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Paolo Icaro – Su misura
L’esposizione si compone complessivamente di tre nuclei di opere “linea d’equilibrio”, “forme e linee tese”, “artificio naturale” che, pur sostanzialmente diversi, sono in qualche modo complementari e danno vita a una mostra, che è concepita e si percepisce come un’unica scultura.
Comunicato stampa
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La mostra che Paolo Icaro allestisce alla galleria Il Ponte è denominata su misura, perché ideata e realizzata sulla base delle possibilità e suggestioni offerte all'artista da questi spazi al suo lavoro.
«Nel pensiero di Icaro il concetto del misurare scrive Mauro Panzera ha sempre avuto un posto privilegiato...Ma la vicinanza in cui Icaro pone direttamente il proprio corpo nel rapporto col mondo, questo stare a ridosso è impatto drammatico. E’ segnale che uno spazio per l’uomo è perduto. Allora il misurare si fa, da universale quale classicamente era, un accidente...»: «...misurare non è necessariamente un dato omologato e oggettivo, ma anche il nostro esserci nel mondo, è la misura del rapporto di ognuno col proprio destino...» dice Paolo Icaro in Conversazione con Lara Conte.
L’esposizione si compone complessivamente di tre nuclei di opere "linea d’equilibrio", "forme e linee tese", "artificio naturale" che, pur sostanzialmente diversi, sono in qualche modo complementari e danno vita a una mostra, che è concepita e si percepisce come un’unica scultura.
Scultura «...che riprendendo le parole di Ludovico Pratesi per l’artista è uno spazio aperto, misurabile e quindi percorribile dallo spettatore, che lo percepisce nella sua essenza di luogo mentale, al di là di ogni fascinazione per i materiali in sé, come invece accade per i poveristi. E’ una scultura intesa come territorio esperienziale, a differenza di quanto ritenevano i minimalisti...» .
Torinese classe '36, con alle spalle studi musicali e la frequentazione della Facoltà di Lettere, dopo l'apprendistato presso lo studio di Mastroianni, Paolo Icaro nel 1960 si trasferisce a Roma, dove presenta la prima personale alla Galleria Schneider. Pur conservando i suoi collegamenti con l'Italia, dal 1966 al 1968 si trasferisce a New York . Nel '67 tiene una personale a La Tartaruga di Roma e partecipa a Arte Povera–Im Spazio a La Bertesca di Genova, curata da Germano Celant, presentando una prima opera della serie Gabbie, strutture metalliche dove la scultura diventa luogo, crea spazio. Continua a lavorare in Italia, Genova (La Bertesca, Faredisfarerifareevedere, dove espone tra le altre opere Cuborto) e all'estero, Amsterdam (Stedelijk Museum), Berna (Kunsthalle). Negli anni Settanta e Ottanta, dopo un ulteriore trasferimento negli Stati Uniti (1971), l'artista continua il proprio lavoro con importanti personali nella Galleria Massimo Minini di Brescia (1978, 1989) e alla Jack Tilton Gallery di New York (1985, 1989). Nel 1982, nuovamente in Italia, il PAC di Milano gli organizza una retrospettiva dove espone le sue ultime opere in gesso. Nel 1991 si trasferisce a Pesaro e nel 1995 Danilo Eccher presenta una sua antologica alla Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Trento. In questi anni partecipa a numerose collettive, cui si avvicendano personali in spazi pubblici e privati, tra i quali Palazzina dei Giardini di Modena presentata da Pier Giovanni Castagnoli e Dore Ashton (1987), Galleria Lorenzelli Arte di Milano (2006), XXV Biennale di Scultura di Gubbio e Moderna Museet di Stoccolma (2008). Nel 2009 Ludovico Pratesi presenta la sua Biografia Ideale nel Centro Arti Visive Pescheria, di Pesaro, l'anno successivo espone 15 stele 15, curata da Lara Conte, presso la Galleria Niccoli di Parma e nel 2011 su misura alla Galleria Il Ponte di Firenze a cura di Mauro Panzera.
