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Paolo Sciancalepore tra reale e immaginario
In mostra oltre 25 dipinti, risultato della più recente ricerca pittorica dell’artista e una selezione di opere a carattere antologico.
Comunicato stampa
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Paolo Sciancalepore, nato a Molfetta (BA) nel 1955, dopo aver conseguito la Maturità artistica, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bari (corso di scenografia). Ha insegnato Arte e immagine nella Scuola Secondaria di Primo Grado e attualmente vive e lavora a Bisceglie (BT).
Il tempo del suo lavoro ha accolto, con la pittura e l’insegnamento, numerosi altri impegni ed interessi, sempre nel settore creativo: scenografie di spettacoli teatrali, illustrazione di libri di storia e letteratura, manifesti divulgativi di tradizioni locali, video documentari; più recentemente, ricerca e sperimentazione di nuovi strumenti informatici e tecnologici applicati all’arte, interessanti le “performance” dal titolo “Contaminazioni…tra musica e pittura”, realizzate in collaborazione con il “Trio Giuliani”, in varie sedi in Italia e all’estero.
Dal 1971 ad oggi ha tenuto numerose mostre personali e collettive riscuotendo premi e riconoscimenti.
Nel 1997 ha vinto la II edizione del “Premio di Pittura Carlo Dalla Zorza”, indetto dalla Galleria Ponte Rosso di Milano, cui hanno fatto seguito numerose mostre personali e collettive presso la stessa e in altre gallerie d’arte.
“Schiudere il sogno” di Carlo Adelio Galimberti
Con la pittura di Sciancalepore assistiamo alla possibilità di poter finalmente “vedere” i nostri sogni, che è quella attività che ci orienta, spesso a nostra insaputa, da quando abbiamo avuto la consapevolezza che la nostra ragione non è più sola nel determinare i nostri stati d’animo e i nostri propositi. E lo spettacolo è davvero persuasivo grazie alla maestria della sua pittura.
Nelle sue opere Sciancalepore affolla una miriade di simboli che suggestionano lo spettatore, realizzando quella feconda operazione che è propria dell’arte visiva: quella di affidare a ciascun spettatore significati personalissimi, tutti imprecisi e diversi, ma tutti validi per ciascuno.
È un intelligente invito ad evitare quell’oziosa domanda che spesso si sentono rivolgere gli artisti: «cosa ha voluto dire con la sua pittura?». Perché l’arte liberata dal suo artefice, si offre al riguardante sollecitandone la sensibilità e l’acutezza della riflessione per effetto di quella sospensione dalle nostre abitudini cui ci invita l’incanto della sua bellezza.
È un compito che la maestria pittorica di Sciancalepore ci suggerisce spiazzando le consuetudini figurative per offrirci improbabili scenari dalla caratteristica onirica, come nell’opera Perduranza ed anche in Affinità, invitandoci a
superare le sicurezze domestiche per aprirci agli entusiasmi che può produrre l’immersione in un sogno possibile sul mondo che ci circonda.
È per questo che Sciancalepore ci propone anche evocazioni mitiche come ne Il regno di Minosse, continuando così quel tragitto di favola col quale siamo soliti accompagnare il sonno dei piccoli, quasi un richiamo a riscoprire l’incanto e lo stupore dei bimbi. Perché è a quell’età che, a differenza di quella adulta, ancora alberga nel nostro animo il simbolico e l’immaginario, e non solo il reale.
I pittori, come i poeti, sono i custodi della soglia, e perciò Heidegger li chiama “i più arrischianti”. Significa che sanno sporgersi oltre l’ovvietà del vivere quotidiano per svelarci l’inedita bellezza di scenari possibili affinché ci suggeriscano l’idea che la nostra vita non sia solo un susseguirsi di ore predefinite, invitandoci a tradire la costrizione della monotonia dei giorni, per aprirci a possibili contaminazioni con la bellezza del mondo, trasformandoci da sedentari domestici in viandanti innamorati della bellezza, perché il mondo, ognuno di noi lo sa, va molto al di là dei confini delle nostre abitazioni, ed è pronto, col suo possibile incanto, a sfoderare tutta la sua seduzione.
