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Paolo Signorino – Rosa Rosae
Protagonista di questa esposizione sono decisamente le rose che il maestro Signorino ha reso da caduche ad eterne attraverso la sua pittura nel corso della sua lunga esperienza artistica ed eccole raffigurate, con numerose sfumature di colori, selvatiche, antiche, centifolie, canine e che, talvolta, si scompongono in cascate di petali evanescenti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Rosa Rosae
Paolo Signorino 1972 - 2012
direzione artistica
Bruno Mansi
Progetto espositivo
Luigi Mansi
Organizzazione
Archivio Ravello Arte Contemporanea
Archivio Ravello Arte Contemporanea
Via S.Francesco, Ravello (SA)
28 luglio – 06 settembre 2012
Inaugurazione sabato 28 luglio, ore 20.00
Comunicato stampa
Rosa Rosae è l’accattivante titolo della mostra dell’artista Paolo Signorino che sarà inaugurata
sabato 28 luglio, alle ore 20, presso lo spazio d’arte Archivio Ravello Arte Contemporanea, con
la direzione artistica dell’art promoter Bruno Mansi. Protagonista di questa esposizione sono
decisamente le rose che il maestro Signorino ha reso da caduche ad eterne attraverso la sua pittura
nel corso della sua lunga esperienza artistica ed eccole raffigurate, con numerose sfumature di
colori, selvatiche, antiche, centifolie, canine e che, talvolta, si scompongono in cascate di petali
evanescenti.
Da oltre quarant’anni, da un secolo all’altro, Paolo Signorino non smette di interrogare la natura
sempre sfuggente delle rose. Lo fa con sguardo e con mano di pittore ostinato, con la cura
paziente di chi, sulla carta o sulla tela, con la leggerezza affilata del disegno o con l’azzardo
spudorato del colore, prova ogni volta a fermare la verità istantanea di una visione che è di per
sé transitoria, inquieta, umorale. “Una sfida irrinunciabile, senza dubbio ambiziosa, che nella rosa
(nelle rose) riconosce la possibilità di una complicità sottile, - afferma il critico d’arte Stefania Zuliani
-, un’occasione di verifica ed, anche, un confortevole motivo di incertezza. Perché le rose che
da secoli abitano la letteratura di corte e le feste popolari, i tacuina sanitatis come pure le facili
canzonette di cui Proust – l’amatissimo Proust - ha tessuto, con perfetto snobismo, le lodi, hanno la
bellezza precaria e insuperabile dell’ibrido, del vivente che si trasforma nell’intelligenza dell’incontro,
trovando nell’ìnnesto , mai casuale, tra specie diverse, nutrimento e grazia provvisoria.
Così, disegnare dal vero il profilo indefinito di una rosa, tentare di restituirne per forza antichissima
di pittura il rigoglio squillante o lo struggimento del rapido trapasso, laica vanitas che non conosce
rimedio, è, certo, un esercizio di consolidato mestiere, ma è anche, assieme, una pratica di
riflessione e un gesto apotropaico. Perché la rosa, simbolo così denso da sfiorare il silenzio, è,
prima di ogni altra cosa, emblema di una caducità che non finisce, di una vita brevissima che
continuamente si rinnova, caduta e rinascita che non lascia margini all’elegia essendo piuttosto,
così almeno accade nei lavori di Paolo Signorino, affermazione costante, persino ossessiva, di
una vitalità che per un attimo conquista la forma e si manifesta in immagine, senza misteri e senza
infingimenti.
Signorino chiama per nome le sue rose, ricorda chi gliene ha fatto dono, in quale giardino o in quale
orto le ha incontrate, ogni foglio reca traccia, in petali e spine , di una storia singolare, di un dialogo,
di un’amicizia e di uno scambio, anche con lingue e culture sempre meno lontane e straniere. In
fondo, a tenere assieme quarant’anni di rose, còlte e quindi dipinte, è, al di là degli aspetti stilisti e
formali, soprattutto la continuità di una vicenda biografica che nell’esperienza quotidiana della pittura
ha saputo riconoscere il proprio movente e il proprio coltivato limite. Una pittura, e prima ancora
un disegno, immancabilmente dal vivo, e per questo fragili. E, proprio come una rosa, felicemente
impuri”.
Ufficio stampa: EvArt Comunicazione di Giovanna Dell’Isola cell. 339 3017395
https://www.facebook.com/#!/Event.Gio
Biografia
Paolo Signorino vive e lavora a Salerno e a Ravello. Ha partecipato a diverse collettive e mostre nazionali
con riconoscimenti e premi; tra questi: VIII PREMIO LARIO CADORAGO Como 1975; IX PREMIO LARIO
CADORAGO Como 1976; XV Biennale d’arte Nazionale Imola 1976. E’ stato invitato a partecipare alla 37°
Esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia Padiglione Italia Ambiente come sociale anno
1976; alla 54° Esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia per il 150° Anniversario dell’Unità
d’Italia Regioni a cura di Vittorio Sgarbi Pontecagnano Faiano dicembre 2011 - gennaio 2012.
