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Pendulum. Merci e persone in movimento
In occasione dei 5 anni di apertura dell’omonimo Centro culturale multifunzionale, la FONDAZIONE MAST espone una selezione di opere dalla propria collezione di fotografie e immagini in movimento sul tema Industria e Lavoro. Oltre 250 immagini storiche e contemporanee di 65 artisti di tutto il mondo mostrano la genialità e l’energia che negli ultimi due secoli hanno spinto gli uomini a progettare mezzi e infrastrutture per muovere merci, persone e dati.
Comunicato stampa
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In occasione dei 5 anni di apertura dell’omonimo Centro culturale multifunzionale, la FONDAZIONE MAST espone una selezione di opere dalla propria collezione di fotografie e immagini in movimento sul tema Industria e Lavoro. Oltre 250 immagini storiche e contemporanee di 65 artisti di tutto il mondo mostrano la genialità e l’energia che negli ultimi due secoli hanno spinto gli uomini a progettare mezzi e infrastrutture per muovere merci, persone e dati.
La nuova mostra, a cura di Urs Sthael, allestita negli spazi espositivi della PhotoGallery, propone una riflessione, a più voci, sul tema della velocità che caratterizza l’attuale società globale. Il pendolo simboleggia questo moto perenne del mondo e dei suoi abitanti nello spazio e nel tempo. Il suo oscillare è sinonimo di cambiamenti improvvisi d'opinione, di convinzioni che si ribaltano nel loro esatto contrario. Inoltre, la sua immagine evoca il traffico pendolare, i milioni di persone che la mattina presto per lavoro raggiungono il centro delle città e la sera tornano stanche ai loro quartieri dormitorio.
Ma il pendolo è anche un simbolo valido per i traffici in genere, per quel perenne scambio di merci a fronte di altre merci, di denaro, di promesse.
A questo dinamismo incessante si contrappone un fenomeno di segno opposto come spiega Urs Stahel: “Da decenni si continua ad aumentare il ritmo e la velocità: la crescente accelerazione dei processi economici e sociali è iniziata ai primordi della rivoluzione industriale fino a toccare oggi livelli vertiginosi. Il solo fenomeno che ci spinge a rallentare il passo, a cercare persino di fermare tutto, è quello delle migrazioni. Le uniche barriere esistenti sono quelle che frenano i perdenti locali e globali della modernità".
La mostra illustra visivamente le energie contrastanti e diametralmente opposte che si sprigionano da questi due fenomeni: da una parte la forza prorompente dei motori, l'enorme accelerazione, i mezzi di trasporto trasformati in feticcio del nostro tempo e dall’altra il rallentamento, la brusca, violenta frenata, il blocco dei flussi di persone che migrano.
Tra i 65 fotografi si segnalano i lavori di Gabriele Basilico, Luca Campigotto, Mario De Biasi, Robert Doisneau, Vincent Fournier, David Goldblatt, Jacqueline Hassink, Lewis Hine, Rudolf Holtappel, Emil Hoppé, Mimmo Jodice, Peter Keetman, Dorothea Lange, Helen Levitt, Winston Link, Don McCullin, Tina Modotti, Ugo Mulas, Alexey Titarenko, Jakob Tuggener.
La nuova mostra, a cura di Urs Sthael, allestita negli spazi espositivi della PhotoGallery, propone una riflessione, a più voci, sul tema della velocità che caratterizza l’attuale società globale. Il pendolo simboleggia questo moto perenne del mondo e dei suoi abitanti nello spazio e nel tempo. Il suo oscillare è sinonimo di cambiamenti improvvisi d'opinione, di convinzioni che si ribaltano nel loro esatto contrario. Inoltre, la sua immagine evoca il traffico pendolare, i milioni di persone che la mattina presto per lavoro raggiungono il centro delle città e la sera tornano stanche ai loro quartieri dormitorio.
Ma il pendolo è anche un simbolo valido per i traffici in genere, per quel perenne scambio di merci a fronte di altre merci, di denaro, di promesse.
A questo dinamismo incessante si contrappone un fenomeno di segno opposto come spiega Urs Stahel: “Da decenni si continua ad aumentare il ritmo e la velocità: la crescente accelerazione dei processi economici e sociali è iniziata ai primordi della rivoluzione industriale fino a toccare oggi livelli vertiginosi. Il solo fenomeno che ci spinge a rallentare il passo, a cercare persino di fermare tutto, è quello delle migrazioni. Le uniche barriere esistenti sono quelle che frenano i perdenti locali e globali della modernità".
La mostra illustra visivamente le energie contrastanti e diametralmente opposte che si sprigionano da questi due fenomeni: da una parte la forza prorompente dei motori, l'enorme accelerazione, i mezzi di trasporto trasformati in feticcio del nostro tempo e dall’altra il rallentamento, la brusca, violenta frenata, il blocco dei flussi di persone che migrano.
Tra i 65 fotografi si segnalano i lavori di Gabriele Basilico, Luca Campigotto, Mario De Biasi, Robert Doisneau, Vincent Fournier, David Goldblatt, Jacqueline Hassink, Lewis Hine, Rudolf Holtappel, Emil Hoppé, Mimmo Jodice, Peter Keetman, Dorothea Lange, Helen Levitt, Winston Link, Don McCullin, Tina Modotti, Ugo Mulas, Alexey Titarenko, Jakob Tuggener.
03
ottobre 2018
Pendulum. Merci e persone in movimento
Dal 03 ottobre 2018 al 13 gennaio 2019
fotografia
Location
FONDAZIONE MAST
Bologna, Via Speranza, 42, (Bologna)
Bologna, Via Speranza, 42, (Bologna)
Vernissage
3 Ottobre 2018, h 18.30
Ufficio stampa
LUCIA CRESPI
Autore
Curatore