Il tempo del suo lavoro ha accolto, con la pittura e l’insegnamento, numerosi altri impegni ed interessi, sempre nel settore creativo: scenografie di spettacoli teatrali, illustrazione di libri di storia e letteratura, manifesti divulgativi di tradizioni locali, video documentari; più recentemente, ricerca e sperimentazione di nuovi strumenti informatici e tecnologici applicati all’arte, interessanti le “performance” dal titolo “Contaminazioni…tra musica e pittura”, realizzate in collaborazione con il “Trio Giuliani”, in varie sedi in Italia e all’estero.
Dal 1971 ad oggi ha tenuto numerose mostre personali e collettive riscuotendo premi e riconoscimenti.
Nel 1997 ha vinto la II edizione del “Premio di Pittura Carlo Dalla Zorza”, indetto dalla Galleria Ponte Rosso di Milano, cui hanno fatto seguito numerose mostre personali e collettive presso la stessa e in altre gallerie d’arte.
“Schiudere il sogno” di Carlo Adelio Galimberti
Con la pittura di Sciancalepore assistiamo alla possibilità di poter finalmente “vedere” i nostri sogni, che è quella attività che ci orienta, spesso a nostra insaputa, da quando abbiamo avuto la consapevolezza che la nostra ragione non è più sola nel determinare i nostri stati d’animo e i nostri propositi. E lo spettacolo è davvero persuasivo grazie alla maestria della sua pittura.
Nelle sue opere Sciancalepore affolla una miriade di simboli che suggestionano lo spettatore, realizzando quella feconda operazione che è propria dell’arte visiva: quella di affidare a ciascun spettatore significati personalissimi, tutti imprecisi e diversi, ma tutti validi per ciascuno.
È un intelligente invito ad evitare quell’oziosa domanda che spesso si sentono rivolgere gli artisti: «cosa ha voluto dire con la sua pittura?». Perché l’arte liberata dal suo artefice, si offre al riguardante sollecitandone la sensibilità e l’acutezza della riflessione per effetto di quella sospensione dalle nostre abitudini cui ci invita l’incanto della sua bellezza.
È un compito che la maestria pittorica di Sciancalepore ci suggerisce spiazzando le consuetudini figurative per offrirci improbabili scenari dalla caratteristica onirica, come nell’opera Perduranza ed anche in Affinità, invitandoci a
superare le sicurezze domestiche per aprirci agli entusiasmi che può produrre l’immersione in un sogno possibile sul mondo che ci circonda.
È per questo che Sciancalepore ci propone anche evocazioni mitiche come ne Il regno di Minosse, continuando così quel tragitto di favola col quale siamo soliti accompagnare il sonno dei piccoli, quasi un richiamo a riscoprire l’incanto e lo stupore dei bimbi. Perché è a quell’età che, a differenza di quella adulta, ancora alberga nel nostro animo il simbolico e l’immaginario, e non solo il reale.
I pittori, come i poeti, sono i custodi della soglia, e perciò Heidegger li chiama “i più arrischianti”. Significa che sanno sporgersi oltre l’ovvietà del vivere quotidiano per svelarci l’inedita bellezza di scenari possibili affinché ci suggeriscano l’idea che la nostra vita non sia solo un susseguirsi di ore predefinite, invitandoci a tradire la costrizione della monotonia dei giorni, per aprirci a possibili contaminazioni con la bellezza del mondo, trasformandoci da sedentari domestici in viandanti innamorati della bellezza, perché il mondo, ognuno di noi lo sa, va molto al di là dei confini delle nostre abitazioni, ed è pronto, col suo possibile incanto, a sfoderare tutta la sua seduzione.
13
marzo 2024
Paolo Sciancalepore tra reale e immaginario
Dal 13 marzo al 06 aprile 2024
arte contemporanea
Location
GALLERIA PONTE ROSSO
Milano, Via Brera, 2, (Milano)
Milano, Via Brera, 2, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 11-13 e 15-19
Vernissage
13 Marzo 2024, dalle 18 alle 20
Autore
Autore testo critico