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Passaggi Fotografici
quattro lavori realizzati dal 2002 per conto dell’Arci di Treviso
Comunicato stampa
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Con inaugurazione sabato 28 aprile, ore 18.30, a Treviso, presso lo Spazio Paraggi, Arci Treviso, presenta la mostra collettiva Passaggi Fotografici, curata da Marco Zanta, che riprende i quattro lavori realizzati dal 2002 per conto dell’Arci di Treviso dai fotografi Guido Guidi, Lewis Baltz, Francesco Raffaelli e Gilbert Fastenaekens. Nel corso dell’inaugurazione verrà presentato il catalogo stampato per l’occasione, riassuntivo dei quattro lavori e intitolato Passaggi Fotografici. Il catalogo, oltre a tutte le immagini prodotte dai fotografi invitati, contiene un lungo saggio introduttivo del critico e docente d’arte Stefano Chiodi, curatore di numerose mostre di artisti contemporanei e autore di varie pubblicazioni. Chiude la pubblicazione una cronologia ragionata dal 1992 al 2007 della Provincia di Treviso, curata dallo storico trevigiano Daniele Ceschin.
Passaggi Fotografici: sono quattro episodi – con i fotografi Guido Guidi nel 2002, Lewis Baltz nel 2003, Francesco Raffaelli nel 2004, Gilbert Fastenaekens nel 2006 - di una serie di committenze ad autori italiani e stranieri, invitati a lavorare nel territorio trevigiano. Ogni anno è stato invitato un fotografo a documentare il “paesaggio” trevigiano – naturale, urbano, industriale, sociale, antropologico -, secondo il proprio stile, libero da vincoli da parte del committente. L’idea di offrire agli obiettivi di quattro fotografi una città, un territorio, un intero complesso di relazioni sociali come materia di immagine, è ciò che caratterizza il progetto che l’Arci di Treviso ha intrapreso dal 2002 ad oggi. Quella che un tempo si sarebbe definita una “missione fotografica”, uno specchio fedele ma in fondo rassicurante che ribadisse la fiducia nell’ordine “naturale” della società, nella permanenza dei suoi segni più “nobili”, diviene adesso un modo per restituire visibilità a qualcosa che è diventato opaco, in nome di un’esigenza etica che insiste sull’urgenza di vedere e dunque di comprendere, di leggere e decifrare nei segni della realtà urbana i tratti di un’identità nuova e contraddittoria. Treviso come città-laboratorio del benessere “totale” o come “terra desolata” della privatezza e dell’incomunicabilità, come zona, in modo alternato, di confine e di espansione, di accumulo e dispersione, di attaccamento tenace ai valori tradizionali e di loro sperpero violento, come periferia senza centro e come tenace volontà di essere centro.
Guido Guidi ha realizzato per la mostra Strada Ovest 04.02 di Treviso, 21 stampe a colori.Nel dicembre del 2002 Guidi è stato invitato a produrre una serie di fotografie sul territorio trevigiano.Quasi contemporaneamente Marco Torres, del Dipartimento di Pianificazione dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, gli ha proposto di contribuire con un’indagine fotografica alle sue ricerche sul fenomeno urbanistico delle “strade-mercato”. Guidi ha scelto la Strada Ovest di Treviso. Le riprese sono state eseguite nel mese di aprile 2002. La prima mostra del lavoro si è tenuta dall’11 maggio al 9 giugno 2002, allo Spazio Antonino Paraggi di Treviso.
Francesco Raffaelli ha realizzato per la mostra Uno di questi giorni a Treviso, 30 stampe fotografiche, 26 in bianco e nero e 4 a colori, tutte in stampa lambda su dibond e plexiglass.
Le riprese di ritratti, esterni e nature morte, sono state effettuate a settembre e novembre 2003, a Treviso e provincia, e a Cesena. Un ritratto d’immigrato e la fotografia della sua automobile-abitazione sono stati fatti all’Ex Istituto psichiatrico di Sant’Artemio, a Treviso, poco prima dello sgombero dell’area in seguito alla vendita del complesso. La prima mostra del lavoro si è tenuta dal 25 settembre al 12 novembre 2004 allo Spazio Paraggi di Treviso. Una sezione del lavoro è stata presentata a settembre 2005 all’Arsenale di Venezia, nell’ambito della 37° Biennale del Teatro e nel novembre 2006 alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Cesena.
Lewis Baltz ha realizzato per la mostra Plenty di Treviso, 4 grandi stampe a colori, su plexiglass.
Nel suo breve soggiorno a Treviso è stato colpito dal senso di opulenza che la città suscita: negozi sofisticati, banche, macchine di lusso, donne eleganti, ristoranti affollati; sorta di land of plenty, “paese della cuccagna”. Una prosperità recente – quarant’anni fa la provincia di Treviso era una terra povera, di emigranti - che lo ha portato a riflettere sulla relativa positività di tanta abbondanza.
