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Paolo Manazza – Untitled
Conosciuto da tutti come intellettuale, scrittore e collaboratore da oltre vent’’anni del più importante quotidiano nazionale, Paolo Manazza è da sempre anche pittore e rivela, con questa serie di opere sorprendenti, che niente nasce dal caso
Comunicato stampa
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Questestate per un mese Paolo Manazza presenta alcuni dei suoi più recenti lavori pittorici presso le prestigiose stanze della galleria Robilant+Voena a Milano, in via Fontana 16. Conosciuto da tutti come intellettuale, scrittore e collaboratore da oltre ventanni del più importante quotidiano nazionale, Paolo Manazza è da sempre anche pittore e rivela, con questa serie di opere sorprendenti, che niente nasce dal caso.
Interrogato da Alan Jones, Paolo Manazza racconta: Un quadro è finito quando lo dice lui, anche con delle parti che rimangono apparentemente aperte. Fermarsi al momento giusto significa in sostanza cristallizzare limmagine e la composizione cromatica in un momento in cui è in grado di proiettare la massima intensità dellenergia formale. Ossia dare spazio a quella forma che apre le porte dellinvisibile. Ciò che voglio dire è che la misteriosa, inafferrabile qualità di ogni opera (quale che sia il suo contenuto, astratto o figurativo) è una qualità allusa da parole e termini vaghi come lirico o sublime. Come giustamente diceva de Kooning lo scopo della pittura è principalmente catturare il nulla di un quadro, 'la parte che non è raffigurata ma che è lì per via degli elementi che vi sono dipinti. Sì, credo sia proprio così."
Mentre Giandomenico di Marzio scrive che Paolo Manazza appartiene a quella generazione di artisti che ancora oggi, nel vasto mare dei nuovi linguaggi dell'arte contemporanea, si ostina a esplorare le infinite possibilità della pittura... La ricerca del colore solo in apparenza sulla scia dei grandi padri dell'espressionismo astratto, arriva a una dimensione più esistenziale e spirituale che incontra una parte integrante delle esigenze del nostro tempo... L'anima è un pianoforte... La mano dell'artista, nel caso di Manazza, tocca la voglia di giocare con la forza e la luminosità del pigmento per arrivare a un effetto mistico, sentimentale e trascendente... Un impegno verso la lezione di Mark Rothko: la rivelazione di emozioni assolute.
Per Massimo Mattioli, Paolo Manazza "fa tesoro della sua conoscenza dellEspressionismo astratto e del Color Field americani, ma poi torna alla sua personalissima indagine sulle possibilità illimitate della pittura. Il suo luogo evocativo alla fine sta nella vibrazione, giocata fra toni e timbri dei colori: è quella che instaura la comunicazione subliminale con losservatore
Questi recenti dipinti dai formati diversi - che saranno esposti per un mese da Robilant+Voena a Milano - esplorano il senso di sovrapposizione del colore - nel segno di tutti gli insegnamenti ricevuti dallInformale europeo e statunitense - alla ricerca di una personale e contemporanea visione.
I lavori di questo artista si inseriscono nel grande recupero della pittura, intesa come momento gestuale e primario, che ritroviamo oggi in numerose situazioni internazionali e che percorre sempre, come un fil rouge, la storia dell'arte recente da Helen Frankenthaler a Günther Förg. Paolo Manazza fa un uso del colore totalmente spregiudicato senza concedere nulla all'incertezza e ci racconta come uno sguardo della realtà cromaticamente interpretata sia l'unico possibile modo di vedere il mondo interno ed sterno.
Le tele di Paolo Manazza osserva Alan Jones nel catalogo della mostra sono distillate da un ceppo per molti anni rinnegato. Sono prodotte con criteri altamente raffinati che sfuggono la 'raffinatezza -nel senso peggiorativo del termine- ossia tutti quegli ingredienti retorici di moda e di appropriazione, reificazione, e riproduttività fotografica. Ogni dipinto prosegue Jones- è un soliloquio un dialogo tra lartista e il proprio sé, come le due parti di Bach, una traduzione simultanea nella lingua della pittura dove la composizione è la grammatica, e il colore è il vocabolario.
In occasione della mostra la galleria Robilant+Voena pubblica un catalogo di cento pagine con un saggio di Alan Jones e i contributi critici di Giandomenico Di Marzio e Massimo Mattioli.
