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Paolo Mattioli – La settima mela
Mattioli teorico del Trans, Neo, Postismo “migra” da “Bologna a Bologna” per la seconda volta dopo una timida entré al circolo arci Sesto Senso nel 1998. Di Paolo Mattioli colpisce il suo sguardo stupito sulla pelle delle cose, le sue fatali butades che lasciano l’ascoltatore interdetto e talvolta imbarazzato.
Comunicato stampa
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Sabato 29 novembre 2003 alle ore 19, si terrà presso il concept bar Stile libero, via Lame 108 – Bologna – il sesto e ultimo appuntamento del ciclo Migrazioni: dislocazioni geografiche e azioni contemporanee, sei piccole mostre italiane dall’ovest chiamando il sud; con la personale di Paolo Mattioli: La settima mela.
Mattioli teorico del Trans, Neo, Postismo "migra" da "Bologna a Bologna" per la seconda volta dopo una timida entré al circolo arci Sesto Senso nel 1998. Di Paolo Mattioli colpisce il suo sguardo stupito sulla pelle delle cose, le sue fatali butades che lasciano l’ascoltatore interdetto e talvolta imbarazzato … poi la scoperta che questa limpidezza di pensiero e azione continua senza grinze nella produzione di immagini, di assemblaggi e spostamenti di senso, di motti visivi dalla matrice quasi Yiddish. Folate di poesia quotidiana lievemente poggiate sull’articolazione di un fotomontaggio, sull’interpolazione cromatica di uno scatto in digitale. Lo staff di Migrazioni si congeda momentaneamente con la mostra di questo giovane creativo e con un party, a sigillo di un’esperienza che nessuno di noi si augura qui abbia termine. Nel salutarVi, Stile Libero, luogo che avvia a connotarsi sempre più come stazione di attraversamento e contaminazione di linguaggi contemporanei, complice per scelta e vocazione delle esperienze di artisti e performer esordienti, scelto proprio per questa ragione come prima vedetta di una perlustrazione di territori e "contenitori" atipici, disponibili a ospitare dissidenti e non dell’arte e a predisporre un circuito attivo di scambi e collaborazioni venture, Vi invita a seguire la programmazione futura che sarà ricca di sorprese. Un unico orizzonte per la pluralità delle voci: sperimentazione e mescolanza dei generi e delle esperienze in modalità riflessiva.
La settima mela
Quando conobbi Paolo Mattioli mi colpì il suo sguardo stupito sulla pelle delle cose, le sue fatali butades che lasciavano l’ascoltatore interdetto e talvolta imbarazzato … poi la scoperta che questa limpidezza di pensiero e azione continuava senza grinze nella produzione di immagini, di assemblaggi e spostamenti di senso, di motti visivi dalla matrice quasi Yiddish. Folate di poesia quotidiana lievemente poggiate sull’articolazione di un fotomontaggio, sull’interpolazione cromatica di uno scatto in digitale.
Il segno e il gesto, la buccia e il nocciolo, vi ricordate la relazione simbiotica fra fenomeno e noumeno? La mela di Kant funzionava per epifanie: mentre ci mostrava la sua lucida scorza ci lasciava misteriosamente intuire la sua densa sostanza interna; ma non era possibile tentare di sceverarne l’essenza vischiosa nascosta sotto l’armatura esteriore senza, peraltro, trasformare in fenomeno lo scheletro noumenico. Per restare puro noumeno, la nostra mela non deve subire le alterazioni proposte da Paolo Mattioli: non bisogna schiacciarla, dividerla, né rinvenirla dal suo antro buio in cruda nudità. Ma, una volta separate le due porzioni di frutto, nella metà della mela che ci tenta con un ritmo locutorio travolgente risiederà la gioia di vivere, la leggerezza, la fatale ironia mentre nella parte restante s’insinuerà la porzione avvelenata della conoscenza, la sezione mancante ad un impossibile intero .
La parola qui gioca allo scarto semantico – il settimo sigillo si metamorfizza in settima mela, parente per catastrofi da una parte del mondo vegetale, compreso quel fungo (atomico) disidratato e ben visibile nello scatto Melarmata , dall’altra del movimento apocalittico interpretato dai piccoli "souvenir" domestici - orchestrata da una grammatica fantastica che ne riassume e scatena i sotterranei e innumerevoli mezzi toni di senso, il tutto accelerato infine da una scansione clownesca eppure filosofica: la mela del peccato tenta se stessa, la meta del frutto della conoscenza è qui raffigurata da una vasta gamma di funzioni improbabili …
E come nei giochi di detonazione della logica fantastica e surreale cari a Gianni Rodari, da mela a meta da meta a metà…
M ezzo
E rmafrodito
L angue
A ltrove
che potrebbe equivalere alla favola platonica di una unità perfetta e autosufficiente, la cui armonia spezzata dagli dei invidiosi di tanta bellezza e potenza scatenò poi in quegli esseri amputati quali noi siamo, il senso di incompiuto che induce alla ricerca, la frattura speculare assopita in ogni tentativo di ricostruzione dell’origine. Le immagini si inseguono dentro questa griglia combinatoria surreale e coerentissima, la matrioska pur sorridendo è secata in due da un’ombra che la oscura parzialmente, e ci lascia impacciati davanti a tanta semplicità .