Baltz ha presentato 4 emblematiche grandi immagini – sotto il titolo di Plenty (Abbondanza) – realizzate in due aziende che concorrono al mito del ricco Nord Est.
Per le prime due immagini ha scelto il magazzino di una fonderia, con tecnologie tra le più avanzate in Europa. Ha puntato l’attenzione sugli stampi, detti in gergo “anime” (e “spara-anime” la macchina che li produce), giocando su sottili ambivalenze: deposito-archivio, ma anche deposito di anime, cimitero.
Le altre due immagini, inquadrano, l’una, stoffe e capi d’abbigliamento appesi a un raccoglitore, come documento di consultazione, l’altra, il caotico ammasso di carte e fogli sulla scrivania di uno studio.Le riprese sono state eseguite nel mese di febbraio 2003. La prima mostra del lavoro si è tenuta dal 10 maggio all’8 giugno 2003, allo Spazio Antonino Paraggi di Treviso.
Gilbert Fastenaekens ha realizzato per la mostra Un progetto fotografico a Treviso 13 stampe fotografiche lambda a colori.
Evitando la Treviso storica per lavorare sulla prima e seconda cintura della città, Fastenaekens presenta immagini di palazzi e scorci urbani degli anni Sessanta. Prende spunto da fotografie di Treviso degli anni Sessanta - tratte dal Fondo Gnocato* del FAST (Foto Archivio Storico Trevigiano), l’Archivio fotografico della Provincia di Treviso - come leitmotiv che percorre la mostra.Fastenaekens ha voluto compiere una doppia traversata. Da una parte la “scoperta” di un fotografo trevigiano di architettura dei “golden sixties”, Beppino Gnocato, sorta di utopia gioiosa di crescita della città; dall’altra la ricerca, intorno alla cintura cittadina, delle tracce dei palazzi di quegli anni.
La mostra presenta questa “erranza” attraverso immagini a colori, di grande formato, punteggiate dalle immagini in bianco e nero di Gnocato, ri-fotografate oggi a colori, negli stessi luoghi, dal fotografo trevigiano Gian Luca Eulisse. Ritroviamo, in forma sfumata e discreta, le “nuove utopie” del cantiere Appiani di Botta, prive dell’aspetto dimostrativo e fastoso delle immagini degli anni Sessanta.Le riprese sono state eseguite nel mese di ottobre 2005. Una mostra del lavoro si è tenuta dal 18 febbraio al 26 marzo 2006, allo Spazio Antonino Paraggi di Treviso.
Passaggi Fotografici: sono quattro episodi – con i fotografi Guido Guidi nel 2002, Lewis Baltz nel 2003, Francesco Raffaelli nel 2004, Gilbert Fastenaekens nel 2006 - di una serie di committenze ad autori italiani e stranieri, invitati a lavorare nel territorio trevigiano. Ogni anno è stato invitato un fotografo a documentare il “paesaggio” trevigiano – naturale, urbano, industriale, sociale, antropologico -, secondo il proprio stile, libero da vincoli da parte del committente. L’idea di offrire agli obiettivi di quattro fotografi una città, un territorio, un intero complesso di relazioni sociali come materia di immagine, è ciò che caratterizza il progetto che l’Arci di Treviso ha intrapreso dal 2002 ad oggi. Quella che un tempo si sarebbe definita una “missione fotografica”, uno specchio fedele ma in fondo rassicurante che ribadisse la fiducia nell’ordine “naturale” della società, nella permanenza dei suoi segni più “nobili”, diviene adesso un modo per restituire visibilità a qualcosa che è diventato opaco, in nome di un’esigenza etica che insiste sull’urgenza di vedere e dunque di comprendere, di leggere e decifrare nei segni della realtà urbana i tratti di un’identità nuova e contraddittoria. Treviso come città-laboratorio del benessere “totale” o come “terra desolata” della privatezza e dell’incomunicabilità, come zona, in modo alternato, di confine e di espansione, di accumulo e dispersione, di attaccamento tenace ai valori tradizionali e di loro sperpero violento, come periferia senza centro e come tenace volontà di essere centro.
Guido Guidi ha realizzato per la mostra Strada Ovest 04.02 di Treviso, 21 stampe a colori.Nel dicembre del 2002 Guidi è stato invitato a produrre una serie di fotografie sul territorio trevigiano.Quasi contemporaneamente Marco Torres, del Dipartimento di Pianificazione dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, gli ha proposto di contribuire con un’indagine fotografica alle sue ricerche sul fenomeno urbanistico delle “strade-mercato”. Guidi ha scelto la Strada Ovest di Treviso. Le riprese sono state eseguite nel mese di aprile 2002. La prima mostra del lavoro si è tenuta dall’11 maggio al 9 giugno 2002, allo Spazio Antonino Paraggi di Treviso.
