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Pasquale Ciao – La radice e il mito. Magie e sculture
La mostra presenta l’attività di Pasquale Ciao attraverso il genere che più lo rappresenta, quello della scultura – pittura. Si tratta di tronchi di legno, soprattutto legno d’ulivo bruciati e dipinti, materiale che l’artista da esperto naturalista, ha raccolto direttamente
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovedì 13 marzo 2008 alle ore 16.00 nella Sala Paolina di Castel S.Angelo verrà inaugurata la mostra La radice e il mito. Magie e sculture di Pasquale Ciao a cura di Carmine Tavarone e Eva Clausen.
La mostra presenta in maniera attenta e completa l’attività di Pasquale Ciao attraverso il genere che più lo rappresenta, quello della scultura – pittura. Si tratta di tronchi di legno, soprattutto legno d’ulivo bruciati e dipinti, materiale che l’artista, ripercorrendo e rievocando le sue radici contadine, da esperto naturalista, ha raccolto direttamente tra i monti, boschi e campagne. Così lo spazio teorico (pittorico) e quello empirico (scultoreo) sono in sintonia tra loro, nonché complementari e inscindibili: L’uno è concepito in funzione dell’atro. (Gerardo Pecci). Infatti l’artista dopo aver sapientemente scelto, ricavandoli direttamente dalla natura, i materiali che più di ogni altro da essa sono stati “artisticamente segnati” interviene con le sue personalissime soluzioni plastiche esaltandone il vissuto, la sua autocreazione. Voglio far rinascere il legno bruciato di vecchio albero, che persa la sua funzione naturale, diventi ora storia arte. (Pasquale Ciao).
…il legno è potenzialità ricettiva cui l’artista può dare e dà soluzioni figurali…viene rigenerato dalla forza creatrice dello scultore, che cura amorevolmente la metamorfosi nella sua dissoluta materia…annettendo alla scultura quelle poche lineee segnaletiche, quel “non finito” di natura. (Carmine Tavarone).
CURRICULO
Pasquale Ciao
Scultore, Pittore, Fotografo e Grafico,
nasce a Eboli il 12 –05- 1954.
Dopo la Maturità Artistica, consegue il titolo di Maestro in SCULTURA , all’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 1978, con il M° Augusto Perez e con il M° Mimmo Iodice per la Fotografia.
Attualmente insegna al Liceo Artistico Statale di Eboli “Carlo Levi “, Rilievo Plastico e Pittorico. Dopo varie ricerche nel campo della scultura, della pittura, della ceramica, della calcografia, della litografia, della scenografia, della fotografia, negli ultimi anni sperimenta soluzioni plastiche personalissime, avvicinandosi alla natura, nel pieno rispetto e nell’amore per essa . Con lavoro da naturalista cerca, per colline e boschi, tronchi segnati dal tempo, segnati dalla viva potatura, semi-carbonizzati dal fuoco: tra tutti preferisce l’eterno ulivo. Quando finalmente intuisce qualcosa, interviene (con scalpelli, sgorbie, raspe ), con lievissime e sapienti incisioni , evidenziando ogni cicatrice, nodi, incavi rinsecchiti, buchi, rughe nascoste dalla corteccia, venature, sfumature che dal nero del carbone vanno alle svariate tonalità dei marroni del legno. Tra la sue realizzazioni in bronzo vi sono numerosi busti di importanti personaggi della storia locale e, in particolare, degne di nota sono le riproduzioni bronzee: di Carlo Levi; del Gen. Alessandro Ferrero della Marmora; del M.llo Mag. della Guardia di Finanza Vincenzo Giudice; del Ten. Col. Carmine Calò; del Sindaco di Contursi Dott. Salvatore Mastrolia; del Cavaliere Antonio Gallotta. Ha diretto i lavori per la copia dei leoni in bronzo, attualmente installati ad Eboli. Inoltre ha realizzato un monumento in bronzo per la Caserma dei Carabinieri di Montocorvino Rovella.
SENSAZIONI DELL’ARTISTA
Ascoltare le sensazioni che la natura trasmette significa saper leggere un’immagine in un sasso, cogliere il colore di un petalo, la sinuosità di una foglia.
Il legno, che da secoli l’uomo ha utilizzato per difendersi, rifugiarsi, navigare, lavorare e riscaldarsi, ha costruito la nostra storia. Vorrei far rinascere il legno bruciato di un vecchio albero, che persa la sua funzione naturale, diventi ora storia, arte.
In particolare lavoro col “vecchio” e “sacro” legno d’ulivo, libero da modelli precostituiti.
