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Pensando Pittura
Anfiteatro Arte e l’Assessorato alla Cultura, con il supporto dell’Archivio Claudio Olivieri e della Fondazione Zappettini, dedicano un omaggio a un raffinato movimento artistico che ha segnato gli anni Settanta col ritorno della pittura in Italia e nel mondo, tra Pittura Pittura e Pittura Analitica
Comunicato stampa
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La città di Padova dedica un omaggio a un raffinato movimento artistico che ha segnato gli Settanta col ritorno della pittura in Italia e nel mondo. Prima ancora della Transavanguardia, movimento artistico che si è sviluppato agli inizi degli anni Ottanta, gli artisti che hanno aderito ai movimenti analitici trattati nella presente esposizione hanno avuto il merito di ricondurre l’attenzione della critica, del pubblico e delle gallerie al quadro e alla pittura. L’opera d’arte diviene un punto di arrivo di un lungo processo che non può prescindere dall’analisi, dalla riflessione e dalla riduzione ai minimi termini del processo percettivo-comunicativo. Una pittura essenziale, a volte negata, eppure presente. Un nuovo modo di fare arte che ha fornito una concreta alternativa all’Arte Concettuale e all’Arte Povera, mostrando che la pittura può sopravvivere andando oltre alla crisi dell’arte gestuale e Informale. Rinascendo proprio nell’atto di azzerarsi, grazie all’uso delle svariate declinazioni del monocromo.
Una mostra su un momento storico più che su un vero e proprio movimento artistico, visto che non c’è mai stato un gruppo firmatario di un manifesto, né un vero e proprio accordo nemmeno sul nome del movimento. Si è parlato principalmente di Pittura Analitica e di Pittura Pittura, ma altre denominazioni sono state comunemente usate come: Nuova Pittura, Fare pittura, Pittura fondamentale, Pittura progettata, Astrazione Analitica, Pittura Radicale, Pittura pura, Pittura di superficie.
Molteplici sono stati gli artisti che hanno partecipato alle mostre collettive del movimento, alcuni occasionalmente, altri dedicando l’intera carriera alle ricerche pittorico-analitiche. La mostra Pensando Pittura propone alcuni tra i principali esponenti italiani protagonisti di quelle ricerche. In mostra opere di Enzo Cacciola, Paolo Cotani, Giorgio Griffa, Carmengloria Morales, Claudio Olivieri, Pino Pinelli, Claudio Verna, Gianfranco Zappettini.
Dal 18 febbraio al 24 aprile 2010 presso la Galleria Anfiteatro Arte di via Ognissanti 33 in Padova, viene proposto uno spaccato del percorso che questi artisti hanno avuto dagli anni Settanta a oggi, a volte cambiando e a volte riconfermando il loro modo di fare arte. Per la realizzazione di questo progetto la pubblica amministrazione di Padova ha scelto di collaborare con una galleria privata avendo in comune l’interesse del cittadino e il miglioramento virtuoso dell’offerta culturale.
Il progetto è stato realizzato con il patrocinio del Comune di Padova e della Provincia di Padova, con la collaborazione degli artisti, dell’Archivio Claudio Olivieri e della Fondazione Zappettini. Il catalogo della mostra Pensando Pittura, con presentazione a cura di Alberto Mugnaini, sarà disponibile dal 18 febbraio 2010 presso la sede espositiva di Padova di Anfiteatro Arte in via Ognissanti 33.
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BIOGRAFIE
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ENZO CACCIOLA
Nasce ad Arenzano, Genova, il 12 dicembre 1945. Tiene la sua prima personale nel 1971 a Genova alla Galleria La Bertesca concentrando l’attenzione sulle dinamiche dei rapporti piano-forme-colore. Nel giugno 1975 partecipa alla mostra Pittura Analitica curata da Klaus Honnef e Catherine Millet, con quadri in cemento tali da rilevare le problematiche relative allo spazio d’analisi offerto dalla matericità dell’opera.
La partecipazione a Documenta 6 di Kassel, nel 1977, segna una parziale rottura con il lavoro precedente, con una reinterpretazione in chiave concettuale dell’operato e della funzione dell’artista: fece esporre un quadro di scuola tizianesca del XVI secolo, spiegando in una lettera, esposta anch’essa, le tattiche “per sopravvivere all’interno della categoria arte.” Come a dire che la strategia dell’artista può escludere la presenza dell’oggetto/opera, ma soprattutto che nel suo caso la narrazione e il racconto non sono compatibili con concetto/opera.
Nei primi anni Ottanta si confronta con le tematiche figurative della Transavanguardia. Dal 1986 riprende la ricerca sulla materia. Intorno alla metà degli anni Novanta ritorna alla pittura concettuale, in cui si trovano sedimentate e risolte molte delle esperienze pregresse: il cemento del concettuale, le forme di una lunga frequentazione dell’astratto geometrico, le asperità di una superficie memore dei travagli della Transavanguardia, un inedito connubio fra materia e geometria in grado di sondare e palesare l’intima natura del reale. Attualmente la sua sperimentazione è rivolta all’impiego nei propri lavori di materiali nuovi concepiti per l’uso industriale.
Le più recenti personali sono state nel 2006 alla Fondazione Zappettini di Chiavari, nel 2007 alla Fusion Art Gallery di Torino e nel 2008 alla Fondazione Zappettini di Milano.
Tra le ultime mostre collettive cui è stato invitato ricordiamo: nel 2007 Dalla Pittura analitica quattro protagonisti, alla Galleria 911 di La Spezia, a cura di Giorgio Bonomi, e nello stesso anno Pittura analitica. I percorsi italiani 1970-1980 presso il Museo della Permanente di Milano, a cura di Marco Meneguzzo; nel 2008 Arte 70: Pittura Analitica Italiana, presso Bergamo Arte Fiera, a cura di Stefano Raimondi, Pittura analitica. Ieri e oggi ad Arte Genova, a cura di Giorgio Bonomi, Pittura aniconica alla Casa del Mantegna di Mantova, a cura di Claudio Cerritelli e Cromatismi Uno presso la Galleria Arte Studio di Milano.
Vive e lavora a Rocca Grimalda, in provincia di Alessandria.
PAOLO COTANI
Nasce a Roma nel 1940. Autodidatta, nel 1958 è Parigi, dove studia i maestri delle avanguardie storiche; rientrato a Roma viene a contatto con gli artisti operanti nell’area del segno. Nel 1964 si reca a Londra dove risiederà fino al 1970: in questi anni matura la sua visione estetica, e produce lavori che verranno esposti a Roma nella sua prima mostra personale presso la Galleria Ferro di Cavallo, e presentati da Achille Perilli nel 1968.
