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Paolo Cardinali
Solitamente, nei racconti di viaggio sullo Yemen, si legge del fascino da fiaba di Sana’a, della bellezza dei villaggi arroccati e dell’asprezza del territorio diviso tra l’implacabile deserto e le sontuose montagne.
Comunicato stampa
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Lo YEMEN
Lo Yemen, o Arabia Felix, come nell’antichità veniva chiamato, giace nel sud della penisola arabica e rivolge timidamente uno sguardo verso la sua antica terra, l’Africa.
L’impero della regina di Saba, tempestato di antiche torri di fango e paglia e di città fortificate, terra leggendaria che richiama bizzarre fantasie, sapori biblici, odori di incenso e antiche tradizioni cristallizzate in una dimensione misteriosamente fuori dal tempo.
Lo Yemen, paese dei villaggi inaccessibili, arroccati su impervie montagne, dove gli abitanti sembrano quasi continuare l’eterna lotta contro gli invasori.
In questo paesaggio sconosciuto di strette vallate, terrazzamenti di qat, distese di sabbia, si venera in silenzio Sana’à, presuntuosa città delle Mille e una notte, creata nell’argilla e nella pietra, cesto arido e magnifico di cristalli bianchi e granata, dai magici mafraj nei quali ci si inebria ad ascoltare l’ipnotico canto del muezzin.
( Laura Bernardini )
Il mio YEMEN
Solitamente, nei racconti di viaggio sullo Yemen, si legge del fascino da fiaba di Sana’a, della bellezza dei villaggi arroccati e dell’asprezza del territorio diviso tra l’implacabile deserto e le sontuose montagne.
Anche Pasolini ne rimase estasiato e nei suoi scritti amava ricordarlo così: “Lo Yemen è il paese più bello del mondo. Sana’a, la capitale, è una Venezia selvaggia sulla polvere senza S. Marco e senza la Giudecca, una città-forma, la cui bellezza non risiede nei deperibili monumenti, ma nell’incomparabile disegno. E’ uno dei miei sogni”.
Meno spesso, invece, si parla degli Yemeniti; accennando, il più delle volte, solo alla loro aspra fierezza
Nel mio breve viaggio l’incontro con le persone, invece, è stato uno degli aspetti più piacevoli e interessanti.
La genuina curiosità degli Yemeniti è coinvolgente e ogni contatto con loro trasforma il viaggiatore da semplice spettatore a protagonista di un evento.
Uomini dall’aspetto bellicoso, l’immancabile coltello tradizionale nella cinta e, spesso, il kalashnikov in spalla, ti vengono incontro col sorriso; i denti resi verdi dal qat masticato ogni giorno. Vogliono sapere se ti piace il loro paese, da dove vieni, come ti chiami; sempre desiderosi di dare un aiuto e di aprire la porta delle loro case, per mostrarti come vivono, o per offrirti un tè.
Le donne sono fantasmi neri dagli occhi intensi ed innocenti, si vedono aleggiare nei vicoli, alcune curiose, stupite, desiderose di incrociare lo sguardo con un mondo così lontano. Altre, invece, quasi impaurite si allontanano con passo veloce, per sparire dentro qualche porta come per tentare di proteggere le loro tradizioni.
I bambini sono ovunque, spesso “ciondolano” dalle finestre delle case, meravigliosi bambini dal sorriso ‘insabbiato’, sporchi e irriverenti ti afferrano dolcemente la mano per indicarti, nel labirinto dei vicoli, la strada del ritorno.
( Paolo Cardinali / Laura Bernardini )
Lo Yemen, o Arabia Felix, come nell’antichità veniva chiamato, giace nel sud della penisola arabica e rivolge timidamente uno sguardo verso la sua antica terra, l’Africa.
L’impero della regina di Saba, tempestato di antiche torri di fango e paglia e di città fortificate, terra leggendaria che richiama bizzarre fantasie, sapori biblici, odori di incenso e antiche tradizioni cristallizzate in una dimensione misteriosamente fuori dal tempo.
Lo Yemen, paese dei villaggi inaccessibili, arroccati su impervie montagne, dove gli abitanti sembrano quasi continuare l’eterna lotta contro gli invasori.
In questo paesaggio sconosciuto di strette vallate, terrazzamenti di qat, distese di sabbia, si venera in silenzio Sana’à, presuntuosa città delle Mille e una notte, creata nell’argilla e nella pietra, cesto arido e magnifico di cristalli bianchi e granata, dai magici mafraj nei quali ci si inebria ad ascoltare l’ipnotico canto del muezzin.
( Laura Bernardini )
Il mio YEMEN
Solitamente, nei racconti di viaggio sullo Yemen, si legge del fascino da fiaba di Sana’a, della bellezza dei villaggi arroccati e dell’asprezza del territorio diviso tra l’implacabile deserto e le sontuose montagne.
Anche Pasolini ne rimase estasiato e nei suoi scritti amava ricordarlo così: “Lo Yemen è il paese più bello del mondo. Sana’a, la capitale, è una Venezia selvaggia sulla polvere senza S. Marco e senza la Giudecca, una città-forma, la cui bellezza non risiede nei deperibili monumenti, ma nell’incomparabile disegno. E’ uno dei miei sogni”.
Meno spesso, invece, si parla degli Yemeniti; accennando, il più delle volte, solo alla loro aspra fierezza
Nel mio breve viaggio l’incontro con le persone, invece, è stato uno degli aspetti più piacevoli e interessanti.
La genuina curiosità degli Yemeniti è coinvolgente e ogni contatto con loro trasforma il viaggiatore da semplice spettatore a protagonista di un evento.
Uomini dall’aspetto bellicoso, l’immancabile coltello tradizionale nella cinta e, spesso, il kalashnikov in spalla, ti vengono incontro col sorriso; i denti resi verdi dal qat masticato ogni giorno. Vogliono sapere se ti piace il loro paese, da dove vieni, come ti chiami; sempre desiderosi di dare un aiuto e di aprire la porta delle loro case, per mostrarti come vivono, o per offrirti un tè.
Le donne sono fantasmi neri dagli occhi intensi ed innocenti, si vedono aleggiare nei vicoli, alcune curiose, stupite, desiderose di incrociare lo sguardo con un mondo così lontano. Altre, invece, quasi impaurite si allontanano con passo veloce, per sparire dentro qualche porta come per tentare di proteggere le loro tradizioni.
I bambini sono ovunque, spesso “ciondolano” dalle finestre delle case, meravigliosi bambini dal sorriso ‘insabbiato’, sporchi e irriverenti ti afferrano dolcemente la mano per indicarti, nel labirinto dei vicoli, la strada del ritorno.
( Paolo Cardinali / Laura Bernardini )
17
ottobre 2004
Paolo Cardinali
Dal 17 ottobre al 07 novembre 2004
fotografia
Location
BRANCALEONE
Roma, Via Levanna, 11, (Roma)
Roma, Via Levanna, 11, (Roma)
Vernissage
17 Ottobre 2004, ore 18.30