“Un bosco. Simbolo della vita, ma, nello stesso tempo, contenitore di segreti e paure. Custode dei misteri della nascita e della morte, questo luogo ha sempre sollecitato curiosità e paura. Paolo Tedeschi invita tutti noi a entrare proprio lì, conscio che lo faremo portandoci dietro dubbi e certezze naturalmente avvolti da timori ancestrali. Sconosciute presenze ci attendono; sinistri bagliori e ombre sconosciute accompagnano il nostro cammino il quale sembra seguire i binari dell’assurdo. Le immagini, lontane da un’immediata comprensione, si dipanano lentamente lasciando trasparire i primi turbamenti. A poco a poco ci rendiamo conto che siamo entrati nella metafora dell’esistenza: il bosco non è altro che l’artista stesso, con le emozioni e con le mille sfaccettature che lo contraddistinguono. Ma la provocazione continua: entrando nel suo lavoro, nel suo mondo, noi contemporaneamente penetriamo nel nostro e qui, finalmente, il mistero si svela. L’aspetto simbolico riporta in superficie la nostra essenza profonda aiutandoci a cancellare ogni formalismo della coscienza a favore di una vera e originaria comunicazione sensoriale senza la quale non è possibile abitare veramente il mondo né, tanto meno, pensarlo. Questo, in realtà, è il dono offerto da Paolo Tedeschi e se sapremo utilizzarlo, potremo ritornare a udire, vedere, sentire, riacquistando così il piacere e l’emozione di questa magia che non è altro che la vita.” (Fabrizio Boggiano )