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Pasolini e noi
L’esposizione prende avvio dalla constatazione che molti artisti contemporanei, in particolare delle ultime generazioni, hanno lavorato, in vari modi sulla figura e soprattutto sull’opera di uno tra i più interessanti intellettuali italiani del dopoguerra, Pier Paolo Pasolini
Comunicato stampa
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L’edizione 2005 delle Vetrine alla Calcografia, progetto pluriennale per l’arte contemporanea dell’Istituto Nazionale per la Grafica, nell’ambito della Convenzione tra Ministero Per i Beni e le Attività Culturali e la Fondazione per l’Arte della Compagnia di San Paolo, propone la mostra Pasolini e noi. Relazioni tra arte e cinema.
L’esposizione prende avvio dalla constatazione che molti artisti contemporanei, in particolare delle ultime generazioni, hanno lavorato, in vari modi sulla figura e soprattutto sull’opera di uno tra i più interessanti intellettuali italiani del dopoguerra, Pier Paolo Pasolini.
D’altra parte Pasolini stesso era stato fortemente influenzato, soprattutto nelle sue opere di regia, dall’arte figurativa. Era stato infatti allievo di Roberto Longhi all’Università di Bologna e aveva seguito il suo corso su Fatti di Masolino e di Masaccio. Pasolini pensava di diventare uno storico dell’arte e aveva proposto al maestro una tesi sulla storia della pittura contemporanea.
Numerose citazioni e riferimenti sono stati rintracciati nelle sue opere cinematografiche. La storia dell’arte è stata per Pasolini un immenso deposito di materiali. Ma soprattutto l’influenza della pittura è stata presente nello stile, più ancora che nella citazione iconografica, come faceva notare Pasolini stesso che rivendicava Masaccio e Caravaggio come modelli per il bianco e nero di Accattone e di Mamma Roma (i primi due film e, insieme al successivo La ricotta, i più legati all’arte figurativa).
Tra gli artisti che lavorano su Pasolini il precursore è Fabio Mauri che, il 31 maggio 1975 (poco prima della morte dello scrittore) proietta Il Vangelo secondo Matteo alla GAM di Bologna, in una performance rimasta mitica: il proiettore era rivolto verso Pasolini che fungeva da schermo per il film. Esiste a questo riguardo un’ottima documentazione del fotografo Antonio Masotti. C’è poi l’ultima generazione di artisti che appare molto interessata a riaprire un dibattito sulla controversa figura di Pasolini e che si ispira al suo cinema nelle più diverse maniere. Tra questi l’artista australiana Tracey Moffat ha realizzato una sequenza fotografica (Up in the Sky, 1997) ispirata ad Accattone le cui vicende vengono trasposte nella mappa della nuova emarginazione sempre più decentrata; Adam Chodzko ha dedicato un’opera a Salò (Reunion Salò, 1998) rintracciando i sosia dei giovani trucidati nel film e resuscitandoli in una tranquilla riunione tra amici la cui serenità contrasta con le fosche tinte del film. Ci sono poi due casi legati al teatro, in particolare alla danza: Grazia Toderi ha realizzato otto video nel 1998 (poi presentati alla Biennale di Venezia del 1999) definiti notturni, per il balletto della Compagnia Virgilio Sieni ispirato al Fiore delle mille e una notte, proiettati nella dimensione della memoria collettiva tra la fiaba e la prima guerra in Iraq vissuta come un videogame attraverso la televisione; Giulio Paolini ha progettato scene e costumi per la messinscena di Teorema (coreografia di Davide Bombana) al Maggio Fiorentino (1999) disegnando il sipario e il fondale ambedue con una struttura a griglia che alla fine, in un coup de théatre, calerà sui personaggi.
La mostra, curata da Laura Cherubini, sarà inaugurata il 2 novembre, in occasione del trentennale della morte di Pasolini, all’Archivio di Stato di Torino in Palazzo Reale.
Quella stessa sera, sempre a Torino, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, al cinema Massimo Sala Tre – via Verdi 18, con ingresso libero fino a esaurimento posti verrà proiettato il film Il fiore delle mille e una notte, che da molti anni non è stato proposto nelle sale torinesi.
L’edizione romana, come di consueto nelle sale della Calcografia, avrà inizio il 15 dicembre e sarà la manifestazione conclusiva del programma di celebrazioni promosso dal Comune di Roma per rendere omaggio alla memoria dell’artista.
Il ciclo Vetrine alla Calcografia, ideato da Luigi Ficacci, è sostenuto dalla Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanee e dalla Fondazione per l’Arte della Compagnia di San Paolo. La fondazione torinese intende così confermare il suo sostegno alla valorizzazione e alla divulgazione di importanti aspetti dell’arte contemporanea, non solo a Torino ma anche su tutto il territorio nazionale.