I nodi, gli incavi rinsecchiti, i buchi, le “rughe” della corteccia, le venature e le sfumature del legno (stagionate dal fuoco) sono non solo la storia di un singolo albero, ma motivi scultorei che con dolcezza e delicatezza modello.
Il mio intervento si limita ad evidenziare forme naturali che già gli agenti atmosferici nel tempo hanno creato, come l’aria, l’acqua, la terra e il fuoco, segnando concretamente il legno e dandogli una forma, uno spirito, un “Io”.
Si tratta quindi di aggiungere l’intervento umano, tramite il quale il legno possa assumere anche forma artistica, in armonica simbiosi con la natura.
Pasquale Ciao
***
Hanno scritto di lui
Vivere con l’arte 1999 - personale -
Ha esposto per la prima volta nel 1970 e da allora ha partecipato a concorsi, rassegne, collettive di grafica, pittura, scultura, riscuotendo lusinghieri successi. Nel 1997 ha fondato, insieme ad altri sei soci, assumendo la carica di presidente., l'Associazione Artistico Cultuale "Liberavi", creando un punto di riferimento e di aggregazione per coloro che, o perché artisti o semplicemente appassionati all'arte, ne, fanno parte. Negli ultimi armi sperimenta soluzioni plastiche personalissime, avvicinandosi alla natura nel pieno rispetto e nell'amore per essa. Con lavoro da naturalista cerca, per campi e per boschi, tronchi segnati dal tempo, spaccati dal fulmine, cariati, segnati dal fuoco - tra tutti preferisce l'eterno ulivo - e li porta nel suo studio. Qui, con interventi lievissimi e sapientemente calibrati, ricava dalla forme preesistenti particolari Significazioni e la materia inerte acquista l'anima: operazione che lo spettatore percepisce e ad essa partecipa. E' ciò che l'artista chiama, con indovinato neologismo, autocreazione.
Geremia Paraggio
Vivere con l’arte 1999 - personale -
L'arte di Pasquale Ciao si propone con la doppia oggettivazione di scultura pittorica e di pittura scultorea poiché l'assemblaggio di pannelli dipinti forma, a volte, un insieme indivisibile di elementi scultorei che hanno una propria valenza e propri significati in rapporto agli ambienti in cui sono inseriti. Si tratta di una spazialità dove la scultura è anche pittura e dove la pittura, viceversa, è scultura. In questo fare arte vi è il superamento della dicotomia tradizionalista, tutta teorica e storiografica, tra scultura e pittura, che tanto filo da torcere ha dato a trattatisti e artisti del Rinascimento. Così lo spazio teorico (pittorico) e quello empirico (scultoreo) sono in sintonia tra loro, nonché complementari e inscindibili: L'uno è concepito in funzione dell'altro. Sono rintracciabili nella pittura di Ciao echi e, ricordi dadaisti, soprattutto del tedesco Kart Schwitters, evidenti nella ricerca di una rigorosa e severa delle opere, per dare ad essa una chiara impostazione plastico-geometrica definita e solida. Né mancano echi che appartengono al campo della scenografia e della grafica, che pure sono ambiti ed interessi curati da questo artista. Basti scorrere per qualche attimo alcuni disegni e schizzi, soprattutto quelli rappresentanti studi di cavalli, per renderci conto del rigore, e della chiarezza del segno che diventa disegno, cioè diventa interpretazione della realtà, arte.. Sono cavalli che rievocano la maestà e la potenza di quelli, metafisici, di De Chirico o gli studi fatti da Leonardo e Michelangelo per le battaglie di Anghiari e Cascina.
Ancora una volta il disegno, quello vero, impostato e costruito attraverso un sapiente e imprescindibile capacità tecnico espressiva è il cemento unificante, la base ineliminabile, per la
corretta pratica scultorea e per quella pittorica: Pasquale Ciao è scultore e pittore. Importanti sono alcuni soggetti dipinti da Ciao i cui volti, atteggiamenti, pose, ecc., ci ricordano tanto da vicino la cultura contadina, il dolore, la dignità estrema d'un tacito grido di chi mostra agli altri (a noi) le lacrime che bagnano faticosamente le aride zolle della riarsa terra del Meridione. I nudi femminili sono enigmatici e inquietanti, pesanti e laceranti, perché graffiano il perbenismo e la stessa concezione della donna vergine ¬madre-Sposa che, per certi versi, ancora resiste nel meridione. E il ricordo va alla poesia di Scotellaro, alla prosa asciutta e penetrante e ai dipinti di Carlo Levi, ai personaggi umili della Sicilia, alle figure simboliche e al colorismo di Guttuso.
