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Patrizia Cassina – Attraverso
Mostra personale di Patrizia Cassina in collaborazione con la Galleria Estense Arte di Cernobbio e patrocinata dal comune di Cernobbio presso la splendida Villa Bernasconi
Comunicato stampa
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Venerdì 17 maggio 2013 alle 18.30, presso la Villa Bernasconi di Cernobbio, verrà inaugurata una personale di Patrizia Cassina intitolata Attraverso.
La mostra, realizzata con la collaborazione e il patrocinio del Comune di Cernobbio e curata da Roberto Borghi, sarà aperta fino al 9 giugno con orari dal martedì al giovedì dalle ore 16.00 alle ore 19.00, il venerdì dalle 16.00 alle 22.00, sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.30.
In questa occasione, nelle sale recentemente restaurate di Villa Bernasconi – una dimora edificata nel 1905 da Alfredo Campanini per la dinastia tessile dei Bernasconi, tra i più significativi esempi di architettura liberty presenti sul lago di Como – verranno esposti circa 30 dipinti dedicati a scene d’interni e visioni di paesaggi, raffigurate con un linguaggio pittorico di ascendenza minimalista. « Gli Interni però – scrive Roberto Borghi nel testo in catalogo – sono quasi sempre strutturati secondo un’idea di orizzonte che li fa percepire come paesaggi; viceversa, i Paesaggi sembrano scaturire da uno sprofondamento interiore ed emanano un senso di familiarità, di intimità, che è tipico di certi interni. Detto altrimenti: gli interni, per quanto nitidamente organizzati, sono connotati da un’indubbia naturalezza; i paesaggi, per quanto effusivi e indefiniti, risultano architettati secondo un principio di interiorità».
Il colore è da sempre al centro dell’interesse e della ricerca di Patrizia Cassina (Como, 1964). Innanzitutto il colore applicato alla moda e al design: dopo la maturità scientifica, frequenta infatti l'Istituto Marangoni di Milano. Per circa dieci anni lavora come stilista negli atelier parigini di Karl Lagerfeld e Thierry Mugler. Rientrata in Italia, continua a collaborare con numerose aziende lombarde firmando collezioni d’abbigliamento, di tessuti d'arredo e di carte da parati.
L’attenta ricerca cromatica, fil rouge dell’attività di Patrizia Cassina, si espande e trova nuovi equilibri nell’attività di pittrice. Inizia a dipingere nel 1984 come autodidatta, ma è dal 2004 che – grazie al corso di pittura tenuto da Pierantonio Verga all'Accademia di Belle Arti Aldo Galli di Como – la sua arte prende uno sviluppo nuovo.
Negli ultimi anni ha esposto sue opere in diverse mostre collettive, l’ultima delle quali presso la Chie Art Gallery di Milano.
Nel 2009 ha tenuto la prima personale - intitolata Dentro - al Circolo Culturale Seregn de la Memoria di Seregno.
Nel gennaio 2011 ha esposto sue opere all’Ambasciata di Francia a Bucarest.
Nel 2012 ha tenuto la personale Quasi presso la Casa Brenna Tosatto di Campo di Lenno, sul lago di Como.
Assistente ai corsi di pittura dell’Accademia Aldo Galli di Como, vive e lavora a Cernobbio.
L’AZIONE SOTTINTESA
Mi sembra che questo celebre frammento shakespeariano – tratto se non sbaglio da Giulietta e Romeo – metta in luce una differenza sostanziale fra qualsiasi oggetto e un’opera d’arte contemporanea:
«Cosa c’è in un nome? Quella che noi chiamiamo rosa, se avesse un altro nome, conserverebbe comunque il suo profumo».
Probabilmente un dipinto come Les demoiselles d’Avignon avrebbe modificato il corso della storia dell’arte anche se il suo «nome» fosse stato un altro, ma il «profumo» – vale a dire l’intuizione della sua essenza, del clima di esaltazione e allo stesso tempo di consunzione del corpo femminile che lo pervade, e che Picasso aveva percepito nel bordello di calle Avignon a Barcellona – forse no, non sarebbe stato lo stesso. Per non parlare della componente verbale di certe opere di Duchamp, e di quelle dei suoi numerosi e pedissequi imitatori, che appunto tralascio per non smarrirmi nei meandri delle elucubrazioni sull’arte concettuale. Ciò che invece mi preme sottolineare è che a mio avviso i titoli delle opere rappresentano degli indizi basilari per intravederne il senso: tanto più i titoli delle mostre, che costituiscono anzi dei segnali di cui, nel tentativo di comprendere il percorso di un artista, non si può non tener conto.