Dal 1970 il suo percorso artistico è legato alla ricerca della Pittura Analitica o Pittura Pittura, in una comunanza di intenti con artisti quali Morales, Verna, Griffa nell’azzeramento linguistico e dell’uso degli strumenti tradizionali della pittura per la formulazione di un linguaggio nuovo, ma con uno scontro sul piano ideologico: Cotani rifiuta l’approccio stereotipato e generalizzabile della Pittura Analitica e rivendica autonomia di pensiero e di sconfinamento.
Nel 1973 tiene una personale alla Galleria Godel di Roma e da Morone 6 a Milano. Partecipa nello stesso anno alla collettiva Un futuro possibile al Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Nel 1974 espone alla Galleria La Bertesca di Milano, Genova e Dusseldorf. Nel 1977 espone al Museum Boymans di Rotterdam alla mostra Sixteen Italian Artists e alla Galleria Arco d’Alibert di Roma, dove tornerà più volte. Nel 1980 tiene una personale al Palazzo dei Diamanti, mentre nel 1982 si tiene un’antologica alla Casa del Mantegna a Mantova e nel 1983 alla Pinacoteca Civica di Jesi. Negli anni Ottanta compie viaggi negli Stati Uniti: New York segna un momento di forte riflessione sul “superamento degli anni Settanta“. L’amicizia con Ralph Gibson lo avvicina alla fotografia.
In quest’ultimo ventennio il lavoro di Cotani si è articolato in vari cicli. Dagli Spazi virtuali e mondani, dove elabora una complessa Cosmogonia barocca, all’Arpa celtica, fino alla serie delle Cancellazioni dove il risultato finale è dato dagli strati sedimentati uno dopo l’altro in un gioco di nascondimento. Nel 1988 partecipa a Palazzo Forti di Verona alla mostra Astratta e nel 1989 alla XXXI Biennale d’Arte Città di Milano al Palazzo della Permanente di Milano. Sue personali si tengono nel 1990 a Palazzo Forti di Verona e nel 1994 allo Framart Studio di Napoli. Nel 1991 partecipa alla mostra 60-90. Trenta anni di avanguardie romane al Palazzo dei Congressi di Roma, e nel 1992 espone alla Galleria Niccoli di Parma con la mostra Tensioni di superficie. Attualmente il lavoro di Cotani fa dialogare indifferentemente pittura e fotografia. Vive e lavora a Roma.
GIORGIO GRIFFA
Nasce a Torino nel 1936. Nel 1968 espone alla Galleria Martano di Torino lavori del ciclo Quasi dipinto, dove si precisa la scelta di non finito che sarà un carattere costante del suo lavoro. Nel 1969 inizia la collaborazione con la Galleria Sperone sempre a Torino, e nel 1970 espone nelle gallerie di Ileana Sonnabend a New York e Parigi. Tra il 1973 e il 1975 esegue quasi esclusivamente linee orizzontali. Nel 1973 partecipa a diverse mostre significative per il movimento analitico, tra cui Fare Pittura al Museo civico di Bassano del Grappa, Prospect 73 alla Städtische Kunsthalle di Düsseldorf, La riflessione sulla Pittura al Palazzo Comunale di Acireale, Italy Two. Art Around ’70 al Philadelphia Civic Center. Nel 1974 sue personali sono allestite alla Galleria Daniel Templon di Milano e Parigi, alla galleria La Bertesca di Genova e alla galleria Lia Rumma di Napoli. Negli anni successivi inizia il ciclo delle Connessioni o Contaminazioni. Nel 1977 le gallerie Il Milione a Milano e Marlborough a Roma gli dedicano una personale. L’anno seguente espone da Lorenzelli a Milano, che ospiterà in seguito altre sue personali nel 1981 e nel 1985.
Nel 1980 espone alla Galleria Martano di Torino e alla Lorenzelli Arte a Milano il trittico intitolato Riflessione, composto da tre grandi tele dedicate a Matisse, Klee e Klein. Quest’opera costituisce il primo passo di un altro ciclo, Alter Ego, che proseguirà per una trentina d’anni. Nel 1980 espone alla XXXIX Biennale di Venezia.
Gli anni Ottanta vedono uno sviluppo delle Contaminazioni, dove ai segni si affiancano campiture di colore più meno ampie. Nel 1988 partecipa alla mostra Astratta allestita a Palazzo Forti. All’inizio degli anni Novanta inizia il ciclo Tre linee con arabesco, i cui lavori sono numerati secondo l’ordine in cui vengono eseguiti. Nel 1991 la Pinacoteca Comunale di Ravenna ospita una sua retrospettiva. Nel anni Novanta inizia il ciclo Numerazione, dove i numeri indicano l’ordine in cui segni e colori sono posati sulla tela. Nel 1995 inizia a collaborare con la Galleria Fumagalli di Bergamo, che gli dedica una personale a cura di Giovanni Maria Accame. Nello stesso anno espone al Palazzo Recanati-Arroni a Spoleto. Tra il 2001 e il 2002 la GAM di Torino gli dedica due mostre, con le opere dal 1968 al 1973 e una serie di lavori del ciclo Rosa e violetto. Nel 2005 Marco Meneguzzo e Luca Massimo Barbero curano la mostra itinerante all’Institute Mathildenhöe a Darmstadt, alla Kunsthalle di Aschaffengurg e al Museo della Permanente a Milano. Vive e lavora a Torino.
CARMENGLORIA MORALES
Nasce a Santiago del Cile nel 1942. Dopo la morte del padre, nel marzo del 1953 raggiunge la madre a Milano, dove rimane fino al 1960, per trasferirsi poi a Roma. Nel 1963 vende il suo primo quadro a Lucio Fontana. Nel 1965, invitata da Topazia Alliata, espone per la prima volta un quadro alla libreria Feltrinelli di Roma. Mara Coccia la invita inoltre a esporre con un gruppo di giovani presso la nuova sede della sua Galleria Arco d’Alibert.
Nel 1969 inizia a insegnare Discipline pittoriche presso il liceo artistico di Latina, attività che continuerà a esercitare dal 1972 a Roma e poi dal 1978 al 1989 a Milano. Dagli anni Settanta partecipa alle esposizioni internazionali sulla Pittura Analitica organizzate in gran parte da Roberto Peccolo presso musei e gallerie tedesche. La sua prima personale alla galleria Peccolo di Livorno risale al 1974, con l’esposizione di alcuni dittici. Nel dittico l’opera è costituita da due parti adiacenti tra loro e impegnate in un dialogo parallelo ed equivalente: la tela vuota e la tela dipinta come componenti essenziali della visione artistica di Morales.