La tavolozza di Pasquale Ciao ha una propria intima vitalità: veicola empaticamente : sensazioni ed emozioni che appartengono al nostro presente, ma possiamo anche, leggervi aspetti e momenti del nostro passato, della nostra storia. Nelle opere di questo artista finalmente ritroviamo una dimensione umana che ci allontana, sia pure nello spazio di tempo concessoci dal godimento delle sue pitture e sculture, dalla schizofrenia alienante della vita cittadina, ma senza farci dimenticare che viviamo in un mondo lacerato, dove a fatica l'uomo ricerca la propria identità.
Gerardo Pecci
Vivere con l’arte 1999 - personale -
Pasquale Ciao, pittore, scultore, grafico, fotografo, insegnante o… semplicemente artista. Definizione appropriata in quanto capace di trasmettere, con le sue creazioni e la sua ricerca interiore, intense emozioni. L’arte, non è mai stata intesa come ornamento, bensì come esigenza, scopo della vita, mezzo per esprimere la complessità dell’uomo. Tra le varie tecniche di espressione predilige la scultura in quanto riesce a dar vita e tridimensionalità ai suoi pensieri. Il suo obiettivo è rendere visibile, tangibile, quello che è difficile da esprimere. I materiali impiegati gli sono stati suggeriti, sussurrati dalla stessa materia intrisa di messaggio. Nell’ulivo ha trovato una corrispondenza umana. Un albero ricco di emozioni, paure, angosce, sacrifici, impegno, odore e mille sfaccettature pronte a meravigliarci. L’ulivo, un albero secolare, ricco di nodi dai mille colori, di buchi, testimonianza di una tragedia evitata e superata, di dermatoglifi che lo rendono diverso uno dall’altro, con una propria anima dalle varie sfumature. Ciao tutto questo lo ha saputo leggere e mettere in risalto con l’uso di colori luminescenti e con un intervento rispettoso della natura, stabilendo un filo diretto tra l’anima dell’albero e la sua.
Anna Giammarino
La composizione presenta perfezione nella tecnica e delicatezza nella gamma cromatica.L’emozione trasmessa ne fa partecipe la fruizione accrescendo il valido talento dell’artista.
1°Trofeo internazionale d’arte Trofeo Eiffel Parigi - 2008
Anna Francesca Biondolillo
La mostra presenta in maniera attenta e completa l’attività di Pasquale Ciao attraverso il genere che più lo rappresenta, quello della scultura – pittura. Si tratta di tronchi di legno, soprattutto legno d’ulivo bruciati e dipinti, materiale che l’artista, ripercorrendo e rievocando le sue radici contadine, da esperto naturalista, ha raccolto direttamente tra i monti, boschi e campagne. Così lo spazio teorico (pittorico) e quello empirico (scultoreo) sono in sintonia tra loro, nonché complementari e inscindibili: L’uno è concepito in funzione dell’atro. (Gerardo Pecci). Infatti l’artista dopo aver sapientemente scelto, ricavandoli direttamente dalla natura, i materiali che più di ogni altro da essa sono stati “artisticamente segnati” interviene con le sue personalissime soluzioni plastiche esaltandone il vissuto, la sua autocreazione. Voglio far rinascere il legno bruciato di vecchio albero, che persa la sua funzione naturale, diventi ora storia arte. (Pasquale Ciao).
…il legno è potenzialità ricettiva cui l’artista può dare e dà soluzioni figurali…viene rigenerato dalla forza creatrice dello scultore, che cura amorevolmente la metamorfosi nella sua dissoluta materia…annettendo alla scultura quelle poche lineee segnaletiche, quel “non finito” di natura. (Carmine Tavarone).
CURRICULO
Pasquale Ciao
Scultore, Pittore, Fotografo e Grafico,
nasce a Eboli il 12 –05- 1954.
Dopo la Maturità Artistica, consegue il titolo di Maestro in SCULTURA , all’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 1978, con il M° Augusto Perez e con il M° Mimmo Iodice per la Fotografia.
