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Pav 2006 – Cookin’Art
performance, mostre ed eventi espositivi in luoghi e spazi differenti (spazi deputati o recuperati e prestati all’arte) raccolti sotto il marchio PAV
Comunicato stampa
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Si tiene dall’10 al 15 agosto a Berchidda (OT), la diciannovesima edizione del festival Time in Jazz, sei giorni ricchi di musica ma non solo, perché accanto ai tanti concerti, il festival diretto da Paolo Fresu apre la consueta finestra sull’arte contemporanea nazionale ed internazionale: performance, mostre ed eventi espositivi in luoghi e spazi differenti (spazi deputati o recuperati e prestati all’arte) raccolti sotto il marchio PAV, il Progetto Arti Visive curato da Giannella Demuro e Antonello Fresu.
Per Time in Jazz 2006 anche l’arte, come la musica, esplora il tema del “cibo” e del “gusto”, filo conduttore di questa nuova edizione, con opere pittoriche, installazioni, performance, fotografie, video e net art.
Da sempre ricorrente nella storia dell’arte, sia come mera rappresentazione oggettuale e figurativa, sia come espressione dei molteplici e complessi significati simbolici ad esso connessi, il tema del cibo incrocia la ricerca visiva contemporanea con una sempre maggiore frequenza. Nella società attuale, infatti, le tematiche legate al cibo e all’alimentazione, sono intimamente coinvolte in una fitta rete di rimandi ed articolazioni che attingono agli ambiti più disparati della cultura odierna: dalla biologia alla fisiologia, dall’antropologia alla psicoanalisi, dalla filosofia e dalla religione a tutta una serie di nuove problematiche sensibili connesse alle biotecnologie e alla globalizzazione.
Cibo come nutrimento, come rito sociale, come indice etnico o culturale. Ma anche variabile politica, economica e perfino etica. Cibo come confronto tra identità individuale e collettiva. È a questa complessità che l’arte si rapporta, producendo opere che sono testimonianza del nostro mondo e del nostro tempo.
Numerosi gli eventi espositivi riuniti sotto il titolo Cookin’Art:
heavy food, a cura di Paola Tognon e Laura Nozza, ricerca tematica nell’arte degli ultimi decenni, con video di artisti che indagano il tema del cibo nelle sue molteplici implicazioni: opere realizzate a partire dagli anni Settanta – dove il cibo è protagonista nelle performance in un diretto confronto/scontro con il corpo dell’artista – fino alle più recenti che riflettono l’attualità del tema nel rapporto tra alimentazione, tradizioni culturali, economia, socialità e malessere. La rassegna, ospitata nelle sale della Casara, un vecchio edificio industriale, è articolata in tre sezioni distinte:
heavy food, rassegna video di artisti italiani ed internazionali, contemporanei e storici che lavorano o hanno lavorato in una libera relazione di senso con il tema del cibo indagato in tutte le sue possibili interpretazioni, con opere di Marina Abramovic, Nicoletta Agostini, Alicia Baladan, Samuele Belloni, Alba D’Urbano, Stefania Galegati, Alberto Guidato, Dimitris Kozaris, Francesco Lauretta, Domenico Mangano, Marzia Migliora, Adrian Paci, Stefano Pasquini, Federica Pecorelli, Alessandro Quaranta, Nordine Sajot, Dunja Scannavini, Alessandra Spranzi, Bert Theis, Franco Vaccari, Luca Vitone.
Cucine coordinate, installazioni di Vincenzo Castella, Silvia Levenson e Natalia Saurin, Cesare Pietroiusti.
Tutto fa brodo, collage di spezzoni dal cinema internazionale del XX secolo sino ai giorni nostri nel quale il cibo si fa elemento espressivo di satira, antropologia, storia e fantascienza, realizzato da Dario Catozzo, Angelo Signorelli, Alberto Valtellina, Sergio Visinoni per la regia di Lab 80 Film.
La rassegna heavy food è realizzata in collaborazione con l’associazione culturale E-venti di Bergamo, C/O Care of, Milano; Lab 80, Film, la Provincia Autonoma Bolzano – Alto Adige, Cultura Italiana, il Seminario Permanente Luigi Veronelli di Bergamo.
Dishes, a cura di Giannella Demuro e Antonello Fresu, rassegna che spazia tra pittura, video e installazioni, con opere di Erik Chevalier, Paola Dessy, Gianni Nieddu, Pietro Sedda, Marco Pili, Pinuccio Sciola, Gianfranco Setzu. La rassegna, ospitata negli spazi di Casa Meloni, presenta opere di artisti che con tecniche e modalità espressive differenti, esplorano il tema del cibo nelle sue accezioni metaforiche, per parlare di storia e dittature, di identità e massificazione, della società di oggi e delle sue emergenze.
Gorni/Sajot, a cura di Gabi Scardi, racconto a due voci, quelle di Meri Gorni e Nordine Sajot, due artiste che hanno fatto del cibo uno dei fulcri nodali delle proprie ricerche: la prima più attenta a coglierne gli aspetti intimistici e quotidiani, la seconda più attratta dalle potenzialità rappresentative di un inconscio collettivo, di culture, di “patrimoni genetici”. La mostra è ospitata al Museo PAV.
