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Pat Carra – Punto a Capo
La mostra vuole far conoscere l’universo di una delle piu’ amate fumettiste italiane attraverso 29 tele che sono ingrandimenti, tutti disegnati e cuciti interamente a mano, dei fumetti su carta originari. Tutto il lavoro artistico di Pat e’ teso alla liberazione dagli stereotipi, soprattutto quelli sessuali, attraverso l’umorismo. Nelle opere esposte i colori delle tele e del filo sono il nero, il rosso, il bianco con le sue varianti naturali fino al corda della iuta e all’ecru’ della canapa.
Comunicato stampa
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La mostra “Punto a Capo” di Pat Carra, ospitata al Complesso del Vittoriano dal 23 dicembre 2010 al 23 gennaio 2011, vuole far conoscere l’universo di una delle più amate fumettiste italiane attraverso 29 tele che sono ingrandimenti, tutti disegnati e cuciti interamente a mano, dei fumetti su carta originari. Le dimensioni variano da 90x100 cm a 100x260 cm. I tessuti spaziano dal lino al khadi di Gandhi, dal cotone alla canapa, alla iuta. I fumetti di Pat Carra sono quindi volati dalla carta alla tela, hanno preso corpo e volume, sono disegnati a mano, ricamati al dritto e al rovescio, tagliati, cuciti. Pat intreccia sulle tele il lavoro della penna e quello dell’ago, cucendo ironie taglienti su morbidi tessuti. Le vignette e le strisce sono umoristiche, ironiche, satiriche. Parlano di donne e di uomini, di libertà femminile, di conflitti tra i sessi.
La mostra è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma, realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia e a cura di Susanna Boschi, Pat Carra, Anders Lunderskov, Sandro Stefanelli.
Pat Carra è nata a Parma nel 1954 e vive a Milano. È’ una delle più amate fumettiste italiane, un punto di riferimento ironico, politico, umoristico per un vasto e multiforme pubblico femminile, femminista, e maschile. Nel 2006 ha vinto il Premio Internazionale di Satira politica di Forte dei Marmi. Le sue prime vignette e strisce sono pubblicate negli anni settanta dalla Libreria delle donne di Milano, di cui ha diretto il periodico umoristico “Aspirina. Rivista per donne di sesso femminile”. Ha collaborato e collabora con riviste e giornali in Italia e all’estero: “Noi donne”, “Cuore”, “Smemoranda”, “Donna moderna”, “Donna e mamma”, “Corriere della sera”, “il ma¬nifesto”, “Ego” (Grecia), “Luna” (Argentina), “Clara” (Spagna), “Terre di mezzo” e le testa¬te online “Jobtalk24/Sole24ore” e “InGenere/sito di economia e politica”. Negli ultimi anni ha esposto i suoi lavori in numerose mostre, intrecciando il fumetto con altre forme d’arte. La mostra Punto a capo si inscrive in questa ricerca e approda a una nuova, imprevista, originale libertà artistica.
La mostra
Fili ordinati e disordinati compongono un discorso allo stesso tempo forte e leggero, invitano alla riflessione, al riso, al sorriso. Fanno riflettere sulla violenza domestica e sulla guerra, perché il mondo - scriveva Hannah Arendt - non è altro che l’allargamento delle nostre relazioni. Tutto il lavoro artistico di Pat è teso alla liberazione dagli stereotipi, soprattutto quelli sessuali, attraverso l’umorismo. Nelle opere esposte al Vittoriano i colori delle tele e del filo sono il nero, il rosso, il bianco con le sue varianti naturali fino al corda della iuta e all'ecrù della canapa. Pat Carra mescola modi diversi di cucire, assemblare, ricamare. Crea volumi con leggere imbottiture che fanno spiccare i personaggi e le nuvole parlanti del fumetto, fis¬sate poi con bottoni di madreperla indiani.
Oppure taglia il lino di un burqa facendo sbucare dall’interno la forza gioiosa di un cotone africano e appoggia il disegno sulla calda ruvidezza della iuta. Alcune tele di lino leggero sono completamente ricamate, senza interventi a in¬chio¬stro: disegni e scrittura prendono corpo solo con i piccoli punti tratteggiati del ricamo kanthawork, tipico della tradizione indiana.
Le opere in mostra sono nate da un lavoro laboratoriale al quale hanno collaborato la fashion designer Michela Solari, con l’idea del raffinato kantawork come ricamo base, e Maura Carra che ha eseguito molti ricami. Il designer milanese/danese Anders Lunderskov ha progettato un allestimento essenziale e rigoroso. Le sue cornici in abete naturale sembrano volare intorno alle tele, sottolineando la leggerezza del fumetto. La grafica progettata da Sandro Stefanelli, si sviluppa in rosso e bianco per l’allestimento, la comunicazione e il catalogo. Il tratteggio di un filo rosso e la trama di un tessuto grezzo creano volume e movimento.
Tutti i testi in mostra sono tradotti in inglese.
Le borse indiane
Uno spazio della mostra è dedicato al progetto equo e solidale “Punto a capo Milano-Mumbai” che ha realizzato borse con le vignette di Pat stampate e ricamate a mano dalle donne della Ong Lok Seva Sangam. Le borse sono piccole opere uniche a tiratura limitata, di cotone naturale. Ogni borsa nasce da un’esperienza di arte e lavoro condiviso. Il progetto, che prende le mosse da incontri e coincidenze fortunate, tiene insieme arte, politica, relazioni tra donne vicine e lontane.
