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Paolo Gubinelli – Il segno, la piega, il taglio, il colore
Opere su carta 1973-2006
Comunicato stampa
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E’ noto da tempo il rapporto fra forma e contenuto, fra sonorità e messaggio: la musicalità, il modo in cui suona il testo poetico con i suoi schemi metrici, non solo veicola contenuti ma li arricchisce, in un gioco fitto di evocazioni, rimandi, suggestioni.
Lo stesso vale per la manifestazione artistica di carattere pittorico, in cui il segno parla con linee, curve, spazi pieni e vuoti, luci, ombre, toni che comunque si fanno vocabolario visuale ricco di infinite possibilità combinatorie.
Basterebbe questo per giustificare l’accostamento tra arte visiva e poesia che caratterizza l’operazione culturale messa in campo già in passate esperienze espositive da Paolo Gubinelli ed ora riproposta in forme diverse a Prato, fra gli spazi del Santa Caterina e della Biblioteca “Lazzerini” ma c’è qualcosa di più a sostanziare questo felice incontro: si tratta di quel “sub significante” rappresentato dal supporto cartaceo visto non come semplice superficie su cui artisti e poeti possono poggiare parole e colori, bensì come strumento ed universo condiviso di civiltà. La civiltà della carta, che pur davanti all’assalto del supporto informatico resiste, dimostrando una vitalità tale da farci ritenere che non verrà mai meno fra gli umani il piacere di toccare, sfogliare, odorare quell’antico mondo intrecciato di fibre. La carta come “scelta”, supporto voluto, cercato, pensato anche per la sua capacità di comunicare significati intimi e intensi. E’ il percorso che da tanti anni ha intrapreso Paolo Gubinelli, che ha fatto della carta il suo universo lirico, fra tonalità acquerellate, leggerezza delle trasparenze, segni incisi come grafie archetipe, pittura per sottrazione materia.
Il tutto affiancandosi ai poeti, alle loro evocazioni in un felice connubio di significati. Perché parole, colori, luci, segni e profumi possano continuare a corrispondersi su quell’aperto continente di incontri sensoriali che è la carta.
Paolo Gubinelli, nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l'Istituto d'arte di Macerata, sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura. Giovanissimo scopre l'importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un'intesa di idee con gli artisti e architetti: Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Umberto Peschi, Emilio Scanavino, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero.
Le sue opere sono esposte in permanenza presso Musei Pubblici e Privati, Biblioteche, Pinacoteche, Spazi Pubblici e Privati.
Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni.
In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell'ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non verbale.
Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che traduce, attraverso l'uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta lirico musicale.
Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti acquerellati acquistando una più intima densità di significati.
Lo stesso vale per la manifestazione artistica di carattere pittorico, in cui il segno parla con linee, curve, spazi pieni e vuoti, luci, ombre, toni che comunque si fanno vocabolario visuale ricco di infinite possibilità combinatorie.
Basterebbe questo per giustificare l’accostamento tra arte visiva e poesia che caratterizza l’operazione culturale messa in campo già in passate esperienze espositive da Paolo Gubinelli ed ora riproposta in forme diverse a Prato, fra gli spazi del Santa Caterina e della Biblioteca “Lazzerini” ma c’è qualcosa di più a sostanziare questo felice incontro: si tratta di quel “sub significante” rappresentato dal supporto cartaceo visto non come semplice superficie su cui artisti e poeti possono poggiare parole e colori, bensì come strumento ed universo condiviso di civiltà. La civiltà della carta, che pur davanti all’assalto del supporto informatico resiste, dimostrando una vitalità tale da farci ritenere che non verrà mai meno fra gli umani il piacere di toccare, sfogliare, odorare quell’antico mondo intrecciato di fibre. La carta come “scelta”, supporto voluto, cercato, pensato anche per la sua capacità di comunicare significati intimi e intensi. E’ il percorso che da tanti anni ha intrapreso Paolo Gubinelli, che ha fatto della carta il suo universo lirico, fra tonalità acquerellate, leggerezza delle trasparenze, segni incisi come grafie archetipe, pittura per sottrazione materia.
Il tutto affiancandosi ai poeti, alle loro evocazioni in un felice connubio di significati. Perché parole, colori, luci, segni e profumi possano continuare a corrispondersi su quell’aperto continente di incontri sensoriali che è la carta.
Paolo Gubinelli, nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l'Istituto d'arte di Macerata, sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura. Giovanissimo scopre l'importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un'intesa di idee con gli artisti e architetti: Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Umberto Peschi, Emilio Scanavino, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero.
Le sue opere sono esposte in permanenza presso Musei Pubblici e Privati, Biblioteche, Pinacoteche, Spazi Pubblici e Privati.
Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni.
In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell'ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non verbale.
Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che traduce, attraverso l'uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta lirico musicale.
Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti acquerellati acquistando una più intima densità di significati.
06
settembre 2006
Paolo Gubinelli – Il segno, la piega, il taglio, il colore
Dal 06 al 28 settembre 2006
arte contemporanea
Location
ANTICHE STANZE DI SANTA CATERINA
Prato, Via Dolce De' Mazzamuti, 1, (Prato)
Prato, Via Dolce De' Mazzamuti, 1, (Prato)
Vernissage
6 Settembre 2006, ore 17
Autore