Attualmente insegna al Liceo Artistico Statale di Eboli “Carlo Levi “, Rilievo Plastico e Pittorico. Dopo varie ricerche nel campo della scultura, della pittura, della ceramica, della calcografia, della litografia, della scenografia, della fotografia, negli ultimi anni sperimenta soluzioni plastiche personalissime, avvicinandosi alla natura, nel pieno rispetto e nell’amore per essa . Con lavoro da naturalista cerca, per colline e boschi, tronchi segnati dal tempo, segnati dalla viva potatura, semi-carbonizzati dal fuoco: tra tutti preferisce l’eterno ulivo. Quando finalmente intuisce qualcosa, interviene (con scalpelli, sgorbie, raspe ), con lievissime e sapienti incisioni , evidenziando ogni cicatrice, nodi, incavi rinsecchiti, buchi, rughe nascoste dalla corteccia, venature, sfumature che dal nero del carbone vanno alle svariate tonalità dei marroni del legno. Tra la sue realizzazioni in bronzo vi sono numerosi busti di importanti personaggi della storia locale e, in particolare, degne di nota sono le riproduzioni bronzee: di Carlo Levi; del Gen. Alessandro Ferrero della Marmora; del M.llo Mag. della Guardia di Finanza Vincenzo Giudice; del Ten. Col. Carmine Calò; del Sindaco di Contursi Dott. Salvatore Mastrolia; del Cavaliere Antonio Gallotta. Ha diretto i lavori per la copia dei leoni in bronzo, attualmente installati ad Eboli. Inoltre ha realizzato un monumento in bronzo per la Caserma dei Carabinieri di Montocorvino Rovella.
SENSAZIONI DELL’ARTISTA
Ascoltare le sensazioni che la natura trasmette significa saper leggere un’immagine in un sasso, cogliere il colore di un petalo, la sinuosità di una foglia.
Il legno, che da secoli l’uomo ha utilizzato per difendersi, rifugiarsi, navigare, lavorare e riscaldarsi, ha costruito la nostra storia. Vorrei far rinascere il legno bruciato di un vecchio albero, che persa la sua funzione naturale, diventi ora storia, arte.
In particolare lavoro col “vecchio” e “sacro” legno d’ulivo, libero da modelli precostituiti.
I nodi, gli incavi rinsecchiti, i buchi, le “rughe” della corteccia, le venature e le sfumature del legno (stagionate dal fuoco) sono non solo la storia di un singolo albero, ma motivi scultorei che con dolcezza e delicatezza modello.
Il mio intervento si limita ad evidenziare forme naturali che già gli agenti atmosferici nel tempo hanno creato, come l’aria, l’acqua, la terra e il fuoco, segnando concretamente il legno e dandogli una forma, uno spirito, un “Io”.
Si tratta quindi di aggiungere l’intervento umano, tramite il quale il legno possa assumere anche forma artistica, in armonica simbiosi con la natura.
Pasquale Ciao
***
Hanno scritto di lui
Vivere con l’arte 1999 - personale -
Ha esposto per la prima volta nel 1970 e da allora ha partecipato a concorsi, rassegne, collettive di grafica, pittura, scultura, riscuotendo lusinghieri successi. Nel 1997 ha fondato, insieme ad altri sei soci, assumendo la carica di presidente., l'Associazione Artistico Cultuale "Liberavi", creando un punto di riferimento e di aggregazione per coloro che, o perché artisti o semplicemente appassionati all'arte, ne, fanno parte. Negli ultimi armi sperimenta soluzioni plastiche personalissime, avvicinandosi alla natura nel pieno rispetto e nell'amore per essa. Con lavoro da naturalista cerca, per campi e per boschi, tronchi segnati dal tempo, spaccati dal fulmine, cariati, segnati dal fuoco - tra tutti preferisce l'eterno ulivo - e li porta nel suo studio. Qui, con interventi lievissimi e sapientemente calibrati, ricava dalla forme preesistenti particolari Significazioni e la materia inerte acquista l'anima: operazione che lo spettatore percepisce e ad essa partecipa. E' ciò che l'artista chiama, con indovinato neologismo, autocreazione.
Geremia Paraggio
Vivere con l’arte 1999 - personale -
L'arte di Pasquale Ciao si propone con la doppia oggettivazione di scultura pittorica e di pittura scultorea poiché l'assemblaggio di pannelli dipinti forma, a volte, un insieme indivisibile di elementi scultorei che hanno una propria valenza e propri significati in rapporto agli ambienti in cui sono inseriti. Si tratta di una spazialità dove la scultura è anche pittura e dove la pittura, viceversa, è scultura. In questo fare arte vi è il superamento della dicotomia tradizionalista, tutta teorica e storiografica, tra scultura e pittura, che tanto filo da torcere ha dato a trattatisti e artisti del Rinascimento. Così lo spazio teorico (pittorico) e quello empirico (scultoreo) sono in sintonia tra loro, nonché complementari e inscindibili: L'uno è concepito in funzione dell'altro. Sono rintracciabili nella pittura di Ciao echi e, ricordi dadaisti, soprattutto del tedesco Kart Schwitters, evidenti nella ricerca di una rigorosa e severa delle opere, per dare ad essa una chiara impostazione plastico-geometrica definita e solida. Né mancano echi che appartengono al campo della scenografia e della grafica, che pure sono ambiti ed interessi curati da questo artista. Basti scorrere per qualche attimo alcuni disegni e schizzi, soprattutto quelli rappresentanti studi di cavalli, per renderci conto del rigore, e della chiarezza del segno che diventa disegno, cioè diventa interpretazione della realtà, arte.. Sono cavalli che rievocano la maestà e la potenza di quelli, metafisici, di De Chirico o gli studi fatti da Leonardo e Michelangelo per le battaglie di Anghiari e Cascina.