La storia comincia nel 2008, quando Pat e un’amica giramondo, Patrizia Costa, che fa volontariato con le donne della Ong LSS, decidono di fare borse di cotone ricamate. Al progetto hanno lavorato due gruppi, uno a Milano e l’altro a Mumbai. A Milano si studiano i prototipi e si cura la diffusione e la distribuzione. Con Pat Carra collaborano Susanna Boschi, Piera Bosotti, Maura Carra, Maria Teresa Collini, Patrizia Costa, Michela Solari. A Mumbai si esegue il lavoro dalla stampa al ricamo. Il laboratorio indiano è diretto da Ethel D'Souza, che coordina un gruppo di venti donne e ragazze. Parte del ricavato è usata per le vaccinazioni e per le scuole dello slum.
La mostra è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma, realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia e a cura di Susanna Boschi, Pat Carra, Anders Lunderskov, Sandro Stefanelli.
Pat Carra è nata a Parma nel 1954 e vive a Milano. È’ una delle più amate fumettiste italiane, un punto di riferimento ironico, politico, umoristico per un vasto e multiforme pubblico femminile, femminista, e maschile. Nel 2006 ha vinto il Premio Internazionale di Satira politica di Forte dei Marmi. Le sue prime vignette e strisce sono pubblicate negli anni settanta dalla Libreria delle donne di Milano, di cui ha diretto il periodico umoristico “Aspirina. Rivista per donne di sesso femminile”. Ha collaborato e collabora con riviste e giornali in Italia e all’estero: “Noi donne”, “Cuore”, “Smemoranda”, “Donna moderna”, “Donna e mamma”, “Corriere della sera”, “il ma¬nifesto”, “Ego” (Grecia), “Luna” (Argentina), “Clara” (Spagna), “Terre di mezzo” e le testa¬te online “Jobtalk24/Sole24ore” e “InGenere/sito di economia e politica”. Negli ultimi anni ha esposto i suoi lavori in numerose mostre, intrecciando il fumetto con altre forme d’arte. La mostra Punto a capo si inscrive in questa ricerca e approda a una nuova, imprevista, originale libertà artistica.
La mostra
Fili ordinati e disordinati compongono un discorso allo stesso tempo forte e leggero, invitano alla riflessione, al riso, al sorriso. Fanno riflettere sulla violenza domestica e sulla guerra, perché il mondo - scriveva Hannah Arendt - non è altro che l’allargamento delle nostre relazioni. Tutto il lavoro artistico di Pat è teso alla liberazione dagli stereotipi, soprattutto quelli sessuali, attraverso l’umorismo. Nelle opere esposte al Vittoriano i colori delle tele e del filo sono il nero, il rosso, il bianco con le sue varianti naturali fino al corda della iuta e all'ecrù della canapa. Pat Carra mescola modi diversi di cucire, assemblare, ricamare. Crea volumi con leggere imbottiture che fanno spiccare i personaggi e le nuvole parlanti del fumetto, fis¬sate poi con bottoni di madreperla indiani.
Oppure taglia il lino di un burqa facendo sbucare dall’interno la forza gioiosa di un cotone africano e appoggia il disegno sulla calda ruvidezza della iuta. Alcune tele di lino leggero sono completamente ricamate, senza interventi a in¬chio¬stro: disegni e scrittura prendono corpo solo con i piccoli punti tratteggiati del ricamo kanthawork, tipico della tradizione indiana.
Le opere in mostra sono nate da un lavoro laboratoriale al quale hanno collaborato la fashion designer Michela Solari, con l’idea del raffinato kantawork come ricamo base, e Maura Carra che ha eseguito molti ricami. Il designer milanese/danese Anders Lunderskov ha progettato un allestimento essenziale e rigoroso. Le sue cornici in abete naturale sembrano volare intorno alle tele, sottolineando la leggerezza del fumetto. La grafica progettata da Sandro Stefanelli, si sviluppa in rosso e bianco per l’allestimento, la comunicazione e il catalogo. Il tratteggio di un filo rosso e la trama di un tessuto grezzo creano volume e movimento.
Tutti i testi in mostra sono tradotti in inglese.
Le borse indiane
Uno spazio della mostra è dedicato al progetto equo e solidale “Punto a capo Milano-Mumbai” che ha realizzato borse con le vignette di Pat stampate e ricamate a mano dalle donne della Ong Lok Seva Sangam. Le borse sono piccole opere uniche a tiratura limitata, di cotone naturale. Ogni borsa nasce da un’esperienza di arte e lavoro condiviso. Il progetto, che prende le mosse da incontri e coincidenze fortunate, tiene insieme arte, politica, relazioni tra donne vicine e lontane.
La storia comincia nel 2008, quando Pat e un’amica giramondo, Patrizia Costa, che fa volontariato con le donne della Ong LSS, decidono di fare borse di cotone ricamate. Al progetto hanno lavorato due gruppi, uno a Milano e l’altro a Mumbai. A Milano si studiano i prototipi e si cura la diffusione e la distribuzione. Con Pat Carra collaborano Susanna Boschi, Piera Bosotti, Maura Carra, Maria Teresa Collini, Patrizia Costa, Michela Solari. A Mumbai si esegue il lavoro dalla stampa al ricamo. Il laboratorio indiano è diretto da Ethel D'Souza, che coordina un gruppo di venti donne e ragazze. Parte del ricavato è usata per le vaccinazioni e per le scuole dello slum.
22
dicembre 2010
Pat Carra – Punto a Capo
Dal 22 dicembre 2010 al 23 gennaio 2011
disegno e grafica
Location
COMPLESSO DEL VITTORIANO
Roma, Via Di San Pietro In Carcere, (Roma)
Roma, Via Di San Pietro In Carcere, (Roma)
Orario di apertura
lun-ven 9.30-18.30 - sab e dom 9.30-19.30
Ufficio stampa
COMUNICAREORGANIZZANDO
Autore
Curatore