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Papessa Giovanna
Le artiste Annie Schoterman e Hannie van den Bergh (sia Annie che Hannie sono derivati olandesi del nome Giovanna) hanno preso ispirazione da questa storia incredibile della loro omonima. Hanno concepito il piano per fare insieme un’esposizione sulla papessa Giovanna in onore del primo Centenario dell’Istituto Olandese a Roma.
Comunicato stampa
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La papessa che aveva le palle
Giovanna, inglese di nascita, aveva già da giovane ragazza una fame insaziabile di conoscenza. Nell’epoca sua però, il nono secolo, aveva una possibilità sola per saziarsi, ed era dedicarsi alla vita monastica. Uomo, s’intende. La Giovanna fece carriera presto, ed fu così brava che finalmente fu eletta papa, col nome di Giovanni l’ottavo.
Le artiste Annie Schoterman e Hannie van den Bergh (sia Annie che Hannie sono derivati olandesi del nome Giovanna) hanno preso ispirazione da questa storia incredibile della loro omonima. Hanno concepito il piano per fare insieme un’esposizione sulla papessa Giovanna in onore del primo Centenario dell'Istituto Olandese a Roma.
Cartolina
Van den Bergh e Schoterman hanno dato l’avvio al loro progetto con la pubblicazione nell’inizio di quest’anno di una cartolina rosa accesa, su cui era ritratta la papessa Giovanna con un circolo bianco orlato da un bordo rosso sul posto del suo grembo, e sotto il testo: Testicolos habet et bene pendentes – ha dei testicoli e pendono bene.
Il testo sulla cartolina è storico. La tradizione vuole che i papi tra il dodicesimo e il diciassettesimo secolo, alla cerimonia dell’inaugurazione, fossero obbligati a prendere posto su una sedia con un buco nel sedile. Un collega-ecclesiastico metteva la mano sotto la sedia. Dopo che si era reso conto di non aver a che fare con un’altra Giovanna, avrebbe declamato la ‘formula testicolare’.
Cartelloni
Nessuno sa se la papessa Giovanna sia esistita effettivamente. È nominata negli annali ecclesiastici dall’undicesimo al sedicesimo secolo. Durante la Controriforma però la sua esistenza veniva negata e il suo busto, che stava in mezzo agli altri busti papali nel duomo di Siena, venne rimosso.
Circolano tante spiegazioni della crescita e del calo della credenza nell’esistenza della papessa Giovanna. Sarebbe stata per esempio un personaggio carnevalesco, integrato dalla chiesa nella sua dottrina ufficiale per considerazioni populistiche. Con la sua opera, Hannie van den Bergh risponde a quest’amalgama di elementi religiosi e profani. “Roma ancora è una città dove la chiesa e la vita quotidiana continuamente hanno a che fare l’una con l’altra.” Per l’esposizione, Van den Bergh ha ideato un progetto per una serie di cartelloni che dovrebbe essere mostrata a Roma quando un nuovo papa è eletto nel chiuso del Vaticano.
Van den Bergh prende spunto dalle cosiddette ‘parole-p’, che sono importanti sia nella storia di Giovanna, sia nella tradizione religiosa italiana. Sui cartelloni combina nozioni italiane religiose che cominciano con una ‘p’ – perdonare, predicare, peccare – e ‘parole-p’ legate alla papessa Giovanna. Dalla combinazione risultano sempre due domande provocatorie che denunciano il rapporto tra la chiesa cattolica e il ruolo della donna, come per esempio: ‘Chi perdona? – Chi penetra?’ e ‘Chi predica? – Chi partorisce?’
Installazione
Annie Schoterman continuava a pensare sul tema della cartolina. “Qual’è la ragione del fatto che l’apparenza fisica sia tanto decisiva?” si chiede. Un album da disegno pieno d’idee ha preceduto la sua opera d’arte finale: una veste larga per un papa femminile, un baldacchino fatto di un lenzuolo macchiato di sangue, l’altare come un’ostacolo da superare. Il risultato finale è stato un’installazione: una creatura asessuale a forma di baco, fatta di materiale trasparante, che sta avanzando verso l’altare. Sopra l’altare pende, come esca, la tiara papale, fatta di pennini e pergamene.
Schoterman: “È ancora valida l’idea che per raggiungere un certo scopo nella vita, uno deve continuamente farsi passare per un altro tipo di persona. La nostra Giovanna sapeva farlo meglio di chiunque. Copriva il suo corpo con la veste ecclesiastica che velava tutto, e assumeva un aspetto che non saltava nell’occhio nel mondo religioso maschile. Era disposta a pagare questo prezzo per raggiungere il suo scopo e per saziare la sua fame di conoscenza e potere.”
Per quanto fosse abile a questo gioco pericoloso di trasformazioni, finalmente si è rivelato fatale per Giovanna. Secondo la tradizione, durante una processione ufficiale ecclesiastica ha partorito un figlio. Dopo sarebbe arrivato il diavolo e avrebbe gridato le sei parole-p seguenti: “Papa, pater patrum, papessi pandito partum.” (Papa, padre di padri, annuncio il parto della papessa.). Madre e figlio venivano lapidati in loco. E che la storia sia vero o no, a Roma, sul posto di questa scena crudele, c’è sempre una piccola cappella.
