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Paolo Gubinelli alla BUB con “gli amici poeti”
Quello di Paolo Gubinelli per la Biblioteca Universitaria di Bologna è stato un innamoramento e per questo ha scelto per la sua prima mostra nella città emiliana questo luogo dove regna il silenzio. “La biblioteca – afferma Gubinelli in una lunga conversazione con Biancastella Antonino, che sarà pubblicata nel Catalogo che accompagna la mostra – è prima di tutto uno spazio meditativo, c’è il profumo della poesia, della letteratura, è come andare a pregare in una chiesa. Si prega leggendo quello che abbiamo sotto gli occhi”.
Comunicato stampa
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Quello di Paolo Gubinelli per la Biblioteca Universitaria di Bologna è stato un innamoramento e per questo ha scelto per la sua prima mostra nella città emiliana questo luogo dove regna il silenzio. “La biblioteca - afferma Gubinelli in una lunga conversazione con Biancastella Antonino, che sarà pubblicata nel Catalogo che accompagna la mostra - è prima di tutto uno spazio meditativo, c’è il profumo della poesia, della letteratura, è come andare a pregare in una chiesa. Si prega leggendo quello che abbiamo sotto gli occhi”.
Artisticamente Paolo Gubinelli, marchigiano di nascita, ma toscano di adozione, comincia a rivelarsi nella seconda metà degli anni ’60. La sua ricerca sulla luce, sullo spazio e sulla struttura si inserisce nel filone astratto geometrico europeo al quale facevano capo Fontana, Castellani e Dorazio, che Gubinelli considera i suoi maestri, ma anche a quella che è stata definita la “pittura analitica” americana, che si riporta a Newman e a Reinhardt. Definito dalla critica, nel suo primo periodo, un razionalista, per la presenza di una componente grafico-architettonica costante ed essenziale nei suoi lavori che, pur non mancando di riferimenti alla filosofia astratta orientale, mantengono una connotazione di carattere europeo, appunto razionale, verso la fine degli anni’80 e, possiamo dire, fino ad oggi, vede un cambiamento di rotta verso un più intenso lirismo.
Il supporto che Gubinelli predilige è sempre la carta o il cartoncino, morbido e docile al tatto, ma dal bianco assoluto, sul quale la lama del suo trincetto segnava solchi profondi e pieghe che creavano una sorta di vibrazione ottica cosicché cambiavano colore a seconda della luce, la sua profonda sensibilità lo porta ad aprirsi al colore: “l’uso del segno colorato libero e gestuale crea un effetto di profonda suggestione lirica”, scriveva Lara Vinca Masini e Crispolti aggiungeva:” ..le sue trame emergono non più assolute nella loro sottile nettezza su bianche uniformi campiture, ma nel contesto di un prezioso cromatismo svariante da situazione a situazione”. Se Vanni Bramanti già nel 1990 affermava che, rispetto a Fontana, a Castellani, a Manzoni che pure erano stati gli archetipi di Gubinelli, questo artista era riuscito a “frantumare l’ormai lontano ordito geometrizzante, per approdare ad esiti di più ampia libertà e di sempre fine resa poetica”, l’incontro con i maggiori poeti italiani, ha dato un’ulteriore svolta alla vita artistica del nostro Gubinelli. Cesare Vivaldi, Luzi, Spaziani, Merini, Zanzotto, Loi, solo per citarne alcuni, sono diventati i suoi nuovi “compagni di strada”. “ Sentivo il bisogno di abbinare il colore e il segno grafico con la parola – afferma Gubinelli – e grazie agli amici poeti che mi hanno dedicato i loro versi, posso dire che le mie opere oggi sono creazioni a quattro mani”.
Per la mostra che si terrà alla Biblioteca Universitaria hanno donato versi inediti Davide Rondoni, Roberto Roversi, mentre Gubinelli ha utilizzato quelli ancora inediti che Tonino Guerra gli aveva dedicato. Le opere originali di Paolo Gubinelli, tutte create esclusivamente per questa mostra, verranno donate alla Biblioteca Universitaria, così come gli autografi di Davide Rondoni.
In occasione della Mostra è stato stampato, grazie alla collaborazione di Artelibro, un catalogo a tiratura limitata di 50 copie che verranno numerate e firmate dall’Autore.
