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Patrizia Ricco – Nero Celeste
“Nero celeste” è una narrazione di18 immagini fotografiche digitali fine-art e 11 disegni che ha per oggetto/pretesto la statua dell’Addolorata della Cattedrale di Bisceglie (Bat).
Si scopre un lato oscuro e invisibile dell’essere celeste: rivelazioni, disvelamenti, epifanie del sacro.
Comunicato stampa
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LA SINEDDOCHE DELLA RICCO
Luigi Dello Russo
Il secolo scorso, “secolo breve” a detta del grande storico Eric J. Hobsbawm , insieme alle violenze connesse alle dittature di massa, è stato il momento della nascita di nuove forme espressive e creative come la danza moderna, il cinema e la fotografia. Quest'ultima si è imposta in Italia con un certo ritardo per la persistenza della cultura crociana, impregnata di idealismo e proprio perciò contraria alle nuove tecnologie. È stata una lacuna che ci ha distanziato di molto da quella internazionale... ora il salto è fatto! Le nuove generazioni sono interessate e soprattutto operative nelle ricerca tecnica e formale di questa nuova espressione d'arte. Patrizia Ricco ne è un'esponente colta: produce infatti polisemantici testi iconici. La sua poetica, già allusivamente esplicitata nell'ossimoro della titolazione, “Nero celeste”, si manifesta nell'uso di una “retorica”, che perde il significato dispregiativo di uso corrente, recuperando invece quello originario di espressività alta e riccamente semantica. Per l'occasione ha esercitato tale estetica su un manufatto specifico della cultura meridionale: la statua dell' “Addolorata” della città di Bisceglie. Opera di alto valore antropologico - religioso presente e dominante nei riti della settimana santa. Creazione attribuita forse al grande scultore andriese Nicola Antonio Brudaglio (ca. 1703 – dopo 1788 ), come anche quella dello stesso artista sita nella cattedrale terlizzese, è opera d'arte d'ascendenza spagnola ravvisabile nella gestualità delle mani e nel pathos del volto. La Ricco respinge a priori la scontata immaginetta controriformistica, cui siamo abituati, sottopone invece l'icona ad uno sguardo “altro” con interventi soggettivi quali leggere incisioni, parziali dilavamenti, maculazioni ottiche, forzate prospettive ribassate ma soprattutto con una mappatura parzializzata della statua, appunto la figura retorica della sineddoche, per recuperare ex novo un messaggio profondamente cristiano ed umano: la sofferenza per un figlio perduto. Una per tutte: si osservi con partecipata emozione l'acuta spada confitta nel petto, che colpisce il suo cuore come il nostro.La Ricco ci fa vedere e sentire come nuova e intimamente profonda una icona della nostra cultura meridionale.
Patrizia Ricco
nasce a Bisceglie nel 1973; frequenta il Liceo Artistico “G. De Nittis” di Bari e l'Accademia di Belle Arti di Urbino. Segue i corsi di Omar Galliani e Elio Marcheggiani e si diploma in Pittura nel 1997. La passione per la fotografia nasce durante gli anni dell'Accademia, seguendo i corsi di Guido Cecere. Attualmente alla ricerca artistica affianca l'attività di insegnante di Grafica Pubblicitaria presso il Liceo Artistico e l'Istituto Professionale per la Grafica e la Comunicazione di Barletta (Bat).
Negli ultimi anni è stata segnalata nella sezione Fotografia al Premio Arte 2012 promosso da Cairo Editore; ha vinto il concorso “Arttension - I tempi dell'immaginazione - Passato remoto”, promosso nel 2010 da Art visual, in collaborazione con Mariateresa Cerretelli e Photographers.it e ha esposto la serie fotografica “Ottobre 66”, all’interno della collettiva Passato remoto tenutasi presso Appartamento Lago, Milano; ha pubblicato ed esposto alcune immagini della serie “Madre” nell’ambito dell’evento Immagini del Gusto2008 a cura del Centro della Fotografia d'Autore di Bibbiena (AR); è stata segnalata al Premio della qualità creativa in fotografia professionale 2008, indetto da Tau Visual, Milano.
