Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Paolo Chiarloni
Paolo Chiarloni scarica immagini da internet. Da queste ma anche da immagini vista alla televisione o su riviste e quotidiani, parte per inventare minimi racconti i cui protagonisti sono persone normalissime, ma anche figure meno domestiche come ad esempio –ci si riferisce alla presente mostra- una donna irachena, alcune donne africane, un lottatore di sumo, e addirittura personaggi reali, come madre Teresa di Calcutta e l’afgano Massud, o prelevati da film come il Palla di Lardo di Full Metal Jacket
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Paolo Chiarloni scarica immagini da internet. Da queste ma anche da immagini vista alla televisione o su riviste e quotidiani, parte per inventare minimi racconti i cui protagonisti sono persone normalissime, ma anche figure meno domestiche come ad esempio –ci si riferisce alla presente mostra- una donna irachena, alcune donne africane, un lottatore di sumo, e addirittura personaggi reali, come madre Teresa di Calcutta e l’afgano Massud, o prelevati da film come il Palla di Lardo di Full Metal Jacket.
L’invenzione di Paolo comincia qui, dai vari soggetti che, a volta accostati paratatticamente, più spesso vengono messi in relazione fra loro, sebbene in relazione assolutamente arbitraria: Paolo cioè combina- ma a volte lascia fare al caso- figure e oggetti in modo paradossale, estremo con esiti spesso grotteschi.Eppure queste micro narrazioni un senso ce l’hanno, che si sprigiona nella veloce ed energica sintesi che tiene insieme le immagini creando fulminei cortocircuiti. Ciò che soprattutto colpisce, nella Pittura di Chiarloni, è la radicalità della critica nei confronti di un mondo sentito come assurdo. Nulla a che vedere con problematiche esistenziali. Il mondo cui si riferisce Paolo è il mondo di oggi, il mondo globalizzato in cui si scambiano merci, ma ancor più sfruttamento e ingiustizia, che l’artista sferza con ironia, a volte persino con allegria.
Ma che cos’altro è cambiato in questi ultimi anni, oltre alla prospettiva concettuale, nel fare arte del giovane artista torinese? Sono stati anni di riflessione e fatica dura e solitaria passati immagazzinare, assimilare, rielaborare immagini per creare un nuovo vocabolario. Potremmo dire che, nel tempo, Paolo ha ripulito lo spazio- anzi, lo ha annullato appiattendo tutto sul piano di sfondo- e semplificato al massimo la composizione, mentre le immagini sono diventate più compatte all’interno di una linea che le chiude e definisce. Alcuni aspetti originari della sua pittura tuttavia sono rimasti. Come quello della deformazione, che l’artista ha sviluppato sempre di più intervenendo sulla singola figura con una materia spessa e un colore acceso (una materia e un colore sensibili agli echi della transavanguardia), ma anche con altri strumenti, ad esempio modificando le dimensioni e i rapporti delle figure fra di loro, oppure sforbiciando con gusto dissacrante e ribelle, o procedendo con innesti impropri, arrivando alla fine a costruire un piccolo girone quasi infernale di mostri….Come collocare l’artista all’interno del variegato panorama dell’arte di oggi?Volendo, credo si possa azzardare un qualche rapporto con Grosz, ma anche con Basquiat….Ancora: proprio la deformazione della figura umana, che è il tratto più marcato del suo modo di fare, suggerisce la possibilità di collocare la produzione dell’artista torinese all’interno della categoria della “mostruosità” di cui parla Ubaldo Fadini che l’ha individuata come filone che ha radici lontane ma ben presente anche nell’arte contemporanea.
Torino 20 maggio 2007 Anna Minola
L’invenzione di Paolo comincia qui, dai vari soggetti che, a volta accostati paratatticamente, più spesso vengono messi in relazione fra loro, sebbene in relazione assolutamente arbitraria: Paolo cioè combina- ma a volte lascia fare al caso- figure e oggetti in modo paradossale, estremo con esiti spesso grotteschi.Eppure queste micro narrazioni un senso ce l’hanno, che si sprigiona nella veloce ed energica sintesi che tiene insieme le immagini creando fulminei cortocircuiti. Ciò che soprattutto colpisce, nella Pittura di Chiarloni, è la radicalità della critica nei confronti di un mondo sentito come assurdo. Nulla a che vedere con problematiche esistenziali. Il mondo cui si riferisce Paolo è il mondo di oggi, il mondo globalizzato in cui si scambiano merci, ma ancor più sfruttamento e ingiustizia, che l’artista sferza con ironia, a volte persino con allegria.
Ma che cos’altro è cambiato in questi ultimi anni, oltre alla prospettiva concettuale, nel fare arte del giovane artista torinese? Sono stati anni di riflessione e fatica dura e solitaria passati immagazzinare, assimilare, rielaborare immagini per creare un nuovo vocabolario. Potremmo dire che, nel tempo, Paolo ha ripulito lo spazio- anzi, lo ha annullato appiattendo tutto sul piano di sfondo- e semplificato al massimo la composizione, mentre le immagini sono diventate più compatte all’interno di una linea che le chiude e definisce. Alcuni aspetti originari della sua pittura tuttavia sono rimasti. Come quello della deformazione, che l’artista ha sviluppato sempre di più intervenendo sulla singola figura con una materia spessa e un colore acceso (una materia e un colore sensibili agli echi della transavanguardia), ma anche con altri strumenti, ad esempio modificando le dimensioni e i rapporti delle figure fra di loro, oppure sforbiciando con gusto dissacrante e ribelle, o procedendo con innesti impropri, arrivando alla fine a costruire un piccolo girone quasi infernale di mostri….Come collocare l’artista all’interno del variegato panorama dell’arte di oggi?Volendo, credo si possa azzardare un qualche rapporto con Grosz, ma anche con Basquiat….Ancora: proprio la deformazione della figura umana, che è il tratto più marcato del suo modo di fare, suggerisce la possibilità di collocare la produzione dell’artista torinese all’interno della categoria della “mostruosità” di cui parla Ubaldo Fadini che l’ha individuata come filone che ha radici lontane ma ben presente anche nell’arte contemporanea.
Torino 20 maggio 2007 Anna Minola
31
maggio 2007
Paolo Chiarloni
Dal 31 maggio al 06 luglio 2007
arte contemporanea
Location
PAOLO TONIN ARTE CONTEMPORANEA
Torino, Via San Tommaso, 6, (Torino)
Torino, Via San Tommaso, 6, (Torino)
Orario di apertura
dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,30 dal lunedì al venerdì, sabato su appuntamento
Vernissage
31 Maggio 2007, dalle ore 18,30 alle 21
Autore