Giovanna, inglese di nascita, aveva già da giovane ragazza una fame insaziabile di conoscenza. Nell’epoca sua però, il nono secolo, aveva una possibilità sola per saziarsi, ed era dedicarsi alla vita monastica. Uomo, s’intende. La Giovanna fece carriera presto, ed fu così brava che finalmente fu eletta papa, col nome di Giovanni l’ottavo.
Le artiste Annie Schoterman e Hannie van den Bergh (sia Annie che Hannie sono derivati olandesi del nome Giovanna) hanno preso ispirazione da questa storia incredibile della loro omonima. Hanno concepito il piano per fare insieme un’esposizione sulla papessa Giovanna in onore del primo Centenario dell'Istituto Olandese a Roma.
Cartolina
Van den Bergh e Schoterman hanno dato l’avvio al loro progetto con la pubblicazione nell’inizio di quest’anno di una cartolina rosa accesa, su cui era ritratta la papessa Giovanna con un circolo bianco orlato da un bordo rosso sul posto del suo grembo, e sotto il testo: Testicolos habet et bene pendentes – ha dei testicoli e pendono bene.
Il testo sulla cartolina è storico. La tradizione vuole che i papi tra il dodicesimo e il diciassettesimo secolo, alla cerimonia dell’inaugurazione, fossero obbligati a prendere posto su una sedia con un buco nel sedile. Un collega-ecclesiastico metteva la mano sotto la sedia. Dopo che si era reso conto di non aver a che fare con un’altra Giovanna, avrebbe declamato la ‘formula testicolare’.
Cartelloni
Nessuno sa se la papessa Giovanna sia esistita effettivamente. È nominata negli annali ecclesiastici dall’undicesimo al sedicesimo secolo. Durante la Controriforma però la sua esistenza veniva negata e il suo busto, che stava in mezzo agli altri busti papali nel duomo di Siena, venne rimosso.
Circolano tante spiegazioni della crescita e del calo della credenza nell’esistenza della papessa Giovanna. Sarebbe stata per esempio un personaggio carnevalesco, integrato dalla chiesa nella sua dottrina ufficiale per considerazioni populistiche. Con la sua opera, Hannie van den Bergh risponde a quest’amalgama di elementi religiosi e profani. “Roma ancora è una città dove la chiesa e la vita quotidiana continuamente hanno a che fare l’una con l’altra.” Per l’esposizione, Van den Bergh ha ideato un progetto per una serie di cartelloni che dovrebbe essere mostrata a Roma quando un nuovo papa è eletto nel chiuso del Vaticano.
Van den Bergh prende spunto dalle cosiddette ‘parole-p’, che sono importanti sia nella storia di Giovanna, sia nella tradizione religiosa italiana. Sui cartelloni combina nozioni italiane religiose che cominciano con una ‘p’ – perdonare, predicare, peccare – e ‘parole-p’ legate alla papessa Giovanna. Dalla combinazione risultano sempre due domande provocatorie che denunciano il rapporto tra la chiesa cattolica e il ruolo della donna, come per esempio: ‘Chi perdona? – Chi penetra?’ e ‘Chi predica? – Chi partorisce?’
Installazione
Annie Schoterman continuava a pensare sul tema della cartolina. “Qual’è la ragione del fatto che l’apparenza fisica sia tanto decisiva?” si chiede. Un album da disegno pieno d’idee ha preceduto la sua opera d’arte finale: una veste larga per un papa femminile, un baldacchino fatto di un lenzuolo macchiato di sangue, l’altare come un’ostacolo da superare. Il risultato finale è stato un’installazione: una creatura asessuale a forma di baco, fatta di materiale trasparante, che sta avanzando verso l’altare. Sopra l’altare pende, come esca, la tiara papale, fatta di pennini e pergamene.
Schoterman: “È ancora valida l’idea che per raggiungere un certo scopo nella vita, uno deve continuamente farsi passare per un altro tipo di persona. La nostra Giovanna sapeva farlo meglio di chiunque. Copriva il suo corpo con la veste ecclesiastica che velava tutto, e assumeva un aspetto che non saltava nell’occhio nel mondo religioso maschile. Era disposta a pagare questo prezzo per raggiungere il suo scopo e per saziare la sua fame di conoscenza e potere.”
Per quanto fosse abile a questo gioco pericoloso di trasformazioni, finalmente si è rivelato fatale per Giovanna. Secondo la tradizione, durante una processione ufficiale ecclesiastica ha partorito un figlio. Dopo sarebbe arrivato il diavolo e avrebbe gridato le sei parole-p seguenti: “Papa, pater patrum, papessi pandito partum.” (Papa, padre di padri, annuncio il parto della papessa.). Madre e figlio venivano lapidati in loco. E che la storia sia vero o no, a Roma, sul posto di questa scena crudele, c’è sempre una piccola cappella.
25
settembre 2004
Papessa Giovanna
Dal 25 settembre al 10 ottobre 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA IL GRANARONE
Calcata, Via Di Porta Segreta, 8, (Viterbo)
Calcata, Via Di Porta Segreta, 8, (Viterbo)
Autore