Nel 1973 partecipa alla X Quadriennale di Roma (sarà anche nell’edizione successiva, nel 1986), ed espone nelle mostre Un futuro possibile. Nuova Pittura a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, La riflessione sulla pittura al Palazzo comunale di Acireale (a cura di Filiberto Menna, Italo Mussa e Tommaso Trini) e Italy Two. Art Around ‘70 presso il Philadelphia Civic Center. Nel 1974 partecipa alla mostra Geplante Malerei, organizzata al Westfälischer Kunstverein di Münster e alla Galleria del Milione di Milano. Nel 1975 espone in una mostra curata da Gianfranco Politi, La pittura italiana oggi, presso l’Espace 5 di Montreal e la galleria Daniel Templon di Parigi.
Nel 1976 si trasferisce a Milano. Nel 1977 è invitata a Documenta 6 di Kassel, nella sezione dedicata alla Pittura Analitica; espone anche alla galleria Lia Rumma di Napoli e alla galleria Primo Piano di Roma.
L’anno seguente espone allo Studio Marconi di Milano e alla galleria Buades di Madrid. Nel 1979 compie il primo viaggio a New York. Sempre nel 1979 Marcia Hafif la invita a partecipare alle riunioni periodiche fra pittori che si concluderanno con la mostra Radical Painting a cura di Thomas Krens e Lilly Wei nel museo di Williamstown nel 1984. Nel 2004 inizia la collaborazione con Grosseti Arte Contemporanea di Milano. Dal 1988 vive e lavora nella sua casa di campagna nell’Alto Lazio.
CLAUDIO OLIVIERI
Nasce a Roma nel 1934. Trasferitosi a Milano nel 1953, frequenta l’accademia di Belle Arti. Esordisce con opere caratterizzate dal colore steso in complesse stratificazioni, e allestisce la sua prima personale nel 1959 alla British School di Bologna. L’anno seguente espone al Salone Annunciata di Milano, dove tornerà nel 1965 e nel 1967. Col tempo approfondisce i rapporti tra forma e colore, tra segno e spazio, in lavori che porterà alla XXXIII Biennale di Venezia del 1966 (vi parteciperà anche nel 1980, nel 1986 e nel 1990, con opere e sale personali). Nella seconda metà degli anni Sessanta la distinzione tra il fondo pittorico e i segni colore si fa più netta. Nel 1969 espone sue personali alla galleria il Milione di Milano e alla galleria L’Ammolita di Genova, ed è inserito nelle collettive organizzate dalle gallerie Bergamini e Morone 6 di Milano. Nel decennio successivo i suoi quadri assumono sempre più la fisonomia di uno schermo, dove segno, gesto e colore determinano variazioni di profondità e diversi gradi di intensità luminosa, evidenziando il legame tra il gesto del dipingere e il pensiero che lo determina. Numerose le rassegne internazionali cui partecipa. Tra queste: a cavallo tra il 1974 e il 1975 Geplante Malerei; nel 1977 Documenta 6 di Kassel; le mostre Linee della ricerca artistica in Italia 1960-1980 al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1981, Arte in Italia 1960-1982 alla Hayward Gallery di Londra. L’anno seguente e successivamente Italienische Kunst al Kunstverein di Francoforte e Arte Italiana 1970-1980 alla Kunsthalle di Budapest. Tra le personali, al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano nel 1982, alla Galleria Civica di Modena nel 1983 e ancora alla Galleria Il Milione di Milano nel 1988. Più recentemente partecipa alla Quadriennale di Roma nel 1999, mentre nel 2001 Palazzo Sarcinelli di Conegliano gli dedica una retrospettiva. Nel 2002 espone a Mantova alla Casa del Mantegna e l’anno dopo alla Rocca Paolina di Perugia. Nella sede di Chiavari della Fondazione Zappettini espone nel 2004 nelle collettive Pittura 70 – Pittura pittura e astrazione analitica (riproposta in seguito anche alla Galleria d’arte Moderna di Gallarate e nel 2005 all’istituto Italiano di Cultura di Praga) e Oltre il monocromo. Nell’ultimo decennio Olivieri opera a stretto contatto con la galleria Claudio Poleschi Arte Contemporanea di Lucca e la galleria Anfiteatro Arte di Padova e Milano, collaborazione che nel 2009 porta alla nascita dell’Archivio Claudio Olivieri. Vive e lavora a Milano.
PINO PINELLI
Nasce a Catania nel 1938. Si trasferisce a Milano nel 1964, dove tiene la sua prima personale alla Galleria Bergamini, con lavori che risentono dell’influenza di Lucio Fontana. A partire dai primi anni Settanta si interessa alla pittura come forma. Dal 1973 realizza quadri monocromi intitolati Pittura con accanto l’iniziale del colore usato (BL per blu, R per rosso).Nel decennio 1975-1985 compaiono le prime forme modulari accostate, costituite da una struttura rivestita di stoffa o di pelle animale. Caratteristica fondamentale di queste opere – una costante del lavoro di Pinelli – è la loro disseminazione sulla parete lungo una linea ideale. Nel 1976 vi è la simbolica rottura del quadro: da allora il suo lavoro sarà tutto incentrato sulla dislocazione di elementi sulla parete, che indica la rottura della superficie e della bidimensionalità. Fino al 1987 gli elementi modulari si accostano in traiettorie semplici o in composizioni più complesse; fino al 1983 le strutture sono rivestite di flanella, poi inventa una tecnica mista risultante da vari materiali amalgamati che, dipinti, assumono una consistenza simile al velluto.
Dai primi anni a oggi, Pinelli ha allestito oltre quaranta personali in Italia e all’estero, soprattutto in Francia e in Germania. Tra queste: Galleria d’arte Vinciana di Milano nel 1971, Galleria La Bertesca di Genova/Dusseldorf nel 1975, Galleria Artra Studio di Milano nel 1979, 1982, 1985 e 1988, Galleria Il Milione di Milano nel 1982 e 1989 e 1991, Galleria Fumagalli di Bergamo nel 1994 e 1998, A Arte Studio Invernizzi di Milano nel 1995, 2000 e 2003, Galleria Melesi di Lecco nel 1995 e 2003, Galleria Santo Ficara di Firenze nel 1995 e 2005, Galleria Niccoli di Parma nel 2002, Palazzo Strozzi di Firenze nel 2006. Nel 1986 partecipa alla XLII Biennale di Venezia.
