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Paul Harbutt – Whispers
La mostra “Whispers” – ovvero Sussurri – vuole porre in evidenza la capacità di Paul Harbutt di indagare la natura silenziosa di frammenti addormentati, ma sempre magici e pronti a risvegliarsi, come in un laboratorio incantato. Statue, decori, tappezzerie, oggetti che riemergono dall’oblio grazie all’intuizione fotografica e creativa di Paul Harbutt che gli restituisce la presenza e la voce, li propone allo spettatore-visitatore, reintegrandoli alla realtà ed al sogno. Paul Harbutt, artista a tutto tondo, pittore e scultore, sceglie di sperimentarsi nel linguaggio della fotografia. Non si può non rimanere catturati dal suo spirito di acuto osservatore della realtà.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra Whispers ovvero Sussurri si terrà
presso la sala Santa Rita del Comune di Roma
dal 19 maggio al 26 giugno 2009,
Whispers vuole porre in evidenza, sotto gli occhi di tutti,
la capacità di Paul Harbutt di indagare la natura silenziosa
di frammenti addormentati, ma sempre magici e pronti a risvegliarsi,
come in un laboratorio incantato.
Statue, decori, tappezzerie, oggetti che riemergono dall’oblio
grazie all’intuizione fotografica e creativa di Paul Harbutt
che gli restituisce la presenza e la voce, li propone
allo spettatore-visitatore, reintegrandoli alla realtà ed al sogno.
Paul Harbutt Artista a tutto tondo, pittore e scultore,
sceglie di sperimentarsi nel linguaggio della fotografia.
Non si può non rimanere catturati dal suo spirito
di acuto osservatore della realtà.
Attraverso la sequenza fotografica di “Whispers” Paul Harbutt parla di trasformazione e rinascita, mostrando come gli oggetti possono inaspettatamente cambiare di valore e significato. Gli oggetti abbandonati, protagonisti degli scatti, col tempo si sono corrosi e deteriorati in modo del tutto imprevedibile. Questa mutazione ha spesso comportato l‘assunzione di un nuovo significato, che ha rimpiazzato la loro originale identità e li ha portati in nuovi territori dove hanno perso i loro legami riconoscibili con le icone sociali.
Per la genesi della mostra è stato determinante l’ingresso di Harbutt nel laboratorio di Adriano De Angelis, l’ultimo artista artigiano di Cinecittà, che è l’erede di una tradizione iniziata dal nonno Angelo nel lontano 1935. Le foto ritraggono, infatti, una serie di oggetti utilizzati in produzioni cinematografiche del passato: frammenti silenziosi, addormentati, ma pronti a risvegliarsi, quasi avvolti da un’aura di magia, come in un laboratorio incantato.
Statue, decori, tappezzerie, oggetti che riemergono dall’oblio grazie all’intuizione fotografica e creativa di Paul Harbutt che restituisce loro la presenza e la voce, reintegrandoli alla realtà.
Lo snodarsi del suo racconto fotografico, sebbene si svolga all’interno di una rigida ricerca formale, assume inoltre una particolare sensualità quando diventa il diretto referente di una indagine sulla natura delle cose, che non è mai quella della prima apparenza, in quanto essa è mitigata dalla compromissione del linguaggio, del contesto antropologico e sociale.
presso la sala Santa Rita del Comune di Roma
dal 19 maggio al 26 giugno 2009,
Whispers vuole porre in evidenza, sotto gli occhi di tutti,
la capacità di Paul Harbutt di indagare la natura silenziosa
di frammenti addormentati, ma sempre magici e pronti a risvegliarsi,
come in un laboratorio incantato.
Statue, decori, tappezzerie, oggetti che riemergono dall’oblio
grazie all’intuizione fotografica e creativa di Paul Harbutt
che gli restituisce la presenza e la voce, li propone
allo spettatore-visitatore, reintegrandoli alla realtà ed al sogno.
Paul Harbutt Artista a tutto tondo, pittore e scultore,
sceglie di sperimentarsi nel linguaggio della fotografia.
Non si può non rimanere catturati dal suo spirito
di acuto osservatore della realtà.
Attraverso la sequenza fotografica di “Whispers” Paul Harbutt parla di trasformazione e rinascita, mostrando come gli oggetti possono inaspettatamente cambiare di valore e significato. Gli oggetti abbandonati, protagonisti degli scatti, col tempo si sono corrosi e deteriorati in modo del tutto imprevedibile. Questa mutazione ha spesso comportato l‘assunzione di un nuovo significato, che ha rimpiazzato la loro originale identità e li ha portati in nuovi territori dove hanno perso i loro legami riconoscibili con le icone sociali.
Per la genesi della mostra è stato determinante l’ingresso di Harbutt nel laboratorio di Adriano De Angelis, l’ultimo artista artigiano di Cinecittà, che è l’erede di una tradizione iniziata dal nonno Angelo nel lontano 1935. Le foto ritraggono, infatti, una serie di oggetti utilizzati in produzioni cinematografiche del passato: frammenti silenziosi, addormentati, ma pronti a risvegliarsi, quasi avvolti da un’aura di magia, come in un laboratorio incantato.
Statue, decori, tappezzerie, oggetti che riemergono dall’oblio grazie all’intuizione fotografica e creativa di Paul Harbutt che restituisce loro la presenza e la voce, reintegrandoli alla realtà.
Lo snodarsi del suo racconto fotografico, sebbene si svolga all’interno di una rigida ricerca formale, assume inoltre una particolare sensualità quando diventa il diretto referente di una indagine sulla natura delle cose, che non è mai quella della prima apparenza, in quanto essa è mitigata dalla compromissione del linguaggio, del contesto antropologico e sociale.
19
maggio 2009
Paul Harbutt – Whispers
Dal 19 maggio al 26 giugno 2009
fotografia
Location
SALA SANTA RITA
Roma, Via Montanara, 8, (Roma)
Roma, Via Montanara, 8, (Roma)
Orario di apertura
Dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18 chiuso sabato e domenica
Vernissage
19 Maggio 2009, ore 18
Ufficio stampa
ZETEMA
Autore
Curatore