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Paolo Liaci – Un mio punto di vista
La personale Paolo Liaci (Milano, 1952) dal titolo “Un mio punto di vista” raccoglie la produzione più significativa del fotografo, insignito dell’Ambrogino d’Oro nel 2019, che ha fatto di Milano il soggetto d’elezione dei suoi scatti.
Comunicato stampa
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Spazio Kryptos è lieta di presentare, dal 1 al 20 dicembre 2022, la personale di Paolo Liaci “Un mio punto di vista”, a cura di Francesca Interlenghi e con il sostegno di Rotary Club Milano. Il progetto espositivo nasce dalla volontà di supportare l’Associazione di Volontariato City Angels, alla quale verrà devoluto in beneficenza parte del ricavato della vendita delle foto.
Paolo Liaci (Milano, 1952) è un fotografo attivo in ambito internazionale, autore di importanti mostre fotografiche multimediali e interdisciplinari, che hanno trovato ampio riscontro di critica e pubblico. Nel 2019 è stato insignito dell’Ambrogio d’Oro, non soltanto per aver dedicato a Milano numerose mostre e volumi ma anche perché, affascinato dalla medicina, ha realizzato reportage fotografici e documentari all’interno dei reparti ospedalieri e nelle sale operatorie degli ospedali milanesi e per il suo grande interesse per il sociale, che lo ha portato a compiere viaggi fotografici nel mondo della disabilità e tra le persone senza fissa dimora, con immagini di grande impatto emotivo.
Sebbene abbia realizzato molti servizi all’estero come fotoreporter, lavorando in Russia, Indonesia, Sud America ed Egitto, la sua città natale rimane uno dei soggetti d’elezione dei suoi scatti, oggetto di un’indagine capace di restituirla sempre diversa, avvolta dalle nuvole o dall’acqua, sorpresa nella luce viola del tramonto o quando fa capolino dalle intricate griglie prospettiche del Museo del ‘900.
La mostra, che si sviluppa su entrambi gli spazi della galleria, presenta al piano superiore 22 immagini di medie dimensioni che hanno per protagonista il Duomo, monumento iconico del capoluogo lombardo, colto da diverse prospettive e in diversi momenti storici, dal primo lockdown italiano a ritroso fino alla grande nevicata del 1985.
Scrive la curatrice Interlenghi nel testo critico che accompagna il progetto espositivo: «Il carattere reportagistico della fotografia di Liaci, che la rende uno strumento di fissaggio per le immagini, ha inizio proprio dallo spaesamento e dallo stupore dinnanzi all’esistente: la città e i suoi elementi iconici, il Duomo tra tutti, ma anche lo stadio di San Siro o i Navigli. Una geografia del reale filtrata da uno sguardo che favorisce il naturale entusiasmo verso la bellezza, quella che si innerva tra le pieghe dell’architettura urbana e che il fotografo traduce in un campo metamorfico accessibile al pubblico.»
Il percorso prosegue al piano inferiore della galleria dove, con un allestimento costruito sul modello della quadreria, sono esposte 31 immagini di piccole dimensioni, frammenti autosufficienti che, riuniti insieme, rendono conto della coerenza stilistica di Liaci. Miniature che cristallizzano scorci cittadini, porzioni di natura e oggetti, ma anche sorprendenti momenti di empatia e generosità tra le persone.
Conclude Interlenghi: «Liaci non trascura la questione della vulnerabilità sociale che intacca sempre più il tessuto cittadino. Questo rendersi invisibile della vulnerabilità, questo suo mimetizzarsi nel paesaggio urbano, è il prodotto di una volontà di rimuovere che il fotografo contrasta con le immagini che documentano il lavoro dei City Angels, l’associazione di volontariato nata nel 1994 a Milano per iniziativa di Mario Furlan, a cui verrà devoluto parte del ricavato della vendita delle foto di questo progetto espositivo. Documentando al contempo quello slancio comunitario rigeneratore che solo ci mette in contatto con noi stessi e con il mondo aperto degli altri.»
Paolo Liaci (Milano, 1952) è un fotografo attivo in ambito internazionale, autore di importanti mostre fotografiche multimediali e interdisciplinari, che hanno trovato ampio riscontro di critica e pubblico. Nel 2019 è stato insignito dell’Ambrogio d’Oro, non soltanto per aver dedicato a Milano numerose mostre e volumi ma anche perché, affascinato dalla medicina, ha realizzato reportage fotografici e documentari all’interno dei reparti ospedalieri e nelle sale operatorie degli ospedali milanesi e per il suo grande interesse per il sociale, che lo ha portato a compiere viaggi fotografici nel mondo della disabilità e tra le persone senza fissa dimora, con immagini di grande impatto emotivo.
Sebbene abbia realizzato molti servizi all’estero come fotoreporter, lavorando in Russia, Indonesia, Sud America ed Egitto, la sua città natale rimane uno dei soggetti d’elezione dei suoi scatti, oggetto di un’indagine capace di restituirla sempre diversa, avvolta dalle nuvole o dall’acqua, sorpresa nella luce viola del tramonto o quando fa capolino dalle intricate griglie prospettiche del Museo del ‘900.
La mostra, che si sviluppa su entrambi gli spazi della galleria, presenta al piano superiore 22 immagini di medie dimensioni che hanno per protagonista il Duomo, monumento iconico del capoluogo lombardo, colto da diverse prospettive e in diversi momenti storici, dal primo lockdown italiano a ritroso fino alla grande nevicata del 1985.
Scrive la curatrice Interlenghi nel testo critico che accompagna il progetto espositivo: «Il carattere reportagistico della fotografia di Liaci, che la rende uno strumento di fissaggio per le immagini, ha inizio proprio dallo spaesamento e dallo stupore dinnanzi all’esistente: la città e i suoi elementi iconici, il Duomo tra tutti, ma anche lo stadio di San Siro o i Navigli. Una geografia del reale filtrata da uno sguardo che favorisce il naturale entusiasmo verso la bellezza, quella che si innerva tra le pieghe dell’architettura urbana e che il fotografo traduce in un campo metamorfico accessibile al pubblico.»
Il percorso prosegue al piano inferiore della galleria dove, con un allestimento costruito sul modello della quadreria, sono esposte 31 immagini di piccole dimensioni, frammenti autosufficienti che, riuniti insieme, rendono conto della coerenza stilistica di Liaci. Miniature che cristallizzano scorci cittadini, porzioni di natura e oggetti, ma anche sorprendenti momenti di empatia e generosità tra le persone.
Conclude Interlenghi: «Liaci non trascura la questione della vulnerabilità sociale che intacca sempre più il tessuto cittadino. Questo rendersi invisibile della vulnerabilità, questo suo mimetizzarsi nel paesaggio urbano, è il prodotto di una volontà di rimuovere che il fotografo contrasta con le immagini che documentano il lavoro dei City Angels, l’associazione di volontariato nata nel 1994 a Milano per iniziativa di Mario Furlan, a cui verrà devoluto parte del ricavato della vendita delle foto di questo progetto espositivo. Documentando al contempo quello slancio comunitario rigeneratore che solo ci mette in contatto con noi stessi e con il mondo aperto degli altri.»
01
dicembre 2022
Paolo Liaci – Un mio punto di vista
Dal primo al 20 dicembre 2022
fotografia
Location
SPAZIO KRYPTOS
Milano, Via Panfilo Castaldi, 26, (Milano)
Milano, Via Panfilo Castaldi, 26, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 15.30-19
Vernissage
1 Dicembre 2022, 18.30
Autore
Curatore
Autore testo critico
Produzione organizzazione