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Pasquale Guastamacchia
Geometrie evocative si rincorrono nelle opere di Pasquale Guastamacchia. La combinazione dei colori, tipici della sua tanto amata terra richiama i paesaggi vissuti e rielaborati dall’artista in una concezione post impressionista della natura piegata all’arte.
Comunicato stampa
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Mostra Personale
di Pasquale Guastamacchia
L’Associazione Culturale BLUorG presenta il 3 dicembre alle ore 19.00 la mostra personale dell’artista Pasquale Guastamacchia a cura di Mirella Casamassima.
Geometrie evocative si rincorrono nelle opere di Pasquale Guastamacchia. La combinazione dei colori, tipici della sua tanto amata terra richiama i paesaggi vissuti e rielaborati dall’artista in una concezione post impressionista della natura piegata all’arte.
“Conversazioni simultanee si potrebbero definire i dipinti di Pasquale Guastamacchia. Un universo-linguaggio dominato dallo spazio bidimensionale scandito da segni ora geometrici, ora svirgolanti, graffianti, veloci, e, nello stesso tempo dalla lacerazione di quello stesso spazio; questo, allora, diventa tridimensionale e le forme che lo abitano a volte sembrano sfuggire alle leggi di una gravitazione universale infranta…”
Mostra Personale di Pasquale Guastamacchia
Inaugurazione 3 dicembre 2010 h.19.00
Dal 3 dicembre al 24 dicembre
A cura di Mirella Casamassima
Direzione artistica Giuseppe Bellini
Assistente Gaia Valentino
L’Associazione Culturale Galleria BLUorG
aperta al pubblico dal lunedì al sabato.
Orari 10.00 - 13.30 / 17.00 - 20.30
Domenica su appuntamento
Per Informazioni:
BLUorG, Via M. Celentano 92/94 70121 - Bari.
Tel.: +39 080/9904379
e-mail: info@bluorg.it bluorg@fastwebnet.it
web: www.bluorg.it
Pasquale Guastamacchia
..Pittura per me non è fabbricazione dell’oggetto quadro o disegno..Ma pittura è un universo-linguaggio e sotto questo aspetto l’operare della pittura è indagare, catalogare, raccogliere frammenti e segni e dare a tutto questo materiale una struttura logica(e arbitraria), che ci metta in condizione di condurre conversazioni(registrazioni) simultanee, che poi nessuna macchina(metodo estraneo al linguaggio in questione) sia in grado di classificare e risolvere in modo definitivo.
(Gastone Novelli, 1967)
Conversazioni simultanee si potrebbero definire i dipinti di Pasquale Guastamacchia. Un universo-linguaggio dominato dallo spazio bidimensionale scandito da segni ora geometrici, ora svirgolati, graffianti, veloci, e, nello stesso tempo, dalla lacerazione di quello stesso spazio; questo, allora, diventa tridimensionale e le forme che lo abitano a volte sembrano sfuggire alle leggi di una gravitazione universale infranta, oppure sospese in un sistema di direzioni sconvolte, alto-basso, destra-sinistra, che sostituisce alla logica dei punti di vista prospettici un’altra logica, di visione più che di sguardo. In tale alternanza ciò che si presenta alla visione è una materia vivente che la luce variamente precisa, avvicina e allontana, nella diversa consistenza degli strati di colore, texture di superficie e trasparenza, o di densità materiche, lucide e opache, morbide e ruvide, definite o informemente sgocciolate.
Caos e ordine, organico e costruttivo sembrano convivere nella pittura di Guastamacchia . Pittura che mai si discosta dal tema classico del paesaggio. Carte, tele, masonite, compensato, sono supporti per i colori simbolici del paesaggio pugliese. Questo, infatti, semiologicamente si può riassumere in due fasce di segni-colore: sulla costa i blu del mare e i bianchi delle case, all’interno i marroni della terra, i verdi degli ulivi, i rossi e gli ocra delle masserie, su tutto il giallo della luce solare mediterranea.
Così la storia critica del lavoro pittorico di Guastamacchia è una storia di varianti innestate su di un continuum ideale: la mappatura mentale del paesaggio pugliese, di quel paesaggio, di quella terra, intorno a Terlizzi, che percorre quotidianamente, sul suo cavallo, tra zolle e prati, pioggia e vento, sole e caldo. Da gesti materici a scatti improvvisi di rette che solcano lo spazio fino a rendersi invisibili, quasi una campagna che sale, parafrasando la Città che sale di Boccioni con il quale Guastamacchia condivide l’amore per il vitalismo energetico del cavallo.
Poi, nello studio, si snoda la silenziosa sua ricerca di equilibri e armonie: il disegno prima di tutto, secondo la buona pratica dello scultore quale egli è, la divisione degli spazi nel movimento, la frammentazione del tempo, l’innalzamento della linea d’orizzonte sino ad estinguerla, per una prospettiva non già della lontananza, ma della vicinanza, in cui tutto è risucchiato in primo piano, in una viscosità materica in cui si è smarrito ogni ordine strutturale.