Tania Giuga-:)
Mattioli teorico del Trans, Neo, Postismo "migra" da "Bologna a Bologna" per la seconda volta dopo una timida entré al circolo arci Sesto Senso nel 1998. Di Paolo Mattioli colpisce il suo sguardo stupito sulla pelle delle cose, le sue fatali butades che lasciano l’ascoltatore interdetto e talvolta imbarazzato … poi la scoperta che questa limpidezza di pensiero e azione continua senza grinze nella produzione di immagini, di assemblaggi e spostamenti di senso, di motti visivi dalla matrice quasi Yiddish. Folate di poesia quotidiana lievemente poggiate sull’articolazione di un fotomontaggio, sull’interpolazione cromatica di uno scatto in digitale. Lo staff di Migrazioni si congeda momentaneamente con la mostra di questo giovane creativo e con un party, a sigillo di un’esperienza che nessuno di noi si augura qui abbia termine. Nel salutarVi, Stile Libero, luogo che avvia a connotarsi sempre più come stazione di attraversamento e contaminazione di linguaggi contemporanei, complice per scelta e vocazione delle esperienze di artisti e performer esordienti, scelto proprio per questa ragione come prima vedetta di una perlustrazione di territori e "contenitori" atipici, disponibili a ospitare dissidenti e non dell’arte e a predisporre un circuito attivo di scambi e collaborazioni venture, Vi invita a seguire la programmazione futura che sarà ricca di sorprese. Un unico orizzonte per la pluralità delle voci: sperimentazione e mescolanza dei generi e delle esperienze in modalità riflessiva.
La settima mela
Quando conobbi Paolo Mattioli mi colpì il suo sguardo stupito sulla pelle delle cose, le sue fatali butades che lasciavano l’ascoltatore interdetto e talvolta imbarazzato … poi la scoperta che questa limpidezza di pensiero e azione continuava senza grinze nella produzione di immagini, di assemblaggi e spostamenti di senso, di motti visivi dalla matrice quasi Yiddish. Folate di poesia quotidiana lievemente poggiate sull’articolazione di un fotomontaggio, sull’interpolazione cromatica di uno scatto in digitale.
Il segno e il gesto, la buccia e il nocciolo, vi ricordate la relazione simbiotica fra fenomeno e noumeno? La mela di Kant funzionava per epifanie: mentre ci mostrava la sua lucida scorza ci lasciava misteriosamente intuire la sua densa sostanza interna; ma non era possibile tentare di sceverarne l’essenza vischiosa nascosta sotto l’armatura esteriore senza, peraltro, trasformare in fenomeno lo scheletro noumenico. Per restare puro noumeno, la nostra mela non deve subire le alterazioni proposte da Paolo Mattioli: non bisogna schiacciarla, dividerla, né rinvenirla dal suo antro buio in cruda nudità. Ma, una volta separate le due porzioni di frutto, nella metà della mela che ci tenta con un ritmo locutorio travolgente risiederà la gioia di vivere, la leggerezza, la fatale ironia mentre nella parte restante s’insinuerà la porzione avvelenata della conoscenza, la sezione mancante ad un impossibile intero .
La parola qui gioca allo scarto semantico – il settimo sigillo si metamorfizza in settima mela, parente per catastrofi da una parte del mondo vegetale, compreso quel fungo (atomico) disidratato e ben visibile nello scatto Melarmata , dall’altra del movimento apocalittico interpretato dai piccoli "souvenir" domestici - orchestrata da una grammatica fantastica che ne riassume e scatena i sotterranei e innumerevoli mezzi toni di senso, il tutto accelerato infine da una scansione clownesca eppure filosofica: la mela del peccato tenta se stessa, la meta del frutto della conoscenza è qui raffigurata da una vasta gamma di funzioni improbabili …
E come nei giochi di detonazione della logica fantastica e surreale cari a Gianni Rodari, da mela a meta da meta a metà…
M ezzo
E rmafrodito
L angue
A ltrove
che potrebbe equivalere alla favola platonica di una unità perfetta e autosufficiente, la cui armonia spezzata dagli dei invidiosi di tanta bellezza e potenza scatenò poi in quegli esseri amputati quali noi siamo, il senso di incompiuto che induce alla ricerca, la frattura speculare assopita in ogni tentativo di ricostruzione dell’origine. Le immagini si inseguono dentro questa griglia combinatoria surreale e coerentissima, la matrioska pur sorridendo è secata in due da un’ombra che la oscura parzialmente, e ci lascia impacciati davanti a tanta semplicità .
Tania Giuga-:)
29
novembre 2003
Paolo Mattioli – La settima mela
Dal 29 novembre al 12 dicembre 2003
arte contemporanea
Location
STILE LIBERO CONCEPT BAR
Bologna, Via Lame, 108, (Bologna)
Bologna, Via Lame, 108, (Bologna)
Orario di apertura
21-24
Vernissage
29 Novembre 2003, ore 19