Ancora una volta il disegno, quello vero, impostato e costruito attraverso un sapiente e imprescindibile capacità tecnico espressiva è il cemento unificante, la base ineliminabile, per la
corretta pratica scultorea e per quella pittorica: Pasquale Ciao è scultore e pittore. Importanti sono alcuni soggetti dipinti da Ciao i cui volti, atteggiamenti, pose, ecc., ci ricordano tanto da vicino la cultura contadina, il dolore, la dignità estrema d'un tacito grido di chi mostra agli altri (a noi) le lacrime che bagnano faticosamente le aride zolle della riarsa terra del Meridione. I nudi femminili sono enigmatici e inquietanti, pesanti e laceranti, perché graffiano il perbenismo e la stessa concezione della donna vergine ¬madre-Sposa che, per certi versi, ancora resiste nel meridione. E il ricordo va alla poesia di Scotellaro, alla prosa asciutta e penetrante e ai dipinti di Carlo Levi, ai personaggi umili della Sicilia, alle figure simboliche e al colorismo di Guttuso.
La tavolozza di Pasquale Ciao ha una propria intima vitalità: veicola empaticamente : sensazioni ed emozioni che appartengono al nostro presente, ma possiamo anche, leggervi aspetti e momenti del nostro passato, della nostra storia. Nelle opere di questo artista finalmente ritroviamo una dimensione umana che ci allontana, sia pure nello spazio di tempo concessoci dal godimento delle sue pitture e sculture, dalla schizofrenia alienante della vita cittadina, ma senza farci dimenticare che viviamo in un mondo lacerato, dove a fatica l'uomo ricerca la propria identità.
Gerardo Pecci
Vivere con l’arte 1999 - personale -
Pasquale Ciao, pittore, scultore, grafico, fotografo, insegnante o… semplicemente artista. Definizione appropriata in quanto capace di trasmettere, con le sue creazioni e la sua ricerca interiore, intense emozioni. L’arte, non è mai stata intesa come ornamento, bensì come esigenza, scopo della vita, mezzo per esprimere la complessità dell’uomo. Tra le varie tecniche di espressione predilige la scultura in quanto riesce a dar vita e tridimensionalità ai suoi pensieri. Il suo obiettivo è rendere visibile, tangibile, quello che è difficile da esprimere. I materiali impiegati gli sono stati suggeriti, sussurrati dalla stessa materia intrisa di messaggio. Nell’ulivo ha trovato una corrispondenza umana. Un albero ricco di emozioni, paure, angosce, sacrifici, impegno, odore e mille sfaccettature pronte a meravigliarci. L’ulivo, un albero secolare, ricco di nodi dai mille colori, di buchi, testimonianza di una tragedia evitata e superata, di dermatoglifi che lo rendono diverso uno dall’altro, con una propria anima dalle varie sfumature. Ciao tutto questo lo ha saputo leggere e mettere in risalto con l’uso di colori luminescenti e con un intervento rispettoso della natura, stabilendo un filo diretto tra l’anima dell’albero e la sua.
Anna Giammarino
La composizione presenta perfezione nella tecnica e delicatezza nella gamma cromatica.L’emozione trasmessa ne fa partecipe la fruizione accrescendo il valido talento dell’artista.
1°Trofeo internazionale d’arte Trofeo Eiffel Parigi - 2008
Anna Francesca Biondolillo
13
marzo 2008
Pasquale Ciao – La radice e il mito. Magie e sculture
Dal 13 marzo al 13 aprile 2008
arte contemporanea
Location
CASTEL SANT’ANGELO
Roma, Lungotevere Castello, 50, (Roma)
Roma, Lungotevere Castello, 50, (Roma)
Biglietti
€ 7.00
Vernissage
13 Marzo 2008, ore 16.00
Sito web
www.pasqualeciao.it
Autore
Curatore