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Patrizia Da Re – Der Wanderer. Il Viandante
Tele esuberanti, giocate sui continui contrasti di colori complementari e di forme sognanti, astratte o reali. Patrizia Da Re nutre i propri dipinti con riferimenti mitologici, sacri, letterari. Venti tele accolte nella millenaria torre, veri inni alla vita.
Comunicato stampa
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Der Wanderer - Il Viandante
Patrizia Da Re nutre i propri dipinti con riferimenti mitologici, sacri, letterari. Nascono così opere come "Il giardino delle Esperidi", "Il novello Icaro", "Dafne", "La caduta degli angeli ribelli", "La Creazione", "I poeti lavorano di notte" ispirato ad una poesia di Alda Merini. Tele esuberanti, giocate sui continui contrasti di colori complementari e di forme sognanti, astratte o reali. Patrizia ama raccontare e raccontarsi, in "La dura vita dell’incisore" esprime addirittura il piacere, tutto personale, di utilizzare la tecnica dell’incisione per darsi un controllo, un argine alla debordanza, alla tendendenza di uscire dagli schemi. Con l’autoritratto "Io, Patrizia" viene espresso pienamente il messaggio della mostra: la pittrice si rappresenta infatti davanti al Monte Analogo, che prende il nome dall’omonima opera incompiuta di René Daumal, dove un gruppo di viandanti intraprendono un viaggio per liberarsi dalla prigione esistenziale.
Il tema del viaggio sembra essere una costante in letteratura, per rappresentare al meglio quel percorso di crescita interiore che ci trasforma continuamente, noi esseri che siamo in continuo divenire.
Il pensiero simbolico è il più adatto per la comprensione, così la montagna diventa l’immagine del legame fra la Terra e il Cielo: è la via per la quale l’uomo può elevarsi alla divinità e la divinità rivelarsi all’uomo.
Il Monte Analogo di Daumal si conclude con una domanda: E voi, che cosa cercate? E’ la domanda rivolta mille volte al viandante - "Der Wanderer" - l’uomo e la donna che, malgrado le foreste e gli esseri mostruosi, decidono di vivere a pieni colori.
PATRIZIA DA RE
Vive e lavora a Padova. Laureata in lettere, insegnante, promuove laboratori artistico- espressivi per bambini. Ama i colori ad olio ma si dedica con interesse anche alle tecniche calcografiche. Ha esposto in numerose mostre in Italia e conseguito importanti riconoscimenti. ”Se lavorassi ad una sola opera, mi esaurirei, perché tutte le mie energie sarebbero troppo focalizzate, perciò ne inizio sempre tre contemporaneamente. Leonardo da Vinci vedeva forme anche nelle macchie sui muri: è quello che ho sempre fatto anch’io fin da piccola.” Questa è Patrizia, un po’ sognante, riservata, fuori dal tempo e dagli spazi abituali.
Patrizia Da Re nutre i propri dipinti con riferimenti mitologici, sacri, letterari. Nascono così opere come "Il giardino delle Esperidi", "Il novello Icaro", "Dafne", "La caduta degli angeli ribelli", "La Creazione", "I poeti lavorano di notte" ispirato ad una poesia di Alda Merini. Tele esuberanti, giocate sui continui contrasti di colori complementari e di forme sognanti, astratte o reali. Patrizia ama raccontare e raccontarsi, in "La dura vita dell’incisore" esprime addirittura il piacere, tutto personale, di utilizzare la tecnica dell’incisione per darsi un controllo, un argine alla debordanza, alla tendendenza di uscire dagli schemi. Con l’autoritratto "Io, Patrizia" viene espresso pienamente il messaggio della mostra: la pittrice si rappresenta infatti davanti al Monte Analogo, che prende il nome dall’omonima opera incompiuta di René Daumal, dove un gruppo di viandanti intraprendono un viaggio per liberarsi dalla prigione esistenziale.
Il tema del viaggio sembra essere una costante in letteratura, per rappresentare al meglio quel percorso di crescita interiore che ci trasforma continuamente, noi esseri che siamo in continuo divenire.
Il pensiero simbolico è il più adatto per la comprensione, così la montagna diventa l’immagine del legame fra la Terra e il Cielo: è la via per la quale l’uomo può elevarsi alla divinità e la divinità rivelarsi all’uomo.
Il Monte Analogo di Daumal si conclude con una domanda: E voi, che cosa cercate? E’ la domanda rivolta mille volte al viandante - "Der Wanderer" - l’uomo e la donna che, malgrado le foreste e gli esseri mostruosi, decidono di vivere a pieni colori.
PATRIZIA DA RE
Vive e lavora a Padova. Laureata in lettere, insegnante, promuove laboratori artistico- espressivi per bambini. Ama i colori ad olio ma si dedica con interesse anche alle tecniche calcografiche. Ha esposto in numerose mostre in Italia e conseguito importanti riconoscimenti. ”Se lavorassi ad una sola opera, mi esaurirei, perché tutte le mie energie sarebbero troppo focalizzate, perciò ne inizio sempre tre contemporaneamente. Leonardo da Vinci vedeva forme anche nelle macchie sui muri: è quello che ho sempre fatto anch’io fin da piccola.” Questa è Patrizia, un po’ sognante, riservata, fuori dal tempo e dagli spazi abituali.
09
aprile 2016
Patrizia Da Re – Der Wanderer. Il Viandante
Dal 09 aprile al 12 giugno 2016
arte contemporanea
Location
LA COLOMBARA
Sandrigo, Via Chiesa, 7/a, (Vicenza)
Sandrigo, Via Chiesa, 7/a, (Vicenza)
Orario di apertura
da mercoledì a sabato ore 18,30-23
domenica 10,30-15,30 e 18,30-23
Vernissage
9 Aprile 2016, ore 18,30
Autore
Curatore