Nel catalogo, edito da Silvana Editoriale, testi della curatrice, di Achille Bonito Oliva, di Giacinto Di Pietrantonio e di Francesco Leonetti. In copertina uno storico ritratto di Pasolini di Elisabetta Catalano.
L’esposizione prende avvio dalla constatazione che molti artisti contemporanei, in particolare delle ultime generazioni, hanno lavorato, in vari modi sulla figura e soprattutto sull’opera di uno tra i più interessanti intellettuali italiani del dopoguerra, Pier Paolo Pasolini.
D’altra parte Pasolini stesso era stato fortemente influenzato, soprattutto nelle sue opere di regia, dall’arte figurativa. Era stato infatti allievo di Roberto Longhi all’Università di Bologna e aveva seguito il suo corso su Fatti di Masolino e di Masaccio. Pasolini pensava di diventare uno storico dell’arte e aveva proposto al maestro una tesi sulla storia della pittura contemporanea.
Numerose citazioni e riferimenti sono stati rintracciati nelle sue opere cinematografiche. La storia dell’arte è stata per Pasolini un immenso deposito di materiali. Ma soprattutto l’influenza della pittura è stata presente nello stile, più ancora che nella citazione iconografica, come faceva notare Pasolini stesso che rivendicava Masaccio e Caravaggio come modelli per il bianco e nero di Accattone e di Mamma Roma (i primi due film e, insieme al successivo La ricotta, i più legati all’arte figurativa).
Tra gli artisti che lavorano su Pasolini il precursore è Fabio Mauri che, il 31 maggio 1975 (poco prima della morte dello scrittore) proietta Il Vangelo secondo Matteo alla GAM di Bologna, in una performance rimasta mitica: il proiettore era rivolto verso Pasolini che fungeva da schermo per il film. Esiste a questo riguardo un’ottima documentazione del fotografo Antonio Masotti. C’è poi l’ultima generazione di artisti che appare molto interessata a riaprire un dibattito sulla controversa figura di Pasolini e che si ispira al suo cinema nelle più diverse maniere. Tra questi l’artista australiana Tracey Moffat ha realizzato una sequenza fotografica (Up in the Sky, 1997) ispirata ad Accattone le cui vicende vengono trasposte nella mappa della nuova emarginazione sempre più decentrata; Adam Chodzko ha dedicato un’opera a Salò (Reunion Salò, 1998) rintracciando i sosia dei giovani trucidati nel film e resuscitandoli in una tranquilla riunione tra amici la cui serenità contrasta con le fosche tinte del film. Ci sono poi due casi legati al teatro, in particolare alla danza: Grazia Toderi ha realizzato otto video nel 1998 (poi presentati alla Biennale di Venezia del 1999) definiti notturni, per il balletto della Compagnia Virgilio Sieni ispirato al Fiore delle mille e una notte, proiettati nella dimensione della memoria collettiva tra la fiaba e la prima guerra in Iraq vissuta come un videogame attraverso la televisione; Giulio Paolini ha progettato scene e costumi per la messinscena di Teorema (coreografia di Davide Bombana) al Maggio Fiorentino (1999) disegnando il sipario e il fondale ambedue con una struttura a griglia che alla fine, in un coup de théatre, calerà sui personaggi.
La mostra, curata da Laura Cherubini, sarà inaugurata il 2 novembre, in occasione del trentennale della morte di Pasolini, all’Archivio di Stato di Torino in Palazzo Reale.
Quella stessa sera, sempre a Torino, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, al cinema Massimo Sala Tre – via Verdi 18, con ingresso libero fino a esaurimento posti verrà proiettato il film Il fiore delle mille e una notte, che da molti anni non è stato proposto nelle sale torinesi.
L’edizione romana, come di consueto nelle sale della Calcografia, avrà inizio il 15 dicembre e sarà la manifestazione conclusiva del programma di celebrazioni promosso dal Comune di Roma per rendere omaggio alla memoria dell’artista.
Il ciclo Vetrine alla Calcografia, ideato da Luigi Ficacci, è sostenuto dalla Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanee e dalla Fondazione per l’Arte della Compagnia di San Paolo. La fondazione torinese intende così confermare il suo sostegno alla valorizzazione e alla divulgazione di importanti aspetti dell’arte contemporanea, non solo a Torino ma anche su tutto il territorio nazionale.
Nel catalogo, edito da Silvana Editoriale, testi della curatrice, di Achille Bonito Oliva, di Giacinto Di Pietrantonio e di Francesco Leonetti. In copertina uno storico ritratto di Pasolini di Elisabetta Catalano.
03
novembre 2005
Pasolini e noi
Dal 03 novembre al 04 dicembre 2005
arte contemporanea
Location
ARCHIVIO DI STATO
Torino, Piazza Castello, 209, (Torino)
Torino, Piazza Castello, 209, (Torino)
Orario di apertura
10-18, lunedì chiuso
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore
Curatore