Tarquinia, e nelle località del mondo antico di diretta influenza etrusca,
Spagna, Francia, Egeo, Grecia, Asia Minore e sulla costa del Mar Nero. Oggi le maggiori raccolte di esemplari di vasella-
me in bucchero sono conservate presso il Museo di Villa Giulia a Roma, il Louvre a Parigi e il British Museum di Londra.
Il risultato dell'esperienza di Canevari in questo senso è oggi per la prima volta presentato in
una mostra dedicata.
Sia i vasi, prodotti presso la storica manifattura Grazia di Deruta, che gli arredi, eseguiti da
ebanisti umbri, evidentemente trasportano sul piano dell’oggetto alcuni dei temi principali che fin
dagli esordi caratterizzano la ricerca dell’artista sul piano teorico - il rapporto con il classico e
con la romanità, la relazione tra il luogo fisico e il luogo mentale - e sul piano formale - il segno
geometrico puro e la sincopata alternanza tra pieni/vuoti, luci/ombre propri dell’architettura razionalista.
Al contempo, la disinvoltura progettuale e l’accuratezza di esecuzione con cui i vasi e gli arredi
sono stati realizzati, rivelano l’incidenza di uno sguardo analitico e consapevole sulle arti appli-
cate e sul design e la finezza di un gusto sensibile ed educato alla cultura del bello.” (Emanuela
Nobile Mino)
PAOLO CANEVARI
Paolo Canevari (Roma, 1963) vive tra Roma, Parigi e New York.
Tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 si stabilisce a New York città in cui consolida la propria
formazione, accanto ad artisti di rilievo come Nam June Paik, e in cui ha inizio la sua carriera
artistica. E’ qui che ha luogo la sua prima personale sul territorio americano, Rocce, in concomi-
tanza con l’esordio romano presso la Galleria Stefania Miscetti (1991).
Roma e la sua stratificata eredità storico-artistica resteranno comunque un punto di riferimento
primario nel lavoro di Canevari. E’ la naturale fonte di ispirazione da cui desumere e ricodificare
iconografie familiari (la lupa capitolina, il Colosseo, ecc.), ma è soprattutto il diretto referente del
senso di classicità che andrà a caratterizzare l’inflessione distintiva del suo alfabeto espressivo.
Negli anni Novanta Canevari partecipa a numerose collettive in Italia e all’estero.
Nel 1999 è tra gli artisti presenti nella mostra della XIII Quadriennale di Roma presso il Palazzo
delle Esposizioni. Nel corso del 2000 è protagonista di due mostre personali a Roma presso la
Galleria Stefania Miscetti e a Bangkok presso il Center for Academic Resources, Chulalongkorn
University. Nel 2001 espone presso la Galerie Cent8 di Parigi, a Palazzo delle Papesse Centro
Arte Contemporanea a Siena, e presso la Galleria Christian Stein a Milano, dove esporrà anche
negli anni a venire (2002, 2005, 2010, 2013).
Nel 2002 edizioni CHARTA dedica a Paolo Canevari una monografia con testi di Andrea Camilleri,
Mario Codognato, Doris von Draten, Chrissie Iles, Valerio Magrelli. Nel 2004 al P.S.1 di New York
si tiene la mostra personale “Welcome to OZ” curata da Alanna Heiss. Nel 2006 A Couple of
Things I Have to Tell You alla Sean Kelly Gallery di New York e Rubber Car al MART - Museo di
Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.
Dello stesso anno la partecipazione al progetto Peace Tower alla Biennale del Whitney Museum
of American Art. Nel 2007 al MACRO - Museo d'Arte Contemporanea di Roma si inaugura la
mostra personale Paolo Canevari - Nothing from Nothing, a cura di Danilo Eccher. Sempre nel
2007 Canevari è invitato a partecipare alla 52ma Biennale Internazionale d’Arte di Venezia curata
da Robert Storr con il video Bouncing Skull.
L'anno successivo, l'opera viene acquisita dal MoMA di New York ed entra a far parte della colle-
zione permanente del museo. Sempre nel 2008 si tengono le mostre Decalogo presso l'Istituto
Nazionale per la Grafica-Calcografia Roma e Raw–War, curata da Klaus Biesenbach, presso il
MoMA di New York. A giugno 2010, in occasione della personale Paolo Canevari - Nobody
Knows curata da Germano Celant presso il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci Prato,
viene pubblicata un'ampia monografia edita da Electa. Il 2010 è anche l'anno della personale Odi
et Amo alla GNAM, Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Mentre il 2011 quello della perso-
nale Decalogo curata da Brett Littman presso The Drawing Center a New York.
Del 2015 viene presentata l'opera permanente Souvenir nello Spazio dell'Olnick Spanu Art
Program a Garrison (NY), in questa occasione è pubblicato un catalogo con testi critici di Brett
Littman e Robert Storr.
I lavori di Canevari sono presenti in numerose collezioni private e pubbliche tra cui: Centro per
l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Museum of Modern Art MoMA, New York; Foundation
Louis Vuitton pour la Creation, Paris; Cisneros Fontanals Art Foundation, Miami; Macro, Museo
d'arte Contemporanea Roma; MART Museo d'Arte Contemporanea di Trento e Rovereto; Johan-
nesburg Art Gallery, Johannesburg; Istituto Nazionale per la Grafica- Calcografia, Roma; GNAM
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma; Perna Foundation, Capri; Olnick Spanu Art Program,
Garrison NY.
GIUSTINI / STAGETTI GALLERIA O. ROMA
Giustini / Stagetti Galleria O. Roma si occupa di design italiano del XX secolo e, contestualmente,
di design contemporaneo internazionale. La ricerca sul design storico copre un arco temporale
compreso tra gli anni '20 e gli anni '70 del ‘900, concentrandosi principalmente sul lavoro di Gio
Ponti e sulla produzione di Fontana Arte.
Per quanto riguarda il design contemporaneo, attraverso il progetto “Privato Romano Interno”,
curato da Emanuela Nobile Mino, autori internazionali (ad oggi Campana Brothers, Konstantin
Grcic, Formafantasma e Michael Anastassiades) sono invitati, dalla curatrice stessa o da
guest-curator selezionati, a ripensare aspetti della tradizione culturale e artigianale italiana al fine
di realizzare opere in esclusiva per la galleria con la possibilità di essere presentate all’interno di
edifici storici significativi e concettualmente connessi al progetto di ciascun designer.
La galleria collabora regolarmente con musei ed istituzioni pubbliche e private per promuovere i
propri autori.
La mostra sarà visitabile dal 28 Ottobre al 26 Novembre 2016
Con i seguenti orari: Mar/Sab 11.00/13.00 – 14.00/19.00, domenica chiuso.
Roma, Via dell’Arancio 46/49
PER INFORMAZIONI
Call/ +390689760540 +393478200252
Email/ info@giustinistagetti.com
Online/ giustinistagetti.com
27
ottobre 2016
Paolo Canevari – Oggetti
Dal 27 ottobre al 26 novembre 2016
design
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GIUSTINI – STAGETTI GALLERIA O.
Roma, Via Dell'arancio, 49, (Roma)
Roma, Via Dell'arancio, 49, (Roma)
Orario di apertura
Mar/Sab 11.00/13.00 – 14.00/19.00, domenica chiuso
Vernissage
27 Ottobre 2016, ore 18
Autore