Ha esposto anche in diversi musei, partecipando a importanti collettive, tra le quali: Fracture du Monochrome aujourd’hui en Europe, Musée d’Art Moderne, Parigi 1978; Linee della ricerca artistica in Italia 1960-1980, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 1981; Aspetti dell’arte italiana 1960-1985, Kunstverein, Francoforte – Kunsteverein, Hannover – Haus am Waldsee, Berlino – Kunstverein Bregenz – Hochschule fur agewandte Kunst, Vienna, 1985; Astratta. Secessioni astratte in Italia dal dopoguerra al 1990 a Palazzo Forti a Verona, 1988; Arte italiana. Ultimi quarant’anni. Pittura Aniconica alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna1988/89; 3 x monochrom. Fontana, Manzoni, Pinelli, a Rottweil, 2006. Vive e lavora a Milano.
CLAUDIO VERNA
Nasce a Guardiagrele (Chieti) nel 1937. Nel 1959 espone assieme a Guarneri, Masi, Baldi e Fallani alla Galleria Numero di Firenze nella mostra Cinque informali a Firenze; l’anno seguente tiene qui la sua prima personale. Dopo un periodo di sperimentazione, torna alle mostre nel 1967. Nel 1970 gli viene dedicata una sala personale alla Biennale di Venezia e inizia ad esporre nelle principali mostre dedicate alla Neo Pittura, gruppo in cui però intravede subito eccessiva confusione. Nei primi anni Settanta approfondisce questa riflessione sviluppando la serie intitolata con la lettera A seguita da un numero progressivo, e la prosegue fino al 1976 quando la serie Archipittura porta a compimento l’elaborazione geometrica della pittura. Dal 1977 il colore diventa protagonista assoluto dei suoi dipinti e Verna prosegue con ritrovata libertà l’indagine iniziata quasi vent’anni prima: il colore è un elemento strutturante, capace di creare lo spazio senza il supporto del disegno. Durante gli anni Settanta gli vengono dedicate numerose personali: 1970, Galleria dell’Ariete, Milano; 1971, Galleria Editalia, Roma e Galleria Ferrari, Verona; 1972, Galerie M, Bochum; 1973 e 1976, Galleria Il Milione, Milano; 1975, Studio Condotti 85, Roma; 1976 e 1977, Galleria La Bertesca, Genova; 1977, Galerie Arnesen, Copenhagen e Galleria Malborough, Roma; 1978, Galleria Il Sole, Genova; 1979, Galleria La Polena, Genova.
In quegli anni partecipa anche prestigiose mostre collettive, tra cui: 1970, Biennale de Peinture a Menton; 1971, Biennale del Mediterraneo ad Alessandria d’Egitto; 1973, X Quadriennale di Roma e Un futuro possibile - Nuova Pittura a Palazzo dei Diamanti di Ferrara; 1974, Museum of Philadelphia; Kunsthalle, Düsseldorf; 1975, Empirica, Rimini e Museo di Castelvecchio di Verona; Nordjyllands Kunstmuseum, Aalborg; Fyns Kunstmuseum, Odense; 1977, Galleria d’Arte Moderna, Torino; 1978, Triennale di Nuova Delhi. Espone inoltre alle edizioni della Biennale di Venezia del 1978 e del 1980. Alla fine degli anni Ottanta e durante gli anni Novanta gli vengono dedicate importanti antologiche: 1988, Museo di Gibellina; 1994, Galleria Comunale di Spoleto; 1997, Musei Civici-Pac di Ferrara; 1998, Palazzo Sarcinelli a Conegliano. Negli ultimi anni ha esposto due volte alla Fondazione Zappettini nelle collettive Pittura 70. Pittura – pittura e astrazione analitica nel 2004 e Oltre il monocromo nel 2005. Vive e lavora a Roma.
GIANFRANCO ZAPPETTINI
Nasce a Genova il 16 giugno 1939. Nel 1962 tiene la sua prima personale alla Società di Belle Arti di Genova. Nel 1964 inizia a collaborare con la galleria La Polena di Genova, dove terrà una personale l’anno seguente, e in seguito nel 1972 e nel 1974. Nel 1971 è invitato alla mostra Arte concreta al Westfälischer Kunstverein di Münster. E’ il periodo nel quale si sta elaborando il movimento della Neo Pittura, da cui poi si distinguerà la Pittura Analitica.
Espone nel 1973 in Un futuro possibile – Nuova Pttura al Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Nel 1974 partecipa a Geplante Malerei, organizzata al Westfälischer Kunstverein di Münster da Klaus Honnef. Nel 1975 Honnef gli dedica nello stesso spazio una personale. Espone poi alla galleria Karsten Greve di Colonia, in A proposito della pittura, mostra itinerante in vari musei olandesi e in Analytische Malerei di Catherine Millet e Honnef. Nel 1977 è invitato a Documenta 6 di Kassel.
Già dal 1976 aveva iniziato a lavorare con la fotografia, sempre “pensando in termini di pittura”. Con opere tra foto e pittura partecipa nel 1977 a Photo Malerei alla galleria Peccolo di Colonia e ad Aphoto allo Studio Marconi di Milano. Nel 1978 è presente alla mostra Abstraction Analytique al Museo d’Arte Moderna di Parigi ed espone nella personale Coincidenze percettive tra Genova e Anversa all’Internationaal Cultureel Centrum di Anversa. Nel 1981 partecipa a Pittura in radice, curata da Achille Bonito Oliva alla galleria Artra Studio di Milano e nel 1982 alla mostra Pittura di corta memoria al Palazzo della Permanente a Milano.
Dalla metà degli anni Ottanta inizia una fase di ricerca spirituale: nelle opere più recenti la superficie si fa meno materica, spariscono le ultime tracce di figurazione e il blu pervade tutta la superficie, scandita dal ritmo della trama e dell’ordito. Del periodo sono le serie dei Quadrati e dei Rettangoli, i Misteri, i Muri del cielo. Lavori più recenti sono stati esposti nella collettiva Pittura 70 presentata nel 2004 a Chiavari presso la Fondazione Zappettini e alla Civica Galleria d’Arte Moderna di Gallarate e, tra il 2005 e il 2006, negli Istituti Italiani di Cultura di Praga e Londra. Nel 2007 partecipa a Pittura analitica. I percorsi italiani. 1970-1980 al Museo della Permanente di Milano e gli vengono dedicate alcune personali in spazi pubblici e privati come il CAMeC della Spezia, il Forte di Belvedere, la Galleria Santo Ficara di Firenze e il Forum Kunst di Rottweil. Dal 2002 vive e lavora a Chiavari, dove, nel 2003, ha costituito la Fondazione Zappettini per l’arte contemporanea.
