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Paolo Gubinelli – Opera grafica
Paolo Gubinelli ha sviluppato un progetto grafico di opere originali su carta, incise e acquerellate accompagnate da poesie inedite in italiano del grande poeta Adonis
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Paolo Gubinelli, opera
grafica accompagnata da
poesie inedite di Adonis
Con il contributo di Ente Cassa di Risparmio di Firenze
Associazione Amici dell’Istituto francese di Firenze
Comune di Castelraimondo, Assessorato alla Cultura
Testo critico Carmine Benincasa
Paolo Gubinelli ha sviluppato un progetto grafico di opere su carta, incise e acquerellate, accompagnate da poesie del grande Adonis, fin’ora inedite in lingua italiana, che presenterà all’Istituto francese di piazza Ognissanti dal 22 gennaio al 22 febbraio 2009, ingresso libero.
Raccolto all’interno di antiche bacheche di legno il nucleo dell’esposizione è composto da 16 opere su carta che commentano visivamente altrettante opere di Adonis. Alla nuova produzione Gubinelli affiancherà una mostra antologica che va dagli anni 70 ad oggi, dalle carte bianche incise e piegate alle carte trasparenti, alle carte incise acquerellate.
“Nel 2007 - racconta Gubinelli - ho inviato ad Adonis alcuni miei volumi chiedendogli delle poesie da inserirvi, che accompagnassero le mie opere. Adonis mi chiamò dicendomi che era interessato al mio lavoro e che avrebbe telefonato al suo traduttore Fawzi Al Delmi per regalarmi 16 poesie, ancora inedite nella nostra lingua, che sono ora presenti in mostra e stampate nel catalogo. L'idea di accostamento della mia opera con la poesia di Adonis nasce dalla mia personale attenzione alla lirica musicale che ha fatto sì che molti altri poeti mi donassero poesie inedite; la mia opera e' astrazione lirica, una poesia non verbale, che i poeti completano con la loro parola.“
La mostra è accompagnata da un ricco catalogo che accoglie un'antologia critica dei più grandi critici d'arte che hanno scritto negli anni sulla sua opera; il compendio si apre con l’intervento di Giulio Carlo Argan e prosegue con Giovanni Maria Accame, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Vanni Bramanti, Carmine Benincasa, Luciano Caramel, Claudio Cerritelli, Enrico Crispolti, Bruno Corà, Giorgio Cortenova, Roberto Daolio, Angelo Dragone, Paolo Fossati, Alberto Fiz, Francesco Gallo, Mario Luzi, Lara Vinca Masini, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmigiani, Pierre Restany, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.
Paolo Gubinelli, nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l'Istituto d'arte di Macerata e continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura. Giovanissimo scopre l'importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un'intesa di idee con gli artisti e architetti: Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Umberto Peschi, Emilio Scanavino, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero.
Nella sua attività artistica Gubinelli è andato molto presto maturando un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni. In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell'ambiente o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni diventano i segni di una poesia non verbale. Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, giunge all’utilizzo di pastelli colorati che si accostano ad incisioni appena avvertibili; oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni acquerellati acquistando una più intima densità di significati. Gubinelli ha realizzato anche opere su ceramica e libri d’artista con opere accompagnate dai maggiori poeti ed.
Adonis. Nato nel 1930 a Kassabìn in Siria, vive da vent’anni a Parigi. E’ uno fra i maggiori poeti arabi viventi. La sua vasta produzione letteraria ha ottenuto da tempo un ampio riconoscimento a livello internazionale. Poeta, ma anche saggista, critico letterario nonché instancabile ricercatore e studioso della tradizione culturale araba e di quella poetica in particolare, Adonis ha costruito in più di trent’anni un’opera meditativa e lirica che attinge a tutte le fonti e tenta l’osmosi fra tradizione e modernità, oriente e occidente, attraverso incessanti variazioni della forma e un interrogativo adorno del riverbero dei sensi e dello spirito. Profondo conoscitore della cultura occidentale, ha tradotto numerosi poeti, tra i quali Saint-John Perse, Yves Bonnefoy e, recentemente, le Metamorfosi di Ovidio. Ha fondato le riviste Shi’r (Poesia), 1956, e Mawaqif (Opinioni), 1968, importanti tribune che hanno contribuito al rinnovamento letterario nel modo arabo.
