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Parlami del mare
Mostra di pittura di Ilaria Cutolo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
capnapoliest/via luigi martucci 79 barra,napoli/+393358343735/veragioia22@gmail.com
PARLAMI DEL MARE
ILARIA CUTOLO
20/21 dicembre 2024
ore 11/17
fino al 15 febbraio
Cosa ha in mente Ilaria Cutolo quando si decide a dare un titolo alla sua prossima mostra, vivendo a
tanta distanza dal mare…
Nelle nostre conversazioni e negli incontri, durante la residenza al cap_paradiso ad Ostuni, sono
emersi quello spleen e quella nostalgia che solo chi ha vissuto, per tanto tempo, in una città di
mare, sul mare, che si avvolge nel mare, che ha davanti a sé queste meravigliose isole, con il bel
Vesuvio da un lato, che ha tutta questa costa che cambia forma e colore, da tufacea diviene roccia e
poi sabbia, sabbia nera, può provare.
Ilaria è partita da Napoli, accademia di belle arti ed è andata a Siviglia per fare un dottorato:
ricerca sui materiali bituminosi in arte.
Un incontro che ha cambiato molto rapidamente il suo obiettivo. Immediatamente si sono affollate le
nuove esperienze su quelle che aveva lasciato e soprattutto ha intuito che quel viaggio, avvenuto
quasi per caso, sarebbe stato la sua destinazione e non una tappa.
Un nuovo respiro, forse lontano dai soliti luoghi, ha aperto l’orizzonte del dipingere, olio su
tela, tela bella, tela di lino, preziosa, o di recente lenzuola bianche, da tagliare o da stendere,
come un bucato.
Una chiarezza che stava cominciando a coniugare il passato ed il presente…collegare i rapporti della
memoria con i gesti nuovi, aria, luce, lingua, stili di vita.
La fascinosa Andalusia si dispiega nella terra, nei pueblos incantevoli, nella vita contadina, nelle
meravigliose architetture arabe. Un posto a sé, nella Spagna stessa, una popolosa regione che non ha
fatto a tempo ad industrializzarsi, per restare splendida.
Il processo di edificazione di questa nuova identità si è imposto come equilibro, bilanciamento,
travaso continuo, ricerca di un momento originario, in cui le due realtà potessero convivere, per
dispiegare un tessuto storicamente affine.
Inizia a prestare attenzione alle immagini, la guerra, la seconda guerra, il franchismo e la
repressione brutale, le guerre civili, i baschi, la storia dura fino al 1975, morte di Franco.
Frammenti di dolore e di sopravvivenza. I sogni ti ricordano che nel presente c’è il passato.
Architetture, animali, natura, diventano le immagini ricorrenti, il tempo si cristallizza in
un’epoca dove tutto aveva un’eleganza, abbigliarsi, muoversi, abitare. I personaggi ora sono
contadini che vivono in case a tetti spioventi. Hanno un carro che li trasporta, begli abiti e
cappelli calzati fino a nascondere gli occhi. Sono in attesa, sempre in attesa, apparentemente
statici, immobili. I quadri di Ilaria li ritraggono in posa come quando si andava dal fotografo a
farsi fare uno scatto memorabile.
I colori verde, bianco, terra, nero. Diventano testimonianza di un tempo come figure su vasi greci o
etruschi. Monumenti.
Perché tanto passato e perché i testi del Basile, da lu cunto de li cunti, storie plebee, così tanto
sfacciate e così tanto in contrasto con un aspetto pudico, intabarrato, dei personaggi dipinti da
Cutolo.
La storia della principessa Zoza, la protagonista de lu cunto del Basile, che non ride mai, che
attraversa la vita con immensa malinconia, poi, in un complesso e geniale intreccio, ritrova la
gioia ed il sorriso.
Riagganciamo la tristezza che ci rivela l’artista in quella scrittura completamente dissociata dalle
immagini. Il quadro quindi è formato da due tematiche, la staticità delle figure e l’ondulazione del
testo.
Qua, credo, avvenga la crasi, il quadro diviene disegno, disegno abbozzato,incompleto, come giusto
che sia il limite tra il conoscibile e l’ignoto, e il testo diviene il mare, calmo o mosso, ma vivo
e narrante.
Una transizione geografica ritrova o trova il suo equilibrio, l’armonia, una certa allegria.