Francesco Raffaelli ha realizzato per la mostra Uno di questi giorni a Treviso, 30 stampe fotografiche, 26 in bianco e nero e 4 a colori, tutte in stampa lambda su dibond e plexiglass.
Le riprese di ritratti, esterni e nature morte, sono state effettuate a settembre e novembre 2003, a Treviso e provincia, e a Cesena. Un ritratto d’immigrato e la fotografia della sua automobile-abitazione sono stati fatti all’Ex Istituto psichiatrico di Sant’Artemio, a Treviso, poco prima dello sgombero dell’area in seguito alla vendita del complesso. La prima mostra del lavoro si è tenuta dal 25 settembre al 12 novembre 2004 allo Spazio Paraggi di Treviso. Una sezione del lavoro è stata presentata a settembre 2005 all’Arsenale di Venezia, nell’ambito della 37° Biennale del Teatro e nel novembre 2006 alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Cesena.
Lewis Baltz ha realizzato per la mostra Plenty di Treviso, 4 grandi stampe a colori, su plexiglass.
Nel suo breve soggiorno a Treviso è stato colpito dal senso di opulenza che la città suscita: negozi sofisticati, banche, macchine di lusso, donne eleganti, ristoranti affollati; sorta di land of plenty, “paese della cuccagna”. Una prosperità recente – quarant’anni fa la provincia di Treviso era una terra povera, di emigranti - che lo ha portato a riflettere sulla relativa positività di tanta abbondanza.
Baltz ha presentato 4 emblematiche grandi immagini – sotto il titolo di Plenty (Abbondanza) – realizzate in due aziende che concorrono al mito del ricco Nord Est.
Per le prime due immagini ha scelto il magazzino di una fonderia, con tecnologie tra le più avanzate in Europa. Ha puntato l’attenzione sugli stampi, detti in gergo “anime” (e “spara-anime” la macchina che li produce), giocando su sottili ambivalenze: deposito-archivio, ma anche deposito di anime, cimitero.
Le altre due immagini, inquadrano, l’una, stoffe e capi d’abbigliamento appesi a un raccoglitore, come documento di consultazione, l’altra, il caotico ammasso di carte e fogli sulla scrivania di uno studio.Le riprese sono state eseguite nel mese di febbraio 2003. La prima mostra del lavoro si è tenuta dal 10 maggio all’8 giugno 2003, allo Spazio Antonino Paraggi di Treviso.
Gilbert Fastenaekens ha realizzato per la mostra Un progetto fotografico a Treviso 13 stampe fotografiche lambda a colori.
Evitando la Treviso storica per lavorare sulla prima e seconda cintura della città, Fastenaekens presenta immagini di palazzi e scorci urbani degli anni Sessanta. Prende spunto da fotografie di Treviso degli anni Sessanta - tratte dal Fondo Gnocato* del FAST (Foto Archivio Storico Trevigiano), l’Archivio fotografico della Provincia di Treviso - come leitmotiv che percorre la mostra.Fastenaekens ha voluto compiere una doppia traversata. Da una parte la “scoperta” di un fotografo trevigiano di architettura dei “golden sixties”, Beppino Gnocato, sorta di utopia gioiosa di crescita della città; dall’altra la ricerca, intorno alla cintura cittadina, delle tracce dei palazzi di quegli anni.
La mostra presenta questa “erranza” attraverso immagini a colori, di grande formato, punteggiate dalle immagini in bianco e nero di Gnocato, ri-fotografate oggi a colori, negli stessi luoghi, dal fotografo trevigiano Gian Luca Eulisse. Ritroviamo, in forma sfumata e discreta, le “nuove utopie” del cantiere Appiani di Botta, prive dell’aspetto dimostrativo e fastoso delle immagini degli anni Sessanta.Le riprese sono state eseguite nel mese di ottobre 2005. Una mostra del lavoro si è tenuta dal 18 febbraio al 26 marzo 2006, allo Spazio Antonino Paraggi di Treviso.
28
aprile 2007
Passaggi Fotografici
Dal 28 aprile al 13 maggio 2007
fotografia
Location
SPAZIO PARAGGI
Treviso, Via Pescatori, 23, (Treviso)
Treviso, Via Pescatori, 23, (Treviso)
Orario di apertura
dal merc. alla dom. dalle 16.00 alle 20
Vernissage
28 Aprile 2007, ore 18.30
Autore
Curatore