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Paolo Pittoni – Istantanea
Polaroid maltrattate con una tecnica che consiste nel piegare, bruciare, graffiare l’originale positivo uscito dai rulli della fotocamera, nella fase in cui avviene lo sviluppo “immediato” oppure successivamente
Comunicato stampa
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"Romano, classe 1979, Paolo Pittoni è un fotografo sui generis. Silenzioso, schivo, disinteressato, va avanti per la sua strada in modo apparentemente casuale, ma con le idee invece chiare. Diplomato in direzione della fotografia a Cinecittà, ha fatto delle esperienze in campo documentaristico e cinematografico, il mimo e altri mestieri, ma sempre con una macchina fotografica accanto per dare sfogo al suo immaginario ed indagare sui temi che gli sono cari, la memoria, il lavoro umano, l'identità dell'uomo, la città.
…Polaroid 'maltrattate' con una tecnica che consiste nel piegare, bruciare, graffiare l'originale positivo uscito dai rulli della fotocamera, nella fase in cui avviene lo sviluppo 'immediato' oppure successivamente. In questo modo l'autore riesce sia a togliere temporalità al soggetto, sia oggettività, così da portarlo sul piano del sogno e di una memoria emozionata, che anche altri possono condividere. La Polaroid, prova obiettiva per eccellenza, cambia quindi la sua destinazione d'uso e si fa quasi materia del sognato. Nelle immagini di Paolo Pittoni, e sono state scattate di recente, abbiamo visto un viaggio in una Roma che non esiste, o che almeno non esiste più, come quando ci si reca in un luogo letterario, se ne (ri)cercano le suggestioni e non si trovano, forse perché non sono mai esistite. In queste fotografie le suggestioni invece ci sono, e sono quelle delle domeniche all'ippodromo delle Capannelle per le corse al galoppo, dei pini della Garbatella o di una rupe attorniata in realtà da raccordi stradali, di rovine archeologiche fra le quali potrebbe passeggiare Stendhal, di un fiume Tevere che è biondo solo di nome. Se non è nostalgia questa…
Eugenio Martorelli
"Fotografia Reflex" - marzo 2008
Polaroid 8-11.Un modo di fotografare che viene da lontano, che evoca i lontani anni in cui il computer era un pò star trek. Mille miglia di distanza dalla effimera velocità del digitale. Paolo Pittoni scieglie di usare una macchina Polaroid per raccontare la sua realtà. E ci racconta così di città vecchie, sgualcite come cartoline d'altri tempi, luoghi della memoria riconoscibili e sconosciuti, consunti dalla pioggia, dall'irruenza della natura, dalla strada che gli è passata sopra, invece che accanto.Il processo con cui si forma l'immagine è bloccato da eventi imperscrutabili, è storpiato da mille mani che desiderano impossessarsi contemporaneamente dello spazio e del tempo, di limitarli. Paolo allora scopre degli oggetti in un angolo: sono scarpe dalla foggia desueta, vasi, uccelli soprammobili e li trasforma in nature morte storpiate nel loro diventare altro, nel loro immolarsi quasi ad un volere pittorico. Improvvisamente tutto assume contorni sfocati, il passato si fa presente, pregno come una nuvola gonfia di tempesta in una notte di agosto. Il tempo non esiste, è tutto un trucco inventato dall'uomo, tutto è invece ricordo: ricordo di qualcosa che non si è vissuto, che non è mai cambiato,che non è davvero passato.
Fabiana Sargentini
Festival Internazionale di Roma - 2007
Biografia:_______________________________________________________
Paolo Pittoni
Paolo Pittoni vive e lavora a Roma dove è nato nel 1979, Diplomato in direzione della fotografia a Cinecittà nel 2003,ha fatto esperienza nel campo documentaristico e cinematografico.Nel 2004 è tornato alla fotografia per una ricerca personale sulla forma e sui temi a lui più cari: La memoria, il lavoro umano,l'identita e l'Uomo nel suo aspetto più intimo e personale.
…Polaroid 'maltrattate' con una tecnica che consiste nel piegare, bruciare, graffiare l'originale positivo uscito dai rulli della fotocamera, nella fase in cui avviene lo sviluppo 'immediato' oppure successivamente. In questo modo l'autore riesce sia a togliere temporalità al soggetto, sia oggettività, così da portarlo sul piano del sogno e di una memoria emozionata, che anche altri possono condividere. La Polaroid, prova obiettiva per eccellenza, cambia quindi la sua destinazione d'uso e si fa quasi materia del sognato. Nelle immagini di Paolo Pittoni, e sono state scattate di recente, abbiamo visto un viaggio in una Roma che non esiste, o che almeno non esiste più, come quando ci si reca in un luogo letterario, se ne (ri)cercano le suggestioni e non si trovano, forse perché non sono mai esistite. In queste fotografie le suggestioni invece ci sono, e sono quelle delle domeniche all'ippodromo delle Capannelle per le corse al galoppo, dei pini della Garbatella o di una rupe attorniata in realtà da raccordi stradali, di rovine archeologiche fra le quali potrebbe passeggiare Stendhal, di un fiume Tevere che è biondo solo di nome. Se non è nostalgia questa…
Eugenio Martorelli
"Fotografia Reflex" - marzo 2008
Polaroid 8-11.Un modo di fotografare che viene da lontano, che evoca i lontani anni in cui il computer era un pò star trek. Mille miglia di distanza dalla effimera velocità del digitale. Paolo Pittoni scieglie di usare una macchina Polaroid per raccontare la sua realtà. E ci racconta così di città vecchie, sgualcite come cartoline d'altri tempi, luoghi della memoria riconoscibili e sconosciuti, consunti dalla pioggia, dall'irruenza della natura, dalla strada che gli è passata sopra, invece che accanto.Il processo con cui si forma l'immagine è bloccato da eventi imperscrutabili, è storpiato da mille mani che desiderano impossessarsi contemporaneamente dello spazio e del tempo, di limitarli. Paolo allora scopre degli oggetti in un angolo: sono scarpe dalla foggia desueta, vasi, uccelli soprammobili e li trasforma in nature morte storpiate nel loro diventare altro, nel loro immolarsi quasi ad un volere pittorico. Improvvisamente tutto assume contorni sfocati, il passato si fa presente, pregno come una nuvola gonfia di tempesta in una notte di agosto. Il tempo non esiste, è tutto un trucco inventato dall'uomo, tutto è invece ricordo: ricordo di qualcosa che non si è vissuto, che non è mai cambiato,che non è davvero passato.
Fabiana Sargentini
Festival Internazionale di Roma - 2007
Biografia:_______________________________________________________
Paolo Pittoni
Paolo Pittoni vive e lavora a Roma dove è nato nel 1979, Diplomato in direzione della fotografia a Cinecittà nel 2003,ha fatto esperienza nel campo documentaristico e cinematografico.Nel 2004 è tornato alla fotografia per una ricerca personale sulla forma e sui temi a lui più cari: La memoria, il lavoro umano,l'identita e l'Uomo nel suo aspetto più intimo e personale.
06
aprile 2008
Paolo Pittoni – Istantanea
Dal 06 al 27 aprile 2008
fotografia
Location
MAS – MAMMUT ART SPACE
Catania, Via San Lorenzo, 20, (Catania)
Catania, Via San Lorenzo, 20, (Catania)
Orario di apertura
20.00 / 01.00 - spesso chiuso lunedì
Vernissage
6 Aprile 2008, ore 19.00
Sito web
www.istantaneafestival.com
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