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Paolo Ulian – La leggerezza delle intuizioni
L’esposizione traccia lo sviluppo sperimentale del designer, portando in primo piano i progetti che lo hanno reso famoso, e che compongono il racconto personale di chi crede che il buon design debba essere senza tempo e far riflettere attraverso l’ironia
Comunicato stampa
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Sabato 30 aprile alle ore 18.00 verrà inaugurata la rassegna antologica dedicata al designer italiano di fama internazionale Paolo Ulian. La mostra, a cura di Associazione culturale Imaginificat, sarà ospitata al Palazzo Mediceo di Seravezza (LU) fino al 29 maggio. La struttura - situata ai piedi delle Alpi Apuane ed a pochi passi da Pietrasanta - è da sempre sede di eventi prestigiosi e dal 2013 è stata riconosciuta dall'Unesco come patrimonio mondiale dell'umanità ed inserita nel “Sito seriale delle ville e giardini medicei della Toscana”.
L’esposizione dal titolo Paolo Ulian, la leggerezza delle intuizioni, nelle parole della curatrice Elisa Zannoni, traccia lo sviluppo sperimentale del designer, portando in primo piano i progetti che lo hanno reso famoso, e che compongono il racconto personale di chi crede che il buon design debba essere senza tempo e far riflettere attraverso l’ironia. “Paolo si vede come l’uomo-bambino che porta a spasso un palloncino che racchiude le sue idee”: questa è la suggestione che ha ispirato l’intero progetto.
Ulian, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Carrara ed all’Isia di Firenze, è considerato erede e ideale continuatore del fil rouge della creatività che parte da Castiglioni, Sottsass, Munari, Mari (di cui è stato assistente fino al 1992), e che ha rinnovato, con ironia, versatilità, sensibilità estetica ed anche etica l’insieme di oggetti che “popolano” il nostro quotidiano. Muovendosi con delicatezza e misura è capace di reinventare oggetti che fanno parte della memoria collettiva, portando a nuova vita materiali poveri e/o di scarto.
A proposito di lui Domitilla Dardi, curatrice del MAXXI di Roma, scrive nel testo inedito presente nella pubblicazione che accompagna la mostra: “Per diversi anni il design di Paolo Ulian è stato più riconosciuto all’estero che nel nostro paese e questa è già di per sé un’anomalia. Unico italiano presente nel collettivo olandese Droog Design, le principali riviste internazionali gli hanno dedicato copertine e articoli importanti, confermando il trito adagio del nemo propheta in patria. Si è avvicinato a campi tra i più disparati del progetto, toccando materie prime considerate anticonvenzionali come il cibo, quando ancora non si parlava di Food Design. I suoi progetti sono sempre stati messaggi in bottiglia che mandano segnali a chi è in grado di scoprirli. Il suo lessico non è urlato e violento, ma riflessivo. Eppure Paolo ha continuato a vivere nei suoi territori senza mai decidere di separarsene alla ricerca di nuova accoglienza.”
Nella sua presentazione Dardi pone l’accento anche sulla ricerca e la sperimentazione nel recupero dei materiali che Ulian conduce con un suo peculiare metodo fatto di intuizioni e riflessioni riguardo al contesto sociale, etico e ambientale:“Paolo diventa un maestro nel progettare attraverso lo scarto, utilizzando il negativo generato da un positivo. Il lavorare per via di levare di michelangiolesca memoria produce infatti non solo un positivo - la scultura - ma anche un materiale di risulta, che di solito non si considera. Ma per il designer quel materiale è oro puro. Egli riscopre allora una radice molto profonda e autoctona; l’incontro col marmo attiva una memoria che, con una maturità affatto diversa, lo fa avvicinare a una lezione squisitamente italiana. Mi piace definirlo il “genio del quinto quarto” e ha la sua analogia col campo culinario. D’altra parte al design piace la similitudine col mondo della cucina da molto prima che questa diventasse di moda e in entrambi i casi si tratta di processi, materie prime, strumenti di lavoro e dell’avanzare per tentativi.” […]“Nessuno come lui oggi in Italia - e forse anche oltre - sa lavorare con lo scarto e trasformarlo in un progetto sublime. Nel farlo egli non si limita a utilizzare il materiale attraverso il riciclo o il riuso, ma sfrutta il taglio del marmo come momento fondamentale del progetto. D’altra parte questa lezione l’ha appresa alla scuola di un grande maestro, Enzo Mari.”
