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Paolo Damiani
La pittura di Paolo Damiani fa pensare ad un frammento di Novalis: ‘Cerchiamo l’assoluto, ma ci aspettano solo le cose.’.
Essa è per lui non solo conoscenza, ma il modo stesso del conoscere
Comunicato stampa
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La pittura di Paolo Damiani fa pensare ad un frammento di Novalis: 'Cerchiamo l'assoluto, ma ci aspettano solo le cose.'.
Essa è per lui non solo conoscenza, ma il modo stesso del conoscere. Questa identità, che non permette interpretazioni, appartiene al profondo e al sacro e come tale, a volte, è terribile. Egli riconosce come maestri Caravaggio, Soutine, Baselitz, Bacon, e gli informali Afro, Burri, Tombly, ma ama assimilarla soprattutto al teatro di Kantor o ancor più alla tragedia greca, al Prometeo. La tela, per Damiani, è il luogo in cui si svolge una cerimonia, una liturgia dionisiaca. Le forme sembrano emergere dall'abisso, dallo spazio proprio dell'anima profonda; esse esistono di una realtà assoluta, astratte dal divenire, non divorate dal tempo e dalla consuetudine. Si direbbero forme di una notte mistica, di quel tempo di lunghissima attesa, così piena di nostalgia per un futuro conosciuto e negato, in cui si osa ridare un nome alle cose ed esse, per desiderio, si infiammano di luce, cosicché la visione e il vedere possono unificarsi
Essa è per lui non solo conoscenza, ma il modo stesso del conoscere. Questa identità, che non permette interpretazioni, appartiene al profondo e al sacro e come tale, a volte, è terribile. Egli riconosce come maestri Caravaggio, Soutine, Baselitz, Bacon, e gli informali Afro, Burri, Tombly, ma ama assimilarla soprattutto al teatro di Kantor o ancor più alla tragedia greca, al Prometeo. La tela, per Damiani, è il luogo in cui si svolge una cerimonia, una liturgia dionisiaca. Le forme sembrano emergere dall'abisso, dallo spazio proprio dell'anima profonda; esse esistono di una realtà assoluta, astratte dal divenire, non divorate dal tempo e dalla consuetudine. Si direbbero forme di una notte mistica, di quel tempo di lunghissima attesa, così piena di nostalgia per un futuro conosciuto e negato, in cui si osa ridare un nome alle cose ed esse, per desiderio, si infiammano di luce, cosicché la visione e il vedere possono unificarsi
30
gennaio 2004
Paolo Damiani
Dal 30 gennaio al 15 febbraio 2004
arte contemporanea
Location
IL PUNTO DI SVOLTA
Roma, Via Marco Besso, 22, (Roma)
Roma, Via Marco Besso, 22, (Roma)
Orario di apertura
venerdì, sabato, domenica ore 17,30-20,30
Vernissage
30 Gennaio 2004, ore 19