Luigi Dello Russo
Il secolo scorso, “secolo breve” a detta del grande storico Eric J. Hobsbawm , insieme alle violenze connesse alle dittature di massa, è stato il momento della nascita di nuove forme espressive e creative come la danza moderna, il cinema e la fotografia. Quest'ultima si è imposta in Italia con un certo ritardo per la persistenza della cultura crociana, impregnata di idealismo e proprio perciò contraria alle nuove tecnologie. È stata una lacuna che ci ha distanziato di molto da quella internazionale... ora il salto è fatto! Le nuove generazioni sono interessate e soprattutto operative nelle ricerca tecnica e formale di questa nuova espressione d'arte. Patrizia Ricco ne è un'esponente colta: produce infatti polisemantici testi iconici. La sua poetica, già allusivamente esplicitata nell'ossimoro della titolazione, “Nero celeste”, si manifesta nell'uso di una “retorica”, che perde il significato dispregiativo di uso corrente, recuperando invece quello originario di espressività alta e riccamente semantica. Per l'occasione ha esercitato tale estetica su un manufatto specifico della cultura meridionale: la statua dell' “Addolorata” della città di Bisceglie. Opera di alto valore antropologico - religioso presente e dominante nei riti della settimana santa. Creazione attribuita forse al grande scultore andriese Nicola Antonio Brudaglio (ca. 1703 – dopo 1788 ), come anche quella dello stesso artista sita nella cattedrale terlizzese, è opera d'arte d'ascendenza spagnola ravvisabile nella gestualità delle mani e nel pathos del volto. La Ricco respinge a priori la scontata immaginetta controriformistica, cui siamo abituati, sottopone invece l'icona ad uno sguardo “altro” con interventi soggettivi quali leggere incisioni, parziali dilavamenti, maculazioni ottiche, forzate prospettive ribassate ma soprattutto con una mappatura parzializzata della statua, appunto la figura retorica della sineddoche, per recuperare ex novo un messaggio profondamente cristiano ed umano: la sofferenza per un figlio perduto. Una per tutte: si osservi con partecipata emozione l'acuta spada confitta nel petto, che colpisce il suo cuore come il nostro.La Ricco ci fa vedere e sentire come nuova e intimamente profonda una icona della nostra cultura meridionale.
Patrizia Ricco
nasce a Bisceglie nel 1973; frequenta il Liceo Artistico “G. De Nittis” di Bari e l'Accademia di Belle Arti di Urbino. Segue i corsi di Omar Galliani e Elio Marcheggiani e si diploma in Pittura nel 1997. La passione per la fotografia nasce durante gli anni dell'Accademia, seguendo i corsi di Guido Cecere. Attualmente alla ricerca artistica affianca l'attività di insegnante di Grafica Pubblicitaria presso il Liceo Artistico e l'Istituto Professionale per la Grafica e la Comunicazione di Barletta (Bat).
Negli ultimi anni è stata segnalata nella sezione Fotografia al Premio Arte 2012 promosso da Cairo Editore; ha vinto il concorso “Arttension - I tempi dell'immaginazione - Passato remoto”, promosso nel 2010 da Art visual, in collaborazione con Mariateresa Cerretelli e Photographers.it e ha esposto la serie fotografica “Ottobre 66”, all’interno della collettiva Passato remoto tenutasi presso Appartamento Lago, Milano; ha pubblicato ed esposto alcune immagini della serie “Madre” nell’ambito dell’evento Immagini del Gusto2008 a cura del Centro della Fotografia d'Autore di Bibbiena (AR); è stata segnalata al Premio della qualità creativa in fotografia professionale 2008, indetto da Tau Visual, Milano.
02
febbraio 2013
Patrizia Ricco – Nero Celeste
Dal 02 al 16 febbraio 2013
arte contemporanea
Location
ADSUM ARTECONTEMPORANEA
Terlizzi, Via Guglielmo Marconi, 5, (Bari)
Terlizzi, Via Guglielmo Marconi, 5, (Bari)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle ore 10.00-12.30 18.30- 20.30 chiusura giovedì pomeriggio e festivi
Vernissage
2 Febbraio 2013, h 19
Autore
Curatore