Il catalogo è arricchito da una preziosa testimonianza critica di Fabrizio D’Amico.
La mostra sarà visitabile fino al 13 ottobre. All’inaugurazione saranno presenti l’artista e i poeti Davide Rondoni e Roberto Roversi. La mostra è stata curata da Biancastella Antonino, direttrice della Biblioteca Universitaria di Bologna.
Artisticamente Paolo Gubinelli, marchigiano di nascita, ma toscano di adozione, comincia a rivelarsi nella seconda metà degli anni ’60. La sua ricerca sulla luce, sullo spazio e sulla struttura si inserisce nel filone astratto geometrico europeo al quale facevano capo Fontana, Castellani e Dorazio, che Gubinelli considera i suoi maestri, ma anche a quella che è stata definita la “pittura analitica” americana, che si riporta a Newman e a Reinhardt. Definito dalla critica, nel suo primo periodo, un razionalista, per la presenza di una componente grafico-architettonica costante ed essenziale nei suoi lavori che, pur non mancando di riferimenti alla filosofia astratta orientale, mantengono una connotazione di carattere europeo, appunto razionale, verso la fine degli anni’80 e, possiamo dire, fino ad oggi, vede un cambiamento di rotta verso un più intenso lirismo.
Il supporto che Gubinelli predilige è sempre la carta o il cartoncino, morbido e docile al tatto, ma dal bianco assoluto, sul quale la lama del suo trincetto segnava solchi profondi e pieghe che creavano una sorta di vibrazione ottica cosicché cambiavano colore a seconda della luce, la sua profonda sensibilità lo porta ad aprirsi al colore: “l’uso del segno colorato libero e gestuale crea un effetto di profonda suggestione lirica”, scriveva Lara Vinca Masini e Crispolti aggiungeva:” ..le sue trame emergono non più assolute nella loro sottile nettezza su bianche uniformi campiture, ma nel contesto di un prezioso cromatismo svariante da situazione a situazione”. Se Vanni Bramanti già nel 1990 affermava che, rispetto a Fontana, a Castellani, a Manzoni che pure erano stati gli archetipi di Gubinelli, questo artista era riuscito a “frantumare l’ormai lontano ordito geometrizzante, per approdare ad esiti di più ampia libertà e di sempre fine resa poetica”, l’incontro con i maggiori poeti italiani, ha dato un’ulteriore svolta alla vita artistica del nostro Gubinelli. Cesare Vivaldi, Luzi, Spaziani, Merini, Zanzotto, Loi, solo per citarne alcuni, sono diventati i suoi nuovi “compagni di strada”. “ Sentivo il bisogno di abbinare il colore e il segno grafico con la parola – afferma Gubinelli – e grazie agli amici poeti che mi hanno dedicato i loro versi, posso dire che le mie opere oggi sono creazioni a quattro mani”.
Per la mostra che si terrà alla Biblioteca Universitaria hanno donato versi inediti Davide Rondoni, Roberto Roversi, mentre Gubinelli ha utilizzato quelli ancora inediti che Tonino Guerra gli aveva dedicato. Le opere originali di Paolo Gubinelli, tutte create esclusivamente per questa mostra, verranno donate alla Biblioteca Universitaria, così come gli autografi di Davide Rondoni.
In occasione della Mostra è stato stampato, grazie alla collaborazione di Artelibro, un catalogo a tiratura limitata di 50 copie che verranno numerate e firmate dall’Autore.
Il catalogo è arricchito da una preziosa testimonianza critica di Fabrizio D’Amico.
La mostra sarà visitabile fino al 13 ottobre. All’inaugurazione saranno presenti l’artista e i poeti Davide Rondoni e Roberto Roversi. La mostra è stata curata da Biancastella Antonino, direttrice della Biblioteca Universitaria di Bologna.
13
settembre 2012
Paolo Gubinelli alla BUB con “gli amici poeti”
Dal 13 settembre al 13 ottobre 2012
arte contemporanea
Location
BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI BOLOGNA
Bologna, Via Zamboni, 33, (Bologna)
Bologna, Via Zamboni, 33, (Bologna)
Vernissage
13 Settembre 2012, ore 18.00
Autore
Curatore