Una mostra su un momento storico più che su un vero e proprio movimento artistico, visto che non c’è mai stato un gruppo firmatario di un manifesto, né un vero e proprio accordo nemmeno sul nome del movimento. Si è parlato principalmente di Pittura Analitica e di Pittura Pittura, ma altre denominazioni sono state comunemente usate come: Nuova Pittura, Fare pittura, Pittura fondamentale, Pittura progettata, Astrazione Analitica, Pittura Radicale, Pittura pura, Pittura di superficie.
Molteplici sono stati gli artisti che hanno partecipato alle mostre collettive del movimento, alcuni occasionalmente, altri dedicando l’intera carriera alle ricerche pittorico-analitiche. La mostra Pensando Pittura propone alcuni tra i principali esponenti italiani protagonisti di quelle ricerche. In mostra opere di Enzo Cacciola, Paolo Cotani, Giorgio Griffa, Carmengloria Morales, Claudio Olivieri, Pino Pinelli, Claudio Verna, Gianfranco Zappettini.
Dal 18 febbraio al 24 aprile 2010 presso la Galleria Anfiteatro Arte di via Ognissanti 33 in Padova, viene proposto uno spaccato del percorso che questi artisti hanno avuto dagli anni Settanta a oggi, a volte cambiando e a volte riconfermando il loro modo di fare arte. Per la realizzazione di questo progetto la pubblica amministrazione di Padova ha scelto di collaborare con una galleria privata avendo in comune l’interesse del cittadino e il miglioramento virtuoso dell’offerta culturale.
Il progetto è stato realizzato con il patrocinio del Comune di Padova e della Provincia di Padova, con la collaborazione degli artisti, dell’Archivio Claudio Olivieri e della Fondazione Zappettini. Il catalogo della mostra Pensando Pittura, con presentazione a cura di Alberto Mugnaini, sarà disponibile dal 18 febbraio 2010 presso la sede espositiva di Padova di Anfiteatro Arte in via Ognissanti 33.
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BIOGRAFIE
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ENZO CACCIOLA
Nasce ad Arenzano, Genova, il 12 dicembre 1945. Tiene la sua prima personale nel 1971 a Genova alla Galleria La Bertesca concentrando l’attenzione sulle dinamiche dei rapporti piano-forme-colore. Nel giugno 1975 partecipa alla mostra Pittura Analitica curata da Klaus Honnef e Catherine Millet, con quadri in cemento tali da rilevare le problematiche relative allo spazio d’analisi offerto dalla matericità dell’opera.
La partecipazione a Documenta 6 di Kassel, nel 1977, segna una parziale rottura con il lavoro precedente, con una reinterpretazione in chiave concettuale dell’operato e della funzione dell’artista: fece esporre un quadro di scuola tizianesca del XVI secolo, spiegando in una lettera, esposta anch’essa, le tattiche “per sopravvivere all’interno della categoria arte.” Come a dire che la strategia dell’artista può escludere la presenza dell’oggetto/opera, ma soprattutto che nel suo caso la narrazione e il racconto non sono compatibili con concetto/opera.
Nei primi anni Ottanta si confronta con le tematiche figurative della Transavanguardia. Dal 1986 riprende la ricerca sulla materia. Intorno alla metà degli anni Novanta ritorna alla pittura concettuale, in cui si trovano sedimentate e risolte molte delle esperienze pregresse: il cemento del concettuale, le forme di una lunga frequentazione dell’astratto geometrico, le asperità di una superficie memore dei travagli della Transavanguardia, un inedito connubio fra materia e geometria in grado di sondare e palesare l’intima natura del reale. Attualmente la sua sperimentazione è rivolta all’impiego nei propri lavori di materiali nuovi concepiti per l’uso industriale.
Le più recenti personali sono state nel 2006 alla Fondazione Zappettini di Chiavari, nel 2007 alla Fusion Art Gallery di Torino e nel 2008 alla Fondazione Zappettini di Milano.
Tra le ultime mostre collettive cui è stato invitato ricordiamo: nel 2007 Dalla Pittura analitica quattro protagonisti, alla Galleria 911 di La Spezia, a cura di Giorgio Bonomi, e nello stesso anno Pittura analitica. I percorsi italiani 1970-1980 presso il Museo della Permanente di Milano, a cura di Marco Meneguzzo; nel 2008 Arte 70: Pittura Analitica Italiana, presso Bergamo Arte Fiera, a cura di Stefano Raimondi, Pittura analitica. Ieri e oggi ad Arte Genova, a cura di Giorgio Bonomi, Pittura aniconica alla Casa del Mantegna di Mantova, a cura di Claudio Cerritelli e Cromatismi Uno presso la Galleria Arte Studio di Milano.
Vive e lavora a Rocca Grimalda, in provincia di Alessandria.
PAOLO COTANI
Nasce a Roma nel 1940. Autodidatta, nel 1958 è Parigi, dove studia i maestri delle avanguardie storiche; rientrato a Roma viene a contatto con gli artisti operanti nell’area del segno. Nel 1964 si reca a Londra dove risiederà fino al 1970: in questi anni matura la sua visione estetica, e produce lavori che verranno esposti a Roma nella sua prima mostra personale presso la Galleria Ferro di Cavallo, e presentati da Achille Perilli nel 1968.
Dal 1970 il suo percorso artistico è legato alla ricerca della Pittura Analitica o Pittura Pittura, in una comunanza di intenti con artisti quali Morales, Verna, Griffa nell’azzeramento linguistico e dell’uso degli strumenti tradizionali della pittura per la formulazione di un linguaggio nuovo, ma con uno scontro sul piano ideologico: Cotani rifiuta l’approccio stereotipato e generalizzabile della Pittura Analitica e rivendica autonomia di pensiero e di sconfinamento.
