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Paride Bianco – Gaieté Parisienne
Mostra sull’ostatismo astratto del periodo analitico dell’ artista veneziano, dalle cui opere emerge un forte rispetto per i materiali utilizzati e un uso particolare richiesto al principio del calco. Struttura, ritmo e gioiosità sono i canoni su cui si regge un lavoro niente affatto superficiale.
Comunicato stampa
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“Gaieté parisienne” è il titolo della mostra del pittore Paride Bianco, che sarà ospitata prossimamente negli spazi dello Studio Arte Mes3 in Livorno.
Il vernissage della mostra curata da Giuliana Donzello e Diletta Fallani si terrà
venerdì 17 marzo 2017 alle ore 18.00
presso la galleria sita in Livorno, via Verdi 40.
"I dipinti esposti sono una sintesi accuratamente scelta dei 135 quadri a tempera tratti dalla serie “I sogni della Madre Terra”. Siamo di fronte ad una pittura astratta dove il colore emana un proprio suono che si coniuga perfettamente con il segno.
'La valenza comunicativa del colore è quello a cui tento di arrivare in ogni mia opera - spiega il pittore -. Il colore è un mezzo linguistico di grande forza, capace di toccare l’anima dello spettatore e lasciare in lui qualcosa che vada al di là di una facile riconoscibilità di forme convenzionali.'
Osservando le opere esposte in Galleria emerge un forte rispetto tra ciò che sono i materiali utilizzati dal pittore, quali ad esempio le terre che, per scelta, egli miscela attraverso una vecchia ricetta rinascimentale, dando vita a colori ‘pieni’ sul gesso grezzo del bassorilievo sottostante la carta (o tela), lavorato con cura.
A differenza di M. Ernst, la cui ricerca del frottage è su come evitare l’applicazione diretta del colore e con quali mezzi ottenere la forma o l’oggetto pittorico da materiale estraneo, Paride Bianco utilizza un bassorilievo, lo organizza in funzione di una visione che risponda alla sua necessità compositiva.
Nell’affrontare il suo calco il pittore sa già come e dove intervenire, lavorando consciamente, evitando così il caos.
Non vi è nulla di occasionale o metaforico: la superficie del calco è progettata per ottenere un risultato che accolga il fondamento dell’opera, lasciando al colore il riscatto delle emozioni e del dialogo.
In questo modo, la complessità della composizione crea un’armonia dal ritmo gioioso, se vogliamo osare, utilizzando il linguaggio musicale; siamo di fronte cioè ad immagini dal ritmo sincopato.
“Gaieté Parisienne” non poteva dunque essere titolo più appropriato, in sintonia con la sua derivazione musicale.
Paride Bianco, livornese d’adozione, nasce il 2 marzo 1944 a Martellago (VE). E’ discendente per linea materna da Domenico Zampieri, detto il Domenichino ed è riconosciuto grande erede della tradizione coloristica veneta.
Nasce “artisticamente” nella Milano di fine Anni Sessanta.
Nella Venezia di Novati, Seibezzi, Guidi, Gianquinto, Borsato Paride guarda ad Armando Pizzinato, di cui condivide l’idea politica, lo studio dei segni (Il partigiano) e il concetto di rapporto artista-tempo.
Cresciuto nello spirito sessantottino a vocazione anti-accademica, Paride studia la storia dell’arte, l’anatomia artistica, si confronta con altri giovani artisti e tenta una prima esperienza in linea con lo spazialismo, nella sua prima mostra di disegni a china alla Galleria “La Torre” di Mestre (1968), il cui originale de “Il recinto” è conservato nella documentazione dell’A.S.A.C (Archivio storico delle arti contemporanee della Biennale di Venezia).
Il vernissage della mostra curata da Giuliana Donzello e Diletta Fallani si terrà
venerdì 17 marzo 2017 alle ore 18.00
presso la galleria sita in Livorno, via Verdi 40.
"I dipinti esposti sono una sintesi accuratamente scelta dei 135 quadri a tempera tratti dalla serie “I sogni della Madre Terra”. Siamo di fronte ad una pittura astratta dove il colore emana un proprio suono che si coniuga perfettamente con il segno.
'La valenza comunicativa del colore è quello a cui tento di arrivare in ogni mia opera - spiega il pittore -. Il colore è un mezzo linguistico di grande forza, capace di toccare l’anima dello spettatore e lasciare in lui qualcosa che vada al di là di una facile riconoscibilità di forme convenzionali.'
Osservando le opere esposte in Galleria emerge un forte rispetto tra ciò che sono i materiali utilizzati dal pittore, quali ad esempio le terre che, per scelta, egli miscela attraverso una vecchia ricetta rinascimentale, dando vita a colori ‘pieni’ sul gesso grezzo del bassorilievo sottostante la carta (o tela), lavorato con cura.
A differenza di M. Ernst, la cui ricerca del frottage è su come evitare l’applicazione diretta del colore e con quali mezzi ottenere la forma o l’oggetto pittorico da materiale estraneo, Paride Bianco utilizza un bassorilievo, lo organizza in funzione di una visione che risponda alla sua necessità compositiva.
Nell’affrontare il suo calco il pittore sa già come e dove intervenire, lavorando consciamente, evitando così il caos.
Non vi è nulla di occasionale o metaforico: la superficie del calco è progettata per ottenere un risultato che accolga il fondamento dell’opera, lasciando al colore il riscatto delle emozioni e del dialogo.
In questo modo, la complessità della composizione crea un’armonia dal ritmo gioioso, se vogliamo osare, utilizzando il linguaggio musicale; siamo di fronte cioè ad immagini dal ritmo sincopato.
“Gaieté Parisienne” non poteva dunque essere titolo più appropriato, in sintonia con la sua derivazione musicale.
Paride Bianco, livornese d’adozione, nasce il 2 marzo 1944 a Martellago (VE). E’ discendente per linea materna da Domenico Zampieri, detto il Domenichino ed è riconosciuto grande erede della tradizione coloristica veneta.
Nasce “artisticamente” nella Milano di fine Anni Sessanta.
Nella Venezia di Novati, Seibezzi, Guidi, Gianquinto, Borsato Paride guarda ad Armando Pizzinato, di cui condivide l’idea politica, lo studio dei segni (Il partigiano) e il concetto di rapporto artista-tempo.
Cresciuto nello spirito sessantottino a vocazione anti-accademica, Paride studia la storia dell’arte, l’anatomia artistica, si confronta con altri giovani artisti e tenta una prima esperienza in linea con lo spazialismo, nella sua prima mostra di disegni a china alla Galleria “La Torre” di Mestre (1968), il cui originale de “Il recinto” è conservato nella documentazione dell’A.S.A.C (Archivio storico delle arti contemporanee della Biennale di Venezia).
17
marzo 2017
Paride Bianco – Gaieté Parisienne
Dal 17 marzo al 21 aprile 2017
arte contemporanea
Location
STUDIO D’ARTE MES3
Livorno, Via Giuseppe Verdi, 40, (Livorno)
Livorno, Via Giuseppe Verdi, 40, (Livorno)
Orario di apertura
da martedì a sabato, ore 10.00 - 12.30 e 16.00 - 19.00
Vernissage
17 Marzo 2017, ore 18.00
Sito web
paridebianco.wordpress.com
Autore
Curatore