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Papilio
mostra collettiva
Comunicato stampa
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PAPILIO
Il bianco e il nero sono lo stesso colore
(Dream 2008, regia di Kim Ki-duk)
Matteo Campulla, Simone Cireddu, Fabrizio Da Prà, Mothers-in-low, Gavino Ganau, Lucideddu, Daniela e Francesca Manca, Moju Manuli, Michele Marrocu, Tonino Mattu, Michele Mereu, Ivan Pes, Egle Picozzi, Jole Serreli, Alfredo Tanchis
A volte le definizioni date dal dizionario, non spiegano affatto le parole. Si dimostrano, semmai, insufficienti a farci penetrare pienamente tutti i possibili contenuti.
Questo succede quando il termine ha un suo opposto, come luce lo è di buio, caldo di freddo, salute di malattia, bianco di nero. Ciascuno dei due poli, infatti, pur essendo limitato e contrastato dal polo contrario, trova in quest'ultimo anche la sua ragion d'essere e il suo fondamento costitutivo: poiché l'uno non può esistere senza l'altro, e viceversa. Non possiamo comprendere il giorno senza la notte, il freddo senza il caldo, la salute senza la malattia.
Solo prendendo coscienza della “sintesi superiore” che sta sopra le due diverse realtà, è possibile intuire le infinite possibilità che essa mette in atto.
Papilio scava dentro questo indivisibile legame, che ri-unisce ciò che solo esteriormente si dimostra diviso, e porta in mostra, come metafora, la farfalla: fragile ed effimera creatura, ricoperta di lamelle talmente sottili da sembrare polvere, ma fondamentali per il suo bilanciamento e per il volo. Basta prenderne una per le ali, perché facciamo esperienza, sfarinati tra le dita, dei suoi colori e insieme della sua vita.
E tuttavia, come non scorgere, al di là della sua estrema delicatezza, i segni luminosi della vita e della potenza che l'hanno portata a superare tutte le fasi del suo percorso, a cominciare dalla notte oscura del bozzolo? Come non intravedere quell'indivisibile legame, che vuole la sua infinita fragilità tenacemente unita alla sua scandalosa forza?
Anche Jonathan Pitre è una farfalla, scelto da una rara patologia genetica chiamata Epidermolisi Bollosa, conosciuta nel mondo come “Sindrome dei Bambini Farfalla" a causa dell’estrema fragilità della pelle, che ricorda, appunto, la delicatezza delle ali di una farfalla.
Spera di diventare un giocatore di hockey, ma deve fare i conti con una dura realtà fatta di piaghe, di medicazioni e bendaggi, che si scontra quotidianamente con il desiderio, con la passione e con la bellezza della vita. Fasciato come un bruco, Jonathan abita uno spazio fatto di sangue e di sogni, di sofferenza e amore.
Nell’infinito cielo delle sfumature e delle possibilità di volo, Jonathan certamente non diventerà un atleta, dovrà, senza ali, sperimentare il suo personale volo, alla ricerca di quel punto, al di sopra del bianco e del nero, dove malattia e salute si riu-niscono: farfalla che narra il mistero del suo esistere, immagine del transitorio e di ciò che dura in eterno.
Chiara Schirru
Il bianco e il nero sono lo stesso colore
(Dream 2008, regia di Kim Ki-duk)
Matteo Campulla, Simone Cireddu, Fabrizio Da Prà, Mothers-in-low, Gavino Ganau, Lucideddu, Daniela e Francesca Manca, Moju Manuli, Michele Marrocu, Tonino Mattu, Michele Mereu, Ivan Pes, Egle Picozzi, Jole Serreli, Alfredo Tanchis
A volte le definizioni date dal dizionario, non spiegano affatto le parole. Si dimostrano, semmai, insufficienti a farci penetrare pienamente tutti i possibili contenuti.
Questo succede quando il termine ha un suo opposto, come luce lo è di buio, caldo di freddo, salute di malattia, bianco di nero. Ciascuno dei due poli, infatti, pur essendo limitato e contrastato dal polo contrario, trova in quest'ultimo anche la sua ragion d'essere e il suo fondamento costitutivo: poiché l'uno non può esistere senza l'altro, e viceversa. Non possiamo comprendere il giorno senza la notte, il freddo senza il caldo, la salute senza la malattia.
Solo prendendo coscienza della “sintesi superiore” che sta sopra le due diverse realtà, è possibile intuire le infinite possibilità che essa mette in atto.
Papilio scava dentro questo indivisibile legame, che ri-unisce ciò che solo esteriormente si dimostra diviso, e porta in mostra, come metafora, la farfalla: fragile ed effimera creatura, ricoperta di lamelle talmente sottili da sembrare polvere, ma fondamentali per il suo bilanciamento e per il volo. Basta prenderne una per le ali, perché facciamo esperienza, sfarinati tra le dita, dei suoi colori e insieme della sua vita.
E tuttavia, come non scorgere, al di là della sua estrema delicatezza, i segni luminosi della vita e della potenza che l'hanno portata a superare tutte le fasi del suo percorso, a cominciare dalla notte oscura del bozzolo? Come non intravedere quell'indivisibile legame, che vuole la sua infinita fragilità tenacemente unita alla sua scandalosa forza?
Anche Jonathan Pitre è una farfalla, scelto da una rara patologia genetica chiamata Epidermolisi Bollosa, conosciuta nel mondo come “Sindrome dei Bambini Farfalla" a causa dell’estrema fragilità della pelle, che ricorda, appunto, la delicatezza delle ali di una farfalla.
Spera di diventare un giocatore di hockey, ma deve fare i conti con una dura realtà fatta di piaghe, di medicazioni e bendaggi, che si scontra quotidianamente con il desiderio, con la passione e con la bellezza della vita. Fasciato come un bruco, Jonathan abita uno spazio fatto di sangue e di sogni, di sofferenza e amore.
Nell’infinito cielo delle sfumature e delle possibilità di volo, Jonathan certamente non diventerà un atleta, dovrà, senza ali, sperimentare il suo personale volo, alla ricerca di quel punto, al di sopra del bianco e del nero, dove malattia e salute si riu-niscono: farfalla che narra il mistero del suo esistere, immagine del transitorio e di ciò che dura in eterno.
Chiara Schirru
07
giugno 2015
Papilio
Dal 07 al 14 giugno 2015
arte contemporanea
Location
ASKOSARTE
Solarussa, Via Trento, 16, (Oristano)
Solarussa, Via Trento, 16, (Oristano)
Orario di apertura
18.00 - 20.30
Vernissage
7 Giugno 2015, h 18.30
Autore
Curatore