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Paolo Fabiani
In occasione di questa mostra l’artista presenta nuovi lavori, tra cui un’installazione costituita da oggetti trovati in accumulazione e da figure elaborate con sfoglie di terracotta
Comunicato stampa
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L’Associazione Sincresis, dopo la pausa estiva, riapre i propri spazi espositivi con una mostra personale di Paolo Fabiani che ha partecipato nel giugno scorso al progetto Lo stato dell’arte promosso dal Comune di Montelupo Fiorentino e dall’Istituzione Montelupo Cultura in collaborazione con il corso di Disegno Industriale della Facoltà di Architettura di Firenze e con la nostra associazione.
Paolo Fabiani, artista ormai conosciuto ha iniziato il suo itinerario creativo d’avanguardia verso la fine degli anni Ottanta indirizzandosi verso la scultura in terra cruda, lavorata per comporre con pochi tocchi combinati ed elementi assemblati figure esili e fugaci, deformate nella plastica elementare, esempi come ha indicato a suo tempo Laura Cherubini,(Paolo Fabiani, Galleria Margiacchi, Arezzo, 1995), di una “scultura domestica” che traggono ispirazione dai personaggi della commedia dell’arte, come la figura di Pulcinella, simbolica espressione di una vita avventurosa e immagine tragicomica dell’esperienza esistenziale che si nutre di memorie infantili e suggerisce uno sguardo innocente sul mondo.
In occasione di questa mostra presenta nuovi lavori, tra cui un’installazione costituita da oggetti trovati in accumulazione e da figure elaborate con sfoglie di terracotta a cui unisce, per la prima volta, il colore, che traggono spunti dai personaggi dei manga. In esse, come nella maschera napoletana, l’artista proietta il suo immaginario e la sua ironica visione della vita, capace di deragliare dai binari consueti e dagli schemi amorfi per suggerire uno sguardo altro, così da frantumare alle basi e porre in crisi determinate certezze e paradigmi precostituiti.
Infatti il suo approccio creativo è essenzialmente ludico e poetico, sia nella realizzazione dei suoi soggetti in materiale povero, che sembrano derivare dal vuoto, sia nello studio dello spazio in cui collocare o da cui far nascere l’opera, come nell’installazione ambientale ideata per l’esterno della Fortezza da Basso a Firenze per Pitti Immagine nel 2005.
Ultimamente impegnato nella ideazione di oggetti domestici, piatti, pentole, bicchieri della cucina di Pulcinella, presentati alla recente ArteFiera di Bologna con la Galleria Fabjbasaglia di Rimini, così deformati da diventare afunzionali e dissacrare il prodotto di design, propone in mostra un dialogo tra alcuni di questi e le figure che sembrano generate dal nulla.
Ludovico Pratesi ha scritto che “Fabiani studia l’espressione della forma, mentre lavora la terracotta”, una forma indeterminata, che sembra imperfetta, che dà l’idea della precarietà, del frammento in vanificazione.
Il linguaggio dell’artista si orienta non verso la costruzione, ma verso “la dissoluzione della forma” e permette di percepire “il piacere tattile di modellare la materia”, così che “le sculture trattengono la gioia di un gioco, del costruire con le mani qualcosa di effimero […]”.
“Nella sua scultura sono fondamentali né fini né fine, ma svolgimento e intreccio, che più sono aggrovigliati più allontanano ogni possibilità di scioglimento e di soluzione dell’immagine” (Paolo Fabiani in La nuova identità della scultura, Teseco per l’arte, Pisa, 1998).
“Pochi tocchi, minimi, - ha indicato Paola Ballerini – che tuttavia restituiscono appieno lo stupore del fare con poco, quasi dal niente, un discorso autentico, rifiutando i codici comuni per un linguaggio aderente al profondo, fuori dal frastuono metropolitano […].Tracce, baluginii di gesti e azioni appena abbozzati nella povertà disarmante dei materiali.
Agisce in controtendenza per riscoprire la poesia più autentica, il lirismo più profondo, “scegliendo l’essenzialità partendo dal vuoto per ricreare con pochi elementi, pochi segni, un linguaggio proprio e radicale” (Come dire Splendori, Prato, 1994).
“Rivelazioni, evocazioni di una realtà incomprensibile che apre vedute su paesaggi interiori – ha detto Maria Luisa Frisa – come un non finito in attesa di essere finito o meglio di una nuova immagine che possa completarlo” (Paolo Fabiani in Le nostre anime rincorreranno i colori nel lontano abisso, Galleria Carini, Firenze,1989).
“Tutto sembra improvvisato, provvisorio, - ha sottolineato Saretto Cincinelli , parlando del suo lavoro – si sottrae all’idea di compiutezza, come la fontana a più vasche di una scenografia incompiuta, così da cogliere l’autoritrarsi dell’opera, per restituire non una pienezza, ma una latenza destinata a rimanere tale” (Je t’aime, Note arte contemporanea, Arezzo, 2001).
La serata dell’inaugurazione terminerà presso Borgo dei Lunardi a Cerreto Guidi, dove l’artista ha collocato e ambientato un suo nuovo lavoro in ceramica.