Paolo Signorino 1972 - 2012
direzione artistica
Bruno Mansi
Progetto espositivo
Luigi Mansi
Organizzazione
Archivio Ravello Arte Contemporanea
Archivio Ravello Arte Contemporanea
Via S.Francesco, Ravello (SA)
28 luglio – 06 settembre 2012
Inaugurazione sabato 28 luglio, ore 20.00
Comunicato stampa
Rosa Rosae è l’accattivante titolo della mostra dell’artista Paolo Signorino che sarà inaugurata
sabato 28 luglio, alle ore 20, presso lo spazio d’arte Archivio Ravello Arte Contemporanea, con
la direzione artistica dell’art promoter Bruno Mansi. Protagonista di questa esposizione sono
decisamente le rose che il maestro Signorino ha reso da caduche ad eterne attraverso la sua pittura
nel corso della sua lunga esperienza artistica ed eccole raffigurate, con numerose sfumature di
colori, selvatiche, antiche, centifolie, canine e che, talvolta, si scompongono in cascate di petali
evanescenti.
Da oltre quarant’anni, da un secolo all’altro, Paolo Signorino non smette di interrogare la natura
sempre sfuggente delle rose. Lo fa con sguardo e con mano di pittore ostinato, con la cura
paziente di chi, sulla carta o sulla tela, con la leggerezza affilata del disegno o con l’azzardo
spudorato del colore, prova ogni volta a fermare la verità istantanea di una visione che è di per
sé transitoria, inquieta, umorale. “Una sfida irrinunciabile, senza dubbio ambiziosa, che nella rosa
(nelle rose) riconosce la possibilità di una complicità sottile, - afferma il critico d’arte Stefania Zuliani
-, un’occasione di verifica ed, anche, un confortevole motivo di incertezza. Perché le rose che
da secoli abitano la letteratura di corte e le feste popolari, i tacuina sanitatis come pure le facili
canzonette di cui Proust – l’amatissimo Proust - ha tessuto, con perfetto snobismo, le lodi, hanno la
bellezza precaria e insuperabile dell’ibrido, del vivente che si trasforma nell’intelligenza dell’incontro,
trovando nell’ìnnesto , mai casuale, tra specie diverse, nutrimento e grazia provvisoria.
Così, disegnare dal vero il profilo indefinito di una rosa, tentare di restituirne per forza antichissima
di pittura il rigoglio squillante o lo struggimento del rapido trapasso, laica vanitas che non conosce
rimedio, è, certo, un esercizio di consolidato mestiere, ma è anche, assieme, una pratica di
riflessione e un gesto apotropaico. Perché la rosa, simbolo così denso da sfiorare il silenzio, è,
prima di ogni altra cosa, emblema di una caducità che non finisce, di una vita brevissima che
continuamente si rinnova, caduta e rinascita che non lascia margini all’elegia essendo piuttosto,
così almeno accade nei lavori di Paolo Signorino, affermazione costante, persino ossessiva, di
una vitalità che per un attimo conquista la forma e si manifesta in immagine, senza misteri e senza
infingimenti.
Signorino chiama per nome le sue rose, ricorda chi gliene ha fatto dono, in quale giardino o in quale
orto le ha incontrate, ogni foglio reca traccia, in petali e spine , di una storia singolare, di un dialogo,
di un’amicizia e di uno scambio, anche con lingue e culture sempre meno lontane e straniere. In
fondo, a tenere assieme quarant’anni di rose, còlte e quindi dipinte, è, al di là degli aspetti stilisti e
formali, soprattutto la continuità di una vicenda biografica che nell’esperienza quotidiana della pittura
ha saputo riconoscere il proprio movente e il proprio coltivato limite. Una pittura, e prima ancora
un disegno, immancabilmente dal vivo, e per questo fragili. E, proprio come una rosa, felicemente
impuri”.
Ufficio stampa: EvArt Comunicazione di Giovanna Dell’Isola cell. 339 3017395
https://www.facebook.com/#!/Event.Gio
Biografia
Paolo Signorino vive e lavora a Salerno e a Ravello. Ha partecipato a diverse collettive e mostre nazionali
con riconoscimenti e premi; tra questi: VIII PREMIO LARIO CADORAGO Como 1975; IX PREMIO LARIO
CADORAGO Como 1976; XV Biennale d’arte Nazionale Imola 1976. E’ stato invitato a partecipare alla 37°
Esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia Padiglione Italia Ambiente come sociale anno
1976; alla 54° Esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia per il 150° Anniversario dell’Unità
d’Italia Regioni a cura di Vittorio Sgarbi Pontecagnano Faiano dicembre 2011 - gennaio 2012.
28
luglio 2012
Paolo Signorino – Rosa Rosae
Dal 28 luglio al 06 settembre 2012
arte contemporanea
Location
ARCHIVIO RAVELLO ARTE CONTEMPORANEA
Ravello, Via San Francesco, (Salerno)
Ravello, Via San Francesco, (Salerno)
Vernissage
28 Luglio 2012, ore 20
Autore