«Nel pensiero di Icaro il concetto del misurare scrive Mauro Panzera ha sempre avuto un posto privilegiato...Ma la vicinanza in cui Icaro pone direttamente il proprio corpo nel rapporto col mondo, questo stare a ridosso è impatto drammatico. E’ segnale che uno spazio per l’uomo è perduto. Allora il misurare si fa, da universale quale classicamente era, un accidente...»: «...misurare non è necessariamente un dato omologato e oggettivo, ma anche il nostro esserci nel mondo, è la misura del rapporto di ognuno col proprio destino...» dice Paolo Icaro in Conversazione con Lara Conte.
L’esposizione si compone complessivamente di tre nuclei di opere "linea d’equilibrio", "forme e linee tese", "artificio naturale" che, pur sostanzialmente diversi, sono in qualche modo complementari e danno vita a una mostra, che è concepita e si percepisce come un’unica scultura.
Scultura «...che riprendendo le parole di Ludovico Pratesi per l’artista è uno spazio aperto, misurabile e quindi percorribile dallo spettatore, che lo percepisce nella sua essenza di luogo mentale, al di là di ogni fascinazione per i materiali in sé, come invece accade per i poveristi. E’ una scultura intesa come territorio esperienziale, a differenza di quanto ritenevano i minimalisti...» .
Torinese classe '36, con alle spalle studi musicali e la frequentazione della Facoltà di Lettere, dopo l'apprendistato presso lo studio di Mastroianni, Paolo Icaro nel 1960 si trasferisce a Roma, dove presenta la prima personale alla Galleria Schneider. Pur conservando i suoi collegamenti con l'Italia, dal 1966 al 1968 si trasferisce a New York . Nel '67 tiene una personale a La Tartaruga di Roma e partecipa a Arte Povera–Im Spazio a La Bertesca di Genova, curata da Germano Celant, presentando una prima opera della serie Gabbie, strutture metalliche dove la scultura diventa luogo, crea spazio. Continua a lavorare in Italia, Genova (La Bertesca, Faredisfarerifareevedere, dove espone tra le altre opere Cuborto) e all'estero, Amsterdam (Stedelijk Museum), Berna (Kunsthalle). Negli anni Settanta e Ottanta, dopo un ulteriore trasferimento negli Stati Uniti (1971), l'artista continua il proprio lavoro con importanti personali nella Galleria Massimo Minini di Brescia (1978, 1989) e alla Jack Tilton Gallery di New York (1985, 1989). Nel 1982, nuovamente in Italia, il PAC di Milano gli organizza una retrospettiva dove espone le sue ultime opere in gesso. Nel 1991 si trasferisce a Pesaro e nel 1995 Danilo Eccher presenta una sua antologica alla Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Trento. In questi anni partecipa a numerose collettive, cui si avvicendano personali in spazi pubblici e privati, tra i quali Palazzina dei Giardini di Modena presentata da Pier Giovanni Castagnoli e Dore Ashton (1987), Galleria Lorenzelli Arte di Milano (2006), XXV Biennale di Scultura di Gubbio e Moderna Museet di Stoccolma (2008). Nel 2009 Ludovico Pratesi presenta la sua Biografia Ideale nel Centro Arti Visive Pescheria, di Pesaro, l'anno successivo espone 15 stele 15, curata da Lara Conte, presso la Galleria Niccoli di Parma e nel 2011 su misura alla Galleria Il Ponte di Firenze a cura di Mauro Panzera.
06
maggio 2011
Paolo Icaro – Su misura
Dal 06 maggio al 22 luglio 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA IL PONTE
Firenze, Via Di Mezzo, 42/B, (Firenze)
Firenze, Via Di Mezzo, 42/B, (Firenze)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 15:30-19:00
Vernissage
6 Maggio 2011, ore 18:30
Autore
Curatore