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Paolo Pessarelli – Reservoir. Opere
Quando l’economia diventa supporto dell’arte e quando l’arte riesce a dare un senso all’economia
Comunicato stampa
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Ogni uomo vive all’interno di un sistema di relazioni che comunica attraverso segnali standard derivanti dai processi di semplificazione: nel suo rapportarsi con tali segnali non fa che misurare continuamente la propria distonia rispetto ad essi.
Il mondo ha scelto di rinunciare ad un’enorme ricchezza di contributi mentre è fortemente impegnato ad amplificarne soltanto alcuni, a dismisura. In qualunque contesto prevalgono le regole della competizione, della lotta per essere prescelti fra mille; ciò impoverisce, distorce, forse compromette una visione autentica del sentire poichè il campione selezionato è il meno distonico rispetto agli standard e si porta dietro il germe dell’aggressività.
L’interazione con i risultati dei processi di semplificazione è il momento in cui ciascuno percepisce e registra il proprio rapportarsi ad un intero sistema di relazioni, di regole codificate: il sentire individuale si proietta sui segnali e vi si fonde originando combinazioni uniche, incomunicabili.
Ciò che rimane - la forma dei segnali standard - è un denominatore comune, evocatore universale di singoli istanti, simbolo di una complessità insondabile ma potentissima, capace di attrarre e di raccogliere una grande energia.
La mia ricerca è rivolta al riconoscimento, al recupero di tutta questa ricchezza ignorata; vuole affermare e ricordare l’esperienza unica degli individui, dei pensieri, delle emozioni e soprattutto dei luoghi e delle forme ove questo sentire si proietta, si deposita, viene dimenticato.
La difficoltà di comprensione che caratterizza l’arte può essere vista come un riflesso di questa complessità e di questa energia nascosta, della unicità di ogni-singolo-uomo di fronte ad un mondo standardizzato. Sotto questo aspetto la relazione fra lo sforzo di sintesi, di riduzione che si consuma nella realizzazione di un’opera (e che la rende enigmatica) ed il desiderio di comunicare che ne costituisce un presupposto essenziale mi appare meno paradossale.
….. le caratteristiche delle forme geometriche utilizzate nei miei lavori non nascono dall’idea di una riflessione sull’interazione del singolo con segnali standard; al contrario è quest’ultima idea che deve il proprio riconoscimento alla ricerca sulle forme e sulle modalità di rappresentazione delle stesse. Ad un certo punto mi è risultata evidente l’influenza della semplificazione geometrica e contemporaneamente ho compreso che il momento fondamentale, il nodo essenziale non era nella forma ma nell’incontro, nell’interazione con la stessa….
Paolo Pessarelli
Reservoir (*) / n. 1 a large natural or artificial lake used as a source of water supply. 2 a any natural or artificial receptacle esp. for or of fluid. b a place where fluid etc. collects. 3 a part of a machine etc. holding fluid. 4 (usu. foll. by of) a reserve or supply esp. of information. [F reservoir f. réserver RESERVE]
_______________
(*) da “The Concise Oxford Dictionary” (Oxford University Press)
Il mondo ha scelto di rinunciare ad un’enorme ricchezza di contributi mentre è fortemente impegnato ad amplificarne soltanto alcuni, a dismisura. In qualunque contesto prevalgono le regole della competizione, della lotta per essere prescelti fra mille; ciò impoverisce, distorce, forse compromette una visione autentica del sentire poichè il campione selezionato è il meno distonico rispetto agli standard e si porta dietro il germe dell’aggressività.
L’interazione con i risultati dei processi di semplificazione è il momento in cui ciascuno percepisce e registra il proprio rapportarsi ad un intero sistema di relazioni, di regole codificate: il sentire individuale si proietta sui segnali e vi si fonde originando combinazioni uniche, incomunicabili.
Ciò che rimane - la forma dei segnali standard - è un denominatore comune, evocatore universale di singoli istanti, simbolo di una complessità insondabile ma potentissima, capace di attrarre e di raccogliere una grande energia.
La mia ricerca è rivolta al riconoscimento, al recupero di tutta questa ricchezza ignorata; vuole affermare e ricordare l’esperienza unica degli individui, dei pensieri, delle emozioni e soprattutto dei luoghi e delle forme ove questo sentire si proietta, si deposita, viene dimenticato.
La difficoltà di comprensione che caratterizza l’arte può essere vista come un riflesso di questa complessità e di questa energia nascosta, della unicità di ogni-singolo-uomo di fronte ad un mondo standardizzato. Sotto questo aspetto la relazione fra lo sforzo di sintesi, di riduzione che si consuma nella realizzazione di un’opera (e che la rende enigmatica) ed il desiderio di comunicare che ne costituisce un presupposto essenziale mi appare meno paradossale.
….. le caratteristiche delle forme geometriche utilizzate nei miei lavori non nascono dall’idea di una riflessione sull’interazione del singolo con segnali standard; al contrario è quest’ultima idea che deve il proprio riconoscimento alla ricerca sulle forme e sulle modalità di rappresentazione delle stesse. Ad un certo punto mi è risultata evidente l’influenza della semplificazione geometrica e contemporaneamente ho compreso che il momento fondamentale, il nodo essenziale non era nella forma ma nell’incontro, nell’interazione con la stessa….
Paolo Pessarelli
Reservoir (*) / n. 1 a large natural or artificial lake used as a source of water supply. 2 a any natural or artificial receptacle esp. for or of fluid. b a place where fluid etc. collects. 3 a part of a machine etc. holding fluid. 4 (usu. foll. by of) a reserve or supply esp. of information. [F reservoir f. réserver RESERVE]
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(*) da “The Concise Oxford Dictionary” (Oxford University Press)
08
febbraio 2008
Paolo Pessarelli – Reservoir. Opere
Dall'otto febbraio al 07 marzo 2008
arte contemporanea
Location
DIECI.DUE!
Milano, Via Volvinio, 30, (Milano)
Milano, Via Volvinio, 30, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato
15,30 - 19 e su appuntamento
Autore
Curatore