Per informazioni: tel. +39 02 805 6179 info@robilantvoena.com
Date di apertura: 8 giugno 8 luglio 2016
inaugurazione della mostra:
UNTITLED
Paolo Manazza
Mercoledì 8 giugno, dalle ore 18.00
Galleria Robilant+Voena,
Milano, via Fontana 16
Ufficio stampa
Studio ESSECI Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499; gestione3@studioesseci.net
(Referente: Roberta Barbaro)
Interrogato da Alan Jones, Paolo Manazza racconta: Un quadro è finito quando lo dice lui, anche con delle parti che rimangono apparentemente aperte. Fermarsi al momento giusto significa in sostanza cristallizzare limmagine e la composizione cromatica in un momento in cui è in grado di proiettare la massima intensità dellenergia formale. Ossia dare spazio a quella forma che apre le porte dellinvisibile. Ciò che voglio dire è che la misteriosa, inafferrabile qualità di ogni opera (quale che sia il suo contenuto, astratto o figurativo) è una qualità allusa da parole e termini vaghi come lirico o sublime. Come giustamente diceva de Kooning lo scopo della pittura è principalmente catturare il nulla di un quadro, 'la parte che non è raffigurata ma che è lì per via degli elementi che vi sono dipinti. Sì, credo sia proprio così."
Mentre Giandomenico di Marzio scrive che Paolo Manazza appartiene a quella generazione di artisti che ancora oggi, nel vasto mare dei nuovi linguaggi dell'arte contemporanea, si ostina a esplorare le infinite possibilità della pittura... La ricerca del colore solo in apparenza sulla scia dei grandi padri dell'espressionismo astratto, arriva a una dimensione più esistenziale e spirituale che incontra una parte integrante delle esigenze del nostro tempo... L'anima è un pianoforte... La mano dell'artista, nel caso di Manazza, tocca la voglia di giocare con la forza e la luminosità del pigmento per arrivare a un effetto mistico, sentimentale e trascendente... Un impegno verso la lezione di Mark Rothko: la rivelazione di emozioni assolute.
Per Massimo Mattioli, Paolo Manazza "fa tesoro della sua conoscenza dellEspressionismo astratto e del Color Field americani, ma poi torna alla sua personalissima indagine sulle possibilità illimitate della pittura. Il suo luogo evocativo alla fine sta nella vibrazione, giocata fra toni e timbri dei colori: è quella che instaura la comunicazione subliminale con losservatore
Questi recenti dipinti dai formati diversi - che saranno esposti per un mese da Robilant+Voena a Milano - esplorano il senso di sovrapposizione del colore - nel segno di tutti gli insegnamenti ricevuti dallInformale europeo e statunitense - alla ricerca di una personale e contemporanea visione.
I lavori di questo artista si inseriscono nel grande recupero della pittura, intesa come momento gestuale e primario, che ritroviamo oggi in numerose situazioni internazionali e che percorre sempre, come un fil rouge, la storia dell'arte recente da Helen Frankenthaler a Günther Förg. Paolo Manazza fa un uso del colore totalmente spregiudicato senza concedere nulla all'incertezza e ci racconta come uno sguardo della realtà cromaticamente interpretata sia l'unico possibile modo di vedere il mondo interno ed sterno.
Le tele di Paolo Manazza osserva Alan Jones nel catalogo della mostra sono distillate da un ceppo per molti anni rinnegato. Sono prodotte con criteri altamente raffinati che sfuggono la 'raffinatezza -nel senso peggiorativo del termine- ossia tutti quegli ingredienti retorici di moda e di appropriazione, reificazione, e riproduttività fotografica. Ogni dipinto prosegue Jones- è un soliloquio un dialogo tra lartista e il proprio sé, come le due parti di Bach, una traduzione simultanea nella lingua della pittura dove la composizione è la grammatica, e il colore è il vocabolario.
In occasione della mostra la galleria Robilant+Voena pubblica un catalogo di cento pagine con un saggio di Alan Jones e i contributi critici di Giandomenico Di Marzio e Massimo Mattioli.
Per informazioni: tel. +39 02 805 6179 info@robilantvoena.com
Date di apertura: 8 giugno 8 luglio 2016
inaugurazione della mostra:
UNTITLED
Paolo Manazza
Mercoledì 8 giugno, dalle ore 18.00
Galleria Robilant+Voena,
Milano, via Fontana 16
Ufficio stampa
Studio ESSECI Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499; gestione3@studioesseci.net
(Referente: Roberta Barbaro)
08
giugno 2016
Paolo Manazza – Untitled
Dall'otto giugno all'otto luglio 2016
arte contemporanea
Location
GALLERIA ROBILANT+VOENA
Milano, Via Fontana, 16, (Milano)
Milano, Via Fontana, 16, (Milano)
Vernissage
8 Giugno 2016, h 18
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Autore