Food in Bytes, rassegna curata da Elena Giulia Rossi. La net/web art, termine con cui di recente si indicano quelle pratiche artistiche che utilizzano Internet come principale strumento creativo, fa parte delle correnti di ultima generazione. Molti lavori net sono ispirati al tema del cibo. Food in Bytes presenta cinque di questi lavori distribuiti in un arco di tempo che va dal 1999 (quando la net art era ancora lontana dal riconoscimento delle istituzioni) al 2006: Kelly Dobson, Free Soil (Amy Franceschini, Myriel Milicevic, Nis Rømer), La Molleindustria, Josephine Starrs e Leon Cmielwski, Tree-Axis (Krister Olsson, Stella Lai).
Il tema del cibo (e dintorni) verrà esplorato non solo attraverso opere pittoriche, fotografiche e video. Infatti, oltre alla dimensione più propriamente espositiva, Cookin’Art proporrà, sotto il titolo di Lavori in corso, una serie di installazioni, interventi, performance e progetti "site specific", nel paese e nel territorio circostante, di Dimitri Alithinos, Paola Dessy, Meri Gorni, Pinuccio Sciola, Gianfranco Setzu.
Tutta incentrata sui giovani talenti emergenti è BabelFish, mostra collettiva a cura di Claudio Pieroni e Pinella Marras con opere di Carlo Deperu, Veronica Gambula, IL=TR (Ilaria Onidi e Maria Teresa Serra), Francesco Lussu, Narcisa Monni, Francesco Puggioni, Sabrina Oppo, Antonella Tola, ospitata al Museo del Vino.
Come negli ultimi anni, alcuni degli artisti che parteciperanno alle mostre saranno presenti anche sul palco di piazza del Popolo con Arte tra le note, scenografie d’artista realizzate appositamente per i concerti serali del Festival da Gianni Nieddu, Alex Pinna, Nero Project.
Visitabile in permanenza, inoltre, il progetto stabile del PAV Semida, il Museo di arte ambientale con le opere di Clara Bonfiglio, Giovanni Campus, Bruno Petretto, Pinuccio Sciola e Monica Solinas, nato nello splendido scenario del Demanio Forestale del Monte Limbara in collaborazione con il Comune di Berchidda e l’Ente Foreste Sardegna.
Infine, consueto spazio alla fotografia con Stage/backstage allestita nelle sale del Museo del Vino: installazione collettiva che riproporrà il festival e i suoi artisti attraverso lo sguardo di “professionisti” e “non professionisti” dello scatto.
A fine festival verrà editato dal PAV un catalogo a colori con testi critici e apparato iconografico.
Per Time in Jazz 2006 anche l’arte, come la musica, esplora il tema del “cibo” e del “gusto”, filo conduttore di questa nuova edizione, con opere pittoriche, installazioni, performance, fotografie, video e net art.
Da sempre ricorrente nella storia dell’arte, sia come mera rappresentazione oggettuale e figurativa, sia come espressione dei molteplici e complessi significati simbolici ad esso connessi, il tema del cibo incrocia la ricerca visiva contemporanea con una sempre maggiore frequenza. Nella società attuale, infatti, le tematiche legate al cibo e all’alimentazione, sono intimamente coinvolte in una fitta rete di rimandi ed articolazioni che attingono agli ambiti più disparati della cultura odierna: dalla biologia alla fisiologia, dall’antropologia alla psicoanalisi, dalla filosofia e dalla religione a tutta una serie di nuove problematiche sensibili connesse alle biotecnologie e alla globalizzazione.
Cibo come nutrimento, come rito sociale, come indice etnico o culturale. Ma anche variabile politica, economica e perfino etica. Cibo come confronto tra identità individuale e collettiva. È a questa complessità che l’arte si rapporta, producendo opere che sono testimonianza del nostro mondo e del nostro tempo.
Numerosi gli eventi espositivi riuniti sotto il titolo Cookin’Art:
heavy food, a cura di Paola Tognon e Laura Nozza, ricerca tematica nell’arte degli ultimi decenni, con video di artisti che indagano il tema del cibo nelle sue molteplici implicazioni: opere realizzate a partire dagli anni Settanta – dove il cibo è protagonista nelle performance in un diretto confronto/scontro con il corpo dell’artista – fino alle più recenti che riflettono l’attualità del tema nel rapporto tra alimentazione, tradizioni culturali, economia, socialità e malessere. La rassegna, ospitata nelle sale della Casara, un vecchio edificio industriale, è articolata in tre sezioni distinte:
heavy food, rassegna video di artisti italiani ed internazionali, contemporanei e storici che lavorano o hanno lavorato in una libera relazione di senso con il tema del cibo indagato in tutte le sue possibili interpretazioni, con opere di Marina Abramovic, Nicoletta Agostini, Alicia Baladan, Samuele Belloni, Alba D’Urbano, Stefania Galegati, Alberto Guidato, Dimitris Kozaris, Francesco Lauretta, Domenico Mangano, Marzia Migliora, Adrian Paci, Stefano Pasquini, Federica Pecorelli, Alessandro Quaranta, Nordine Sajot, Dunja Scannavini, Alessandra Spranzi, Bert Theis, Franco Vaccari, Luca Vitone.
