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Patrizia Bonardi – melograno.pomegranate
[.BOX] presenta il nuovo video dell’artista Patrizia Bonardi che insieme al sociologo Maurizio Salvetti eseguirà una performance acustica interagendo a due voci sul sonoro del video “melograne.pomegranate”.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
melograno.pomegranate – artists.sociologists
di Patrizia Bonardi
a cura di Visualcontainer in collaborazione con artists.sociologists
Presentazione nuovo video ”melograno.pomegranate” con
performance vocale artista/sociologo
+ Dibattito di artists.sociologists sui testi della sociologa Milena Gammaitoni e di Luigi D’Elia
[.BOX] presenta il nuovo video dell’artista Patrizia Bonardi che insieme al sociologo Maurizio Salvetti eseguirà una performance acustica interagendo a due voci sul sonoro del video “melograne.pomegranate”.
Seguirà il dibattito condotto da Bonardi e Salvetti per artists.sociologists sui testi della sociologa Milena Gammaitoni e di Luigi D’Elia.
Arte contemporanea e sociologia si incontrano per confrontarsi in ambito audiovisivo attraverso l’opera di Patrizia Bonardi, che valorizza il sito post-industriale Crespi di Nembo, in cui permane la sola presenza simbolica dell’allora complesso industriale, una torre camino presenza fallo centrica da cui derivare una visione complessiva del reale europeo: la crisi economica che permea la nostra società, cerca risposte che muovano da una nuova concezione dei rapporti sociali, in cui il femminile aiuti alla realizzazione di un sistema sociale di giustizia e di eco-sostenibililità.
melograno.pomegranate – Patrizia Bonardi, 5:09 – 2016
Performer : Maurizio Salvetti e Federica de Matthias
“Fastidio – suoni stridenti – umani e non umani. Una fabbrica fantasma nel deserto, un uomo nero si muove, è un direttore di orchestra che dirige un nulla? Ombre scendono da non luoghi e diventano una sola donna, all’origine del mondo, quando si danzava in dialogo con le stelle, nel legame con nature desertiche e rigogliose. Una Baba Yaga? E’ vita brulicante che ruba un potere che non ha senso e per questo lo getta via nel nulla: la bacchetta del direttore. Il direttore gesticola, rallenta, si spersonalizza, si perde…? La Baba Yaga diventa sciamana, gli dona vento di rami e il frutto della rinascita: il Melograno.
Microcosmo onirico, suoni ancestrali, frenetica nenia…
L’immagine dell’industria abbandonata e dismessa nel deserto e l’uomo che dirige il nulla richiamano immediatamente l’idea che per l’uomo contemporaneo l’alienazione, di marxiana memoria, non sia una realtà lontana, bensì una strettissima attualità. È cambiata solo la forma dell’alienazione, il modo in cui il proprio orizzonte personale e comunitario, il proprio stare al mondo, perde se stesso per scopi disumani. Il direttore del nulla è rapito da se stesso, dalla propria musica interiore che nessuno può ascoltare. Egli sembra caduto dentro se stesso in una condizione di solitudine assoluta. Siamo passati dall’epoca in cui “chi guarda dentro si sveglia” (Jung) all’epoca in cui “guardarsi dentro rende ciechi” (Watzlawick), una forma di cecità e di solitudine ingannevole che fa credere tutto il contrario, di essere svegli e insieme agli altri. Ed invece la solitudine è diventata di massa in una sorta di ossimoro senza soluzione.
Il passaggio antropologico al quale assistiamo dall’epoca industriale a questa epoca contemporanea è lo stesso che il filosofo Byung-Chul Han descrive nei suoi ultimi saggi, specie in “Psicopolitica”, dove egli segnala la fine dell’epoca foucaultiana della biopolitica è l’inaugurarsi di una nuova epoca nella quale il controllo della vita, attraverso il bios e le sue forme e manifestazioni (tipico dell’epoca industriale e post-industriale), ha ormai lasciato il posto al controllo della mente e dei mondi emotivi, affettivi, sensoriali: la psicopolitica. Un’epoca di alienazione compiacente nella quale ognuno di noi partecipa attivamente e complice alle nuove forme di cecità e di solitudine attraverso le nuove tecnologie del web e i suoi dispositivi di controllo.
Patrizia Bonardi gioca con questo caos, un gioco serio, l’avventura dell’artista che chiede al suo pubblico tempo, silenzio, riflessione.
Chi è l’artista, se non un outsider o un individuo al margine, che con le proprie performance mette a contatto la comunità sociale con contenuti, qualità, financo visioni della vita e del mondo che essa non elabora autonomamente, ma che sembrano provenire da altri lidi e altre culture? E così è la stranezza che tanto spesso l’arte si concede se non il diritto di cittadinanza a qualcosa che è straniero, o perso? Gli artisti sarebbero “stranieri di un determinato tipo caratterizzati da un elemento invariabile” al loro essere divenuti membri organici del gruppo, nel farsi contro un’aggregazione inorganica permanente creando uno stato di tensione reciproca.