Colori, materie colorate vibranti quasi sferzate dal vento, pulsanti calore o sudore sgocciolante, graffiate e segnate, sovrapposte sì da rivelare la nudità del supporto: Informale? Sì, se si pensa alla stagione tutta italiana di questo linguaggio, quella definita da Arcangeli degli ultimi naturalisti, da Morlotti a Afro, in cui “la perdita del centro” dell’esistenzialismo europeo, orizzontalità, basso materialismo, pulsazione e entropia del dizionario di Bataille, non trovavano terreno fertile, laddove il desiderio di armonia, ordine e sintesi aveva le sue radici nell’eredità storica dell’arte italiana.
Guastamacchia ha in sé, nella sua lunga ricerca artistica, tutti gli elementi del genius loci, la consapevolezza cioè di una identità di appartenza: la terra di Puglia e la formazione romana. Alcune opere, strette e lunghe, sintesi di orizzonti delle nostre piane, ricordano intensamente le vedute dell’Ofanto di De Nittis, altre si collegano variamente alla cultura figurativa della stagione astratta- informale italiana , da Licini a Novelli, da Birolli ad Afro.
Lo skyline del paesaggio agrario e costiero è persistente in questi dipinti: topografie e mappe sinestetiche, suggeriscono le aree coltivate, quelle brulle, la vegetazione, i rilievi, le acque, le variazioni del cielo, il clima, il vento, la pioggia, il caldo, il freddo, i profumi…
Guastamacchia ricerca equilibri, la conciliazione degli opposti e, come Calvino, trova nel disegno, nella mappa, argine alla perdita dell’io, freno alla discesa nel mare dell’oggettività: la rete, la griglia (compositiva), struttura tesa fra la superficie del mondo e l’occhio, è necessaria per avvicinarsi allo spazio infinito. Qui è topos, campo fisico di forze centripete e centrifughe, più che spazio astratto e indefinito, perché la superficie del mondo si può indicare e descrivere, più che spiegare..(I.Calvino)
La griglia proietta la superficie della pittura stessa e ha in sé un potere mitico (Rosalind Krauss) perché essa ci permette di pensare che ..facciamo della scienza e della logica mentre, nello stesso tempo, ci apre come un cammino verso l’illusione o l’immaginazione..
Allora, oltre la logica, opere come tappeti ..oggetti variegati e leggeri che si stendono sul nudo suolo dovunque ci si ferma a passare la notte e si arrotolano al mattino per portarli via con sé insieme ai propri averi sulla gobba dei cammelli.. (I.Calvino).
Mirella Casamassima
di Pasquale Guastamacchia
L’Associazione Culturale BLUorG presenta il 3 dicembre alle ore 19.00 la mostra personale dell’artista Pasquale Guastamacchia a cura di Mirella Casamassima.
Geometrie evocative si rincorrono nelle opere di Pasquale Guastamacchia. La combinazione dei colori, tipici della sua tanto amata terra richiama i paesaggi vissuti e rielaborati dall’artista in una concezione post impressionista della natura piegata all’arte.
“Conversazioni simultanee si potrebbero definire i dipinti di Pasquale Guastamacchia. Un universo-linguaggio dominato dallo spazio bidimensionale scandito da segni ora geometrici, ora svirgolanti, graffianti, veloci, e, nello stesso tempo dalla lacerazione di quello stesso spazio; questo, allora, diventa tridimensionale e le forme che lo abitano a volte sembrano sfuggire alle leggi di una gravitazione universale infranta…”
Mostra Personale di Pasquale Guastamacchia
Inaugurazione 3 dicembre 2010 h.19.00
Dal 3 dicembre al 24 dicembre
A cura di Mirella Casamassima
Direzione artistica Giuseppe Bellini
Assistente Gaia Valentino
L’Associazione Culturale Galleria BLUorG
aperta al pubblico dal lunedì al sabato.
Orari 10.00 - 13.30 / 17.00 - 20.30
Domenica su appuntamento
Per Informazioni:
BLUorG, Via M. Celentano 92/94 70121 - Bari.
Tel.: +39 080/9904379
e-mail: info@bluorg.it bluorg@fastwebnet.it
web: www.bluorg.it
Pasquale Guastamacchia
..Pittura per me non è fabbricazione dell’oggetto quadro o disegno..Ma pittura è un universo-linguaggio e sotto questo aspetto l’operare della pittura è indagare, catalogare, raccogliere frammenti e segni e dare a tutto questo materiale una struttura logica(e arbitraria), che ci metta in condizione di condurre conversazioni(registrazioni) simultanee, che poi nessuna macchina(metodo estraneo al linguaggio in questione) sia in grado di classificare e risolvere in modo definitivo.
(Gastone Novelli, 1967)
Conversazioni simultanee si potrebbero definire i dipinti di Pasquale Guastamacchia. Un universo-linguaggio dominato dallo spazio bidimensionale scandito da segni ora geometrici, ora svirgolati, graffianti, veloci, e, nello stesso tempo, dalla lacerazione di quello stesso spazio; questo, allora, diventa tridimensionale e le forme che lo abitano a volte sembrano sfuggire alle leggi di una gravitazione universale infranta, oppure sospese in un sistema di direzioni sconvolte, alto-basso, destra-sinistra, che sostituisce alla logica dei punti di vista prospettici un’altra logica, di visione più che di sguardo. In tale alternanza ciò che si presenta alla visione è una materia vivente che la luce variamente precisa, avvicina e allontana, nella diversa consistenza degli strati di colore, texture di superficie e trasparenza, o di densità materiche, lucide e opache, morbide e ruvide, definite o informemente sgocciolate.