Cucine coordinate, installazioni di Vincenzo Castella, Silvia Levenson e Natalia Saurin, Cesare Pietroiusti.
Tutto fa brodo, collage di spezzoni dal cinema internazionale del XX secolo sino ai giorni nostri nel quale il cibo si fa elemento espressivo di satira, antropologia, storia e fantascienza, realizzato da Dario Catozzo, Angelo Signorelli, Alberto Valtellina, Sergio Visinoni per la regia di Lab 80 Film.
La rassegna heavy food è realizzata in collaborazione con l’associazione culturale E-venti di Bergamo, C/O Care of, Milano; Lab 80, Film, la Provincia Autonoma Bolzano – Alto Adige, Cultura Italiana, il Seminario Permanente Luigi Veronelli di Bergamo.
Dishes, a cura di Giannella Demuro e Antonello Fresu, rassegna che spazia tra pittura, video e installazioni, con opere di Erik Chevalier, Paola Dessy, Gianni Nieddu, Pietro Sedda, Marco Pili, Pinuccio Sciola, Gianfranco Setzu. La rassegna, ospitata negli spazi di Casa Meloni, presenta opere di artisti che con tecniche e modalità espressive differenti, esplorano il tema del cibo nelle sue accezioni metaforiche, per parlare di storia e dittature, di identità e massificazione, della società di oggi e delle sue emergenze.
Gorni/Sajot, a cura di Gabi Scardi, racconto a due voci, quelle di Meri Gorni e Nordine Sajot, due artiste che hanno fatto del cibo uno dei fulcri nodali delle proprie ricerche: la prima più attenta a coglierne gli aspetti intimistici e quotidiani, la seconda più attratta dalle potenzialità rappresentative di un inconscio collettivo, di culture, di “patrimoni genetici”. La mostra è ospitata al Museo PAV.
Food in Bytes, rassegna curata da Elena Giulia Rossi. La net/web art, termine con cui di recente si indicano quelle pratiche artistiche che utilizzano Internet come principale strumento creativo, fa parte delle correnti di ultima generazione. Molti lavori net sono ispirati al tema del cibo. Food in Bytes presenta cinque di questi lavori distribuiti in un arco di tempo che va dal 1999 (quando la net art era ancora lontana dal riconoscimento delle istituzioni) al 2006: Kelly Dobson, Free Soil (Amy Franceschini, Myriel Milicevic, Nis Rømer), La Molleindustria, Josephine Starrs e Leon Cmielwski, Tree-Axis (Krister Olsson, Stella Lai).
Il tema del cibo (e dintorni) verrà esplorato non solo attraverso opere pittoriche, fotografiche e video. Infatti, oltre alla dimensione più propriamente espositiva, Cookin’Art proporrà, sotto il titolo di Lavori in corso, una serie di installazioni, interventi, performance e progetti "site specific", nel paese e nel territorio circostante, di Dimitri Alithinos, Paola Dessy, Meri Gorni, Pinuccio Sciola, Gianfranco Setzu.
Tutta incentrata sui giovani talenti emergenti è BabelFish, mostra collettiva a cura di Claudio Pieroni e Pinella Marras con opere di Carlo Deperu, Veronica Gambula, IL=TR (Ilaria Onidi e Maria Teresa Serra), Francesco Lussu, Narcisa Monni, Francesco Puggioni, Sabrina Oppo, Antonella Tola, ospitata al Museo del Vino.
Come negli ultimi anni, alcuni degli artisti che parteciperanno alle mostre saranno presenti anche sul palco di piazza del Popolo con Arte tra le note, scenografie d’artista realizzate appositamente per i concerti serali del Festival da Gianni Nieddu, Alex Pinna, Nero Project.
Visitabile in permanenza, inoltre, il progetto stabile del PAV Semida, il Museo di arte ambientale con le opere di Clara Bonfiglio, Giovanni Campus, Bruno Petretto, Pinuccio Sciola e Monica Solinas, nato nello splendido scenario del Demanio Forestale del Monte Limbara in collaborazione con il Comune di Berchidda e l’Ente Foreste Sardegna.
Infine, consueto spazio alla fotografia con Stage/backstage allestita nelle sale del Museo del Vino: installazione collettiva che riproporrà il festival e i suoi artisti attraverso lo sguardo di “professionisti” e “non professionisti” dello scatto.
A fine festival verrà editato dal PAV un catalogo a colori con testi critici e apparato iconografico.
10
agosto 2006
Pav 2006 – Cookin’Art
Dal 10 al 15 agosto 2006
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
MUSEO PAV
Berchidda, (SASSARI)
Berchidda, (SASSARI)
Sito web
www.timeinjazz.it
Autore
Curatore