L’artista è un provocatore, allo sguardo simmeliano, come lo straniero che mina l’indiscussa sicurezza dei principi normativi sui quali si regge la convivenza del gruppo sociale.
L’arte è un porsi “al di là della vita intesa come realtà” quello dell’avventura “della vita, intesa però come flusso ininterrotto che connette in modo intelligibile ogni elemento con il suo vicino”.
L’azione dell’artista inizia, soprattutto in Europa, a fondare una coscienza collettiva, sviluppando, come sosteneva Durkheim, solidarietà sociale. Ma si tratta di una nuova solidarietà sociale, che supera la secolarizzazione e promuove l’incontro reale tra passato e presente, e culture diverse. Anzi che generare conflitto questa solidarietà, che potremmo definire di tipo relazionale, genera rispetto per le diversità e integrazione per il raggiungimento di un bene comune, che superi privati egoismi e l’unica visione di interessi personali.” di Milena Gammaitoni e Luigi D’Elia
Patrizia Bonardi vive e lavora a Bergamo.
La ricerca artistica di Patrizia Bonardi parte da un nucleo intimo, interiore in cui l’essere donna cerca di assumere un ruolo di cittadinanza attiva come impegno politico e sociale diretto.
Madre di tre figli, si laurea a pieni voti “in teoria e pratica dei linguaggi artistici contemporanei” analizzando il rapporto di collaborazione fra artisti e sociologi.
Lavora nell’ambito ambientalista fondando un comitato per la salute e il territorio.
I suoi progetti artistici si sono sviluppati in più ambiti, dal disegno alla videoarte, dalla pittura all’installazione con un’impronta personale molto delineata.
I video di Bonardi, girati con una videocamera amatoriale, documentano azioni semplici spesso eseguite dall’artista stessa. Parlano di un’evoluzione interiore, del tentativo di passare da un contesto intimo a un contesto sociale.
Il prendersi cura è atteggiamento complessivo, politico che trova in certi materiali una forte carica simbolica.
La benda intinta nella cera costruisce strutture legate alla sofferenza dell’uomo e della natura. Da qui i suoi lavori che si sviluppano in installazioni come Crolli liquidi, Cura e Quasar.
Ideatrice della pagina in rete artists.sociologists è fondatrice dell’omonima associazione che cerca di attivare un dialogo fra gli artisti e i sociologi, sulla scorta della sua tesi di ricerca “Incontri inattesi quando artisti e sociologi dialogano” 2009.
Maurizio Salvetti laureato in sociologia all’ Università di Trento lavora dal 2004 in ambito sociale e dal 2013 è direttore della cooperativa Azzurra di Darfo Boario Terme. Si caratterizza per un attivismo in ambito psichiatrico, nato da prese di coscienza durante ll servizio civile, che lo hanno visto protagonista di denunce, rispetto alle inadempienze sul territorio lombardo dell’applicazione della legge Basaglia. Nel 2012 ha ideato e prodotto con Libera Mente il documentario “Orizzonte del Mare”, alla scoperta delle buone e delle cattive prassi in psichiatria. Salvetti ha seguito le proiezioni del lavoro lungo tutto il territorio nazionale, insieme al cast di “Orizzonte del mare”, creando dibattito nell’ ambito della società civile sui temi della psichiatria italiana.
Milena Gammaitoni è ricercatrice in Sociologia Generale, presso l’Università di Roma Tre, Insegna sociologia delle arti presso Università Jagellonica di Cracovia, Ecole Nationale Supérieure des Arts Decoratifs di Parigi.
In particolare è autrice di: La funzione sociale del musicista, Edup, 2004, L’agire sociale del poeta, W. Szymborska nella vita dei lettori in Polonia e in Italia, Franco Angeli, 2005; Storie di vita di artiste europee, dal Medioevo alla contemporaneità, Cleup, 2013; ha curato i volumi, Per una sociologia delle arti. Storia e storie di vita, Cleup, 2012 e Le Arti e la politica, prospettive sociologiche, Cleup, 2016.
Luigi D’Elia psicologo e psicoterapeuta, socio fondatore di alcune importanti esperienze come: la Comunità Terapeutica Passaggi, l’Associazione Osservatorio Psicologia nei Media, la Rivista di Gruppoanalisi Plexus, L’Associazione di Categoria AltraPsicologia.