Prima di Attraverso, Patrizia Cassina ha scelto di intitolare le sue esposizioni Quasi e Dentro. La predilezione per gli avverbi – anzitutto per quelli di luogo come Oltre, Verso, Qui, e subito dopo per quelli di tempo come Quando – contraddistingue anche i «nomi» assegnati alle sue opere. L’analisi grammaticale della pittura di Patrizia termina qua: non intendo esibirmi in acrobazie interpretative che sconfinerebbero nello psicanalitico. Voglio soltanto ribadire che gli avverbi si trovano di solito in prossimità dei verbi, e servono a determinarli, a specificarli. La mia impressione è che il soggetto della pittura di Patrizia sia un’azione sottintesa, un moto evocato dalle opere e chiosato dai titoli. Di che verbo si tratti è parecchio arduo da stabilire; di primo acchito sembrerebbe un generico andare, un moto psichico imprecisato e costellato di Forse e di Quasi. E’ chiaro però quali sono i termini, le coordinate di questo spostamento: a indicarle sono ancora una volta dei titoli, e per la precisione i titoli delle sezioni nelle quali è suddiviso questo catalogo.
L’itinerario pittorico di Patrizia può essere descritto come un moto dagli Interni ai Paesaggi. Non credo però che sia un percorso lineare e univoco: la sua peculiarità sta anzi in un anomalo fluttuare – un verbo di cui sarebbe bene prendere nota – tra dimensioni che tendono a contaminarsi reciprocamente, a scambiarsi le parti. Gli Interni sono quasi sempre strutturati secondo un’idea di orizzonte che li fa percepire come paesaggi; viceversa, i Paesaggi sembrano scaturire da uno sprofondamento interiore ed emanano un senso di familiarità, di intimità, che è tipico di certi interni. Detto altrimenti: gli interni, per quanto nitidamente organizzati, sono connotati da un’indubbia naturalezza; i paesaggi, per quanto effusivi e indefiniti, risultano architettati secondo un principio di interiorità.
Ovviamente queste categorie vanno intese in modo tutt’altro che restrittivo. Le opere di Patrizia invitano risolutamente a smarrire i confini, anche quelli semantici; ma in fondo la fluttuazione stessa è un’attività tortuosa da definire, una sorta di ondeggiamento ad alta frequenza, un moto oscillatorio radicale che sfiora la disgregazione. Fluttuanti a mio avviso sono anche i colori di queste opere – in particolare di certe visioni di paesaggi – nelle quali la luce vibra con cadenze a tal punto intense da mutare di stato e liquefarsi. Oppure è l’acqua, protagonista implicita di alcuni dipinti, a trasformarsi in vapori cangianti e, in ultima istanza, a sublimarsi in luce.
Di certo c’è che i nomi di questi dipinti, qualora variassero, inciderebbero sull’essenza più profonda dell’immagine. Se per esempio non si chiamasse Prato – Pieds dans l’eau, l’omonimo quadro non avrebbe lo stesso profumo di erba umida.
Roberto Borghi
(Testo pubblicato nel catalogo della mostra)
La mostra, realizzata con la collaborazione e il patrocinio del Comune di Cernobbio e curata da Roberto Borghi, sarà aperta fino al 9 giugno con orari dal martedì al giovedì dalle ore 16.00 alle ore 19.00, il venerdì dalle 16.00 alle 22.00, sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.30.
In questa occasione, nelle sale recentemente restaurate di Villa Bernasconi – una dimora edificata nel 1905 da Alfredo Campanini per la dinastia tessile dei Bernasconi, tra i più significativi esempi di architettura liberty presenti sul lago di Como – verranno esposti circa 30 dipinti dedicati a scene d’interni e visioni di paesaggi, raffigurate con un linguaggio pittorico di ascendenza minimalista. « Gli Interni però – scrive Roberto Borghi nel testo in catalogo – sono quasi sempre strutturati secondo un’idea di orizzonte che li fa percepire come paesaggi; viceversa, i Paesaggi sembrano scaturire da uno sprofondamento interiore ed emanano un senso di familiarità, di intimità, che è tipico di certi interni. Detto altrimenti: gli interni, per quanto nitidamente organizzati, sono connotati da un’indubbia naturalezza; i paesaggi, per quanto effusivi e indefiniti, risultano architettati secondo un principio di interiorità».
Il colore è da sempre al centro dell’interesse e della ricerca di Patrizia Cassina (Como, 1964). Innanzitutto il colore applicato alla moda e al design: dopo la maturità scientifica, frequenta infatti l'Istituto Marangoni di Milano. Per circa dieci anni lavora come stilista negli atelier parigini di Karl Lagerfeld e Thierry Mugler. Rientrata in Italia, continua a collaborare con numerose aziende lombarde firmando collezioni d’abbigliamento, di tessuti d'arredo e di carte da parati.
L’attenta ricerca cromatica, fil rouge dell’attività di Patrizia Cassina, si espande e trova nuovi equilibri nell’attività di pittrice. Inizia a dipingere nel 1984 come autodidatta, ma è dal 2004 che – grazie al corso di pittura tenuto da Pierantonio Verga all'Accademia di Belle Arti Aldo Galli di Como – la sua arte prende uno sviluppo nuovo.
Negli ultimi anni ha esposto sue opere in diverse mostre collettive, l’ultima delle quali presso la Chie Art Gallery di Milano.
Nel 2009 ha tenuto la prima personale - intitolata Dentro - al Circolo Culturale Seregn de la Memoria di Seregno.
Nel gennaio 2011 ha esposto sue opere all’Ambasciata di Francia a Bucarest.
