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Pentamorfosi
Pentamorfosi, cinque diverse maniere di declinare la forma: Claudio Assandri, Francesco Bottai, Davide Dall’Osso, Roberto Ferri, Piera Scognamiglio; una rassegna mirata, dedicata al linguaggio figurativo contemporaneo, che si propone di approfondire e mettere a confronto il lavoro di questi cinque artisti, scelti come emblematici di una sensibilità tutta nuova, la cui ricerca pone le proprie fondamenta nel recupero e rinnovato valore della rappresentazione, intesa sia come ricostruzione che come reinterpretazione. Le opere, una ciascuno, si alterneranno di due settimane in due settimane, dal 13 ottobre al 22 dicembre, nello spazio/vetrina della Galleria Opera Unica, in via della Reginella a Roma.
Comunicato stampa
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Pentamorfosi, cinque diverse maniere di declinare la forma: Claudio Assandri, Francesco Bottai, Davide Dall’Osso, Roberto Ferri, Piera Scognamiglio; una rassegna mirata, dedicata al linguaggio figurativo contemporaneo, che si propone di approfondire e mettere a confronto il lavoro di questi cinque artisti, scelti come emblematici di una sensibilità tutta nuova, la cui ricerca pone le proprie fondamenta nel recupero e rinnovato valore della rappresentazione, intesa sia come ricostruzione che come reinterpretazione. Le opere, una ciascuno, si alterneranno di due settimane in due settimane, dal 13 ottobre al 22 dicembre, nello spazio/vetrina della Galleria Opera Unica, in via della Reginella a Roma.
Dissimili e distanti per tecniche e materiali utilizzati, risultati espressivi e poetica, nei dipinti e nelle sculture degli autori in questione si possono rintracciare punti di tangenza e contatto, frutto di una progettualità comune, che riesce a mettere in relazione e creare connessioni tra approcci tanto lontani. La forte estetizzazione, la teatralità del gesto, la riscoperta di un’armonia ed un equilibrio compositivo, nonché una risolta dicotomia tra tradizione ed innovazione ed un uso della figura come fine e fondamento, avvicinano soluzioni in apparenza discordi, risposte parallele ad una necessità di revisione del linguaggio figurativo nel profondo.
Inaugura la rassegna Claudio Assandri, con una introduzione di Claudio Strinati.
“La scultura di Assandri si chiama Lava ed è effettivamente in pietra lavica. Su intervento dell’ artista, con un abile marchingegno, da essa escono fiamme che testimoniano dell’origine stessa di quella materia. Una testa che brucia può produrre reazioni diverse in chi osserva il singolare fenomeno, anche perché la testa in se stessa è modellata con l’energia e la sobrietà che si addicono piuttosto alla forma classica, che normalmente è pura, bianca e intoccabile. E questo culto della classicità c’è veramente nel nostro artista che modella da par suo anche il marmo e che calibra la struttura dell’immagine su principi antichi di equilibrio, armonia, stabilità. Ma il fuoco quando invade la testa provoca invece una sensazione di squilibrio, di disarmonia, di instabilità. Le due anime ci sono veramente in lui: un estro libero e bizzarro e una regolarità maestosa. E’ indubbio, peraltro, che una curiosa inquietudine promani sempre dalle elaborazioni di questo artista che spazia anche nel campo della pittura e che colpisce a fondo chiamando a sé l’osservatore dell’opera fino a costringerci quasi a seguirlo con la perentoria energia della sincerità e della felicità creativa. Arde di passione ma collocandosi nello spazio con la fermezza imperturbabile di chi sente di avere la situazione sotto controllo, quale che sia”.
Claudio Strinati
Dissimili e distanti per tecniche e materiali utilizzati, risultati espressivi e poetica, nei dipinti e nelle sculture degli autori in questione si possono rintracciare punti di tangenza e contatto, frutto di una progettualità comune, che riesce a mettere in relazione e creare connessioni tra approcci tanto lontani. La forte estetizzazione, la teatralità del gesto, la riscoperta di un’armonia ed un equilibrio compositivo, nonché una risolta dicotomia tra tradizione ed innovazione ed un uso della figura come fine e fondamento, avvicinano soluzioni in apparenza discordi, risposte parallele ad una necessità di revisione del linguaggio figurativo nel profondo.
Inaugura la rassegna Claudio Assandri, con una introduzione di Claudio Strinati.
“La scultura di Assandri si chiama Lava ed è effettivamente in pietra lavica. Su intervento dell’ artista, con un abile marchingegno, da essa escono fiamme che testimoniano dell’origine stessa di quella materia. Una testa che brucia può produrre reazioni diverse in chi osserva il singolare fenomeno, anche perché la testa in se stessa è modellata con l’energia e la sobrietà che si addicono piuttosto alla forma classica, che normalmente è pura, bianca e intoccabile. E questo culto della classicità c’è veramente nel nostro artista che modella da par suo anche il marmo e che calibra la struttura dell’immagine su principi antichi di equilibrio, armonia, stabilità. Ma il fuoco quando invade la testa provoca invece una sensazione di squilibrio, di disarmonia, di instabilità. Le due anime ci sono veramente in lui: un estro libero e bizzarro e una regolarità maestosa. E’ indubbio, peraltro, che una curiosa inquietudine promani sempre dalle elaborazioni di questo artista che spazia anche nel campo della pittura e che colpisce a fondo chiamando a sé l’osservatore dell’opera fino a costringerci quasi a seguirlo con la perentoria energia della sincerità e della felicità creativa. Arde di passione ma collocandosi nello spazio con la fermezza imperturbabile di chi sente di avere la situazione sotto controllo, quale che sia”.
Claudio Strinati
13
ottobre 2012
Pentamorfosi
Dal 13 ottobre al 22 dicembre 2012
arte contemporanea
Location
OPERA UNICA
Roma, Via Della Reginella, 26, (Roma)
Roma, Via Della Reginella, 26, (Roma)
Vernissage
13 Ottobre 2012, ore 18.30
Autore
Curatore