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Paradiso
Dalla cantica del Paradiso nella Divina Commedia di Dante, fino al Paradiso sensuale di José Lezama Lima, passando per il Paradiso perduto di John Milton, la mostra ha dei riferimenti letterari e una valenza contemporanea che mette in discussione i concetti di luogo ideale, disincanto e utopia.
Comunicato stampa
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AlbumArte, spazio indipendente no profit per l’arte contemporanea e IILA-Organizzazione internazionale italolatino americana, presentano negli spazi di AlbumArte in via Flaminia 122 a Roma PARADISO, a cura di Rosa Jijón, una mostra collettiva con quattro artisti latinoamericani che vivono in Europa e un’artista italiana affine alla loro poetica: Marlon de Azambuja (Brasile), Elena Mazzi (Italia), Estefanía Peñafiel Loaiza (Ecuador), Juan Esteban Sandoval (Colombia), Óscar Santillán (Ecuador).
Dalla cantica del Paradiso nella Divina Commedia di Dante, fino al Paradiso sensuale di José Lezama Lima, passando per il Paradiso perduto di John Milton, la mostra ha dei riferimenti letterari e una valenza contemporanea che mette in discussione i concetti di luogo ideale, punto di osservazione privilegiato, disincanto e utopia. L’America Latina, considerata fin dai tempi della colonizzazione un territorio vergine dove tutto può succedere, è diventato ai nostri giorni spazio sperimentale di democrazia partecipata e progresso della società, è stata concepita come un paradiso. In questo stesso continente pieno di aspettative e contraddizioni, si produce una parte importante del pensiero critico del nostro tempo e del fermento artistico internazionale. In un contesto di ideologie che stanno scomparendo, relazioni complesse tra esseri umani e Natura ed esclusioni di ogni tipo ci sono, come afferma la sociologa economista statunitense Saskia Sassen, ‘spazi di tensione’, interpretati in PARADISO dalle opere dei cinque artisti che presentano una mostra composta da vari linguaggi, legati tra loro dall’insofferenza etico-politica per l’uso arbitrario dell’ambiente e dello sfruttamento incongruo delle risorse umane, rappresentata attraverso un linguaggio molto poetico. In mostra vengono presentate opere video, installazioni, lavori a tecnica mista o realizzate con reperti naturali. Tutti gli interventi ci fanno riflettere su dove stiamo andando e come stiamo compiendo il viaggio, dopo la globalizzazione dell’economia e l’alterazione del tessuto sociale economico, sociologico e politico delle nazioni e delle città.
I quattro artisti latinoamericani in mostra hanno tutti una vasta esperienza internazionale e collaborazioni con importanti musei come il Jeu de Paume di Parigi o il MUAC di Città del Messico, e sono presenti in collezioni prestigiose come il Centro Atlántico de Arte Moderno (CAAM), Las Palmas di Gran Canaria o la Fundación Helga de Alvear, mentre l’esordiente Elena Mazzi – che sta arricchendo il suo curriculum di valenti premi e residenze – nel 2016/17 è stata artista tutor presso la fondazione Spinola Banna di Torino.
Il progetto è stato realizzato in collaborazione con le Ambasciate di Brasile, Colombia ed Ecuador in Italia. Si ringrazia IRI REAL ESTATE | Investimenti e compravendite immobiliari. Si ringrazia inoltre Casale del Giglio per la degustazione dei vini.
Dalla cantica del Paradiso nella Divina Commedia di Dante, fino al Paradiso sensuale di José Lezama Lima, passando per il Paradiso perduto di John Milton, la mostra ha dei riferimenti letterari e una valenza contemporanea che mette in discussione i concetti di luogo ideale, punto di osservazione privilegiato, disincanto e utopia. L’America Latina, considerata fin dai tempi della colonizzazione un territorio vergine dove tutto può succedere, è diventato ai nostri giorni spazio sperimentale di democrazia partecipata e progresso della società, è stata concepita come un paradiso. In questo stesso continente pieno di aspettative e contraddizioni, si produce una parte importante del pensiero critico del nostro tempo e del fermento artistico internazionale. In un contesto di ideologie che stanno scomparendo, relazioni complesse tra esseri umani e Natura ed esclusioni di ogni tipo ci sono, come afferma la sociologa economista statunitense Saskia Sassen, ‘spazi di tensione’, interpretati in PARADISO dalle opere dei cinque artisti che presentano una mostra composta da vari linguaggi, legati tra loro dall’insofferenza etico-politica per l’uso arbitrario dell’ambiente e dello sfruttamento incongruo delle risorse umane, rappresentata attraverso un linguaggio molto poetico. In mostra vengono presentate opere video, installazioni, lavori a tecnica mista o realizzate con reperti naturali. Tutti gli interventi ci fanno riflettere su dove stiamo andando e come stiamo compiendo il viaggio, dopo la globalizzazione dell’economia e l’alterazione del tessuto sociale economico, sociologico e politico delle nazioni e delle città.
I quattro artisti latinoamericani in mostra hanno tutti una vasta esperienza internazionale e collaborazioni con importanti musei come il Jeu de Paume di Parigi o il MUAC di Città del Messico, e sono presenti in collezioni prestigiose come il Centro Atlántico de Arte Moderno (CAAM), Las Palmas di Gran Canaria o la Fundación Helga de Alvear, mentre l’esordiente Elena Mazzi – che sta arricchendo il suo curriculum di valenti premi e residenze – nel 2016/17 è stata artista tutor presso la fondazione Spinola Banna di Torino.
Il progetto è stato realizzato in collaborazione con le Ambasciate di Brasile, Colombia ed Ecuador in Italia. Si ringrazia IRI REAL ESTATE | Investimenti e compravendite immobiliari. Si ringrazia inoltre Casale del Giglio per la degustazione dei vini.
07
marzo 2018
Paradiso
Dal 07 marzo al 21 aprile 2018
arte contemporanea
Location
ALBUMARTE
Roma, Via Flaminia, 122, (Roma)
Roma, Via Flaminia, 122, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00
Vernissage
7 Marzo 2018, ore 18.30
Autore
Curatore