PARLAMI DEL MARE
ILARIA CUTOLO
20/21 dicembre 2024
ore 11/17
fino al 15 febbraio
Cosa ha in mente Ilaria Cutolo quando si decide a dare un titolo alla sua prossima mostra, vivendo a
tanta distanza dal mare…
Nelle nostre conversazioni e negli incontri, durante la residenza al cap_paradiso ad Ostuni, sono
emersi quello spleen e quella nostalgia che solo chi ha vissuto, per tanto tempo, in una città di
mare, sul mare, che si avvolge nel mare, che ha davanti a sé queste meravigliose isole, con il bel
Vesuvio da un lato, che ha tutta questa costa che cambia forma e colore, da tufacea diviene roccia e
poi sabbia, sabbia nera, può provare.
Ilaria è partita da Napoli, accademia di belle arti ed è andata a Siviglia per fare un dottorato:
ricerca sui materiali bituminosi in arte.
Un incontro che ha cambiato molto rapidamente il suo obiettivo. Immediatamente si sono affollate le
nuove esperienze su quelle che aveva lasciato e soprattutto ha intuito che quel viaggio, avvenuto
quasi per caso, sarebbe stato la sua destinazione e non una tappa.
Un nuovo respiro, forse lontano dai soliti luoghi, ha aperto l’orizzonte del dipingere, olio su
tela, tela bella, tela di lino, preziosa, o di recente lenzuola bianche, da tagliare o da stendere,
come un bucato.
Una chiarezza che stava cominciando a coniugare il passato ed il presente…collegare i rapporti della
memoria con i gesti nuovi, aria, luce, lingua, stili di vita.
La fascinosa Andalusia si dispiega nella terra, nei pueblos incantevoli, nella vita contadina, nelle
meravigliose architetture arabe. Un posto a sé, nella Spagna stessa, una popolosa regione che non ha
fatto a tempo ad industrializzarsi, per restare splendida.
Il processo di edificazione di questa nuova identità si è imposto come equilibro, bilanciamento,
travaso continuo, ricerca di un momento originario, in cui le due realtà potessero convivere, per
dispiegare un tessuto storicamente affine.
Inizia a prestare attenzione alle immagini, la guerra, la seconda guerra, il franchismo e la
repressione brutale, le guerre civili, i baschi, la storia dura fino al 1975, morte di Franco.
Frammenti di dolore e di sopravvivenza. I sogni ti ricordano che nel presente c’è il passato.
Architetture, animali, natura, diventano le immagini ricorrenti, il tempo si cristallizza in
un’epoca dove tutto aveva un’eleganza, abbigliarsi, muoversi, abitare. I personaggi ora sono
contadini che vivono in case a tetti spioventi. Hanno un carro che li trasporta, begli abiti e
cappelli calzati fino a nascondere gli occhi. Sono in attesa, sempre in attesa, apparentemente
statici, immobili. I quadri di Ilaria li ritraggono in posa come quando si andava dal fotografo a
farsi fare uno scatto memorabile.
I colori verde, bianco, terra, nero. Diventano testimonianza di un tempo come figure su vasi greci o
etruschi. Monumenti.
Perché tanto passato e perché i testi del Basile, da lu cunto de li cunti, storie plebee, così tanto
sfacciate e così tanto in contrasto con un aspetto pudico, intabarrato, dei personaggi dipinti da
Cutolo.
La storia della principessa Zoza, la protagonista de lu cunto del Basile, che non ride mai, che
attraversa la vita con immensa malinconia, poi, in un complesso e geniale intreccio, ritrova la
gioia ed il sorriso.
Riagganciamo la tristezza che ci rivela l’artista in quella scrittura completamente dissociata dalle
immagini. Il quadro quindi è formato da due tematiche, la staticità delle figure e l’ondulazione del
testo.
Qua, credo, avvenga la crasi, il quadro diviene disegno, disegno abbozzato,incompleto, come giusto
che sia il limite tra il conoscibile e l’ignoto, e il testo diviene il mare, calmo o mosso, ma vivo
e narrante.
Una transizione geografica ritrova o trova il suo equilibrio, l’armonia, una certa allegria.
20
dicembre 2024
Parlami del mare
Dal 20 dicembre 2024 al 15 febbraio 2025
arte contemporanea
Location
capnapoliest
Napoli, Via Luigi Martucci, 79, (NA)
Napoli, Via Luigi Martucci, 79, (NA)
Orario di apertura
Su appuntamento
Vernissage
20 Dicembre 2024, 11/17
Autore
Curatore
Autore testo critico