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Pegah Pasyar – Respiro Sottoterra
Pegah Pasyar evoca gesti, che saranno dis-svelati durante la sua azione, rivelando il senso profondo della vita all’ombra del
soffocamento e dell’oscurità sottoterra imposto dai regimi. Un respiro permetterà di continuare a vivere, in una simbiosi data dalle proprie ‘radici’ culturali e poetiche.
Comunicato stampa
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Venerdì 23 giugno, alle 17,30, a Rimini, nel Museo della città (Giardino del lapidario) si svolgerà una performance:” Respiro sottoterra", L’Iran di-svelato” della giovane artista iraniana Pegah Pasyar. Organizzata dall’associazione Vite in transito, è stata curata da Marco Baldassari e coordinata da Giorgio Conti. Sabrina Foschini leggerà poesie di autori iraniani della tradizione e
contemporanei.
Marco Baldassari, il curatore, presenterà il profilo artistico e biografico di Pegah Pasyar e il senso/ valore, oltre all’estetica, della performance. Il paradigma che l'artista evoca in questi gesti, che saranno dis-svelati durante la sua azione, rivela il senso profondo della vita all'ombra del soffocamento e dell'oscurità sottoterra imposto dai regimi. Un respiro permetterà di continuare a vivere, in una simbiosi data dalle proprie 'radici' culturali e poetiche.
Pegah Pasyar coinvolgerà il pubblico nella sua performance, la sua grande scatola è la metafora della vita. Nella tradizione di grandi artisti come Marcel Duchamp dove nel 1941 condensa la sua opera in un Museo portatile di repliche in miniatura. Una scatola (in quel caso una valigia di Louis Vuitton) che contiene tutta la sua arte. Nella scatola di Pegah ci sono le libertà negate.
L’azione artistica, infatti, c’invita a riflettere sul reale valore etico della Rivoluzione dei diritti, partita dalle giovani donne iraniane che si sta estendendo progressivamente a tutto il popolo. Una rivoluzione senza una forte guida politica ma sentita come grande esigenza spirituale di riscatto, contro la repressione dei desideri fondamentali del vivere civile, imposta dal regime teocratico.
Come sostiene lo psichiatra Vittorio Andreoli (Desiderio, 2023): “Un uomo che manchi di desideri si troverebbe infatti senza spinte che lo motivano, passivo, immobile, come fosse ridotto meccanicamente a una esistenza “al minimo”. Questa rivoluzione non riguarda, come quelle storiche, solo il sovvertimento di miserevoli condizioni economiche di vita, ma chiede con forza nuove forme di vita individuali e sociali, aperte al mondo e all’interculturalità, sia endogena sia
esogena, all’Iran.
Quale futuro dell’Iran per ripensare al destino dell’Eurasia?
La performance sarà anticipata da una riflessione di Giorgio Conti, con la collaborazione di Sabrina Foschini nella lettura di brani storici e di poesie di autori iraniani selezionati dalla tradizione e
contemporanee.
Si potrebbe ricucire una frattura storica tra Occidente e Oriente? La civiltà greca della polis democratica vinse le “guerre persiane “contro il regime imperiale iraniano. Erodoto pensa che con quella vittoria sia cessata la dimensione interculturale che esisteva tra Occidente e Oriente: Eurasia. Una civiltà di grandi filosofi, scienziati, artisti e letterati che sarà riscoperta da Goethe, soprattutto con la valorizzazione del poeta Hafez, il “Petrarca dell’Iran” (XIV sec.) Un poeta islamico, atipico, che afferma: “l’eternità sta nel vino”, inteso come grande mezzo di convivialità per accedere, anche, a nuove forme di spiritualità.
La “Rivoluzione dei capelli al vento”, per citare una poesia di Ennio Cavalli, non riguarda dunque solo il futuro delle donne e del popolo iraniano, ma potrebbe essere una grande occasione per creare nuove relazioni globali non conflittuali, riproponendo un’Eurasia, condivisa tra Oriente e Occidente.
contemporanei.
Marco Baldassari, il curatore, presenterà il profilo artistico e biografico di Pegah Pasyar e il senso/ valore, oltre all’estetica, della performance. Il paradigma che l'artista evoca in questi gesti, che saranno dis-svelati durante la sua azione, rivela il senso profondo della vita all'ombra del soffocamento e dell'oscurità sottoterra imposto dai regimi. Un respiro permetterà di continuare a vivere, in una simbiosi data dalle proprie 'radici' culturali e poetiche.
Pegah Pasyar coinvolgerà il pubblico nella sua performance, la sua grande scatola è la metafora della vita. Nella tradizione di grandi artisti come Marcel Duchamp dove nel 1941 condensa la sua opera in un Museo portatile di repliche in miniatura. Una scatola (in quel caso una valigia di Louis Vuitton) che contiene tutta la sua arte. Nella scatola di Pegah ci sono le libertà negate.
L’azione artistica, infatti, c’invita a riflettere sul reale valore etico della Rivoluzione dei diritti, partita dalle giovani donne iraniane che si sta estendendo progressivamente a tutto il popolo. Una rivoluzione senza una forte guida politica ma sentita come grande esigenza spirituale di riscatto, contro la repressione dei desideri fondamentali del vivere civile, imposta dal regime teocratico.
Come sostiene lo psichiatra Vittorio Andreoli (Desiderio, 2023): “Un uomo che manchi di desideri si troverebbe infatti senza spinte che lo motivano, passivo, immobile, come fosse ridotto meccanicamente a una esistenza “al minimo”. Questa rivoluzione non riguarda, come quelle storiche, solo il sovvertimento di miserevoli condizioni economiche di vita, ma chiede con forza nuove forme di vita individuali e sociali, aperte al mondo e all’interculturalità, sia endogena sia
esogena, all’Iran.
Quale futuro dell’Iran per ripensare al destino dell’Eurasia?
La performance sarà anticipata da una riflessione di Giorgio Conti, con la collaborazione di Sabrina Foschini nella lettura di brani storici e di poesie di autori iraniani selezionati dalla tradizione e
contemporanee.
Si potrebbe ricucire una frattura storica tra Occidente e Oriente? La civiltà greca della polis democratica vinse le “guerre persiane “contro il regime imperiale iraniano. Erodoto pensa che con quella vittoria sia cessata la dimensione interculturale che esisteva tra Occidente e Oriente: Eurasia. Una civiltà di grandi filosofi, scienziati, artisti e letterati che sarà riscoperta da Goethe, soprattutto con la valorizzazione del poeta Hafez, il “Petrarca dell’Iran” (XIV sec.) Un poeta islamico, atipico, che afferma: “l’eternità sta nel vino”, inteso come grande mezzo di convivialità per accedere, anche, a nuove forme di spiritualità.
La “Rivoluzione dei capelli al vento”, per citare una poesia di Ennio Cavalli, non riguarda dunque solo il futuro delle donne e del popolo iraniano, ma potrebbe essere una grande occasione per creare nuove relazioni globali non conflittuali, riproponendo un’Eurasia, condivisa tra Oriente e Occidente.
23
giugno 2023
Pegah Pasyar – Respiro Sottoterra
23 giugno 2023
arti performative
Location
SEDI VARIE – Rimini
Rimini, -, (Rimini)
Rimini, -, (Rimini)
Orario di apertura
ore 17,00
Vernissage
23 Giugno 2023, ore 17,00
Autore
Curatore