In Italia sono uscite le seguenti sue opere:
Introduzione alla poetica araba (Marietti Genova 1992)
Desiderio che avanza nelle mappe della materia
(Ed. San Marco dei Giustiniani – Genova 1997)
Libro delle metamorfosi (Fondazione Piazzolla – Roma 1998)
Memoria del vento (Ugo Guanda Editore 1998)
Nella pietra e nel vento (Mesogea – Messina 1999)
Siggil (Interlinea Edizioni – Novara 2000)
La preghiera e la spada (Ugo Guanda Editore 2002)
100 Poesie d’amore (Ugo Guanda Editore 2003)
Il libro delle metamorfosi e della migrazione nelle regioni del giorno e della notte (Mondadori 04)
La balena azzurra – saggi (Ugo Guanda Editore 2005)
Oceano nero – saggi (Ugo Guanda Editore 2006)
Catalogo
La mostra è accompagnata da un catalogo (ed. grafostil, 2008) realizzato in occasione dell’esposizione al Castello di Lanciano, Comune di Castelraimondo (15 marzo / 25 maggio 2008). Le opere sono le stesse della mostra all’Istituto francese, ad eccezione delle ceramiche, esposte separatamente (Firenze, Palazzo Pitti, dal 15 ottobre 2008 al 04 gennaio 2009). ll catalogo contiene un’antologia critica con interventi di Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Vanni Bramanti, Carmine Benincasa, Luciano Caramel, Claudio Cerritelli, Enrico Crispolti, Bruno Corà, Giorgio Cortenova, Roberto Daolio, Angelo Dragone, Paolo Fossati, Alberto Fiz, Francesco Gallo, Mario Luzi, Lara Vinca Masini, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmigiani, Pierre Restany, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.
Informazioni
Palazzo Lenzi Piazza Ognissanti 2, 50123 Firenze
Apertura dal 22 gennaio al 22 febbraio 2009
Orari: lun/ven 10h/18h - Ingresso libero
T 055 2718801 – www.istitutofrancese.it
Infostampa
Francesca Ristori 055 2718801 / 348 6106610
cultura@istitutofrancese.it
disponibili foto jpg
Testo critico di Carmine Benincasa
Il regno dei colori non è una giostra di disordine. È rigore, esprit de géométrie, quando questa è totalità di esprit de finesse, quando la geometria è pienezza di poesia. Il colore è desiderio e mistero. E’ risveglio del mondo e della coscienza del mondo. Il colore è Gloria del mondo, è splendore della realtà della Luce. Il colore è aritmetica profondamente segreta, è armonia e scompiglio, è disperazione nel cammino ed è estasi nel compimento. E’ concerto ininterrotto ed è musica silenziosa, è il tempo delle cose e stazione della storia. L’ amico
J. Guitton scriveva: “alla fine della mia vita, credo che per afferrare il mistero ultimo la pittura sia superiore alla musica. Solo la pittura permette di indovinare ciò che sarà il tempo, quando la successione sarà scomparsa e tutto diverrà simultaneo”.
Tutto questo mi volteggia all’orizzonte della coscienza ogni volta che guardo la litania ininterrotta di un’opera di Paolo Gubinelli. La sua opera è liturgia gregoriana nella cattedrale gotica di questo tempo “arido e secco” ( T.S. Eliot ). Nella sua opera l’occhio non smette di guardare sguardi che scorrono invisibili nello scivolare di uno spazio attorcigliato nel tempo presente. E’ un mistero silenzioso di un colloquio, è comunione tra presente ed eterno. La sua opera è mistero dell’essere.
Dalla fine del Medioevo, osservava il filosofo J. Guitton, la filosofia si è afferrata allo spirito. È arrivato il momento di riscoprire l’essere.
La pittura di P. Klee e di Gubinelli e la più alta poesia del XX° secolo ( da T.S. Eliot a E. Montale a Kavafis Adonis e altri ) mi mettono in presenza delle cose stesse, della realtà, dello stupore del vero. In Gubinelli la pittura ricerca la presenza delle cose stesse.