Per arrivare: S.G.C. FI.PI.LI. Uscita EMPOLI; FS: FI –PI; FI – SI; Stazione di Empoli
Paolo Fabiani, artista ormai conosciuto ha iniziato il suo itinerario creativo d’avanguardia verso la fine degli anni Ottanta indirizzandosi verso la scultura in terra cruda, lavorata per comporre con pochi tocchi combinati ed elementi assemblati figure esili e fugaci, deformate nella plastica elementare, esempi come ha indicato a suo tempo Laura Cherubini,(Paolo Fabiani, Galleria Margiacchi, Arezzo, 1995), di una “scultura domestica” che traggono ispirazione dai personaggi della commedia dell’arte, come la figura di Pulcinella, simbolica espressione di una vita avventurosa e immagine tragicomica dell’esperienza esistenziale che si nutre di memorie infantili e suggerisce uno sguardo innocente sul mondo.
In occasione di questa mostra presenta nuovi lavori, tra cui un’installazione costituita da oggetti trovati in accumulazione e da figure elaborate con sfoglie di terracotta a cui unisce, per la prima volta, il colore, che traggono spunti dai personaggi dei manga. In esse, come nella maschera napoletana, l’artista proietta il suo immaginario e la sua ironica visione della vita, capace di deragliare dai binari consueti e dagli schemi amorfi per suggerire uno sguardo altro, così da frantumare alle basi e porre in crisi determinate certezze e paradigmi precostituiti.
Infatti il suo approccio creativo è essenzialmente ludico e poetico, sia nella realizzazione dei suoi soggetti in materiale povero, che sembrano derivare dal vuoto, sia nello studio dello spazio in cui collocare o da cui far nascere l’opera, come nell’installazione ambientale ideata per l’esterno della Fortezza da Basso a Firenze per Pitti Immagine nel 2005.
Ultimamente impegnato nella ideazione di oggetti domestici, piatti, pentole, bicchieri della cucina di Pulcinella, presentati alla recente ArteFiera di Bologna con la Galleria Fabjbasaglia di Rimini, così deformati da diventare afunzionali e dissacrare il prodotto di design, propone in mostra un dialogo tra alcuni di questi e le figure che sembrano generate dal nulla.
Ludovico Pratesi ha scritto che “Fabiani studia l’espressione della forma, mentre lavora la terracotta”, una forma indeterminata, che sembra imperfetta, che dà l’idea della precarietà, del frammento in vanificazione.
Il linguaggio dell’artista si orienta non verso la costruzione, ma verso “la dissoluzione della forma” e permette di percepire “il piacere tattile di modellare la materia”, così che “le sculture trattengono la gioia di un gioco, del costruire con le mani qualcosa di effimero […]”.
“Nella sua scultura sono fondamentali né fini né fine, ma svolgimento e intreccio, che più sono aggrovigliati più allontanano ogni possibilità di scioglimento e di soluzione dell’immagine” (Paolo Fabiani in La nuova identità della scultura, Teseco per l’arte, Pisa, 1998).
“Pochi tocchi, minimi, - ha indicato Paola Ballerini – che tuttavia restituiscono appieno lo stupore del fare con poco, quasi dal niente, un discorso autentico, rifiutando i codici comuni per un linguaggio aderente al profondo, fuori dal frastuono metropolitano […].Tracce, baluginii di gesti e azioni appena abbozzati nella povertà disarmante dei materiali.
Agisce in controtendenza per riscoprire la poesia più autentica, il lirismo più profondo, “scegliendo l’essenzialità partendo dal vuoto per ricreare con pochi elementi, pochi segni, un linguaggio proprio e radicale” (Come dire Splendori, Prato, 1994).
“Rivelazioni, evocazioni di una realtà incomprensibile che apre vedute su paesaggi interiori – ha detto Maria Luisa Frisa – come un non finito in attesa di essere finito o meglio di una nuova immagine che possa completarlo” (Paolo Fabiani in Le nostre anime rincorreranno i colori nel lontano abisso, Galleria Carini, Firenze,1989).
“Tutto sembra improvvisato, provvisorio, - ha sottolineato Saretto Cincinelli , parlando del suo lavoro – si sottrae all’idea di compiutezza, come la fontana a più vasche di una scenografia incompiuta, così da cogliere l’autoritrarsi dell’opera, per restituire non una pienezza, ma una latenza destinata a rimanere tale” (Je t’aime, Note arte contemporanea, Arezzo, 2001).
La serata dell’inaugurazione terminerà presso Borgo dei Lunardi a Cerreto Guidi, dove l’artista ha collocato e ambientato un suo nuovo lavoro in ceramica.
Per arrivare: S.G.C. FI.PI.LI. Uscita EMPOLI; FS: FI –PI; FI – SI; Stazione di Empoli
22
settembre 2007
Paolo Fabiani
Dal 22 settembre al 24 novembre 2007
arte contemporanea
Location
D’A SPAZIO D’ARTE
Empoli, Via Della Repubblica, 52, (Firenze)
Empoli, Via Della Repubblica, 52, (Firenze)
Orario di apertura
da mercoledì a sabato ore 17,30 – 19,30
Vernissage
22 Settembre 2007, ore 18.00
Autore