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Paolo da Norcia
Il divertente Medioevo primitivista dell’autore cuneese, il cui vero nome è Paolo Perotti, figlio d’arte ed anche musicista, in una mostra che, tra architetture quattrocentesche, sagaci figurine di pretini e suorine, nevi immacolate e splendide luci presenta una quarantina di opere inedite e particolarmente “natalizie”.
Comunicato stampa
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Nessuna incertezza: il Medioevo metafisico del cuneese Paolo Perotti, figlio d’arte, conosciuto ovunque col sinonimo di Paolo da Norcia per i suoi soggetti pittorici, l’applicazione nel genere musicale, l’assegnazione della cittadinanza onoraria da parte dell’Amministrazione della Cittadina umbra, è il migliore dei mondi possibili. Niente potrebbe intaccare l'aureo equilibrio della sua pittura misurato da soavi alternanze di rette e di curve come in un paesaggio gotico, illuminato da colori cristallini come in un diorama di vetro. E' un paesaggio calato in un magico eden quello di da Norcia: case turrite, conventi, nevi, monaci e suore, piccoli ed attivissimi come formiche, ma anche allegri e goderecci come la gente comune. Anche se la loro presenza è certo dettata da ragioni più serie, ragioni di intima coerenza con il mondo poetico dell'artista. Se il Medioevo metafisico dell'ambiente riprodotto e sublimato è il paradiso in terra, monaci ed educande esprimono la condizione ideale attraverso la quale l'uomo può mettersi in relazione con esso per godere correttamente dell'armonia mundi. Ora et labora, pregare e lavorare, onorare la natura con la devozione religiosa e l'operosità manuale e serafici giochi innocenti. Certo, nei suoi quadri, Francesco d'Assisi diventa il più alto modello morale e intellettuale: la vita va spesa lodando la meraviglia del creato e le gioie della comunione di Dio. Se si è capaci di tanto, se si riesce a vedere la bellezza delle cose nella loro "povertà", nella loro essenza divina che non ha bisogno di ornamento alcuno, allora si può intendere il segreto della natura, si può parlare con gli uccelli e rabbonire il lupo cattivo. E' questa la vera, unica santità a cui aspira il pacifico mondo di da Norcia che non conosce dolore e peccato e che, come pittore, non ama essere considerato un naïf, anche se molti di coloro che si sono occupati di lui non si sono mai discostati da questa etichetta . Certo è innegabile che la produzione artistica più conosciuta del cuneese sia nella scia del "boom" commerciale del gusto naïf. Nessuno potrebbe negare che i caratteri stilistici di questa produzione rientrino benissimo nei binari generici del naïf nazionale e internazionale. Tuttavia, a ben osservare, la pittura di da Norcia ha una matrice intrecciata saldamente, anche quando inconsciamente, con la più significativa tradizione primitivistica italiana; da Alberto Magri a Massimo Campigli a Rosai. Poco importa che queste ascendenze derivino da precise conoscenze: sono gli intenti e gli esiti finali a stabilire tali involontarie e neanche troppo singolari parentele. Colpisce particolarmente, nei suoi dipinti, lo straordinario uso della materia pittorica che si avvicina si alle superfici linde e glassate del naïf più convenzionale, ma che scompone le luci e le ombre in delicate nuances pulviscolari, offrendosi al tatto non meno che all'occhio. L'artista dimostra inoltre un'inedita sapienza compositiva, costruendo articolati scenari spaziali ai quali spetta la funzione di contenere e sviluppare la narrazione aneddotica attraverso la cultura novecentesca e contemporanea ancora una volta riconducibile, sebbene per altri e più remoti versanti, alla fucina primitivistica. Il tutto emerge osservando gli impianti particolarmente rigorosi dei borghi medioevali intrisi di una paratassi compositiva rigidamente geometrica, empirica, ma precisa come una scacchiera. All’interno la magia domestica della vita a dimensione d'uomo, il presente che si ritrova nel passato, l’astrazione del dato reale in una figurazione ideale fatta di volumi piatti, di finestre buie e profonde come buchi, di piani netti di luce e di ombra. Sul tutto una forte disciplina della forma ed una grande gioia di vivere che, fraticelli e suorine, trasmettono prepotentemente dalla tela.
Giorgio Barberis
Giorgio Barberis
05
dicembre 2009
Paolo da Norcia
Dal 05 dicembre 2009 al 06 gennaio 2010
arte contemporanea
Location
ROMA ROOM ART GALLERY
Savigliano, Corso Roma, 1, (Cuneo)
Savigliano, Corso Roma, 1, (Cuneo)
Orario di apertura
da martedì a domenica: 10/12 – 14/19
Autore
Curatore