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Paolo Consorti – Hyperlandscapes
La nuova personale di Paolo Consorti, la prima dopo il successo da Herrmann & Wagner a Berlino, presenta 15 nuovi lavori dell’artista di San Benedetto del Tronto
Comunicato stampa
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La nuova personale di Paolo Consorti, la prima dopo il successo da Herrmann & Wagner a Berlino, presenta 15 nuovi lavori dell'artista di San Benedetto del Tronto, di cui cinque di un formato insolito ed accattivante di cm 110x320. E' la serie degli Hyperlandscapes che da il titolo alla mostra e che ben riassume i temi e l'estetica della ricerca recente di Consorti. Qui di seguito vi trascriviamo la parte iniziale del testo di Valerio Dehò inserito in catalogo insieme alle riproduzioni di tutti i lavori in mostra.
"Non tutto ciò che è digitale luccica, anzi. Purtroppo siamo così abituati a dare per scontato che l’Impero del Photoshop non abbia confini, che diamo per scontato che ogni qualità fotografica appaia, nell’arte provenga da quella gelida terra. Ma la cultura dell’omologazione è un rischio sempre molto forte che non tutti gli artisti sanno evitare. Se tutti sono convertiti al nuovo credo digitale, non tutti sono in grado di realizzare un lavoro originale per contenuti ed esecuzione.
Diversamente il caso di Consorti fa storia a sé, perché l’ elaborazione al photoshop è per l’artista una fase intermedia tra la costruzione dei modellini e la pittura. In sostanza il digitale diventa un filtro per costruire e comporre le immagini sul telaio delle riprese dal vero del modello. Quindi la base è proprio la costruzione di una simulazione di paesaggio-ambiente, in cui successivamente verranno posti in essere i personaggi. Questi appunto vengono elaborati e collocati nello sfondo ormai digitalizzato in una fase successiva, però dopo la stampa, la stesura pittorica resta fondamentale per creare non solo l’effetto di uniformità dell’atmosfera, ma anche per togliere quella patina di artificiosità e di rigidità strutturale, che molto digitale non riesce a scrollarsi di dosso.
Comunque al di là del dato tecnico, pur essenziale e infatti premesso per comprendere correttamente a poetica dell’artista, un altro fatto innegabile è la sua capacità visionaria. Una capacità che non è solo sintesi di linguaggi e stili, ma è anche progettualità di un racconto di fate ,in cui queste rivelano la propria presenza per accenni, indizi, particolari sparsi con accurata casualità.
Il paesaggio, è lo sfondo della narrazione, è il luogo deputato all’azione. Ma è anche la dimensione psicologica in cui si muove tutte la scena. A partire dal formato e finire ai dettagli del racconto, comunque si ha a che fare con uno spazio esterno che possiede delle caratteristiche di verosimiglianza naturalistica che si configurano come “paesaggio”. Valerio Dehò
"Non tutto ciò che è digitale luccica, anzi. Purtroppo siamo così abituati a dare per scontato che l’Impero del Photoshop non abbia confini, che diamo per scontato che ogni qualità fotografica appaia, nell’arte provenga da quella gelida terra. Ma la cultura dell’omologazione è un rischio sempre molto forte che non tutti gli artisti sanno evitare. Se tutti sono convertiti al nuovo credo digitale, non tutti sono in grado di realizzare un lavoro originale per contenuti ed esecuzione.
Diversamente il caso di Consorti fa storia a sé, perché l’ elaborazione al photoshop è per l’artista una fase intermedia tra la costruzione dei modellini e la pittura. In sostanza il digitale diventa un filtro per costruire e comporre le immagini sul telaio delle riprese dal vero del modello. Quindi la base è proprio la costruzione di una simulazione di paesaggio-ambiente, in cui successivamente verranno posti in essere i personaggi. Questi appunto vengono elaborati e collocati nello sfondo ormai digitalizzato in una fase successiva, però dopo la stampa, la stesura pittorica resta fondamentale per creare non solo l’effetto di uniformità dell’atmosfera, ma anche per togliere quella patina di artificiosità e di rigidità strutturale, che molto digitale non riesce a scrollarsi di dosso.
Comunque al di là del dato tecnico, pur essenziale e infatti premesso per comprendere correttamente a poetica dell’artista, un altro fatto innegabile è la sua capacità visionaria. Una capacità che non è solo sintesi di linguaggi e stili, ma è anche progettualità di un racconto di fate ,in cui queste rivelano la propria presenza per accenni, indizi, particolari sparsi con accurata casualità.
Il paesaggio, è lo sfondo della narrazione, è il luogo deputato all’azione. Ma è anche la dimensione psicologica in cui si muove tutte la scena. A partire dal formato e finire ai dettagli del racconto, comunque si ha a che fare con uno spazio esterno che possiede delle caratteristiche di verosimiglianza naturalistica che si configurano come “paesaggio”. Valerio Dehò
29
ottobre 2005
Paolo Consorti – Hyperlandscapes
Dal 29 ottobre al 07 dicembre 2005
arte contemporanea
Location
SERGIO TOSSI ARTE CONTEMPORANEA
Firenze, Via Ippolito Pindemonte, 63, (Firenze)
Firenze, Via Ippolito Pindemonte, 63, (Firenze)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 15-19
Vernissage
29 Ottobre 2005, ore 17,30
Autore
Curatore