Nel 1973 tiene una personale alla Galleria Godel di Roma e da Morone 6 a Milano. Partecipa nello stesso anno alla collettiva Un futuro possibile al Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Nel 1974 espone alla Galleria La Bertesca di Milano, Genova e Dusseldorf. Nel 1977 espone al Museum Boymans di Rotterdam alla mostra Sixteen Italian Artists e alla Galleria Arco d’Alibert di Roma, dove tornerà più volte. Nel 1980 tiene una personale al Palazzo dei Diamanti, mentre nel 1982 si tiene un’antologica alla Casa del Mantegna a Mantova e nel 1983 alla Pinacoteca Civica di Jesi. Negli anni Ottanta compie viaggi negli Stati Uniti: New York segna un momento di forte riflessione sul “superamento degli anni Settanta“. L’amicizia con Ralph Gibson lo avvicina alla fotografia.
In quest’ultimo ventennio il lavoro di Cotani si è articolato in vari cicli. Dagli Spazi virtuali e mondani, dove elabora una complessa Cosmogonia barocca, all’Arpa celtica, fino alla serie delle Cancellazioni dove il risultato finale è dato dagli strati sedimentati uno dopo l’altro in un gioco di nascondimento. Nel 1988 partecipa a Palazzo Forti di Verona alla mostra Astratta e nel 1989 alla XXXI Biennale d’Arte Città di Milano al Palazzo della Permanente di Milano. Sue personali si tengono nel 1990 a Palazzo Forti di Verona e nel 1994 allo Framart Studio di Napoli. Nel 1991 partecipa alla mostra 60-90. Trenta anni di avanguardie romane al Palazzo dei Congressi di Roma, e nel 1992 espone alla Galleria Niccoli di Parma con la mostra Tensioni di superficie. Attualmente il lavoro di Cotani fa dialogare indifferentemente pittura e fotografia. Vive e lavora a Roma.
GIORGIO GRIFFA
Nasce a Torino nel 1936. Nel 1968 espone alla Galleria Martano di Torino lavori del ciclo Quasi dipinto, dove si precisa la scelta di non finito che sarà un carattere costante del suo lavoro. Nel 1969 inizia la collaborazione con la Galleria Sperone sempre a Torino, e nel 1970 espone nelle gallerie di Ileana Sonnabend a New York e Parigi. Tra il 1973 e il 1975 esegue quasi esclusivamente linee orizzontali. Nel 1973 partecipa a diverse mostre significative per il movimento analitico, tra cui Fare Pittura al Museo civico di Bassano del Grappa, Prospect 73 alla Städtische Kunsthalle di Düsseldorf, La riflessione sulla Pittura al Palazzo Comunale di Acireale, Italy Two. Art Around ’70 al Philadelphia Civic Center. Nel 1974 sue personali sono allestite alla Galleria Daniel Templon di Milano e Parigi, alla galleria La Bertesca di Genova e alla galleria Lia Rumma di Napoli. Negli anni successivi inizia il ciclo delle Connessioni o Contaminazioni. Nel 1977 le gallerie Il Milione a Milano e Marlborough a Roma gli dedicano una personale. L’anno seguente espone da Lorenzelli a Milano, che ospiterà in seguito altre sue personali nel 1981 e nel 1985.
Nel 1980 espone alla Galleria Martano di Torino e alla Lorenzelli Arte a Milano il trittico intitolato Riflessione, composto da tre grandi tele dedicate a Matisse, Klee e Klein. Quest’opera costituisce il primo passo di un altro ciclo, Alter Ego, che proseguirà per una trentina d’anni. Nel 1980 espone alla XXXIX Biennale di Venezia.
Gli anni Ottanta vedono uno sviluppo delle Contaminazioni, dove ai segni si affiancano campiture di colore più meno ampie. Nel 1988 partecipa alla mostra Astratta allestita a Palazzo Forti. All’inizio degli anni Novanta inizia il ciclo Tre linee con arabesco, i cui lavori sono numerati secondo l’ordine in cui vengono eseguiti. Nel 1991 la Pinacoteca Comunale di Ravenna ospita una sua retrospettiva. Nel anni Novanta inizia il ciclo Numerazione, dove i numeri indicano l’ordine in cui segni e colori sono posati sulla tela. Nel 1995 inizia a collaborare con la Galleria Fumagalli di Bergamo, che gli dedica una personale a cura di Giovanni Maria Accame. Nello stesso anno espone al Palazzo Recanati-Arroni a Spoleto. Tra il 2001 e il 2002 la GAM di Torino gli dedica due mostre, con le opere dal 1968 al 1973 e una serie di lavori del ciclo Rosa e violetto. Nel 2005 Marco Meneguzzo e Luca Massimo Barbero curano la mostra itinerante all’Institute Mathildenhöe a Darmstadt, alla Kunsthalle di Aschaffengurg e al Museo della Permanente a Milano. Vive e lavora a Torino.
CARMENGLORIA MORALES
Nasce a Santiago del Cile nel 1942. Dopo la morte del padre, nel marzo del 1953 raggiunge la madre a Milano, dove rimane fino al 1960, per trasferirsi poi a Roma. Nel 1963 vende il suo primo quadro a Lucio Fontana. Nel 1965, invitata da Topazia Alliata, espone per la prima volta un quadro alla libreria Feltrinelli di Roma. Mara Coccia la invita inoltre a esporre con un gruppo di giovani presso la nuova sede della sua Galleria Arco d’Alibert.
Nel 1969 inizia a insegnare Discipline pittoriche presso il liceo artistico di Latina, attività che continuerà a esercitare dal 1972 a Roma e poi dal 1978 al 1989 a Milano. Dagli anni Settanta partecipa alle esposizioni internazionali sulla Pittura Analitica organizzate in gran parte da Roberto Peccolo presso musei e gallerie tedesche. La sua prima personale alla galleria Peccolo di Livorno risale al 1974, con l’esposizione di alcuni dittici. Nel dittico l’opera è costituita da due parti adiacenti tra loro e impegnate in un dialogo parallelo ed equivalente: la tela vuota e la tela dipinta come componenti essenziali della visione artistica di Morales.
Nel 1973 partecipa alla X Quadriennale di Roma (sarà anche nell’edizione successiva, nel 1986), ed espone nelle mostre Un futuro possibile. Nuova Pittura a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, La riflessione sulla pittura al Palazzo comunale di Acireale (a cura di Filiberto Menna, Italo Mussa e Tommaso Trini) e Italy Two. Art Around ‘70 presso il Philadelphia Civic Center. Nel 1974 partecipa alla mostra Geplante Malerei, organizzata al Westfälischer Kunstverein di Münster e alla Galleria del Milione di Milano. Nel 1975 espone in una mostra curata da Gianfranco Politi, La pittura italiana oggi, presso l’Espace 5 di Montreal e la galleria Daniel Templon di Parigi.