Se si lega tutto questo alla migliore tradizione artigiana del nostro paese ne risultano creazioni emozionanti e riconoscibili, riconducibili ad un vissuto comune ma nel contempo adeguate ad essere collocate sul mercato internazionale, come la parete di pixel, realizzata con tasselli in marmo a base rettangolare grandi quanto un dito su cui Ulian interviene staccandone uno dopo l’altro così da creare un disegno. Oppure Introverso, il vaso in marmo bianco di Carrara che cela un altro vaso di forma differente da “liberare” attraverso l’uso di un martello.
Semplicità, naturalezza, pochi orpelli, molta sostanza: l’allestimento guida attraverso le dieci sale interne e gli spazi esterni di Palazzo Mediceo alla lettura storica e tematica della produzione di Ulian, accompagnando i visitatori in un percorso pieno di sorprese e suggestioni. La manifestazione deve la sua realizzazione anche al sostegno di alcune tra le più importanti aziende del Made in Italy, tra cui Valcucine Spa, Driade, Paola Lenti srl, Schiffini, Bonacina1889, Ceccotticollezioni, Danese e Artemide, Roda, Bufalini marmi, Archimek, Le Fablier, Giulio Vanelli Marmi, Sanlorenzoyacht, G.I.A.D.A. srl, Zava, Carraradesignfactory, Alpha marmi.
Inaugurazione: 30 aprile 2016 alle ore 18.00 a Palazzo Mediceo-Viale Leonetto Amadei, 230 - 55047 Seravezza (LU)
Apertura: giovedì-domenica ore 16.00-20.00
Date: dal 30 aprile al 29 maggio Ingresso libero
L’esposizione dal titolo Paolo Ulian, la leggerezza delle intuizioni, nelle parole della curatrice Elisa Zannoni, traccia lo sviluppo sperimentale del designer, portando in primo piano i progetti che lo hanno reso famoso, e che compongono il racconto personale di chi crede che il buon design debba essere senza tempo e far riflettere attraverso l’ironia. “Paolo si vede come l’uomo-bambino che porta a spasso un palloncino che racchiude le sue idee”: questa è la suggestione che ha ispirato l’intero progetto.
Ulian, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Carrara ed all’Isia di Firenze, è considerato erede e ideale continuatore del fil rouge della creatività che parte da Castiglioni, Sottsass, Munari, Mari (di cui è stato assistente fino al 1992), e che ha rinnovato, con ironia, versatilità, sensibilità estetica ed anche etica l’insieme di oggetti che “popolano” il nostro quotidiano. Muovendosi con delicatezza e misura è capace di reinventare oggetti che fanno parte della memoria collettiva, portando a nuova vita materiali poveri e/o di scarto.
A proposito di lui Domitilla Dardi, curatrice del MAXXI di Roma, scrive nel testo inedito presente nella pubblicazione che accompagna la mostra: “Per diversi anni il design di Paolo Ulian è stato più riconosciuto all’estero che nel nostro paese e questa è già di per sé un’anomalia. Unico italiano presente nel collettivo olandese Droog Design, le principali riviste internazionali gli hanno dedicato copertine e articoli importanti, confermando il trito adagio del nemo propheta in patria. Si è avvicinato a campi tra i più disparati del progetto, toccando materie prime considerate anticonvenzionali come il cibo, quando ancora non si parlava di Food Design. I suoi progetti sono sempre stati messaggi in bottiglia che mandano segnali a chi è in grado di scoprirli. Il suo lessico non è urlato e violento, ma riflessivo. Eppure Paolo ha continuato a vivere nei suoi territori senza mai decidere di separarsene alla ricerca di nuova accoglienza.”