Curatore della rubrica Buona Vita sul portale psychiatryonline.it, editor del Comitato di Redazione dell’Ordine degli Psicologi del Lazio. Autore del libro Alienazioni Compiacenti. Star bene fa male alla società, 2015.
di Patrizia Bonardi
a cura di Visualcontainer in collaborazione con artists.sociologists
Presentazione nuovo video ”melograno.pomegranate” con
performance vocale artista/sociologo
+ Dibattito di artists.sociologists sui testi della sociologa Milena Gammaitoni e di Luigi D’Elia
[.BOX] presenta il nuovo video dell’artista Patrizia Bonardi che insieme al sociologo Maurizio Salvetti eseguirà una performance acustica interagendo a due voci sul sonoro del video “melograne.pomegranate”.
Seguirà il dibattito condotto da Bonardi e Salvetti per artists.sociologists sui testi della sociologa Milena Gammaitoni e di Luigi D’Elia.
Arte contemporanea e sociologia si incontrano per confrontarsi in ambito audiovisivo attraverso l’opera di Patrizia Bonardi, che valorizza il sito post-industriale Crespi di Nembo, in cui permane la sola presenza simbolica dell’allora complesso industriale, una torre camino presenza fallo centrica da cui derivare una visione complessiva del reale europeo: la crisi economica che permea la nostra società, cerca risposte che muovano da una nuova concezione dei rapporti sociali, in cui il femminile aiuti alla realizzazione di un sistema sociale di giustizia e di eco-sostenibililità.
melograno.pomegranate – Patrizia Bonardi, 5:09 – 2016
Performer : Maurizio Salvetti e Federica de Matthias
“Fastidio – suoni stridenti – umani e non umani. Una fabbrica fantasma nel deserto, un uomo nero si muove, è un direttore di orchestra che dirige un nulla? Ombre scendono da non luoghi e diventano una sola donna, all’origine del mondo, quando si danzava in dialogo con le stelle, nel legame con nature desertiche e rigogliose. Una Baba Yaga? E’ vita brulicante che ruba un potere che non ha senso e per questo lo getta via nel nulla: la bacchetta del direttore. Il direttore gesticola, rallenta, si spersonalizza, si perde…? La Baba Yaga diventa sciamana, gli dona vento di rami e il frutto della rinascita: il Melograno.
Microcosmo onirico, suoni ancestrali, frenetica nenia…
L’immagine dell’industria abbandonata e dismessa nel deserto e l’uomo che dirige il nulla richiamano immediatamente l’idea che per l’uomo contemporaneo l’alienazione, di marxiana memoria, non sia una realtà lontana, bensì una strettissima attualità. È cambiata solo la forma dell’alienazione, il modo in cui il proprio orizzonte personale e comunitario, il proprio stare al mondo, perde se stesso per scopi disumani. Il direttore del nulla è rapito da se stesso, dalla propria musica interiore che nessuno può ascoltare. Egli sembra caduto dentro se stesso in una condizione di solitudine assoluta. Siamo passati dall’epoca in cui “chi guarda dentro si sveglia” (Jung) all’epoca in cui “guardarsi dentro rende ciechi” (Watzlawick), una forma di cecità e di solitudine ingannevole che fa credere tutto il contrario, di essere svegli e insieme agli altri. Ed invece la solitudine è diventata di massa in una sorta di ossimoro senza soluzione.
Il passaggio antropologico al quale assistiamo dall’epoca industriale a questa epoca contemporanea è lo stesso che il filosofo Byung-Chul Han descrive nei suoi ultimi saggi, specie in “Psicopolitica”, dove egli segnala la fine dell’epoca foucaultiana della biopolitica è l’inaugurarsi di una nuova epoca nella quale il controllo della vita, attraverso il bios e le sue forme e manifestazioni (tipico dell’epoca industriale e post-industriale), ha ormai lasciato il posto al controllo della mente e dei mondi emotivi, affettivi, sensoriali: la psicopolitica. Un’epoca di alienazione compiacente nella quale ognuno di noi partecipa attivamente e complice alle nuove forme di cecità e di solitudine attraverso le nuove tecnologie del web e i suoi dispositivi di controllo.
Patrizia Bonardi gioca con questo caos, un gioco serio, l’avventura dell’artista che chiede al suo pubblico tempo, silenzio, riflessione.
Chi è l’artista, se non un outsider o un individuo al margine, che con le proprie performance mette a contatto la comunità sociale con contenuti, qualità, financo visioni della vita e del mondo che essa non elabora autonomamente, ma che sembrano provenire da altri lidi e altre culture? E così è la stranezza che tanto spesso l’arte si concede se non il diritto di cittadinanza a qualcosa che è straniero, o perso? Gli artisti sarebbero “stranieri di un determinato tipo caratterizzati da un elemento invariabile” al loro essere divenuti membri organici del gruppo, nel farsi contro un’aggregazione inorganica permanente creando uno stato di tensione reciproca.
L’artista è un provocatore, allo sguardo simmeliano, come lo straniero che mina l’indiscussa sicurezza dei principi normativi sui quali si regge la convivenza del gruppo sociale.
