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Paolo Marino – Tracce dell’istante
Il colore acrilico per Paolo Marino s’impone su tutto, assoggettante contenitore di una coesione bilaterale tra espressionismo e astrattismo, agilità fluida e decisiva forza grezza; inizio e fine di un’energia cromatica ostile ad essere troppo governata, smanioso spingersi dell’artista verso una qua
Comunicato stampa
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Lavorato per ottenere una consistenza quasi palpabile, un portamento espressivo proporzionale ai millimetri di spessore che copre l'intero supporto. Il colore acrilico per Paolo Marino s'impone su tutto, assoggettante contenitore di una coesione bilaterale tra espressionismo e astrattismo, agilità fluida e decisiva forza grezza; inizio e fine di un'energia cromatica ostile ad essere troppo governata, smanioso spingersi dell'artista verso una qualità narrativa autonoma, estranea all'accanito ricorso di presupposti esperienziali. Marino infatti non nega alla propria pittura un andamento libero nell'occupazione complessiva del supporto stabilito, e il suo colore - così vulcanicamente “sparato” - non presta il fianco a remore, indecisioni o ripensamenti di alcun genere.
Così è, ma non del tutto. Esiste un altro dato per l'artista genovese, forse legato all'inquadratura fornitagli dall'aver conseguito una laurea in Architettura, o semplicemente dalla personale capacità - che alcuni artisti dimostrano più d'altri - nel contrarre visceralmente taluni temi espressivi di un astrattismo informale considerato su scala mondiale. Dato in mirabile controtendenza, per cui Marino immette e ammette nell'indeterminazione informale della propria pittura una sorta di regolarità, gestualità d'inflessione strutturale, ritmicamente studiata su un colore che, se in precedenza era corretto definire “sparato”, ora è “pensato” con lo scopo di auto-rigenerarsi all'interno di morfologie autenticamente segniche.
Marino gioca il jolly mostrando d'essere in grado di estendere morfologicamente il valore dei propri cromatismi, di processarli pittoricamente liberandoli secondo un'organicità mai traditrice dell'intimità del gesto creativo; stemperando anche la propria posizione espressionista sulle determinazioni addotte dal metodo Gutai, comprendendo in concreto il ruolo di ogni singola operazione pittorica. Altrimenti detta processo creativo, passo nella poetica di Marino non meno rilevante rispetto all'opera fatta e finita. (Testo critico a cura di Andrea Rossetti)
Così è, ma non del tutto. Esiste un altro dato per l'artista genovese, forse legato all'inquadratura fornitagli dall'aver conseguito una laurea in Architettura, o semplicemente dalla personale capacità - che alcuni artisti dimostrano più d'altri - nel contrarre visceralmente taluni temi espressivi di un astrattismo informale considerato su scala mondiale. Dato in mirabile controtendenza, per cui Marino immette e ammette nell'indeterminazione informale della propria pittura una sorta di regolarità, gestualità d'inflessione strutturale, ritmicamente studiata su un colore che, se in precedenza era corretto definire “sparato”, ora è “pensato” con lo scopo di auto-rigenerarsi all'interno di morfologie autenticamente segniche.
Marino gioca il jolly mostrando d'essere in grado di estendere morfologicamente il valore dei propri cromatismi, di processarli pittoricamente liberandoli secondo un'organicità mai traditrice dell'intimità del gesto creativo; stemperando anche la propria posizione espressionista sulle determinazioni addotte dal metodo Gutai, comprendendo in concreto il ruolo di ogni singola operazione pittorica. Altrimenti detta processo creativo, passo nella poetica di Marino non meno rilevante rispetto all'opera fatta e finita. (Testo critico a cura di Andrea Rossetti)
15
ottobre 2016
Paolo Marino – Tracce dell’istante
Dal 15 al 26 ottobre 2016
arte contemporanea
Location
SATURA – PALAZZO STELLA
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Orario di apertura
martedì a sabato ore 15-19
Vernissage
15 Ottobre 2016, 17.00
Autore
Curatore