Nella sua presentazione Dardi pone l’accento anche sulla ricerca e la sperimentazione nel recupero dei materiali che Ulian conduce con un suo peculiare metodo fatto di intuizioni e riflessioni riguardo al contesto sociale, etico e ambientale:“Paolo diventa un maestro nel progettare attraverso lo scarto, utilizzando il negativo generato da un positivo. Il lavorare per via di levare di michelangiolesca memoria produce infatti non solo un positivo - la scultura - ma anche un materiale di risulta, che di solito non si considera. Ma per il designer quel materiale è oro puro. Egli riscopre allora una radice molto profonda e autoctona; l’incontro col marmo attiva una memoria che, con una maturità affatto diversa, lo fa avvicinare a una lezione squisitamente italiana. Mi piace definirlo il “genio del quinto quarto” e ha la sua analogia col campo culinario. D’altra parte al design piace la similitudine col mondo della cucina da molto prima che questa diventasse di moda e in entrambi i casi si tratta di processi, materie prime, strumenti di lavoro e dell’avanzare per tentativi.” […]“Nessuno come lui oggi in Italia - e forse anche oltre - sa lavorare con lo scarto e trasformarlo in un progetto sublime. Nel farlo egli non si limita a utilizzare il materiale attraverso il riciclo o il riuso, ma sfrutta il taglio del marmo come momento fondamentale del progetto. D’altra parte questa lezione l’ha appresa alla scuola di un grande maestro, Enzo Mari.”
Se si lega tutto questo alla migliore tradizione artigiana del nostro paese ne risultano creazioni emozionanti e riconoscibili, riconducibili ad un vissuto comune ma nel contempo adeguate ad essere collocate sul mercato internazionale, come la parete di pixel, realizzata con tasselli in marmo a base rettangolare grandi quanto un dito su cui Ulian interviene staccandone uno dopo l’altro così da creare un disegno. Oppure Introverso, il vaso in marmo bianco di Carrara che cela un altro vaso di forma differente da “liberare” attraverso l’uso di un martello.
Semplicità, naturalezza, pochi orpelli, molta sostanza: l’allestimento guida attraverso le dieci sale interne e gli spazi esterni di Palazzo Mediceo alla lettura storica e tematica della produzione di Ulian, accompagnando i visitatori in un percorso pieno di sorprese e suggestioni. La manifestazione deve la sua realizzazione anche al sostegno di alcune tra le più importanti aziende del Made in Italy, tra cui Valcucine Spa, Driade, Paola Lenti srl, Schiffini, Bonacina1889, Ceccotticollezioni, Danese e Artemide, Roda, Bufalini marmi, Archimek, Le Fablier, Giulio Vanelli Marmi, Sanlorenzoyacht, G.I.A.D.A. srl, Zava, Carraradesignfactory, Alpha marmi.
Inaugurazione: 30 aprile 2016 alle ore 18.00 a Palazzo Mediceo-Viale Leonetto Amadei, 230 - 55047 Seravezza (LU)
Apertura: giovedì-domenica ore 16.00-20.00
Date: dal 30 aprile al 29 maggio Ingresso libero
30
aprile 2016
Paolo Ulian – La leggerezza delle intuizioni
Dal 30 aprile al 29 maggio 2016
design
Location
PALAZZO MEDICEO
Seravezza, viale A. Amadei, (Lucca)
Seravezza, viale A. Amadei, (Lucca)
Orario di apertura
giovedì-domenica ore 16.00-20.00
Vernissage
30 Aprile 2016, h 18
Autore
Curatore