L’arte è un porsi “al di là della vita intesa come realtà” quello dell’avventura “della vita, intesa però come flusso ininterrotto che connette in modo intelligibile ogni elemento con il suo vicino”.
L’azione dell’artista inizia, soprattutto in Europa, a fondare una coscienza collettiva, sviluppando, come sosteneva Durkheim, solidarietà sociale. Ma si tratta di una nuova solidarietà sociale, che supera la secolarizzazione e promuove l’incontro reale tra passato e presente, e culture diverse. Anzi che generare conflitto questa solidarietà, che potremmo definire di tipo relazionale, genera rispetto per le diversità e integrazione per il raggiungimento di un bene comune, che superi privati egoismi e l’unica visione di interessi personali.” di Milena Gammaitoni e Luigi D’Elia
Patrizia Bonardi vive e lavora a Bergamo.
La ricerca artistica di Patrizia Bonardi parte da un nucleo intimo, interiore in cui l’essere donna cerca di assumere un ruolo di cittadinanza attiva come impegno politico e sociale diretto.
Madre di tre figli, si laurea a pieni voti “in teoria e pratica dei linguaggi artistici contemporanei” analizzando il rapporto di collaborazione fra artisti e sociologi.
Lavora nell’ambito ambientalista fondando un comitato per la salute e il territorio.
I suoi progetti artistici si sono sviluppati in più ambiti, dal disegno alla videoarte, dalla pittura all’installazione con un’impronta personale molto delineata.
I video di Bonardi, girati con una videocamera amatoriale, documentano azioni semplici spesso eseguite dall’artista stessa. Parlano di un’evoluzione interiore, del tentativo di passare da un contesto intimo a un contesto sociale.
Il prendersi cura è atteggiamento complessivo, politico che trova in certi materiali una forte carica simbolica.
La benda intinta nella cera costruisce strutture legate alla sofferenza dell’uomo e della natura. Da qui i suoi lavori che si sviluppano in installazioni come Crolli liquidi, Cura e Quasar.
Ideatrice della pagina in rete artists.sociologists è fondatrice dell’omonima associazione che cerca di attivare un dialogo fra gli artisti e i sociologi, sulla scorta della sua tesi di ricerca “Incontri inattesi quando artisti e sociologi dialogano” 2009.
Maurizio Salvetti laureato in sociologia all’ Università di Trento lavora dal 2004 in ambito sociale e dal 2013 è direttore della cooperativa Azzurra di Darfo Boario Terme. Si caratterizza per un attivismo in ambito psichiatrico, nato da prese di coscienza durante ll servizio civile, che lo hanno visto protagonista di denunce, rispetto alle inadempienze sul territorio lombardo dell’applicazione della legge Basaglia. Nel 2012 ha ideato e prodotto con Libera Mente il documentario “Orizzonte del Mare”, alla scoperta delle buone e delle cattive prassi in psichiatria. Salvetti ha seguito le proiezioni del lavoro lungo tutto il territorio nazionale, insieme al cast di “Orizzonte del mare”, creando dibattito nell’ ambito della società civile sui temi della psichiatria italiana.
Milena Gammaitoni è ricercatrice in Sociologia Generale, presso l’Università di Roma Tre, Insegna sociologia delle arti presso Università Jagellonica di Cracovia, Ecole Nationale Supérieure des Arts Decoratifs di Parigi.
In particolare è autrice di: La funzione sociale del musicista, Edup, 2004, L’agire sociale del poeta, W. Szymborska nella vita dei lettori in Polonia e in Italia, Franco Angeli, 2005; Storie di vita di artiste europee, dal Medioevo alla contemporaneità, Cleup, 2013; ha curato i volumi, Per una sociologia delle arti. Storia e storie di vita, Cleup, 2012 e Le Arti e la politica, prospettive sociologiche, Cleup, 2016.
Luigi D’Elia psicologo e psicoterapeuta, socio fondatore di alcune importanti esperienze come: la Comunità Terapeutica Passaggi, l’Associazione Osservatorio Psicologia nei Media, la Rivista di Gruppoanalisi Plexus, L’Associazione di Categoria AltraPsicologia.
Curatore della rubrica Buona Vita sul portale psychiatryonline.it, editor del Comitato di Redazione dell’Ordine degli Psicologi del Lazio. Autore del libro Alienazioni Compiacenti. Star bene fa male alla società, 2015.
27
maggio 2016
Patrizia Bonardi – melograno.pomegranate
27 maggio 2016
arte contemporanea
incontro - conferenza
serata - evento
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serata - evento
Location
[.BOX]
Milano, Via Federico Confalonieri, 11, (Milano)
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Vernissage
27 Maggio 2016, h 18.30 - 21
Autore
Curatore