Nel 2012 ha tenuto la personale Quasi presso la Casa Brenna Tosatto di Campo di Lenno, sul lago di Como.
Assistente ai corsi di pittura dell’Accademia Aldo Galli di Como, vive e lavora a Cernobbio.
L’AZIONE SOTTINTESA
Mi sembra che questo celebre frammento shakespeariano – tratto se non sbaglio da Giulietta e Romeo – metta in luce una differenza sostanziale fra qualsiasi oggetto e un’opera d’arte contemporanea:
«Cosa c’è in un nome? Quella che noi chiamiamo rosa, se avesse un altro nome, conserverebbe comunque il suo profumo».
Probabilmente un dipinto come Les demoiselles d’Avignon avrebbe modificato il corso della storia dell’arte anche se il suo «nome» fosse stato un altro, ma il «profumo» – vale a dire l’intuizione della sua essenza, del clima di esaltazione e allo stesso tempo di consunzione del corpo femminile che lo pervade, e che Picasso aveva percepito nel bordello di calle Avignon a Barcellona – forse no, non sarebbe stato lo stesso. Per non parlare della componente verbale di certe opere di Duchamp, e di quelle dei suoi numerosi e pedissequi imitatori, che appunto tralascio per non smarrirmi nei meandri delle elucubrazioni sull’arte concettuale. Ciò che invece mi preme sottolineare è che a mio avviso i titoli delle opere rappresentano degli indizi basilari per intravederne il senso: tanto più i titoli delle mostre, che costituiscono anzi dei segnali di cui, nel tentativo di comprendere il percorso di un artista, non si può non tener conto.
Prima di Attraverso, Patrizia Cassina ha scelto di intitolare le sue esposizioni Quasi e Dentro. La predilezione per gli avverbi – anzitutto per quelli di luogo come Oltre, Verso, Qui, e subito dopo per quelli di tempo come Quando – contraddistingue anche i «nomi» assegnati alle sue opere. L’analisi grammaticale della pittura di Patrizia termina qua: non intendo esibirmi in acrobazie interpretative che sconfinerebbero nello psicanalitico. Voglio soltanto ribadire che gli avverbi si trovano di solito in prossimità dei verbi, e servono a determinarli, a specificarli. La mia impressione è che il soggetto della pittura di Patrizia sia un’azione sottintesa, un moto evocato dalle opere e chiosato dai titoli. Di che verbo si tratti è parecchio arduo da stabilire; di primo acchito sembrerebbe un generico andare, un moto psichico imprecisato e costellato di Forse e di Quasi. E’ chiaro però quali sono i termini, le coordinate di questo spostamento: a indicarle sono ancora una volta dei titoli, e per la precisione i titoli delle sezioni nelle quali è suddiviso questo catalogo.
L’itinerario pittorico di Patrizia può essere descritto come un moto dagli Interni ai Paesaggi. Non credo però che sia un percorso lineare e univoco: la sua peculiarità sta anzi in un anomalo fluttuare – un verbo di cui sarebbe bene prendere nota – tra dimensioni che tendono a contaminarsi reciprocamente, a scambiarsi le parti. Gli Interni sono quasi sempre strutturati secondo un’idea di orizzonte che li fa percepire come paesaggi; viceversa, i Paesaggi sembrano scaturire da uno sprofondamento interiore ed emanano un senso di familiarità, di intimità, che è tipico di certi interni. Detto altrimenti: gli interni, per quanto nitidamente organizzati, sono connotati da un’indubbia naturalezza; i paesaggi, per quanto effusivi e indefiniti, risultano architettati secondo un principio di interiorità.
Ovviamente queste categorie vanno intese in modo tutt’altro che restrittivo. Le opere di Patrizia invitano risolutamente a smarrire i confini, anche quelli semantici; ma in fondo la fluttuazione stessa è un’attività tortuosa da definire, una sorta di ondeggiamento ad alta frequenza, un moto oscillatorio radicale che sfiora la disgregazione. Fluttuanti a mio avviso sono anche i colori di queste opere – in particolare di certe visioni di paesaggi – nelle quali la luce vibra con cadenze a tal punto intense da mutare di stato e liquefarsi. Oppure è l’acqua, protagonista implicita di alcuni dipinti, a trasformarsi in vapori cangianti e, in ultima istanza, a sublimarsi in luce.
Di certo c’è che i nomi di questi dipinti, qualora variassero, inciderebbero sull’essenza più profonda dell’immagine. Se per esempio non si chiamasse Prato – Pieds dans l’eau, l’omonimo quadro non avrebbe lo stesso profumo di erba umida.
Roberto Borghi
(Testo pubblicato nel catalogo della mostra)
17
maggio 2013
Patrizia Cassina – Attraverso
Dal 17 maggio al 09 giugno 2013
arte moderna e contemporanea
Location
ESTENSE ARTE
Cernobbio, Via Regina, 22, (Como)
Cernobbio, Via Regina, 22, (Como)
Orario di apertura
dal martedì al giovedì dalle ore 16.00 alle ore 19.00, il venerdì dalle 16.00 alle 22.00, sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.30.
Vernissage
17 Maggio 2013, ore 18:30
Autore
Curatore