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Per filo e per segno: lavori femminili fra arte e letteratura
Dal punto di vista contenutistico la mostra trae ispirazione dalla meditazione sulle piccole cose, oggetti o attività “minori” della vita quotidiana.
Comunicato stampa
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La mostra, a cura della Biblioteca di Archeologia e Storia dell’ Arte in collaborazione con la Scuola del Ricamo di Palestrina, il Museo Diocesano di Palestrina, il Museo Nazionale delle Tradizioni e delle Arti popolari di Roma (IDEA), la collezione privata Jesurum e l’ALES, avrà luogo presso la Sala della Crociera del Collegio Romano dal 3 al 15 maggio 2010.
Dal punto di vista contenutistico la mostra trae ispirazione dalla meditazione sulle piccole cose, oggetti o attività “minori” della vita quotidiana. Si ritiene comunemente che lo sguardo sia sufficiente per conoscere, che il sapere sia in ultima analisi riducibile al vedere, ma spesso bisogna anche ascoltare, toccare, esercitare funzioni che contribuiscono alla formazione della capacità di giudicare -quanto il vedere- attraverso gli oggetti comuni. Tra questi c’è il filo. Esiste un indiscutibile legame fra il filo del cucito e il filo del pensiero: andate in frantumi le Grandi Cose (grandi contraddizioni, grandi guerre, grandi ideologie), può essere istruttiva l'esplorazione degli oggetti della vita quotidiana, del mondo dei minimi sistemi. Nella costruzione dell'impianto tessile del pensiero, l'universo femminile ha un ruolo complesso, al contempo affermato e negato. Affermato in quanto il filo è stato "dato" in mano alla donna perché si occupasse di tutti questi lavori che già secondo Omero sono indegni degli uomini, ma sono lavori che fanno perfino le dee, le principesse, le regine. La parte affermata è quella oggettiva, reale: il filo vero, che si tocca e si tiene in mano. Il filo negato è il filo logico. Da qui scaturisce il paradosso di Arianna: nonostante sia una donna che mette in mano a Teseo il filo per uscire dal labirinto, alle donne è stata rifiutata per millenni la prerogativa del pensiero logico.
Oggi si è attuato un cambiamento materiale: le donne non filano più e questa è un’enorme liberazione, che tuttavia corrisponde alla perdita di un sapere, di una pratica che permetteva la produzione di oggetti belli e veri. Mentre da una parte viene eliminato questo filo materiale e si alleggerisce la schiavitù del lavoro domestico, da un'altra parte la donna ha finalmente accesso al filo del pensiero. Attraverso le metafore del filo, dell'ordito, della tessitura, della trama, si giunge al testo come tessuto e al tessuto come testo.
Saranno esposti alcuni volumi appartenenti alle collezioni della Biblioteca, con particolare attenzione ai fondi di Corrado Ricci e Attilio Rossi. Sarà inoltre presentata una rassegna di costumi popolari e ricami di varie provenienze, tra cui Palestrina, l'antica Praeneste, in provincia di Roma, ove nel 1919 fu aperto il “Museo Artistico di Ricami”, un laboratorio in cui si proponeva un nuovo modo di rappresentare i capolavori dell’arte italiana. La caratteristica di questo laboratorio consisteva nell'esecuzione dei disegni su tela bianca, lasciando in bianco il disegno e riempiendo con l'ago il fondo. Nel 1969 questo laboratorio chiuse definitivamente i battenti e il ricamo per molti decenni cadde nell’oblio fino ad oggi, quando un nuovo interesse per questa forma di artigianato artistico ha rivalutato questa espressione tecnica. Oggi le ricamatrici di Palestrina operano sul territorio e valorizzano le tecniche locali diffondendo il ricamo di Palestrina con partecipazione a mostre, incontri e corsi.
Dal punto di vista contenutistico la mostra trae ispirazione dalla meditazione sulle piccole cose, oggetti o attività “minori” della vita quotidiana. Si ritiene comunemente che lo sguardo sia sufficiente per conoscere, che il sapere sia in ultima analisi riducibile al vedere, ma spesso bisogna anche ascoltare, toccare, esercitare funzioni che contribuiscono alla formazione della capacità di giudicare -quanto il vedere- attraverso gli oggetti comuni. Tra questi c’è il filo. Esiste un indiscutibile legame fra il filo del cucito e il filo del pensiero: andate in frantumi le Grandi Cose (grandi contraddizioni, grandi guerre, grandi ideologie), può essere istruttiva l'esplorazione degli oggetti della vita quotidiana, del mondo dei minimi sistemi. Nella costruzione dell'impianto tessile del pensiero, l'universo femminile ha un ruolo complesso, al contempo affermato e negato. Affermato in quanto il filo è stato "dato" in mano alla donna perché si occupasse di tutti questi lavori che già secondo Omero sono indegni degli uomini, ma sono lavori che fanno perfino le dee, le principesse, le regine. La parte affermata è quella oggettiva, reale: il filo vero, che si tocca e si tiene in mano. Il filo negato è il filo logico. Da qui scaturisce il paradosso di Arianna: nonostante sia una donna che mette in mano a Teseo il filo per uscire dal labirinto, alle donne è stata rifiutata per millenni la prerogativa del pensiero logico.
Oggi si è attuato un cambiamento materiale: le donne non filano più e questa è un’enorme liberazione, che tuttavia corrisponde alla perdita di un sapere, di una pratica che permetteva la produzione di oggetti belli e veri. Mentre da una parte viene eliminato questo filo materiale e si alleggerisce la schiavitù del lavoro domestico, da un'altra parte la donna ha finalmente accesso al filo del pensiero. Attraverso le metafore del filo, dell'ordito, della tessitura, della trama, si giunge al testo come tessuto e al tessuto come testo.
Saranno esposti alcuni volumi appartenenti alle collezioni della Biblioteca, con particolare attenzione ai fondi di Corrado Ricci e Attilio Rossi. Sarà inoltre presentata una rassegna di costumi popolari e ricami di varie provenienze, tra cui Palestrina, l'antica Praeneste, in provincia di Roma, ove nel 1919 fu aperto il “Museo Artistico di Ricami”, un laboratorio in cui si proponeva un nuovo modo di rappresentare i capolavori dell’arte italiana. La caratteristica di questo laboratorio consisteva nell'esecuzione dei disegni su tela bianca, lasciando in bianco il disegno e riempiendo con l'ago il fondo. Nel 1969 questo laboratorio chiuse definitivamente i battenti e il ricamo per molti decenni cadde nell’oblio fino ad oggi, quando un nuovo interesse per questa forma di artigianato artistico ha rivalutato questa espressione tecnica. Oggi le ricamatrici di Palestrina operano sul territorio e valorizzano le tecniche locali diffondendo il ricamo di Palestrina con partecipazione a mostre, incontri e corsi.
03
maggio 2010
Per filo e per segno: lavori femminili fra arte e letteratura
Dal 03 al 15 maggio 2010
Location
SALA CROCIERA AL COLLEGIO ROMANO – BIBLIOTECA DI ARCHEOLOGIA E STORIA DELL’ARTE
Roma, Via Del Collegio Romano, 27, (Roma)
Roma, Via Del Collegio Romano, 27, (Roma)
Orario di apertura
da lunedi al venerdì dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 17; chiuso sabato e domenica
Vernissage
3 Maggio 2010, ore 16.30