Nel 1976 si trasferisce a Milano. Nel 1977 è invitata a Documenta 6 di Kassel, nella sezione dedicata alla Pittura Analitica; espone anche alla galleria Lia Rumma di Napoli e alla galleria Primo Piano di Roma.
L’anno seguente espone allo Studio Marconi di Milano e alla galleria Buades di Madrid. Nel 1979 compie il primo viaggio a New York. Sempre nel 1979 Marcia Hafif la invita a partecipare alle riunioni periodiche fra pittori che si concluderanno con la mostra Radical Painting a cura di Thomas Krens e Lilly Wei nel museo di Williamstown nel 1984. Nel 2004 inizia la collaborazione con Grosseti Arte Contemporanea di Milano. Dal 1988 vive e lavora nella sua casa di campagna nell’Alto Lazio.
CLAUDIO OLIVIERI
Nasce a Roma nel 1934. Trasferitosi a Milano nel 1953, frequenta l’accademia di Belle Arti. Esordisce con opere caratterizzate dal colore steso in complesse stratificazioni, e allestisce la sua prima personale nel 1959 alla British School di Bologna. L’anno seguente espone al Salone Annunciata di Milano, dove tornerà nel 1965 e nel 1967. Col tempo approfondisce i rapporti tra forma e colore, tra segno e spazio, in lavori che porterà alla XXXIII Biennale di Venezia del 1966 (vi parteciperà anche nel 1980, nel 1986 e nel 1990, con opere e sale personali). Nella seconda metà degli anni Sessanta la distinzione tra il fondo pittorico e i segni colore si fa più netta. Nel 1969 espone sue personali alla galleria il Milione di Milano e alla galleria L’Ammolita di Genova, ed è inserito nelle collettive organizzate dalle gallerie Bergamini e Morone 6 di Milano. Nel decennio successivo i suoi quadri assumono sempre più la fisonomia di uno schermo, dove segno, gesto e colore determinano variazioni di profondità e diversi gradi di intensità luminosa, evidenziando il legame tra il gesto del dipingere e il pensiero che lo determina. Numerose le rassegne internazionali cui partecipa. Tra queste: a cavallo tra il 1974 e il 1975 Geplante Malerei; nel 1977 Documenta 6 di Kassel; le mostre Linee della ricerca artistica in Italia 1960-1980 al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1981, Arte in Italia 1960-1982 alla Hayward Gallery di Londra. L’anno seguente e successivamente Italienische Kunst al Kunstverein di Francoforte e Arte Italiana 1970-1980 alla Kunsthalle di Budapest. Tra le personali, al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano nel 1982, alla Galleria Civica di Modena nel 1983 e ancora alla Galleria Il Milione di Milano nel 1988. Più recentemente partecipa alla Quadriennale di Roma nel 1999, mentre nel 2001 Palazzo Sarcinelli di Conegliano gli dedica una retrospettiva. Nel 2002 espone a Mantova alla Casa del Mantegna e l’anno dopo alla Rocca Paolina di Perugia. Nella sede di Chiavari della Fondazione Zappettini espone nel 2004 nelle collettive Pittura 70 – Pittura pittura e astrazione analitica (riproposta in seguito anche alla Galleria d’arte Moderna di Gallarate e nel 2005 all’istituto Italiano di Cultura di Praga) e Oltre il monocromo. Nell’ultimo decennio Olivieri opera a stretto contatto con la galleria Claudio Poleschi Arte Contemporanea di Lucca e la galleria Anfiteatro Arte di Padova e Milano, collaborazione che nel 2009 porta alla nascita dell’Archivio Claudio Olivieri. Vive e lavora a Milano.
PINO PINELLI
Nasce a Catania nel 1938. Si trasferisce a Milano nel 1964, dove tiene la sua prima personale alla Galleria Bergamini, con lavori che risentono dell’influenza di Lucio Fontana. A partire dai primi anni Settanta si interessa alla pittura come forma. Dal 1973 realizza quadri monocromi intitolati Pittura con accanto l’iniziale del colore usato (BL per blu, R per rosso).Nel decennio 1975-1985 compaiono le prime forme modulari accostate, costituite da una struttura rivestita di stoffa o di pelle animale. Caratteristica fondamentale di queste opere – una costante del lavoro di Pinelli – è la loro disseminazione sulla parete lungo una linea ideale. Nel 1976 vi è la simbolica rottura del quadro: da allora il suo lavoro sarà tutto incentrato sulla dislocazione di elementi sulla parete, che indica la rottura della superficie e della bidimensionalità. Fino al 1987 gli elementi modulari si accostano in traiettorie semplici o in composizioni più complesse; fino al 1983 le strutture sono rivestite di flanella, poi inventa una tecnica mista risultante da vari materiali amalgamati che, dipinti, assumono una consistenza simile al velluto.
Dai primi anni a oggi, Pinelli ha allestito oltre quaranta personali in Italia e all’estero, soprattutto in Francia e in Germania. Tra queste: Galleria d’arte Vinciana di Milano nel 1971, Galleria La Bertesca di Genova/Dusseldorf nel 1975, Galleria Artra Studio di Milano nel 1979, 1982, 1985 e 1988, Galleria Il Milione di Milano nel 1982 e 1989 e 1991, Galleria Fumagalli di Bergamo nel 1994 e 1998, A Arte Studio Invernizzi di Milano nel 1995, 2000 e 2003, Galleria Melesi di Lecco nel 1995 e 2003, Galleria Santo Ficara di Firenze nel 1995 e 2005, Galleria Niccoli di Parma nel 2002, Palazzo Strozzi di Firenze nel 2006. Nel 1986 partecipa alla XLII Biennale di Venezia.
Ha esposto anche in diversi musei, partecipando a importanti collettive, tra le quali: Fracture du Monochrome aujourd’hui en Europe, Musée d’Art Moderne, Parigi 1978; Linee della ricerca artistica in Italia 1960-1980, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 1981; Aspetti dell’arte italiana 1960-1985, Kunstverein, Francoforte – Kunsteverein, Hannover – Haus am Waldsee, Berlino – Kunstverein Bregenz – Hochschule fur agewandte Kunst, Vienna, 1985; Astratta. Secessioni astratte in Italia dal dopoguerra al 1990 a Palazzo Forti a Verona, 1988; Arte italiana. Ultimi quarant’anni. Pittura Aniconica alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna1988/89; 3 x monochrom. Fontana, Manzoni, Pinelli, a Rottweil, 2006. Vive e lavora a Milano.