“Passerai le mura delle ferite”, scrive Adonis in un frammento. E ancora “Quando e come un’ala diventa varco per il passaggio?”. Questo, e oltre, è l’opera estenuante, fino al grido ultimo, di Gubinelli. Che conduce oltre ogni ferita acerba e lacerante fino al paesaggio della pace, dell’hallelujah del Maranatha . È gioco saltellante e amaro, “gioco di delizia… i giocatori si lasciano trasportare dalle passioni” ( Ali Ahamad Said Adonis ).
Come scrive H.G. Gadamer in Wahrheit und Methode “il gioco gioca i giocatori” e presuppone “leggerezza e abbandono”. Proprio come i segni di questa inedita pittura ininterminabile di P. Gubinelli. E in questo frammento di Adonis si identifica incondizionatamente tutta l’opera di P. Gubinelli : “L’infanzia è luce… Proseguo il cammino lungo una via che non so dove porta”.
“Il tronco del pioppo… un giorno diventerà cenere, quasi lo vedo come un fuoco spento”, scrive Adonis. E in effetti “dov’è il fuoco?” si domanda E. Jabès.
“Sotto la cenere” risponde e continua “dov’è Dio ?... sotto la cenere ”. E in Gubinelli la luce è sotto la reiterata malinconia di segni che ripetono se stessi nell’indecifrabilità di una “estenuante pignoleria” ( G. Ungaretti ). Questa è poesia, cuore del creato, hallelujah di sensi e di visione, cantico apocalittico per l’Epifania di ciò che è già qui nelle cose e nelle orme di tracce e frammenti, anche se “non ancora“.
Carmine Benincasa ha insegnato Storia della critica d'arte alla Facoltà di Architettura della Prima Università di Roma (La Sapienza) e di Storia dell'arte a Firenze.
Ha pubblicato numerosi saggi, articoli, monografie sui principali autori dell'arte contemporanea.
grafica accompagnata da
poesie inedite di Adonis
Con il contributo di Ente Cassa di Risparmio di Firenze
Associazione Amici dell’Istituto francese di Firenze
Comune di Castelraimondo, Assessorato alla Cultura
Testo critico Carmine Benincasa
Paolo Gubinelli ha sviluppato un progetto grafico di opere su carta, incise e acquerellate, accompagnate da poesie del grande Adonis, fin’ora inedite in lingua italiana, che presenterà all’Istituto francese di piazza Ognissanti dal 22 gennaio al 22 febbraio 2009, ingresso libero.
Raccolto all’interno di antiche bacheche di legno il nucleo dell’esposizione è composto da 16 opere su carta che commentano visivamente altrettante opere di Adonis. Alla nuova produzione Gubinelli affiancherà una mostra antologica che va dagli anni 70 ad oggi, dalle carte bianche incise e piegate alle carte trasparenti, alle carte incise acquerellate.
“Nel 2007 - racconta Gubinelli - ho inviato ad Adonis alcuni miei volumi chiedendogli delle poesie da inserirvi, che accompagnassero le mie opere. Adonis mi chiamò dicendomi che era interessato al mio lavoro e che avrebbe telefonato al suo traduttore Fawzi Al Delmi per regalarmi 16 poesie, ancora inedite nella nostra lingua, che sono ora presenti in mostra e stampate nel catalogo. L'idea di accostamento della mia opera con la poesia di Adonis nasce dalla mia personale attenzione alla lirica musicale che ha fatto sì che molti altri poeti mi donassero poesie inedite; la mia opera e' astrazione lirica, una poesia non verbale, che i poeti completano con la loro parola.“
La mostra è accompagnata da un ricco catalogo che accoglie un'antologia critica dei più grandi critici d'arte che hanno scritto negli anni sulla sua opera; il compendio si apre con l’intervento di Giulio Carlo Argan e prosegue con Giovanni Maria Accame, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Vanni Bramanti, Carmine Benincasa, Luciano Caramel, Claudio Cerritelli, Enrico Crispolti, Bruno Corà, Giorgio Cortenova, Roberto Daolio, Angelo Dragone, Paolo Fossati, Alberto Fiz, Francesco Gallo, Mario Luzi, Lara Vinca Masini, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmigiani, Pierre Restany, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.
