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Paolo Facchinetti – Polaroid
mostra personale di Paolo Facchinetti.
Comunicato stampa
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La fotografia è da sempre parte dell'arte di Paolo Facchinetti.
In forma analogica o digitale ha sempre fatto capolino, se non nelle sue opere, certamente nelle sue ricerche e studi preparatori. Ecco perché i soggetti dei suoi scatti abbracciano tutte le sfumature del figurativo e dell'astratto.
Pur avvalendosi di ogni mezzo fotografico, la Polaroid cattura principalmente la sua attenzione per le sue innumerevoli possibilità di utilizzo e per gli effetti cromatici senza eguali.
La Polaroid è presente sin dagli albori della sua carriera artistica, le prime risalgono al 1988 circa quando ancora i soggetti erano prettamente figurativi; verranno rielaborate pittoricamente nel 2005 con interventi gestuali ad olio direttamente sulla pellicola.
Proprio questi interventi ci danno un'idea del percorso artistico di Paolo Facchinetti che ora si concentra sicuramente più sullo studio della luce e delle ombre e della rappresentazione figurativa ricondotta, però, alla lettura delle forme in chiave astratta. Basti guardare i cieli qui fotografati e le immagini in cui sono presenti delle figure umane. Protagonista non è di certo il soggetto rappresentato quanto la luce, le dissolvenze e le sovrapposizioni che stravolgono le figure rendendole altro, un soggetto nuovo.
Attraverso la gestualità pittorica e il colore cerca di ricondurre a questo percorso anche le Polaroid risalenti agli anni Ottanta, anche se è solo recentemente che la sintesi diventa estrema. Risalgono al 2013 le Polaroid a tema unicamente astratto in cui luci, ombre e colore sono i protagonisti indiscussi della scena.
Concludo citando Giovanna Brambilla che nel suo testo introduttivo al catalogo Tzim Tzum descrive bene questa caratteristica artistica di Paolo Facchinetti: "In ogni sua opera è presente la partenza dal dato figurativo, che però è un avvio, e non un approdo. [...] Ma l'istantanea, l'attimo fermato, non può essere meta o fine, non nella poetica di Paolo Facchinetti: l'artista deve appropriarsene, deve ritrovarsi e perdersi, deve imprimere la sua poetica alla materia.
[...]
Un paesaggio è riconoscibile solo se esiste una luce che lo attraversa, la luce è l'elemento fisico che rende visibili i colori e, nell'ascetica e inesausta ricerca dell'artista, è proprio nello sfrondamento dell'opera dai colori che la luce si fa davvero visibile."
Anna Facchinetti
In forma analogica o digitale ha sempre fatto capolino, se non nelle sue opere, certamente nelle sue ricerche e studi preparatori. Ecco perché i soggetti dei suoi scatti abbracciano tutte le sfumature del figurativo e dell'astratto.
Pur avvalendosi di ogni mezzo fotografico, la Polaroid cattura principalmente la sua attenzione per le sue innumerevoli possibilità di utilizzo e per gli effetti cromatici senza eguali.
La Polaroid è presente sin dagli albori della sua carriera artistica, le prime risalgono al 1988 circa quando ancora i soggetti erano prettamente figurativi; verranno rielaborate pittoricamente nel 2005 con interventi gestuali ad olio direttamente sulla pellicola.
Proprio questi interventi ci danno un'idea del percorso artistico di Paolo Facchinetti che ora si concentra sicuramente più sullo studio della luce e delle ombre e della rappresentazione figurativa ricondotta, però, alla lettura delle forme in chiave astratta. Basti guardare i cieli qui fotografati e le immagini in cui sono presenti delle figure umane. Protagonista non è di certo il soggetto rappresentato quanto la luce, le dissolvenze e le sovrapposizioni che stravolgono le figure rendendole altro, un soggetto nuovo.
Attraverso la gestualità pittorica e il colore cerca di ricondurre a questo percorso anche le Polaroid risalenti agli anni Ottanta, anche se è solo recentemente che la sintesi diventa estrema. Risalgono al 2013 le Polaroid a tema unicamente astratto in cui luci, ombre e colore sono i protagonisti indiscussi della scena.
Concludo citando Giovanna Brambilla che nel suo testo introduttivo al catalogo Tzim Tzum descrive bene questa caratteristica artistica di Paolo Facchinetti: "In ogni sua opera è presente la partenza dal dato figurativo, che però è un avvio, e non un approdo. [...] Ma l'istantanea, l'attimo fermato, non può essere meta o fine, non nella poetica di Paolo Facchinetti: l'artista deve appropriarsene, deve ritrovarsi e perdersi, deve imprimere la sua poetica alla materia.
[...]
Un paesaggio è riconoscibile solo se esiste una luce che lo attraversa, la luce è l'elemento fisico che rende visibili i colori e, nell'ascetica e inesausta ricerca dell'artista, è proprio nello sfrondamento dell'opera dai colori che la luce si fa davvero visibile."
Anna Facchinetti
18
ottobre 2016
Paolo Facchinetti – Polaroid
Dal 18 ottobre al 06 novembre 2016
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
CALISTO CAFE’
Vailate, Via Alessandro Manzoni, 2, (Cremona)
Vailate, Via Alessandro Manzoni, 2, (Cremona)
Orario di apertura
martedì mercoledì giovedìì 7:30 / 1:00 venerdì sabato domenica 7:30 / 2:00
Vernissage
18 Ottobre 2016, ore 21:00
Autore