Caos e ordine, organico e costruttivo sembrano convivere nella pittura di Guastamacchia . Pittura che mai si discosta dal tema classico del paesaggio. Carte, tele, masonite, compensato, sono supporti per i colori simbolici del paesaggio pugliese. Questo, infatti, semiologicamente si può riassumere in due fasce di segni-colore: sulla costa i blu del mare e i bianchi delle case, all’interno i marroni della terra, i verdi degli ulivi, i rossi e gli ocra delle masserie, su tutto il giallo della luce solare mediterranea.
Così la storia critica del lavoro pittorico di Guastamacchia è una storia di varianti innestate su di un continuum ideale: la mappatura mentale del paesaggio pugliese, di quel paesaggio, di quella terra, intorno a Terlizzi, che percorre quotidianamente, sul suo cavallo, tra zolle e prati, pioggia e vento, sole e caldo. Da gesti materici a scatti improvvisi di rette che solcano lo spazio fino a rendersi invisibili, quasi una campagna che sale, parafrasando la Città che sale di Boccioni con il quale Guastamacchia condivide l’amore per il vitalismo energetico del cavallo.
Poi, nello studio, si snoda la silenziosa sua ricerca di equilibri e armonie: il disegno prima di tutto, secondo la buona pratica dello scultore quale egli è, la divisione degli spazi nel movimento, la frammentazione del tempo, l’innalzamento della linea d’orizzonte sino ad estinguerla, per una prospettiva non già della lontananza, ma della vicinanza, in cui tutto è risucchiato in primo piano, in una viscosità materica in cui si è smarrito ogni ordine strutturale.
Colori, materie colorate vibranti quasi sferzate dal vento, pulsanti calore o sudore sgocciolante, graffiate e segnate, sovrapposte sì da rivelare la nudità del supporto: Informale? Sì, se si pensa alla stagione tutta italiana di questo linguaggio, quella definita da Arcangeli degli ultimi naturalisti, da Morlotti a Afro, in cui “la perdita del centro” dell’esistenzialismo europeo, orizzontalità, basso materialismo, pulsazione e entropia del dizionario di Bataille, non trovavano terreno fertile, laddove il desiderio di armonia, ordine e sintesi aveva le sue radici nell’eredità storica dell’arte italiana.
Guastamacchia ha in sé, nella sua lunga ricerca artistica, tutti gli elementi del genius loci, la consapevolezza cioè di una identità di appartenza: la terra di Puglia e la formazione romana. Alcune opere, strette e lunghe, sintesi di orizzonti delle nostre piane, ricordano intensamente le vedute dell’Ofanto di De Nittis, altre si collegano variamente alla cultura figurativa della stagione astratta- informale italiana , da Licini a Novelli, da Birolli ad Afro.
Lo skyline del paesaggio agrario e costiero è persistente in questi dipinti: topografie e mappe sinestetiche, suggeriscono le aree coltivate, quelle brulle, la vegetazione, i rilievi, le acque, le variazioni del cielo, il clima, il vento, la pioggia, il caldo, il freddo, i profumi…
Guastamacchia ricerca equilibri, la conciliazione degli opposti e, come Calvino, trova nel disegno, nella mappa, argine alla perdita dell’io, freno alla discesa nel mare dell’oggettività: la rete, la griglia (compositiva), struttura tesa fra la superficie del mondo e l’occhio, è necessaria per avvicinarsi allo spazio infinito. Qui è topos, campo fisico di forze centripete e centrifughe, più che spazio astratto e indefinito, perché la superficie del mondo si può indicare e descrivere, più che spiegare..(I.Calvino)
La griglia proietta la superficie della pittura stessa e ha in sé un potere mitico (Rosalind Krauss) perché essa ci permette di pensare che ..facciamo della scienza e della logica mentre, nello stesso tempo, ci apre come un cammino verso l’illusione o l’immaginazione..
Allora, oltre la logica, opere come tappeti ..oggetti variegati e leggeri che si stendono sul nudo suolo dovunque ci si ferma a passare la notte e si arrotolano al mattino per portarli via con sé insieme ai propri averi sulla gobba dei cammelli.. (I.Calvino).
Mirella Casamassima
03
dicembre 2010
Pasquale Guastamacchia
Dal 03 al 24 dicembre 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA BLUORG
Bari, Via Marcello Celentano, 92, (Bari)
Bari, Via Marcello Celentano, 92, (Bari)
Orario di apertura
aperta al pubblico dal lunedì al sabato.
Orari 10.00 - 13.30 / 17.00 - 20.30
Domenica su appuntamento
Vernissage
3 Dicembre 2010, ore 19.00
Autore
Curatore