Paolo Gubinelli, nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l'Istituto d'arte di Macerata e continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura. Giovanissimo scopre l'importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un'intesa di idee con gli artisti e architetti: Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Umberto Peschi, Emilio Scanavino, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero.
Nella sua attività artistica Gubinelli è andato molto presto maturando un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni. In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell'ambiente o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni diventano i segni di una poesia non verbale. Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, giunge all’utilizzo di pastelli colorati che si accostano ad incisioni appena avvertibili; oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni acquerellati acquistando una più intima densità di significati. Gubinelli ha realizzato anche opere su ceramica e libri d’artista con opere accompagnate dai maggiori poeti ed.
Adonis. Nato nel 1930 a Kassabìn in Siria, vive da vent’anni a Parigi. E’ uno fra i maggiori poeti arabi viventi. La sua vasta produzione letteraria ha ottenuto da tempo un ampio riconoscimento a livello internazionale. Poeta, ma anche saggista, critico letterario nonché instancabile ricercatore e studioso della tradizione culturale araba e di quella poetica in particolare, Adonis ha costruito in più di trent’anni un’opera meditativa e lirica che attinge a tutte le fonti e tenta l’osmosi fra tradizione e modernità, oriente e occidente, attraverso incessanti variazioni della forma e un interrogativo adorno del riverbero dei sensi e dello spirito. Profondo conoscitore della cultura occidentale, ha tradotto numerosi poeti, tra i quali Saint-John Perse, Yves Bonnefoy e, recentemente, le Metamorfosi di Ovidio. Ha fondato le riviste Shi’r (Poesia), 1956, e Mawaqif (Opinioni), 1968, importanti tribune che hanno contribuito al rinnovamento letterario nel modo arabo.
In Italia sono uscite le seguenti sue opere:
Introduzione alla poetica araba (Marietti Genova 1992)
Desiderio che avanza nelle mappe della materia
(Ed. San Marco dei Giustiniani – Genova 1997)
Libro delle metamorfosi (Fondazione Piazzolla – Roma 1998)
Memoria del vento (Ugo Guanda Editore 1998)
Nella pietra e nel vento (Mesogea – Messina 1999)
Siggil (Interlinea Edizioni – Novara 2000)
La preghiera e la spada (Ugo Guanda Editore 2002)
100 Poesie d’amore (Ugo Guanda Editore 2003)
Il libro delle metamorfosi e della migrazione nelle regioni del giorno e della notte (Mondadori 04)
La balena azzurra – saggi (Ugo Guanda Editore 2005)
Oceano nero – saggi (Ugo Guanda Editore 2006)
Catalogo
La mostra è accompagnata da un catalogo (ed. grafostil, 2008) realizzato in occasione dell’esposizione al Castello di Lanciano, Comune di Castelraimondo (15 marzo / 25 maggio 2008). Le opere sono le stesse della mostra all’Istituto francese, ad eccezione delle ceramiche, esposte separatamente (Firenze, Palazzo Pitti, dal 15 ottobre 2008 al 04 gennaio 2009). ll catalogo contiene un’antologia critica con interventi di Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Vanni Bramanti, Carmine Benincasa, Luciano Caramel, Claudio Cerritelli, Enrico Crispolti, Bruno Corà, Giorgio Cortenova, Roberto Daolio, Angelo Dragone, Paolo Fossati, Alberto Fiz, Francesco Gallo, Mario Luzi, Lara Vinca Masini, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmigiani, Pierre Restany, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.