CLAUDIO VERNA
Nasce a Guardiagrele (Chieti) nel 1937. Nel 1959 espone assieme a Guarneri, Masi, Baldi e Fallani alla Galleria Numero di Firenze nella mostra Cinque informali a Firenze; l’anno seguente tiene qui la sua prima personale. Dopo un periodo di sperimentazione, torna alle mostre nel 1967. Nel 1970 gli viene dedicata una sala personale alla Biennale di Venezia e inizia ad esporre nelle principali mostre dedicate alla Neo Pittura, gruppo in cui però intravede subito eccessiva confusione. Nei primi anni Settanta approfondisce questa riflessione sviluppando la serie intitolata con la lettera A seguita da un numero progressivo, e la prosegue fino al 1976 quando la serie Archipittura porta a compimento l’elaborazione geometrica della pittura. Dal 1977 il colore diventa protagonista assoluto dei suoi dipinti e Verna prosegue con ritrovata libertà l’indagine iniziata quasi vent’anni prima: il colore è un elemento strutturante, capace di creare lo spazio senza il supporto del disegno. Durante gli anni Settanta gli vengono dedicate numerose personali: 1970, Galleria dell’Ariete, Milano; 1971, Galleria Editalia, Roma e Galleria Ferrari, Verona; 1972, Galerie M, Bochum; 1973 e 1976, Galleria Il Milione, Milano; 1975, Studio Condotti 85, Roma; 1976 e 1977, Galleria La Bertesca, Genova; 1977, Galerie Arnesen, Copenhagen e Galleria Malborough, Roma; 1978, Galleria Il Sole, Genova; 1979, Galleria La Polena, Genova.
In quegli anni partecipa anche prestigiose mostre collettive, tra cui: 1970, Biennale de Peinture a Menton; 1971, Biennale del Mediterraneo ad Alessandria d’Egitto; 1973, X Quadriennale di Roma e Un futuro possibile - Nuova Pittura a Palazzo dei Diamanti di Ferrara; 1974, Museum of Philadelphia; Kunsthalle, Düsseldorf; 1975, Empirica, Rimini e Museo di Castelvecchio di Verona; Nordjyllands Kunstmuseum, Aalborg; Fyns Kunstmuseum, Odense; 1977, Galleria d’Arte Moderna, Torino; 1978, Triennale di Nuova Delhi. Espone inoltre alle edizioni della Biennale di Venezia del 1978 e del 1980. Alla fine degli anni Ottanta e durante gli anni Novanta gli vengono dedicate importanti antologiche: 1988, Museo di Gibellina; 1994, Galleria Comunale di Spoleto; 1997, Musei Civici-Pac di Ferrara; 1998, Palazzo Sarcinelli a Conegliano. Negli ultimi anni ha esposto due volte alla Fondazione Zappettini nelle collettive Pittura 70. Pittura – pittura e astrazione analitica nel 2004 e Oltre il monocromo nel 2005. Vive e lavora a Roma.
GIANFRANCO ZAPPETTINI
Nasce a Genova il 16 giugno 1939. Nel 1962 tiene la sua prima personale alla Società di Belle Arti di Genova. Nel 1964 inizia a collaborare con la galleria La Polena di Genova, dove terrà una personale l’anno seguente, e in seguito nel 1972 e nel 1974. Nel 1971 è invitato alla mostra Arte concreta al Westfälischer Kunstverein di Münster. E’ il periodo nel quale si sta elaborando il movimento della Neo Pittura, da cui poi si distinguerà la Pittura Analitica.
Espone nel 1973 in Un futuro possibile – Nuova Pttura al Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Nel 1974 partecipa a Geplante Malerei, organizzata al Westfälischer Kunstverein di Münster da Klaus Honnef. Nel 1975 Honnef gli dedica nello stesso spazio una personale. Espone poi alla galleria Karsten Greve di Colonia, in A proposito della pittura, mostra itinerante in vari musei olandesi e in Analytische Malerei di Catherine Millet e Honnef. Nel 1977 è invitato a Documenta 6 di Kassel.
Già dal 1976 aveva iniziato a lavorare con la fotografia, sempre “pensando in termini di pittura”. Con opere tra foto e pittura partecipa nel 1977 a Photo Malerei alla galleria Peccolo di Colonia e ad Aphoto allo Studio Marconi di Milano. Nel 1978 è presente alla mostra Abstraction Analytique al Museo d’Arte Moderna di Parigi ed espone nella personale Coincidenze percettive tra Genova e Anversa all’Internationaal Cultureel Centrum di Anversa. Nel 1981 partecipa a Pittura in radice, curata da Achille Bonito Oliva alla galleria Artra Studio di Milano e nel 1982 alla mostra Pittura di corta memoria al Palazzo della Permanente a Milano.
Dalla metà degli anni Ottanta inizia una fase di ricerca spirituale: nelle opere più recenti la superficie si fa meno materica, spariscono le ultime tracce di figurazione e il blu pervade tutta la superficie, scandita dal ritmo della trama e dell’ordito. Del periodo sono le serie dei Quadrati e dei Rettangoli, i Misteri, i Muri del cielo. Lavori più recenti sono stati esposti nella collettiva Pittura 70 presentata nel 2004 a Chiavari presso la Fondazione Zappettini e alla Civica Galleria d’Arte Moderna di Gallarate e, tra il 2005 e il 2006, negli Istituti Italiani di Cultura di Praga e Londra. Nel 2007 partecipa a Pittura analitica. I percorsi italiani. 1970-1980 al Museo della Permanente di Milano e gli vengono dedicate alcune personali in spazi pubblici e privati come il CAMeC della Spezia, il Forte di Belvedere, la Galleria Santo Ficara di Firenze e il Forum Kunst di Rottweil. Dal 2002 vive e lavora a Chiavari, dove, nel 2003, ha costituito la Fondazione Zappettini per l’arte contemporanea.
18
febbraio 2010
Pensando Pittura
Dal 18 febbraio al 24 aprile 2010
arte contemporanea
Location
ANFITEATRO ARTE
Padova, Via Ognissanti, 33, (Padova)
Padova, Via Ognissanti, 33, (Padova)
Orario di apertura
da martedì a sabato, ore 10-12.30 e 15.30-19.30
Vernissage
18 Febbraio 2010, dalle 18.30
Autore
Curatore