Informazioni
Palazzo Lenzi Piazza Ognissanti 2, 50123 Firenze
Apertura dal 22 gennaio al 22 febbraio 2009
Orari: lun/ven 10h/18h - Ingresso libero
T 055 2718801 – www.istitutofrancese.it
Infostampa
Francesca Ristori 055 2718801 / 348 6106610
cultura@istitutofrancese.it
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Testo critico di Carmine Benincasa
Il regno dei colori non è una giostra di disordine. È rigore, esprit de géométrie, quando questa è totalità di esprit de finesse, quando la geometria è pienezza di poesia. Il colore è desiderio e mistero. E’ risveglio del mondo e della coscienza del mondo. Il colore è Gloria del mondo, è splendore della realtà della Luce. Il colore è aritmetica profondamente segreta, è armonia e scompiglio, è disperazione nel cammino ed è estasi nel compimento. E’ concerto ininterrotto ed è musica silenziosa, è il tempo delle cose e stazione della storia. L’ amico
J. Guitton scriveva: “alla fine della mia vita, credo che per afferrare il mistero ultimo la pittura sia superiore alla musica. Solo la pittura permette di indovinare ciò che sarà il tempo, quando la successione sarà scomparsa e tutto diverrà simultaneo”.
Tutto questo mi volteggia all’orizzonte della coscienza ogni volta che guardo la litania ininterrotta di un’opera di Paolo Gubinelli. La sua opera è liturgia gregoriana nella cattedrale gotica di questo tempo “arido e secco” ( T.S. Eliot ). Nella sua opera l’occhio non smette di guardare sguardi che scorrono invisibili nello scivolare di uno spazio attorcigliato nel tempo presente. E’ un mistero silenzioso di un colloquio, è comunione tra presente ed eterno. La sua opera è mistero dell’essere.
Dalla fine del Medioevo, osservava il filosofo J. Guitton, la filosofia si è afferrata allo spirito. È arrivato il momento di riscoprire l’essere.
La pittura di P. Klee e di Gubinelli e la più alta poesia del XX° secolo ( da T.S. Eliot a E. Montale a Kavafis Adonis e altri ) mi mettono in presenza delle cose stesse, della realtà, dello stupore del vero. In Gubinelli la pittura ricerca la presenza delle cose stesse.
“Passerai le mura delle ferite”, scrive Adonis in un frammento. E ancora “Quando e come un’ala diventa varco per il passaggio?”. Questo, e oltre, è l’opera estenuante, fino al grido ultimo, di Gubinelli. Che conduce oltre ogni ferita acerba e lacerante fino al paesaggio della pace, dell’hallelujah del Maranatha . È gioco saltellante e amaro, “gioco di delizia… i giocatori si lasciano trasportare dalle passioni” ( Ali Ahamad Said Adonis ).
Come scrive H.G. Gadamer in Wahrheit und Methode “il gioco gioca i giocatori” e presuppone “leggerezza e abbandono”. Proprio come i segni di questa inedita pittura ininterminabile di P. Gubinelli. E in questo frammento di Adonis si identifica incondizionatamente tutta l’opera di P. Gubinelli : “L’infanzia è luce… Proseguo il cammino lungo una via che non so dove porta”.
“Il tronco del pioppo… un giorno diventerà cenere, quasi lo vedo come un fuoco spento”, scrive Adonis. E in effetti “dov’è il fuoco?” si domanda E. Jabès.
“Sotto la cenere” risponde e continua “dov’è Dio ?... sotto la cenere ”. E in Gubinelli la luce è sotto la reiterata malinconia di segni che ripetono se stessi nell’indecifrabilità di una “estenuante pignoleria” ( G. Ungaretti ). Questa è poesia, cuore del creato, hallelujah di sensi e di visione, cantico apocalittico per l’Epifania di ciò che è già qui nelle cose e nelle orme di tracce e frammenti, anche se “non ancora“.
Carmine Benincasa ha insegnato Storia della critica d'arte alla Facoltà di Architettura della Prima Università di Roma (La Sapienza) e di Storia dell'arte a Firenze.
Ha pubblicato numerosi saggi, articoli, monografie sui principali autori dell'arte contemporanea.
22
gennaio 2009
Paolo Gubinelli – Opera grafica
Dal 22 gennaio al 22 marzo 2009
disegno e grafica
Location
PALAZZO LENZI – ISTITUTO FRANCESE DI FIRENZE
Firenze, Piazza D'ognissanti, 2, (Firenze)
Firenze, Piazza D'ognissanti, 2, (Firenze)
Orario di apertura
lun/ven: 10-18
Vernissage
22 Gennaio 2009, ore 18
Autore